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Autore: DareToDream1D    09/08/2012    6 recensioni
Vi siete mai chiesti cosa si provi a vivere costentemente a contatto con le telecamere? Ad uscire di casa ed essere costretti a coprirsi per non dare nell'occhio?
Bè, questa è la vita di Rachel, famosa cantante costretta ad esaudire di buon grado i desideri della sua stancante e noiosa manager. Ma alla ragazza non piace farsi mettere i piedi in testa. Una collaborazione la porterà a conoscere i One Direction. E chi lo sa, tra una collaborazione e l'altra....
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Nuovo personaggio, Un po' tutti, Zayn Malik
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Spazio autrice:
Signori e signore, bambini  e bambine, giovani, vecchi, cani porci ed asini volanti(?) ecco a voi la mia nuova ff.
Allora è la prima che ho scritto da quando ho conosciuto i ragazzi :3 
Quindi diciamo che è la mia 'pupilla'.
I capitoli saranno un po' lunghi ma si leggono velocemente. Mi eclisso e vi lascio alla lettura sperando almeno in una minuscola recensione, e che vi piaccia. 
Ringrazio la mia migliore amica April_ , che chiamo amorevolmente Aprile, per la pazienza e l'aiuto e il supporto che mi ha dato. Ti voglio bene
 

Giulia xx


It's Rachel Ashley Ames, dear.

 
-Rachel, muoviti- mi gridò la mia manager fuori dalla porta del bagno, "fottiti" pensai. Ci stavo mettendo più del solito solo per farla andare fuori di testa, mi diceva sempre e solo " forza, dobbiamo andare", "sbrigati" e "si va in scena tra 5 minuti" e se pensate che le star amino sempre i loro manager, beh, è una grande cazzata ,io,ad esempio, non la sopporto quella. Uscii dal bagno sbattendo la porta e mi venne dietro seguendomi come un cane mentre raccattavo le mie cose -Rachel, avanti sbrigati, la macchina è qui sotto, ci sono centinaia di fans e rischiamo di fare tardi-, mi girai per guardarla in faccia e le dissi -Barbara,  è un jet  privato, se non ci salgo quello non parte-
,-Si, ma devi considerare il tempo che ci metteremo a farci strada tra quella legione di fans, il traf...-,
-Smettila, i fan non sono un problema per me e non ci faranno perdere tempo-. Cercavo di essere gentile, almeno finchè la mia pazienza me lo permetteva .
-Ma...- cercò di ribadire ma io, alzando gli occhi al cielo la interruppi -Niente ma, esci adesso, arrivo tra cinque minuti-. Lei inspirò, mettevo a dura prova la sua salute mentale, e lei la mia -Ti aspetto nella hall-.
-Vengo-. Mi presi un'aspirina e un calmante visto che non volevo che lo stress partisse dalle undici di mattina, Barbara Bright era il prototipo della donna manager, isterica, zitella e ti comanda a bacchetta in continuazione, inoltre pensa solo che i fan non siano importanti, " acquirenti" li definisce... forse in quel cervello bacato non era entrato il concetto che senza quegli "acquirenti", nessuno saprebbe chi sono, nessuno comprerebbe i miei CD e non sarei famosa.
Non sono la star che se la mena da morire, non critico nessuno e cerco di essere sempre gentile con tutti, meno che con Barbara è evidente, e i miei fan sono l'amore della mia vita. Fine. Sono una persona normalissima, muoio ogni volta che vedo Bred Pitt, sono una fan sfegatata di Miley Cyrus e Demi Lovato e amo la mia famiglia.
Mi infilai i ray-ban e scesi nella hall con i bagagli,Barbara mi si avvicinò mentre parlava al telefono riuscii a carpire solo la fine della telefonata -... Si, le faremo sapere, arrivederci-. Poi scrisse qualcosa su una serie di fogli che aveva in mano e poi mi parlò -Sei pronta?-
-Mi pare chiaro-
-Puoi almeno cercare di non iniziare la guerra con me già da adesso?-
-Voglio solo salire su quell'aereo e arrivare a Londra, okay?- e mi allontanai verso la porta d'ingresso dell'albergo, ma lei mi seguì camminando come uno struzzo ubriaco e dicendo le cose sbagliate al momento sbagliato, come al solito.
-Rachel, lo so che questa settimana è stata stressante per te, e che la settimana della moda ti ha sfinito..-
-Sto benissimo, ora andiamo?-. Fece cenno di si con il capo e poi chiamò le guardie del corpo che mi scortarono fino alla macchina.
Appena uscii si levarono delle grida disumane, io sorridevo e mi guardavo in giro, mentre uno di quei bestioni si muoveva come in un film di spionaggio per non far avvicinare nessuno, c'erano striscioni ovunque e gridavano "Rachel,Rachel,Rachel". Toccai la mano di un paio di ragazze che si misero a piangere, a volte mi sentivo in colpa per non potermi fermare e parlare con loro, in fondo facevano tanto per me.
Salii in macchina e vicino a me si sedette Barbara che sottovoce diceva -Ma che diamine!- io la sentii e le dissi
-Sono solo fan, non terroristi-. Continuai a salutare dal finestrino anche se aveva i vetri oscurati e La Pazza mi aveva categoricamente impedito di aprirlo, così cacciai fuori l'iPhone e mandai un messaggio a Kate, la mia migliore amica, " Ti chiamo quando atterro a Londra, ti voglio bene xxx". Mi teneva con i piedi per terra e non mi faceva dimenticare da dove venivo e che ero solo una persona, non una divinità. Per questo mi ero fatta tatuare sull'avambraccio sinistro in corsivo sottile "Be Yourself", La Pazza ovviamente non approvava e quando lo vide la prima volta era inorridita, per questo mi alzai la manica della camicia, lei lo guardò e girò la testa. Io che sapevo a che cosa stesse pensando le dissi
-Ancora non l'hai superata?-
-Non dire sciocchezze, è un tatuaggio-
-Beh, quando l'hai visto per la prima volta hai rischiato l'infarto-
-E' solo che non amo i tatuaggi-
-Ma l'ho fatto sulla mia pelle, e poi volevi che lo cancellassi-
-In molti lo avrebbero criticato-
-Sai quanto me ne frega di quello che pensano gli altri!-
-Dovrebbe interessarti...-
-Invece non me ne frega niente-. Tornai a guardare fuori dal finestrino e continuavo a chiedermi perchè Jennifer, la mia vecchia manager e grande amica, fosse stata sospesa dal servizio e fosse subentrata questa mucca incompetente.
Squillò il telefono e vidi con orrore che era Nate Hawkes
-Che cosa vuoi?-
-Buongiorno anche a te, amore mio-
-Non chiamarmi così-
-Perchè no? Non siamo fidanzati?-
-Ti prego, devo ricordarti che lo siamo solo per farti avere un briciolo di carriera?-
-Ehi, io ho una carriera-
-Ma per favore, uno storpio senza un occhio, farebbe più fortuna di te-
-Perchè non mi hai detto che partivi per Londra?-
-E tu chi saresti? uno stalker? E non sono fatti tuoi dove vado-.
- Invece si, se mi chiedono che fine hai fatto e perchè non sono con te...-
-Hahah è sempre la stessa storia, chiedono sempre perchè io non sono con te e non tu con me, adesso lo sai, adieu-
-Aspetta-
-Che altro c'è Hawkes?-
-Quanto ancora deve andare avanti questa storia? Voglio dire, voglio avere una vita sentimentale vera e non con una rompipalle di prima categoria-
-Chiedilo al tuo manager e alla mia,addio...Oh e l'unica cosa con cui avrai una vita sentimentale sarà il tuo gigantesco ego- e gli attaccai il telefono in faccia.
La mia manager e il manager di quella faccia di scimmia hanno avuto la brillante idea di farci passare per fidanzati per scopi pubblicitari a tempo indeterminato e adesso quell'idiota mi sta più attaccato dell'appendicite.Un attore fallito, ecco cos'era. Rimasi zitta per un po' poi Barbara mi disse -Conosci il programma per Londra?-
-Devo promuvere il CD, andare alla première e dopodichè farò shopping e mi riposerò, ho indovinato?-
-Non esattamente...-. Oddio, che altro c'era?
-Che significa, non esattamente?-
-Avevamo detto che avresti collaborato con i One Direction una volta a Londra-
-E quando me lo avresti detto, Barbara?-
-Due settimane fa, ricordi?-. Oddio.
-Porca...-
-Che c'è? Non conoscevi Liam Payne?-
-Si, ma che c'entra questo?-
-Beh, mi sembravi spiazzata, ho voluto ricordarti delle cose positive-

-Barbara, sono otto mesi che lavoro senza interruzione, contavo di tornare a casa dopo Londra e stare un po' con la mia famiglia...-
-Il lavoro è lavoro-
-Certo, è così per te, non hai altro nella vita-. Forse avevo esagerato un po' con quella frase, ma avevo completamente rimosso ogni notizia. Cercai una via di scampo -Non possiamo rimandare?-
-No, la notizia è già in mano ai media-. Mi rassegnai e poggiai la testa al sedile massaggiandomi le tempie. In fin dei conti non vedevo Liam da tanto tempo e mi faceva piacere rivederlo e conoscere anche gli altri ragazzi, meritavano tutto quel successo e si... erano fantastici. Ma la mia famiglia mi mancava tanto e non vedevo mia sorella di  2 anni da quando sono partita. Poi La Pazza mi diceva di non stressarmi, quando la causa del mio stress era seduta accanto a me in macchina.
Arrivammo all'aereoporto e anche li' c'erano centinaia di fan che mi aspettavano, scesi senza aspettare le guardie del corpo, tanto c'erano le transenne e mi avviai all'interno salutando con la mano e sistemandomi i capelli. Anche loro gridavano come pazze e mi sentivo lusingata, con la coda dell'occhio vidi Barbara che si precipitò fuori dalla macchina con il tacco delle sua Prada in mano e che correva verso di me. Ero tremenda, lo facevo apposta e lo sapeva.
Quando mi raggiunse mi fulminò con lo sguardo e risi sotto i baffi.
Dopo alcuni controlli di sicurezza ci fecero salire sul jet e senza nemmeno pensare se i bagagli sarebbero arrivati nella stiva mi sdraiai su un sedile con le cuffie nelle orecchie, in attesa di decollare La Pazza si sedette di fronte a me "ecco qua, è finita la pace" pensai. -Che ascolti?- mi chiese, solo che alla prima non la capii e così allontanai una cuffia dall'orecchio e le dissi -Che?-
-Che cosa ascolti?-
-La messa-. Era un modo criptico per dirle ""levati dalle palle", così mi guardò con sguardo torvo e andò a parlare con l'unica assistente di volo poi si sedette e partimmo in santa pace. Dopo un'ora dalla partenza chiesi alla hostess
-Scusi, posso mandare un messaggio con il cellulare, oppure è categoricamente vietato?- mi guardò sorridendo e disse
-Credo che sia vietato, ma mi lasci chiedere al pilota per sicurezza-. Era molto gentile, non che fossi circondata da gente psicotica e antipatica, ma andavano sempre tutti di corsa e essere gentili non era proprio la priorità assoluta. Tornò dopo tre minuti esatti e disse -Il comandante ha detto che se si tratta di una cosa breve può fare tranquillamente tutto quello che deve fare, le posso portare qualcosa?-
-Si, farò in fretta non si preoccupi e no grazie, non ho bisogno di niente- le risposi sorridendo a mia volta. Presi il cellulare e scrissi un messaggio a Liam "Non vedo l'ora di arrivare a Londra, voglio vederti, mi è mancato il mio amico". Lo inviai e aspettai con pazienza la risposta, non avevo idea in quale fusorario ci trovassimo adesso e non sapevo che ore fossero a Londra, non ero mai stata troppo brava con i conti. La risposta arrivò dopo mezz'ora e mi ero addormentata, ma la suoneria mi svegliò e lo lessi "Anche io sono felice di vederti, a che ora arriva il tuo volo?" risposi subito per non farmi beccare dalla hostess e digitai"Alle sette", Liam rispose subito "Ci sarò". Non avevo bisogno di dirgli nient'altro e così spensi il cellulare e tornai a dormire. Il viaggio era lungo e non avevo niente di meglio da fare, forse un bel sonno avrebbe giovato al mio mal di testa.
Quando mi svegliai erano le sei e mezza, Santa Madre quanto avevo dormito, e mi ritrovai Barbara davanti a me che mi disse -Tra mezz'ora atterriamo,  dormito bene?- ero ancora mezza intontita e non mi andava di essere sgarbata, nel sonno mi promisi che avrei cercato di non tormentarla, fin quanto rientrava nelle mie possibilità.
-Si- dissi stiracchiandomi e mi misi a sedere decentemente poi continuai -C'è un bagno in questo coso?-
la hostess mi aveva sentito e mi disse sempre con quel tono fin troppo gentile -Si,certo, è quella porta lì-.
-Grazie-. Mi alzai e andai a lavarmi la faccia, non avevo dormito così bene da quando ero a Los Angeles in un albergo sul mare con Barbara fuori dalle scatole, il che risale tipo a una vita fa. Ritornai a sedere e riuscivo già a vedere Londra dal finestrino, ero davvero entusiasta. La hostess di cui non sapevo il nome ci consigliò di allacciare le cinture di sicurezza e iniziò la discesa nel vuoto. Quando mi passò la sensazione delle budella attorcigliate mi slacciai la cintura, Barbara si alzò e uscì una volta che l'aereo arrivò e mi disse -Aspetta qui un momento, torno subito-. La Hostess mi venne vicino e mi disse -Signorina Ames?-
-Si? Cioè, sono solo Rachel-
-Non volevo disturbarla durante il volo, ma...-
-Per favore, diamoci del tu-
-Oh, d'accordo... beh mi chiedevo se potresti fare un autografo per mia figlia, è una tua grande fan-
-Ma si, certo- dissi prendendo un foglio di carta e una penna -Come si chiama tua figlia?-
-Si chiama Serena-
Scrissi una dedica e la mia firma, poi le porsi il foglio e dissi tappando la penna -Sii sempre te stessa, Serena, con affetto Rachel Ashley Ames-. Sembra una idiozia detta così, ma se è una mia fan capirà. Mi ringraziò ma io volevo fare di più, così chiamai Barbara e le dissi -Barbara, voglio che tu faccia avere dei biglietti per il mio prossimo concerto con i pass del backstage a... scusa non ti ho nemmeno chiesto il nome-
-Sono Lucy Morrison... ma non è necessario che tu faccia tutto questo-
-Invece si, mi fa sempre piacere, allora la mia manager ti farà sapere e sarò contenta di vederti al concerto se verrete-
-Certo, ci verremo, arrivederci- -Ciao Lucy, a presto-.
Scesi dall'aereo con la testa che mi girava per il jatlag e cercai Liam con lo sguardo, non c'erano molte fan, in effetti non che fosse tardi ma immagino che ce l'abbiano una vita, considerando che non erano tante mi fermai per qualche foto e qualche autografo, poi vidi Liam e gli corsi in contro abbracciandolo. Lui mi sollevò e lo baciai sulla guancia -Come sono contenta di rivederti!-
-Haha...Si anche io sono contento, com'è andato il viaggio?-
-Lungo ed estenuante-
-Cioè hai dormito?-
-Esattamente-
-Sei sempre la solita, non sei cambiata per niente-
-No, proprio per niente, ora andiamo-
-Non vuoi avvertire Barbara?-
-Chi se ne frega, in albergo mi ci accompagnerai tu dopo-
-Ah, dimenticavo, sono Liam Payne lo chauffeur di Rachel Ashley Ames-
-Lo sai che io non so guidare a sinistra- gli dissi mentre andavamo verso la sua macchina
-Se è per questo non sai guidare neanche a destra- gli diedi un cazzotto sulla spalla ridendo
-Ho la patente, bello mio-
-Vuoi che ti ricordi dell'incidente che hai fatto due giorni dopo esserti patentata?-
-Quello stronzo mi aveva superato male e poi non è successo niente-
-Solo perchè tua madre non l'ha mai saputo-
-Vero- dissi rassegnandomi e salendo sul lato che nel mio paese era del passeggero, invece li' era del guidatore.
-Hai sbagliato lato, a meno che non voglia guidare tu-mi disse divertito
-Ops, no, guida tu-. Squillò il cellulare guardai il display "Barbara", probabilmente aveva già allertato la sicurezza dell'aereoporto, la polizia londinese e l'Interpool, ma decisi comunque di non rispondere. Due minuti richiamò e per farla finita accettai la chiamata -Barbara?-
-Rachel! Ma dove sei? Ti sto cercando ovunque-
-No, sto benissimo, ci vediamo più tardi in albergo, ciao ciao-
-Rachel non ti azzardare a...- e interruppi la comunicazione. Liam mi guardò con una certa ammirazione e mentre guidava fuori dall'aereoporto mi disse -Però, l'hai liquidata in fretta-
-Solo perchè volevo essere gentile, mi sta addosso come una sanguisuga in continuazione, ho bisogno d'aria-
-Sono qui apposta, amore-
-Non chiamarmi così, ci pensa già quel babbeo del mio ragazzo-
-Chi, quel tale con cui sei stata fotografata, come si chiama....Nate Hawkes?-
-Già-
-Davvero è il tuo ragazzo? Hahaha non ci posso credere-
-Non ti scaldare troppo, superstar, stiamo insieme per fine pubblicitario, quel ragazzo è un perfetto imbecille-
-Ma dai? Pensavo che fosse lui il grande amore...-
-Ma per favore, lo sai bene come la penso riguardo al grande amore... piuttosto, dove mi stai portando?-
-Dal resto del gruppo-
-Uuuuh, conoscerò il resto dei One Direction!-
-Smettila, sembri seria-
-Hahahaha, credi che una persona famosa non sia eccitata dal pensiero di incontrarvi?-
-Può darsi-
-Fai solo il modesto, sai benissimo che è così-. Sorrise senza dire niente, per un po' rimanemmo zitti, un quarto d'ora dopo Liam fermò la macchina davanti un pub al centro di Londra, scendemmo e prima di entrare mi disse -Oh, vedi che Louis è un tuo grande fan-
-Ma dai? Sei serio?-
-Vedrai tu stessa, non era più nella pelle dal pensiero di lavorare con te, ora non sa che sei qui-
-Gli hai fatto la sorpresa, che carino che sei- e gli pizzicai la guancia come fanno ai bambini. Mi scostò ridendo e mi fece entrare per prima, per fortuna mi ero riuscita a mimetizzare e quindi non mi notarono, Liam si avvicinò a un tavolo, probabilmente il loro e io tenevo la testa un po' bassa per non farmi riconoscere, poi disse -Ehm, ragazzi, lei è Rachel-, sollevai lo sguardo e i ragazzi erano seduti davanti a una birra e ridevano. Quando Louis mi vide fece -Oh mio Dio, Tu sei Rachel Ashley Ames, ti ammiro tantissimo, davvero, sei stupenda-. Forse si pentì delle ultime parole ma si sentì meglio quando risi e dissi -Anche io ti ammiro da morire, Louis-. Liam mi fece sedere vicino a lui e Niall dopodichè dissi -Non penso che siano necessarie le presentazioni ufficiali- e li guardai in faccia -Probabilmente no- concordò Liam, -Prendi qualcosa?- mi chiese Harry -Hmm, una birra-
-Ti dai all'alcool- disse Zayn ironico
-Già, ma la verità è che sono una coca-cola dipendente-
-Ottima scelta- disse Niall. Louis sembrava non essersi ancora ripreso dall'incontro e io gli chiesi -Louis, stai bene?-
-Ah, starà benissimo, non preoccuparti è solo che non se lo aspettava- rispose Zayn al suo posto.
-Meglio così- e sorseggiai la mia Heineken. Passammo un paio d'ore a chiacchierare, ma io ero a pezzi e volevo andare a dormire. Liam notò la mia stanchezza e disse -Dai Rachel, ti riaccompagno in hotel, ci vediamo dopo ragazzi-
-Liam, l'accompagno io, non ti preoccupare- si propose Zayn.
-Okay,tieni le chiavi- gli disse Liam
-Siamo da Harry e Louis, dopo, raggiungici lì-
-Bene, a dopo- li salutò
-Ciao a tutti, è stato un piacere-
-Anche per noi, buonanotte- concluse Harry e li salutai con la mano, erano davvero tipi forti. Uscimmo fuori dal pub e faceva leggermente freddo, Zayn salì in macchina e feci lo stesso, controllai il cellualre e con terrore vidi 26 chiamate perse, ma sapevo che erano tutte di Barbara eppure non riuscii a fare a meno di esclamare -Porca misera-
-Tutto apposto?-
-Si, è solo che non ho risposto a nessuna delle chiamate della mia manager, probabilmente mi ucciderà-
-Oh, è iperprotettiva?-
-Credo che un giorno di questi mi impianterà un gps sotto la pelle-.
-Allora direi di si... A quale hotel stai?-
-Al...Oddio come si chiama....All'Hilton London Green Park-. Annuì con la testa
-Almeno mi pare-
-Beh, non è promettente se la metti così-
-Tra le cinquecento telefonate della mia manager sul dove farmi stare sono riuscita a carpire un Hilton e Green, poi me lo ha detto, ma non che badi troppo a quello che dice-
-Allora sei una testarda, non è così?-
-Si, direi proprio di si-.
Dopo un quarto d'ora arrivammo davanti all'albergo e per fortuna non c'era traccia di fans, non ero proprio in vena di mettermi a sorridere come un'idiota e nelle foto sarei venuta come uno zombie.
-Siamo arrivati... Sai, sono contento che abbiamo l'opportunità di lavorare insieme-
-Si, lo sono anch'io, allora... Grazie del passaggio Zayn, ci vediamo-
-Figurati, buonanotte-
-Anche a te-. Scesi dalla macchina e chiusi la portiera e lo salutai di nuovo con la mano. Chiamai con il cellulare Barbara che mi rispose al primo squillo -Rachel, dove ti trovi?-
-Stiamo al Hilton London, come si chiama quello?-
-Si, è quello-
-Allora sono qui-. Chiusi la telefonata, facevo sempre così con lei e spesso ci ritrovavamo con le conversazioni appese. Mi avvicinai al tizio della reception e dissi
-Buonasera, sono Rachel Ames, ho una prenotazione-
-Si certo, la sua manager mi ha già mostrato tutti i documenti, la sua camera è la 160, benvenuta signorina Ames-
-Grazie, buonanotte-. Chiamai l'ascensore e me ne salii in camera, dopo averla trovata ed esplorata bussò Barbara, le aprii -Rachel, mi hai fatto stare in pensiero-
-Scusa, mamma- dissi ironica
-Non scherzare, lo sai che certe cose non dovresti farle-
-Che cosa? Uscire con un vecchio amico che non vedo da una vita? Questo non devo fare?-
-Non parlo di questo, devi avvertirmi-
-Non sei mia madre, ora voglio andare a dormire, vai-.
-Non avevamo detto che non ci saremmo fatte la guerra tutti i giorni?-
-Io non l'ho mai detto-
-Per favore, non rendermi le cose più complicate-
-Non ti prometto niente, ora buonanotte, vai a dormire che ti si distenderanno i nervi-. Uscì e io chiusi la porta, almeno aveva fatto arrivare i bagagli prima di me, così aprii la valigia e cercai un qualcosa che mi ricordasse un pigiama, me, lo infilai e dopo essermi lavata i denti mi buttai sul letto esausta.

 




  
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