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Autore: LadyBlake    20/02/2007    10 recensioni
Primo di settembre. King’s Cross. Una ragazza che spinge un carrello stracolmo di stranezze si fa largo, a fatica, tra la moltitudine di pendolari che affollano le banchine della stazione. Guardiamo l’orologio, sono quasi le undici. È in ritardo. Ovviamente. Attenta a non attirare l’attenzione su di sè, eccola avviarsi tra il binario 9 e il 10, scomparendo alla vista di tutti. Il suo nome è Isabella. Ma nessuno la chiama così. È la signorina Bothwell per i professori. È Stellina per la mamma e Bells per suo fratello maggiore. Il resto del mondo la conosce da sempre come Bella. Oh, sì…sì, certo. Dimenticavo. C’è poi un ragazzo che l’ha ribattezzata ‘Torta alla Vaniglia’. Già. Proprio così. È accaduto precisamente oggi. Oggi, un anno fa.
Genere: Romantico, Commedia, Comico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Draco Malfoy, Nuovo personaggio
Note: nessuna | Avvertimenti: Spoiler!
Capitoli:
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Capitolo 22

Scommetti?

 

Sabato pomeriggio.

Una tragedia annunciata.

 

Cheppalle.

 

Un fischio decretò la fine di tutto.

-WOOAAAAA!!!!!

-Non è possibile!!!

-Ci è mancato tanto così!

-Non è giusto!

-Evvai!!

-Ha barato!! L’ha fatto apposta!!

-Bugiardo!!

-Bastardi!

-Puzzoni!

Nel clamore generale, una voce annunciò:

-INCREDIBILE MA VERO, SIGNORE E SIGNORI! INSEGNANTI E STUDENTI! GIOVANI - E MENO GIOVANI - MAGHI E STREGHE DI HOGWARTS!!!! DOPO QUESTA ESTENUANTE PARTITA, RICCA DI COLPI DI SCENA, DI FALLI E DI ESPULSIONI, PER UN SOFFIO, E DICO, PER UN SOFFIO,  CORVONERO BATTE SERPEVERDE!!!

Boato dagli spalti nero-blu.

Silenzio di tomba dalle zone verde-argento. Gli striscioni erano spariti in men che non si dica. In quella zona le facce da funerale si sprecavano.

Bella si lasciò cadere pesantemente a sedere.

Tutta la tribuna Grifondoro – tranne lei - stava festeggiando alla grande, manco avessero vinto loro.

Non andava bene per niente.

Draco non l’avrebbe sicuramente digerita presto, tutta quella faccenda. Erano giorni che le faceva una testa così – certo, quando si accorgeva della sua esistenza, tra un allenamento di Quidditch e l’altro – sulla partita Corvonero-Serpeverde: ‘la resa dei conti’ l’aveva chiamata, ‘la punizione con la P maiuscola’, ‘l’umiliazione con la U maiuscola’ e in un sacco di altri modi, sempre più fantasiosi.

Certo, non era colpa sua se si trovava in una squadra di brocchi: nessuno che avesse ancora capito da che parte si impugnava una scopa.

E sì che s’era impegnato per farli migliorare. Aveva speso ogni prezioso secondo del suo tempo libero – cosa che a Bella non era andata giù per niente – in campo con quei mammalucchi.

Per perdere.

Contro Roberts.

I Serpeverde avevano comunque fatto la loro bella figura, alla fine.

Draco era cento volte meglio del cercatore dei Corvonero. Era quella la sua certezza, il suo asso nella manica.

Si sapeva, dopo Potter – e lui non l’avrebbe mai ammesso – era lui il più bravo.

Non fosse stato per quel bolide…

Era davvero spuntato fuori dal nulla, a momenti gli arrivava dritto in testa.

Bella si lasciò sfuggire un gemito.

Non ci voleva assolutamente.

Era certa – certissima! – che l’avrebbe purgata lei adesso.

Di sicuro, ma non al cento per cento…di più.

Dannazione, dannazione e ultra dannazione.

 

Cheppalle.

 

La scuola era ricominciata da neanche un mese e tutto stava andando a rotoli.

Quando l’avebbe mai recuperato quel votaccio in Aritmanzia? Quando??

E quando avrebbe perso il chilo che aveva messo su durante le feste?

Ma soprattutto, quando – QUANDO – avrebbe potuto sfiorare in pubblico il suo non-si-sapeva-bene-cosa Draco, senza che questo la scacciasse come una mosca fastidiosa?

Sciò sciò, le faceva con la mano.

 

Cheppalle.

 

Probabile che la Luna fosse in opposizione, oppure Marte era entrato nel suo segno, oppure, oppure…bò: anche Divinazione era un mistero.

Che angoscia.

Con il broncio, si mise a sgranocchiare un paio di noccioline.

Le era anche spuntato un brufolo sul mento.

Fantastico. Meraviglioso.

Ma che bella giornata, ma che bel periodo.

Si sentiva depressa e non sapeva nemmeno lei il perché.

L’euforia che aveva caratterizzato la prima parte di quell’anno scolastico era calata un po’ dopo Natale.

In primis Draco aveva i suoi esami a cui pensare. E ciò significava pochissimo tempo per sgambettargli attorno in cerca di attenzioni.

In ‘secondis’ le cose tra loro due non è che fossero poi ‘fiorite’.

Tutto stabile. Tutto indefinito. Tutto un macello.

‘Ma siete insieme o no?’ le chiedevano le altre ragazze la sera, in dormitorio, quando non si aveva voglia di dormire.

Ovvero, sempre.

Mmm…vediamo. Guarda, parliamone. Cosa intendi tu per ‘state insieme’?

‘Non vi vedo mai in giro a fare la coppietta felice. Si è dichiarato? Ti ha già detto che ti ama? Ohhh, Malfoy che dice ‘ti amo’ non riesco proprio a immaginarmelo’.

Ecco, brava, neanche io.

Così Bella glissava le domande rintanandosi in bagno o girandosi dall’altra parte fingendo un sonno da paura, fuorchè restarsene poi sveglia per ore, con gli occhi spalancati a fissare il buio.

Draco che l’amava. Grasse e grosse risate.

A dirla tutta nemmeno lei sapeva se Amore fosse ciò che provava - e aveva avuto un sacco di tempo per pensarci - quindi figuriamoci.

Ossessione, poi affetto, certo. Attrazione fisica, bisogno di vederlo, necessità impellente di sentire la sua voce. Sogni, sogni, sogni. Tristezza – molta, molta tristezza, e profonda, profonda - per un suo ‘no’, per un suo voltarsi dall’altra parte, per un suo decidere di ignorarla. Euforia per un suo sguardo – uno solo- durante la colazione, per un’occhiolino fatto per caso, un ammiccamento, un mezzo sorriso, una parola in più, uno sfioramento di gomito non casuale in biblioteca.

Così finiva per trascinare se stessa e il suo piumone verso la finestra.

Si appollaiava lì a fissare il cielo e il lago Nero mescolarsi con la Notte.

Una mattina l’avevano trovata mezza ibernata, con la testa appoggiata al vetro e i capelli neri tutti scarmigliati.

A Ginny era venuto un mezzo infarto.

 

Cheppalle.

 

Una folata di vento gelido le fece venir voglia di infilare tutta la testa sotto al mantello o di rintanarsi sotto alle coperte, per uscirne solo a primavera inoltrata.

Ron Weasley, dietro di lei, stava intonando un improvvisato inno, tutto dedicato alla squadra di Corvonero.

Una roba del tipo ‘Edward Roberts ti adoriam, Roberts Roberts noi ti amiam’.

Un nuovo successo. Certo, avrebbe potuto proporgli di diventare il nuovo paroliere degli Sweet Nightmares.

Ginny, forse spinta da un moto di pietà verso la sua compagna, lo riprese malamente – tra le risate, comunque:

-Ma non eri tu che settimana scorsa andavi in giro sbandierando il tuo odio per McBlady e i suoi compari?

-Ma che c’entra? E poi Mc Blady neanche fa parte della squadra! È Roberts quello che ha infilato undici volte – e dico undici! – la pluffa nella porta di quegli schifosi Serpeverde. Lui sì che è forte! Ehi, Bella! Perché non  cambmmph...

-Stai zitto!!

Sentendosi chiamata in causa, Bella si voltò svogliatamente, giusto in tempo per vedere Ginny nel tentativo di soffocare suo fratello con la sciarpa.

Ma non ci badò, presa com’era nel seguire con lo sguardo un Draco a dir poco furioso.

Ora stava nel bel mezzo del campo, a insultare Roberts, trattenuto dai suoi compagni, mentre quell’altro gli ghignava in faccia.

Bella non provò nulla di particolare nel vedere quella scena, perlatro non nuova.

Niente indignazione, niente rabbia, niente di niente.

 

Cheppalle.

 

Quando le squadre si furono ritirate negli spogliatoi, il pubblico cominciò ad abbandonare gli spalti, ancora parlottando chi della parata di quello, chi della virata dell’altro e quasi tutti su ‘Malfoy avrebbe afferrato il boccino, non fosse stato per quel bolide pazzesco!’.

Già.

Non fosse stato per quel bolide.

Che la sfiga sia con noi.

Bella rimase a gironzolare attorno al campo per un po’, poi, dato che nessun biondo Serpeverde si decideva a uscire dagli spogliatoi, si diresse sconsolata verso il castello, controllando a intervalli regolari dietro di sé.

 

Cheppalle.

 

Si fermò accanto alle scale nell’atrio, contando i quadri appesi alle pareti per ingannare il tempo, attorcigliandosi una ciocca di capelli attorno alle dita della mano.

Alla fine, schiacciata da un peso ancora non ben definibile e con un presentimento poco felice, si tirò stancamente su per le scale, verso il dormitorio, ansiosa di infilarsi sotto alle coperte, in attesa di scendere a cena.

-Uff. Cheppalle.

 

Ciò che Bella non sapeva – e che non poteva sapere – era che Draco era l’unico a trovarsi ancora negli spogliatoi.

Seduto su una panca, a fissarsi i piedi.

Ancora semi-interdetto.

Prima della partita era accaduto un fatto, per così dire, curioso.

Una scommessa, a dirla tutta.

Una scommessa tra Draco Malfoy e Edward Roberts.

Una scommessa come tante.

‘Ma sì’ si era detto. ‘Non mi batterà mai’.

Si sa, troppa sicurezza e troppo orgoglio, spingono a commettere errori non facilmente rimediabili.

Una parola tira l’altra.

E due mani si erano strette.

Un patto sancito.

Un patto idiota.

Poi i Corvonero li avevano battuti.

Roberts aveva vinto.

E adesso, per tre interi giorni, tre interi e lunghissimi giorni, quello schifoso avrebbe avuto campo libero con B.B.

Senza che lui potesse intervenire in nessun modo.

Non era tanto il timore che Bella potesse cedere alle avances del Corvonero, a preoccuparlo.

O meglio. Gli dava un sacco fastidio, ma…

Bè, se l’era cercata.

E adesso doveva starsene zitto e guardare quell’altro deficiente che ci provava con la sua ragazza.

Che ultimamente si comportava in modo strano, tra l’altro.

Comunque.

Ciò che veramente lo preoccupava era…meglio non pensarci.

Si.era.giocato.B.B.

Se Bella fosse venuta a conoscenza della scommessa, sarebbero stati guai, grossi guai.

-Oohh. Sono morto – gemette.

 

 

 

 

 

 

 

   
 
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