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Autore: _Aras_    09/08/2012    3 recensioni
Dafne è in vacanza a Rodi, un’isola della Grecia, e incontra Michael, un ragazzo del posto che ogni mattina passa davanti alla sua casa correndo. Cosa succede quando lui si ferma e le parla? Cosa nascerà tra di loro in quei miseri nove giorni di vacanza che le restano?
“Smettila di essere così sarcastico.”
“Perché?”
“Perché non mi piaci così!”
“Quindi quando non sono sarcastico ti piaccio?” domandò, cogliendo al volo l’occasione.
“Oh, ma smettila!” Rise e lo spinse ancora, questa volta abbastanza forte da farlo sbilanciare e cadere di schiena.
“Che manesca!” si lamentò lui, afferrandola per un braccio e tirandola sopra di sé. Dafne si ritrovò allora a cavalcioni sui suoi fianchi, il polso destro stretto dalla sua mano.
“E ora che vorresti fare?” lo provocò lei.

SEQUEL IN CORSO: "BOLLE DI FELICITA'"
Capitoli revisionati: 1/10
Genere: Fluff, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
Capitoli:
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Capitolo 4
Molecole di vita


GIORNO 4

Dafne posò la tazzina di caffè sul tavolo e si voltò verso Allie, che stava scendendo le scale in quel momento. “Wow, sono le nove e sei già sveglia! E’ successo qualcosa?”
“Molto divertente. Dimmi che è rimasto un po’ di caffè, ti prego. Mi sento come uno zombie!” mugugnò, sprofondando sulla sedia accanto alla sua.
“Ecco qui,” Dafne le sorrise mentre riempiva un’altra tazza di caffè fumante e gliela porgeva. “Allora, come mai sei già scesa?”
“Ma che domande fai! Tra meno di un’ora Michael passerà a prenderti per andare a quel servizio fotografico e sono sicura che stai quasi impazzendo per l’ansia. Non potevo mica lasciarti andar via così!”
“Grazie, ma davvero, sto bene,”
“Sicura?”
“Sì. Anche se c’è una cosa che non riesco a capire.”
“Cioè?”
“Ieri pomeriggio mi hai detto di stare attenta perché, affezionandomi troppo a lui, poi soffrirei quando sarà il momento di andarsene. Poi però è arrivato Michael e sembrava che fosse il tuo nuovo migliore amico e ora io m’improvviserò modella insieme a lui e non sei nemmeno un po’ preoccupata. Non ti sembra un controsenso?”
Allie prese un lungo sorso di caffè prima di rispondere. “In realtà, sono ancora convinta che dovresti stare attenta, ma forzarti e ripetertelo di continuo non servirà ad altro che a farti agitare. Vivilo così come viene, non programmare nulla. Lui ci tiene a te, non ti farà del male, non volontariamente.”
“Come puoi esserne sicura?”
“Tesoro, sei sempre stata un po’ tarda a cogliere i segni, ma io vedo il modo in cui ti guarda. Lo so che è assurdo, perché vi conoscete da pochissimo, ma lui ti vuole bene.”
“Se lo dici tu…”
“Non mi credi?”
“Anche se è strano, sì, ti credo. Hai sempre ragione tu in questi casi.”
“Lo so. Allora, pronta?”
“Allie, manca ancora mezz’ora perché Michael arrivi.”
“Dillo a lui,” rispose lei, indicando il ragazzo aldilà della porta finestra che le stava salutando.
“Certo che la puntualità non sa proprio cos’è lui. Ieri era in ritardo, oggi in anticipo…” Dafne scosse la testa mentre andava ad aprire la porta.
“Ciao, entra pure.” Si fece da parte per farlo passare, ma lui la trattenne per ricambiare il saluto. La abbracciò e le baciò la guancia, proprio come aveva fatto il giorno precedente. Dafne si concesse un secondo, solo uno, per chiudere gli occhi e concentrarsi sulla pressione delicata delle sue labbra contro la pelle, poi li riaprì e con un sorriso chiuse la porta.
“Ciao, Allie. Vieni anche tu?”
“Mi sembra che tu abbia già un’accompagnatrice, non te ne serve mica un’altra.”
“No, davvero, se vuoi venire a vedere, puoi farlo.”
“Davvero?”
“Davvero.”
“Fantastico! Credi che potrei farmi dare una copia delle foto?”
“Suppongo di sì. In ogni caso, credo che a me e a Dafne le daranno di sicuro.”
“Daf, assicurati di non perderle! Anzi, forse è meglio che le tenga io. Devo assolutamente farle vedere a Martha!”
“Non ci provare!” Dafne balzò in piedi, abbandonando la sedia su cui si era appena risistemata, e puntò l’indice contro Allie, che scoppiò a ridere.
“Chi è Martha?” domandò Michael, confuso e stupito dalla reazione di Dafne.
“Mia madre,” sospirò lei. “Allie, non lo farai. Non puoi essere davvero così stronza.”
“Scusate, dov’è il problema?”
Questa volta fu il turno di Allie di rispondere. “Sua madre è un tantino eccessiva. In tutti i sensi. È convinta che la sua piccola bambina sia la migliore ragazza del mondo, la più bella, la più intelligente, la più gentile, la più amabile… Se vedesse le foto di un servizio fotografico di sua figlia, penso che perderebbe la testa. Non farebbe in tempo a vederle tutte che già l’intero vicinato saprebbe la notizia. Ovviamente non sa cosa fa davvero la sua principessa.”
“Allie!” la richiamò Dafne, tirandole un calcio alla gamba destra. Come poteva usare tutti quegli insulsi soprannomi che le affibbiava sua madre?
“Perché, cosa fa in realtà?” E perché Michael le dava corda?
“Oh, dovresti vederla quando è ubriaca. Uno spettacolo!”
“Allie!”
“Alla festa di fine anno, all’ultimo anno di liceo, ha costretto i nostri ragazzi a portarci al mare e ha voluto a tutti i costi fare il bagno. Non ti dico gli sforzi che ha dovuto fare quel povero disgraziato perché non morisse annegata. Com’era… Paul? No, Patrick!”
“Allie! E comunque non è che tu fossi poi così calma! Io avrò anche costretto Patrick a fare il bagno, ma tu hai quasi violentato Jared nel parcheggio!”
“Si chiamava Jerald! E non è colpa mia, lui stava dannatamente bene in giacca e cravatta e avevo troppa tequila in corpo per aspettare il bacio della buonanotte.”
Mentre Allie e Dafne ripescavano ricordi imbarazzanti e li offrivano quasi senza rendersene conto a Michael, lui spostava incredulo lo sguardo da una all’altra. Chi avrebbe detto che dietro a due facciate così tranquille si nascondessero due persone così sorprendenti? Scoppiò a ridere, talmente forte che le due interruppero il loro dibattito per guardarlo. Dafne arrossì, Allie si nascose il viso tra le mani, ma non appena i loro sguardi s’incrociarono nulla poté trattenerle dall’unirsi alla risata di lui.
“Cavolo, dobbiamo andare!” Quasi gli prese un colpo quando vide l’ora. Era passato davvero troppo tempo, dovevano partire subito se volevano arrivare puntuali.

Parcheggiarono davanti ad una villetta che dava sulla spiaggia, le mura quasi inesistenti, tanto erano ampie le vetrate. Potevano vedere una coppia di ragazze ballare attraverso i vetri, potevano sentire la musica sin dall’interno dell’auto. Era… singolare. Nessuno di loro era mai stato sul set di un servizio fotografico, e non sapevano cosa aspettarsi. Scesero dall’auto senza sapere cosa dire e raggiunsero l’ingresso in silenzio. Michael dovette suonare il campanello due volte prima che venissero ad aprire, ma la signora che li accolse fu da subito così gentile che non poterono prendersela.
“Michael, ciao! Chi sono queste due belle ragazze?”
“Signora Demos, è un piacere rivederla. Questa è Dafne, farà il servizio con me. Lei invece è Allie, non è un problema se sta qui mentre lavoriamo, no?”
“Ma certo che no! Ragazze, è un piacere conoscervi, sono Clio Demos. Da questa parte, prego.”
Li accompagnò nel salotto, dove due uomini stavano sistemando una macchina fotografica sul treppiedi.
“Inizieremo con alcuni scatti qui dentro con vestiti più eleganti, poi ci sposteremo fuori per l’abbigliamento sportivo: canotte, pantaloncini, tute da ginnastica. Il servizio sui costumi ovviamente sarà al mare, per l’intimo non abbiamo ancora deciso, ci penserò nel frattempo,” spiegò Clio con un sorriso entusiasta.
“Scusi, intimo?” Dafne era impallidita sentendo l’elenco di tutto ciò che avrebbe dovuto indossare. Ma non doveva essere un’azienda locale?
“Non avevi parlato di intimo!” sibilò, puntando l’indice contro il petto di Michael.
“Tu non me l’avevi chiesto,” rispose lui con un’alzata di spalle, come fosse una cosa di poco conto.
“Oh, non preoccuparti! Saranno solo due o tre completi, niente di troppo provocante. E non è necessario che assistano tutti, se vuoi potete essere anche solo tu e il fotografo. Davvero, non preoccuparti, cara.” Clio cercò di rassicurarla mentre Allie le posava una mano sulla spalla, un po’ per confortarla e un po’ per trattenerla.
“Perché non pensiamo agli altri servizi prima? Puoi trovare i vestiti in questa stanza, cara. Michael, i tuoi sono in quella laggiù.”
Dafne si guardò intorno per un momento, indecisa. Prima che avesse il tempo di dire qualcos’altro, Allie la stava spingendo dentro la stanza che le era stata indicata: era una camera da letto. Si sedette sull’orlo del materasso e osservò con occhio critico i vestiti che vi erano stesi. Allie si accomodò accanto a lei e le strinse le mani nelle sue.
“Vuoi spiegarmi perché sei così preoccupata? L’hai sentita, non sono completi troppo accattivanti. Cioè, capisco che magari farti vedere in intimo da sconosciuti possa metterti in imbarazzo, ma pensa che alla fine non è molto diverso dall’essere in costume.”
“Lo so, lo so… Ma è così strano! Non so se ce la faccio, Allie,” le confidò, mordendosi le labbra.
“Certo che ce la farai. Anche solo per vedere Michael in mutande!”
Dafne rise, coprendosi il volto con le mani e guardando l’amica attraverso le fessure tra le dita. “Forza, dammi una mano.”
Il primo scatto fu allo stesso tempo imbarazzante ed esilarante. Né Michael né Dafne avevano idea di cosa avrebbero dovuto fare, non sapevano come muoversi o dove guardare. Tra una caduta sui tacchi di Dafne e una foto in cui Michael aveva gli occhi chiusi e la bocca storta, era arrivato il momento di cambiarsi d’abito. A mano a mano che il tempo passava, i due prendevano sempre più confidenza con quel nuovo lavoro, arrivando persino a divertirsi e a scherzare. Senza rendersene conto, stavano diventando sempre più uniti.
Ora si trovavano nel giardino sul retro della villetta, Michael con solo un paio di pantaloni della tuta addosso e Dafne con un top e un paio di pantaloncini striminziti. Mentre lui si sosteneva con le braccia, come se stesse facendo le flessioni, lei gli saltò in spalla – letteralmente – e con una risata lo incitò a continuare.
“Scendi!” ordinò lui, voltando la testa quanto poteva per guardarla in viso. Lei scosse il capo con un sorriso mentre il fotografo si univa al suo rifiuto con un “Non vi muovete, così siete perfetti!”
Ora erano in mare, Michael immerso nell’acqua fino alle ginocchia e Dafne – zuppa e scalciante – sulle sue spalle.
Clio era in estasi per aver trovato due modelli così naturali e allegri, che nonostante le iniziali ritrosie non si lamentavano e quasi sembravano non accorgersi di star lavorando.
I due fotografi erano impazziti, scattavano foto a raffica senza quasi guardare l’obiettivo per cogliere ogni movimento dei due ragazzi.
Allie li osservava divertita e lievemente preoccupata. Si piacevano, era inutile negarlo. Con un po’ di attenzione e di fortuna le cose sarebbero potute finire bene.
Quando Clio annunciò che era giunto il momento del servizio di biancheria intima, Dafne si ritirò nella solita stanza, senza sapere cosa pensare. Non provava più quel profondo imbarazzo e senso d’inadeguatezza iniziale ma non si sentiva nemmeno così sicura di sé: non voleva rifiutare, ormai era giunta alla fine, ma non sapeva cosa provare. Come sarebbe stato girare in biancheria intima davanti a persone che conosceva appena, davanti a Michael? Diede un'occhiata a ciò che avrebbe dovuto indossare: no, in effetti non erano nulla di eccessivo. Erano camicie da notte di seta che arrivavano appena sotto il sedere, ma perlomeno la stoffa non era trasparente. Indossò la prima candida sottoveste, prese un profondo respiro e uscì. La prima cosa che notò fu che Michael non c'era. Non poté chiedere dove fosse perché il fotografo l'aveva già richiamata in posizione. "Così, brava. Appoggiati alla porta finestra. Alza un po' di più il braccio sinistro. Perfetta!"
Mentre tornava in camera per cambiarsi lo vide finalmente uscire dalla sua stanza. Indossava solo un paio di boxer ed era sexy da far paura. Si fissarono per pochi istanti e, nonostante i mille pensieri che vorticavano nelle loro teste, i loro volti erano inespressivi.
"Qui, Michael." Il fotografo lo richiamò e lui lo guardò per un attimo: quando riportò lo sguardo nel punto dov'era Dafne, lei era già sparita.
Chiusa nella sua stanza, Dafne si spogliò in fretta e indossò l'altra camicia da notte cercando di non pensare a Michael. Sarebbe arrossita come una scolaretta non appena l'avesse visto! Non era certo il primo ragazzo che vedeva in intimo, doveva smetterla di comportarsi come una ragazzina.
Uscì dalla stanza e quasi si scontrò con il fotografo per la fretta di allontanarsi dalla visione di Michael e del suo sedere strizzato in quel minuscolo pezzo di stoffa. In un’altra situazione non si sarebbe persa un solo dettaglio di quello spettacolo che era il suo corpo, ma in quel momento non sarebbe riuscita a guardarlo in faccia senza assumere il colorito di un pomodoro sapendo di avergli fatto la radiografia. Quasi non se n'era accorta e già aveva finito il servizio, mancava solo l'ultimo cambio. Stava per entrare nella sua stanza quando Clio la fermò. "Dafne, aspetta. Stavo pensando ad una cosa: ho notato che hai preso confidenza con le foto e che sei molto più sciolta, così mi chiedevo se al posto della camicia da notte vorresti indossare questo." Mentre continuava a parlare estrasse un completino dalla busta che teneva in mano. "So che è molto più provocante di ciò che hai messo finora, ma è il mio orgoglio e sono certa che ti starebbe benissimo addosso." Dafne si sentì quasi mancare il fiato. Le mutandine nere erano abbastanza coprenti, ma il reggiseno cosparso di piccoli brillantini era minuscolo e il semitrasparente velo nero che scendeva da esso le sembrava troppo sexy per lei.
"È meraviglioso, davvero, ma non credo di poterlo indossare. Non ho quasi mai messo nulla del genere prima, è troppo imbarazzante pensare che poi tutti mi vedrebbero con questo addosso. Mi dispiace."
"Ti prego, cara. Provalo, magari cambierai idea. E potremmo trovare una soluzione per nascondere un po' il tuo viso, così la gente non ti riconoscerà. Per favore..."
"D'accordo, lo provo ma non le assicuro nulla," l'avvertì, ma Clio era così felice che avesse accettato che stava già andando a discutere con il fotografo.
Dafne si chiuse la porta alle spalle con un sospiro, poi si decise a indossare il completino. Lo infilò con attenzione per non sfilacciarlo e si guardò allo specchio. Non era abituata a vedersi così, non si sentiva affatto a suo agio, ma doveva ammettere che stava bene. Quando posò la mano sulla maniglia della porta, però, l'insicurezza tornò. Le sarebbe dispiaciuto deludere Clio, che era stata così gentile e disponibile, e sperò che avesse trovato una soluzione. Si affacciò alla porta e non appena Clio la vide si sciolse in un sorriso e le si avvicinò. "Dafne, sei splendida. Abbiamo pensato a qualche possibile soluzione e con l'aiuto di Michael ne abbiamo trovata una. Lui potrebbe sistemarsi dietro di te e se tu voltassi il viso, come se lo baciassi, la tua faccia non si vedrebbe poi molto. Che ne dici?"
Dafne si morse il labbro, indecisa. “E lui è d’accordo?”
“Certo, perché non dovrebbe?” Già, perché non dovrebbe?
“Va bene, facciamolo.” Decise infine, e non aveva quasi finito di dirlo che già Clio l’aveva presa per mano e la stava portando fuori dalla stanza.
“Eccoci qui!” esultò, fermandosi davanti ad una porta finestra e posando le mani sulle spalle di Dafne. “Così,” la fece girare un po’, finché non trovò la giusta angolatura.
“Michael, qui.” Non lo vide ma sentì la sua presenza avvicinarsi da dietro e la sua mano destra stringerle il fianco. Percepì il suo respiro sopra la spalla e una nota sconosciuta nella sua voce quando le chiese: “Pronta per gli ultimi scatti?”
Dafne girò la testa quanto poteva, trovandosi più vicina che mai al suo viso. “Sì,” sussurrò, fissandogli le labbra. Alzò lo sguardò sui suoi occhi e per un attimo credette di averlo beccato a fissare le sue di labbra, ma poi lo vide sorridere e allungare la mano libera fino a posarla sulla sua guancia.
“Sei coperta a sufficienza?” domandò, piegando la testa e avvicinandola ancora di più alla sua.
“Suppongo di sì,” rispose lei, la voce simile ad un soffio. Michael aveva gli occhi luminosi, sembravano quasi brillare mentre fissavano quelli di Dafne.
“E’ stato così tremendo?” chiese, muovendo appena il pollice contro la sua guancia.
Dafne si ritrovò a sorridere. “No, è stato divertente.”
“Ragazzi, abbiamo finito. Siete stati fantastici. Grazie.” La voce di Clio interruppe quel momento d’intimità che si era andato a creare, Michael si staccò e Dafne fece un passo indietro.
“Forse dovresti andare a cambiarti,” le consigliò lui, distogliendo lo sguardo dal suo corpo.
“Già, forse dovrei."


*             *             *

Note:
Ed ecco il quarto capitolo! Ho notato che con lo scorso capitolo le recensioni si sono dimezzate: spero che sia un caso e non un segnale per dire che la storia sta diventando banale o non vi piace più. Comunque, spero che questo vi sia piaciuto! :)
Ringrazio tutti coloro che hanno recensito, inserito la storia nelle seguite e nelle preferite, e spero che ne valga la pena.
Il prossimo capitolo arriverà Lunedì 13, intanto vi lascio un piccolo spoiler:

“E che mi dici della mia proposta?”
“Oggi ho voglia di cucinare, quindi portali qui per cena. Alle sette e mezza.”
“D’accordo.”
“E porta anche qualcosa da bere, ti prego!”
“Aranciata e tè alla pesca?” domandò.
Dafne scosse la testa e ripropose: “Vodka e Tequila?”

   
 
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