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Autore: Inuyasha89    08/08/2012    1 recensioni
Tratto dal capitolo 1: Allo scadere del terzo anno dalla grande disgrazia una nuova minaccia si abbatterà sugli eroi. Il futuro incontrerà il passato e tenterà di sottometterlo. Solo la prima guerriera del bene e colei che dà e toglie la vita con un cenno rimarranno a difendere il passato. Nuovi alleati si uniranno a vecchi nemici convertiti. L’ultima battaglia deciderà le sorti del mondo intero.
Genere: Avventura, Azione, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Nuovo personaggio, Un po' tutti
Note: OOC | Avvertimenti: nessuno
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HELENA POV
Una volta materializzati nell’atrio del Palazzo del Regno del Nord accaddero un numero imprecisato di cosa tutte negli stesso, brevissimi, cinque secondi.
Le due bambine di Sango e Miroku si lanciarono contro i genitori che erano crollati a terra sotto il peso congiunto delle figlie e le loro ferite; Shippo, secondo lo stesso noto principio, si lanciò su Kagome, mentre Rin aveva deciso che le ero mancata troppo e che anche solo due centimetri di distanza erano troppi per i suoi gusti; nel frattempo mia madre si lanciò sulla figura, distesa e ancora inconscia, di mio fratello urlando il suo nome; mio suocero si lanciò su mia madre a seguito di un disperato urlo di riconoscimento, inciampando sui suoi piedi e andando a schiantarsi a peso morto sopra mia madre che si stava lanciando su Yasha; nello stesso momento mia suocera, alla vista del defunto ex-marito, aveva deciso di lanciarsi contro di lui per impedirgli di arrivare a mia madre, andando ad aggiungere altro peso che stava per schiantarsi contro mio fratello. L’urlo isterico di Kagome mi fece notare l’interessante, ma quanto mai pericolosa, situazione in cui Yasha stava per venirsi a trovare. Con un veloce cenno della mano teletrasportai mio fratello qualche metro più lontano dai tre adulti in caduta libera e mi sistemai meglio per godermi la tragedia che sarebbe scoppiata da lì ad un minuto.
Soddisfatta della salvezza del suo futuro compagno anche Kagome si sedette più comoda e, insieme a Sango Miroku e gli altri, ci mettemmo ad osservare la scena.
La prima cosa che successe fu che Touga si rese conto, a metà del salto, che si sarebbe schiantato direttamente sull’amore della sua vita che, essendo umana, non sarebbe stata certo contenta di ritrovarsi schiacciata sotto di lui.
Con un’interessante mossa di puro contorsionismo, sempre a mezz’aria ovviamente, riuscì a spostare il suo corpo per atterrare – anche se ormai tendeva verso lo schianto – appena più a sinistra di mia madre.
Come prevedibile Kagaya non si pose minimamente il problema della presenza di una fragile umana, ma anzi si spostò leggermente per riuscire a colpire quanto più di mia madre le fosse stato possibile. Evidentemente riteneva ancora necessario liberare sé stessa, il mondo, ma soprattutto Touga, dell’ingombrante presenza di una principessa umana.
In tutto questo mia madre, ancora focalizzata su Yasha, non si era minimamente resa conto delle forze in gioco appena alle sue spalle.
-Ti converrebbe fare qualcosa per fermarli prima che si ammazzino a vicenda…-
-Sesshomaru mi stupisci! Non sei mai stato esattamente un fan di mia madre...-
-Non lo sono ancora adesso, ma ho appena ricucito la mia relazione con Inuyasha e ti ho appena ritrovata, non mi pare proprio il caso di rovinare tutto perché una stupida umana non si è resa conto di essere nella traiettoria di schianto non di uno, ma di ben due demoni cane!-
Nonostante il tono freddo e distaccato che stava utilizzando potei perfettamente sentire tutta l’ironia e il sarcasmo dietro le sue parole. Prima o poi avremmo dovuto fermarci a parlare e, finalmente avrei potuto scoprire che cosa fosse successo nei miei tre anni di assenza: non che mi non mi piacesse questo nuovo Sesshomaru, volevo solo capire i motivi dietro un così drastico cambiamento.
Nel frattempo riportai la mia attenzione sul bagno di sangue che stava per compiersi e, con uno sguardo di intesa verso Kagome, richiamai nuovamente il vento.
Immediatamente i miei suoceri si bloccarono a mezz’aria – ah se solo avessi avuto una macchina fotografica l’istantanea sarebbe stata senza prezzo! – mentre una cupola di un delicato coloro rosa si materializzò sopra mia madre.
“Ottimo! Ora che siamo tutti fermi direi che possiamo passare a cose più serie che ucciderci in modo così ridicolo non trovate?”
In alcuni casi gli sguardi potevano uccidere, negli anni avevo personalmente incontrato un paio di demoni con la capacità di ipnotizzare e poi ammazzare le loro vittime semplicemente guardandole, ma fortunatamente questo non era uno di quei casi.
“Kagome, controlla Yasha e vedi cosa ti serve per guarirlo completamente e controlla anche tutti gli altro; Sango dai un’occhiata ai bambini per velocizzare i tempi e poi riferisci a Kagome; mamma risolvi i problemi di coppia con il tuo uomo che Yasha ce l’abbiamo sotto controllo noi; Kagaya, essere civili suppongo non sia nelle tue corde in questo momento, segui il tizio in livrea alle tue spalle che ti mostrerà dove sono le tue stanze; Sesshomaru, Rin voi due venite con me!”
Senza esagerazione dovetti ammettere che la servitù del Palazzo del Nord era veramente di prima qualità. Ci eravamo materializzati senza preavviso e in varie condizioni di ferite ma non avevo ancora visto nessuno andare in panico, o battere ciglio alla strana situazione.
Anche ora potevo vederli attendere nell’ombra eventuali ordini, pronti a servire conducendo gli ospiti nelle loro stanze o procurando qualsiasi cosa Kagome avesse chiesto.
I Reggenti, ero sicura che con la mia sparizione essi fossero tornati al potere, ancora non si erano presentati, ma qualcosa mi diceva che ci stessero dando la privacy necessaria a ricongiungerci e che li avrei incontrati quando avessi finito di dirigere il traffico.
-Te la cavi qui Kagome?-
-Non ti preoccupare Helena! Vai e goditi un po’ di tempo con la tua famiglia amica mia! Per tutti gli altri ci sarà tempo più tardi…-
-Se dovessero esserci problemi chiedi pure ai servitori, ti faranno avere tutto quello che chiedi. E se Yasha dovesse…-
-Helena VAI! Non è necessario che tu sia sempre presente per dare ordini! Deve essere stata una giornata pesante. Yasha starà bene come tutti gli altri! Ho io la situazione sotto controllo qui. Vai e riposati!-
Sapevo che aveva ragione, ormai stavo raggiungendo il mio punto limite, sia fisicamente che mentalmente, ma sapevo anche che avrebbero potuto esserci una serie di problemi che non volevo lasciare sulle spalle della sola Kagome…
-Cosa ci fai ancora qui?? VAI!-
Certo che la mia amica era veramente un dittatore quando si metteva!
Con un lieve sorriso sulle labbra sollevai Rin e, seguita a breve distanza da Sesshomaru, mi avviai verso le stanze reali, per un po’ di meritato riposo.
 
KAGOME POV
 
Finalmente ero riuscita a convincere Helena a mollare il comando per qualche ora e riposarsi! Tra noi due era lei quella che, sicuramente, era rimasta più scossa da tutta questa storia. Non doveva essere stato facile voltare le spalle alla tortura psicologica di Kiseki e abbandonare tutti noi nell’arena. Questa era solo una delle milioni di cose per cui ero grata che Helena fosse mia amica. Sapevo anche che oggi, finalmente, avrebbe potuto lasciar andare tutto lo stress e le paure che erano state sue fedeli compagne tutti gli ultimi tre anni. Avevo provato molte volte a dirle di confidarsi con me, di condividere i pensieri più reconditi celati nel suo cuore, ma ogni volta mi aveva sorriso e mi aveva detto di non preoccuparmi per lei, che avevo già abbastanza problemi per conto mio…Ora potevo, alla fine, ripagare questi tre anni di sforzi!
Con un sospiro mi voltai verso Inuyasha; nonostante l’ottimismo e la confidenza con cui avevo congedato Helena, il mio compito non era nemmeno lontanamente così facile come le avevo fatto credere. Anche i miei poteri erano pericolosamente bassi, ma ero abbastanza sicura di averne ancora il giusto per guarire tutti quanti.
Con l’esperienza dovuta a tre anni di allenamento massacrante con Helena, e a migliaia ricordi che mi avevano inondato quando i miei veri poteri si erano manifestati, mi portai di fianco alla forma supina del mio promesso e stesi le mani, recitando antiche formule necessarie ad attivare i poteri di guarigione.
Sotto gli occhi sempre più sgranati dei miei amici, entrambi fummo avvolti da una luce rosata e i nostri capelli cominciarono a muoversi sospinti da un vento creato dalla potenza del mio reiki che tentava di sottomettere lo youki di Inuyasha al suo volere.
Per quanto forte potesse essere l’essenza demoniaca del mio bel mezzo-demone non era nulla se paragonata a quella della sorella. In brevissimo tempo il mio reiki vinse la battaglia e l’essenza rosso fuoco di Yasha si calmò e accettò la sottomissione.
“Ma…Kagome…come è possibile?”
“Durante questi tre anni i miei poteri si sono, diciamo così, sviluppati molto oltre i normali poteri di una sacerdotessa. È una lunga, lunghissima storia ragazzi, che vi racconterò un giorno, quando ci saremo liberati per sempre anche di questa nuova minaccia.”
Per quanto mi dispiacesse non potergli raccontare tutto subito non avevo idea di chi fosse in ascolto in quel momento e, come avevamo concordato io ed Helena, sarebbe stato molto meglio per tutti tenere nascosta la reale entità dei nostri poteri, almeno fino a quando non li avessimo manifestati in tutta la loro gloria.
“Mi raccomando, però, nessuno dica ad Inuyasha quello che è successo tra il mio reiki e il suo youki! Gli ho fatto un grave torto secondo la legge dei demoni e vorrei avere una possibilità di spiegargli cosa è successo di persona! Sono stata chiara?”
Puntai soprattutto il mio sguardo su Shippo. Non potevo permettere che andasse in giro a rivelare che avevo costretto lo youki di un maschio alfa a sottomettersi ai poteri spirituali di un’umana; Yasha non mi avrebbe mai perdonata!
Nel frattempo i miei poteri avevano completato la guarigione di tutte le ferite sul corpo del mio amato. Non si sarebbe svegliato, non ancora. Per quanto guarito il suo corpo ancora necessitava di tempo e di riposo per ristabilirsi completamente, ma non ero preoccupata: si sarebbe svegliato al momento giusto!
“Bene! Questa è fatta, ora fatemi vedere che cosa è successo a voi!”
“Kagome, amica mia, non è necessario che tu sprechi i tuoi poteri su di noi! Non sono ferite gravi…guariremo con il tempo!”
“Non dire sciocchezze Sango! Forse non saranno ferite gravi come tu sostieni, ma non posso permettere che ve ne andiate in giro, sanguinanti e debilitati quando io posso offrire una soluzione a quel problema! E poi Helena vorrebbe il mio scalpo se succedesse questo, perché significherebbe che non ho più poteri e che quindi avrei dovuto chiamarla per finire il lavoro e io non voglio disturbarla…ci siamo capiti?”
Senza dare loro il tempo di ribattere liberai totalmente i miei poteri di modo che agissero più in fretta. Infatti qualche minuto dopo io ero stanchissima ma tutti i miei amici erano come nuovi. Sapevo di aver guarito solo le ferite del corpo, quelle dello spirito ci sarebbe voluto molto più tempo, ma ora eravamo insieme e avremmo trovato quel tempo!
“Allora che ne dite di vedere le nostre stanze?”
Con un sorriso rivolto a tutti attesi che i servitori caricassero Yasha su una barella e poi ne seguii uno verso quelle che, sperai, fossero le nostre stanze!
KISEKI POV
Non era possibile!! Avevo previsto tutto! Avevo passato anni a guardarmi tutte le vecchie leggende che ero riuscito a trovare, avevo quasi perso la vista nel tentativo di decifrare testi scoloriti dal tempo e macchiati di umidità! Tutto era stato calcolato seguendo una semplice linea di base: Kagome non avrebbe mai abbandonato Yasha e Helena non avrebbe mai abbandonato Kagome!
Kagome si era comportata esattamente come avevo previsto: non si era nemmeno accorta della trappola in cui era caduta, l’unica cosa che le era importata era stata raggiungere il suo preziosissimo mezzo demone! Niente l’aveva distolta da quel proposito.
Le due consuocere, se così si potevano definire, erano state ancora più facili da ingannare! Non si erano nemmeno accorte del plotone che avevo schierato per catturarle; credevo che almeno Lady Kagaya si sarebbe accorta dei demoni che avevo schierato, ma nemmeno lei!
Alla fine il mio miglior generale non aveva fatto altro che godersi lo spettacolo per poi catturarle non appena avevano finito di litigare!
Tutti avevo agito esattamente come le leggende avevano previsto. Tutti tranne lei…
Helena! La donna che doveva diventare mia moglie per impedire che il futuro tornasse a ripetersi nello stesso modo in cui io l’avevo vissuto. Quella maledetta demone che era stata la mia spina nel fianco per tutta la mia infanzia e giovinezza, che aveva rovinato tutti i miei sogni di gloria già da prima che io nascessi! Quella donna doveva essere mia!
Avevo pensato di essere per lei un buon marito; attendere fino a quando non avesse finito di portare il lutto per i suoi pidocchiosi amici e il suo compagno buono a nulla e poi con il mio amore le avrei fatto vedere quanto di più avrei potuto darle rispetto a Sesshomaru e agli altri. Con me sarebbe stata trattata come una regina e quando mi avessi dato un erede la sua posizione sociale sarebbe stata ancora migliore!
Ma no! Lei aveva voluto fare la difficile! Non aveva voluto giocare secondo le regole che io avevo stabilito e ora avrebbe pagato molto caro il suo errore!
Se avesse fatto come le leggende avevano previsto e avesse salvato Kagome, entrando nell’arena, le avrei mostrato clemenza e avrei ucciso tutti i suoi amici nel modo più veloce e indolore possibile. Sarebbe stata il miglior regalo di nozze che le avrei mai potuto fare. Forse, se mi avesse pregato abbastanza, sarei anche stato disposto a lasciar vivere la bambina umana: alla fine Rin non mi aveva mai dato problemi…
Ma aveva deciso di voltare le spalle ai suoi amici e di andare a liberare Sesshomaru. Aveva scientemente voluto andare contro i miei migliori piani e distruggere tutto il mio lavoro di una vita. E questo non potevo sopportarlo!
Li avrei cacciati tutti quanti fin dentro all’inferno se fosse stato necessario e non avrei mostrato la minima pietà per loro. Sarebbero morti tutti, nel peggior modo che mi fosse venuto in mente!
E per quanto riguardava la mia bella Helena…bhè avrebbe rimpianto amaramente di essersi messa contro di me. Altro che le stanze migliori del mio nuovo palazzo: le segrete sarebbero state le sue stanze personali e, dopo che mi avesse dato un erede, l’avrei lasciata a marcire al buio e all’umido in compagnia solo dei ricordi di una vita passata e di tutte le morti dei suoi amici che lei aveva causato.
Ma la mia punizione non sarebbe finita in quel modo, no…avrei allevato l’erede che lei aveva messo al mondo e lo avrei allevato nel male, nella sete di sangue e di potere assoluto, nell’odio verso la sua stessa madre e l’ultima cosa che Helena avrebbe visto in questa vita sarebbe stata l’arma del figlio sollevata contro di lei per porre fine alla sua patetica esistenza!
Questo mio nuovo piano mi piaceva sempre di più! Aveva rovinato la vita a mio padre, gli aveva negato la possibilità di essere il più grande del mondo, lo aveva relegato con mia madre. Aveva distrutto tutta la mia vita e tutte le mie speranze e sogni di gloria e io avrei distrutto lei!
INUYASHA POV
“Kagome!!!”
Mi svegliai di soprassalto con il suo nome sulle labbra. Erano mesi che non succedeva più e speravo che ormai non sarebbe più successo. Ormai mi ero rassegnato alla sua assenza ed ero disposto a resistere 500 anni per poterla raggiungere nel futuro e passare con lei i non molti anni che ancora la mia forza demoniaca mi avrebbe concesso.
Ma a quanto pare gli incubi non avevano ancora deciso di lasciarmi in pace. Eppure questo aveva qualcosa di strano rispetto a tutti gli altri. Di solito il mio incubo riguardava i nostri ultimi attimi passati insieme. Il vortice che la portava via da me, non una sottospecie di demone toro, brutto e puzzolente per di più, che si lanciava verso di noi con l’intenzione di incornarla.
Questo era uno scenario decisamente nuovo, esattamente come era nuovo e sconosciuto l’ambiente in cui mi trovavo. Ero disteso su qualcosa di morbido, non a contatto con il pavimento. Assomigliava a quello che Kagome aveva chiamato “letto” e che troneggiava nella sua stanza. Mi guardai intorno e discretamente provai ad annusare l’aria, ma né vista né odorato mi diedero conferma di essere in un luogo conosciuto.
Con i sensi all’erta mi portai in posizione seduta e provai ad alzarmi.
“Io non lo farei se fossi in te…”
“SANKON TESSOU!!!”
“Aaaaaaah! Ma sei impazzito Yasha? Avevi deciso di staccarmi la testa???”
“Helena?!?!?!? Ma sei davvero tu?”
“E chi vuoi che sia malfidato! Nemmeno dopo aver passato mezzo secolo braccato nella foresta avresti reagito in maniera così drastica! Avresti potuto uccidermi! Non credo che Sesshomaru sarebbe stato molto felice!”
“Dopo quello che mi è successo negli ultimi mesi? Settimane? Giorni? Non so più nulla Helena! La mia vita si è fermata tre anni fa, quando siete state risucchiate in quel vortice!”
“Mi dispiace fratellone, per tutto quanto! Anche per Kiseki…”
Non riuscivo ancora a vederla, stranamente non era uscita dall’ombra nemmeno una volta, nemmeno per abbracciarmi.
“Helena chi è Kiseki? Cosa ci fai qui? Dove è Kagome? Perché non ti fai vedere?”
C’era qualcosa di profondamente sbagliato in tutta la situazione, ma non riuscivo a capire che cosa. Un’orribile sensazione cominciò a formarsi sul fondo del mio stomaco. Era successo qualcosa, qualcosa di molto grosso nei precedenti tre anni. Qualcosa che rischiava di cambiare per sempre i nostri rapporti. Ed Helena ne aveva paura.
Temendo le mie parole e quello che avrei rischiato di scatenare mi voltai verso la voce di mia sorella e le dissi:
“Piccola cosa è successo? Vieni qui per favore…qualsiasi cosa sia la possiamo risolvere insieme!”
La sentii sospirare pesantemente, come se stesse ripensandoci ancora una volta e stesse per decidere che non ne valeva la pena.
Finalmente la sentii decidere e muoversi, a piccoli passi, verso il cono di luce della porta, dove avrei potuto vederla. Nel momento stesso in cui la luce la colpì vidi il motivo della sua reticenza e della sua paura e tutto quello che, stupidamente, riuscii a dire fu:
“Oh Kami!”
 
  
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