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Autore: Marta Weasley    08/08/2012    1 recensioni
Questa mia storia commedia-romantica che ho ideato parla di una ragazza normale, come me o te, alle prese con i suoi problemi da adolescente. Lei è una ragazza un pò pasticciona ma molto solare, amante della musica e degli animali. Bè, che dire, buona lettura! =)
Genere: Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
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Capitolo 2 Due occhi verde menta

wow!” fece Erika. “che bellezza!” aggiunse Cass. Io rimasi zitta a contemplare la classe.

Era molto moderna: la lavagna era elettronica predisposta di internet e altre comodità, e accanto a ogni posto c'era un I-pad, o quella roba lì della Apple che fa tutto e che fa tutto tranne che l'indispensabile ma che è meraviglioso, che io in vita mia avevo visto solo nelle pubblicità della mia vecchia e piccola televisione in salotto.

Una donna di mezza età, dai lunghi capelli corvini e in talleuir grigio e nero, ci invitò ad entrare: “io sono la professoressa Smith e vi do il benvenuto nella vostra nuova classe. I posti sono stati assegnati su estrazione per evitare bisticci inutili sui banchi. Il vostro nome e cognome è scritto sul vostro posto. Accomodatevi!”disse con un accento leggermente inglese. In classe erano stati già riempiti tutti i posti tranne i nostri tre. Per fortuna eravamo capitate nella stessa classe!

Il mio banco, scoprì con piacere, era per fortuna in fondo alla classe, vicino a un ragazzo. Questo ragazzo dovetti ammettere subito che era molto bello: aveva due grandi occhi verde menta e dei capelli color bronzo un po' mossi che gli ricadevano dappertutto. “Ciao” disse in tono sicuro “Sono Marco Martini, e tu devi essere... Alice Esposito, vero?” disse, guardando il cartellino del posto accanto al suo.

si, sono io. Piacere!” dissi io un po' rossa. Fino a quel momento lui non mi guardò per niente, ma quando parlai lui si girò e mi guardò per un attimo con sguardo perso, poi subito si ricompose e assunse di nuovo l'aria decisa e tranquilla di prima. “piacere.”

la prof. Iniziò a parlare: “allora ragazzi, io sono la vostra professoressa di inglese, frequenterete alcune lezioni delle materie principali come la matematica, scienze, geografia, storia e italiano, ma essendo un liceo linguistico come ben sapete ci sono le lingue straniere su cui farete molto più approfondimento. I corsi di lingue a cui potete partecipare sono: ovviamente inglese, disse con un sorriso, spagnolo, francese, tedesco, russo e cinese. Dovrete scegliere almeno tre lingue, oltre all'inglese che è obbligatorio. Bene, i fogli per le iscrizioni stanno nell'albo in cortile. Ma ora... conosciamoci meglio. Inizierò io presentandomi: sono Laura Smith, sono nata e cresciuta a Liverpool con mio padre inglese e mia madre trentina, sono venuta qui in trentino per insegnare l'inglese anche a voi italiani, in fondo anch'io mi sento una di voi.”continuò: “ ora però dovrete iniziare a dirmi qualcosa su di voi!” e iniziarono le brevi presentazioni.

La classe era composta da trenta ragazzi, esattamente quindici ragazzi e quindici ragazze. C'erano quelli appassionati di cavalli, di calcio, di karate, di disegno (Erika), di ballo (Cassandra), di recitazione, insomma: ce n'era per tutti i gusti.

Marco disse solo poche parole: “bè, io so' Marco, vengo da Roma ma i miei si so' trasferiti qui pe' lavoro, me piacciono li polli, l'abbacchio e le galline pecchè so' senza spine, n'so come er baccalà.” tutti risero, me compresa.

a parte gli scherzi, me piace gioca' a calcio e suonare la chitarra”. Proprio come me, pensai. A proposito di me, era il mio turno: panico panico panico!

Quello era il genere di situazioni che mi mandava nel pallone! Bè, alla fine le parole mi vennero naturali: “mi chiamo Alice, amo suonare la chitarra e il piano, faccio calcio e hip hop, e adoro gli animali, in particolare i gatti. Mi sento una persona solare ma.. all'inizio un po' timida”. Mi sembrava di essermela cavata discretamente.

Arrivò l'ora dell'intervallo, e io, Cass e Erika facemmo amicizia cone Jennifer, una ragazza bionda dagli occhi color ghiaccio che si mise a chiacchierare con noi. “Alice, mamma mia che fortuna stai con Marco Martini... sta qui a santa Marta da un paio d'anni ormai ma si ostina a parlare romanaccio quel simpaticone... io ero alle medie con lui e tutte le ragazze gli correvano dietro... un vero Don Giovanni, per farla breve”.

Quel Marco ad essere sinceri non mi ispirava granchè simpatia nonostante fosse molto carino, soprattutto perchè mi sembrava un bellinbusto.

Comunque mi limitai a rispondere: “già, già...”frettolosamente. Noi quattro andammo a iscriverci ai corsi di lingua. Io scelsi francese, tedesco e cinese, perchè lo spagnolo l'avevo già studiato alle medie. Così fecero anche Cass, Eri e Jenny. Tornammo in classe e ad accoglierci c'era il professore di tedesco: “buonciorno, racazzi, io sono Rufus Sonside, e venco talla Cermania. Spero che andremo d'accorto.”

Tra una lezione e l'altra, si finì al secondo intervallo.

Io ero impaziente di andare a trovare Rosa, Matteo, Antonio, Giada, e gli altri vecchi amici del classico che stavano nello stesso istituto seppur in una scuola diversa. Non aspettai nemmeno Cassandra, erika e Jennifer che voleva andare a trovare delle sue vecchie amiche. Abbracciai Antonio di scatto. Poi mi resi conto di averlo abbracciato davanti a tutti e qualcuno avrebbe potuto pensare cose che non avevano né capo né coda, ed arrossii.

Rosa disse qualcosa tipo: “ e a me niente?” e subito l'abbracciai.

Battei pugno a Matteo e diedi un bacio sulla guancia a giada e Michela. Già matteo si stava lamentando del programma troppo difficile da ricordare, che Antonio mi chiese: “hei, ma ti sei accorta che quello lì ti fissa?” e indicò Marco che appena mi vide distolse lo sguardo con aria noncurante. Un gruppo di ragazze già gli ronzava attorno.

Io dissi “bè, è il primo giorno e ho già fatto conquiste. E tu? Quante ti sono cadute ai piedi?” dissi con aria scherzosa“una decina, tu sei una principiante.”disse. Sentimmo la campanella e tutti ci avviammo verso l'uscita.

All'uscita Marco si avvicinò a me e, cogliendomi di sorpresa, mi disse: “guarda che er tuo amichetto si sbaglia di grosso, io non ti fisso proprio pe' niente” “bene,” dissi io con aria di sfida e superiorità, ormai veramente infastidita da lui, “ti dirò, non è che mi cambi molto se mi fissi o meno”.

perfetto” aggiunse lui e se ne andò.

  
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