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Autore: Mina7Z    09/08/2012    21 recensioni
“Era rimasta lì ad aspettarlo. Imbambolata e assorta nei suoi pensieri come non le capitava d tempo. E anche molto indispettita per quell’uscita mattutina nella quale proprio non l’aveva voluta coinvolgere. L’aveva provocato, sfidato, poi quasi supplicato di portarla con lui, divorata dalla curiosità di scoprire dove si stesse recando Andrè a quell’ora del mattino”.
Genere: Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: André Grandier, Oscar François de Jarjayes
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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In nomine patris
 



 Le ombre e i  sospetti



 
Non fece nulla  di ciò che il suo cuore ferito le stava gridando furiosamente.
Non urlò in faccia a Nanny quanto fosse indegno da parte sua nasconderle un segreto.Titubante nelle risposte, aveva rischiato di contraddirsi diverse volte, di fornire la risposta sbagliata, la meno conveniente. Lo aveva letto nei suoi occhi il timore di sbagliare, l’inquietudine per cercare di mantenere intatta una bugia.
Ma a lei non ne faceva una colpa. Dopotutto, se Nanny aveva deciso di mentire, era solo per reggere il gioco al vero impostore che aveva architettato un bel piano per mascherare il suo segreto.
E neanche a lui urlò in faccia il suo disprezzo, la delusione provata per avere dovuto subire tante bugie.
Represse l’istinto che la spingeva a irrompere nella sua stanza e rivelargli con un volto impassibile e fermo che la sua posizione non era più accettabile, alla luce dei misteri che custodiva.
E si diresse verso camera sua, camminando al buio, lentamente,  senza alcuna convinzione.
Quando raggiunse il piano superiore, un’ombra attirò la sua attenzione. Si fermò di scatto per osservare meglio chi fosse, a quell’ora della sera, a percorrere al buio i lunghi corridoi che portavano agli appartamenti privati. L’ombra raggiunse le scale e lentamente percorse i gradini fino al piano sottostate e solo allora la luce proveniente dalla grande finestra vicino all’ingresso le consentì di vedere un po’ meglio.
Espiro' l’aria che aveva trattenuto fino a quell’istante nei polmoni. Sorrise. Era solo una cameriera apparsa dal  buio  lungo il corridoio che portava alla stanza del padre.
Si diresse verso camera sua e chiuse la porta dietro di sé per poi sprofondare  in una piccola poltrona di fronte al fuoco ancora acceso.
Allungò le gambe e distese la schiena. Gli occhi fissi sulle fiamme del camino.
Pensare. Doveva semplicemente pensare. Riordinare indizi, prove, bugie e verità. Unire in una trama ogni sottile filo della storia per tessere quel quadro, adesso tanto misterioso.
Andrè le aveva mentito. Doveva partire da questo.
Mentito quando le aveva detto di non andare in nessun posto, mentito quando aveva assicurato che Nanny non sapesse delle sue visite a Madeleine.
C’era voluto un attimo per fare crollare questa prima rete di bugie.  Nanny sapeva, Andrè aveva mentito.
Perché non dirle semplicemente che anche la nonna  sapeva di quella donna. Cosa c’era in quella situazione da dovere nascondere, se si fosse trattato solamente di una buona azione?
E se la bambina fosse davvero sua figlia?  Perché mentire e vivere separati da quella figlia tanto amata, dedicarle solo miseri  ritagli di tempo, di nascosto dal mondo intero?
E quella  donna?  Tanto bella e ammaliante che non avrebbe avuto alcuna difficoltà a legare a sé un uomo come Andrè, ma non per un istante all’alba o dopo il tramonto, bensì per sempre. Poteva lei accontentarsi di un amore segreto e riservare lo stesso destino anche alla figlia?
Chiuse gli occhi. I conti non tornavano.
Se Nanny avesse saputo che la bambina era di Andrè, non avrebbe permesso di negarsi alla sua famiglia, l’avrebbe riportato alla ragione. Forse era per questo che non le aveva confessato nulla riguardo alla paternità della bambina? Preferiva vivere a palazzo Jarjayes, come nulla fosse, ricordandosi di quella famiglia solo sporadicamente? Come può un padre agire in tale ignobile modo?
Le tornarono improvvisamente in mente le parole di Andrè. Nessuno di importante…. Il padre.. nessuno di importante.
E se non fosse così?  Se lui sapesse chi era il padre  di Béatrice  e cercasse semplicemente  di nasconderne l’identità. Se  avesse un motivo per occultarne la paternità?
Una cameriera, solo una cameriera e tutti i suoi legami, le sue certezze, i suoi affetti più cari  si stavano scardinando miseramente.
Una cameriera. Che si muoveva nel’ombra negli appartamenti del padre.
Del padre. Del padre.
Nell’istante in cu pronunciò quel nome, improvvisamente, riaprì gli occhi e le sembrò che l’ordito si svelasse al suo sguardo.
Un’ombra, furtiva, che sgattaiola al buio lungo il corridoio antistante gli appartamenti del padre….adesso come allora…..un fantasma come Madeleine…..era semplice, troppo semplice perché non avesse colto le allusioni di Andrè, di Madeleine. I loro indizi, i loro segnali.
Cameriera personale, cameriera privata…quante volte avevano ripetuto quella parola.. personale, privata. Particolare, tanto da infilarsi anche nel  letto del valoroso Generale? Di allietargli le nottate? Lui, dai grandi occhi di ghiaccio, sciolto dall’amore della creatura fatata?
Tutto chiaro, fin troppo.
E allora doveva dirglielo, ad Andrè, che aveva scoperto il suo misero segreto, il perché del suo vegliare sulle  due donne. Lo faceva  per conto del padre? Fedele al punto di rendere servigi che solo tra maschi è possibile comprendere?
Un errore, un incidente,  una follia o qualcosa di più? Come l’avrebbe definito il valoroso Generale il contenuto di quella piccola casa?
 
 






Oscar, entra.
Devo parlarti.
E’ piuttosto  tardi.
Non stai dormendo, no?
No, no.
E allora non vedo il problema.
Hai bisogno di qualcosa?
Di parlarti.
A quest’ora?
Non sarebbe la prima volta.
No, certo che no… è solo che….
Sei tropo stanco, forse?
Un po’ stanco lo sono…in efetti….
E’per via dei tuoi servigi?
Dei miei servigi?
 Ti stancano troppo?
Non più del solito.
Quindi?
E’ che siamo soli in camera mia, è sconveniente….
Vedo che sei pratico di queste cose.
Quali cose?
Di ciò che  e sconveniente e ciò che invece non lo è.
Che vuoi dire?
Che c’è sempre una parvenza da mantenere. E’ solo questo che conta, no?
Lo sai che è così. Qui come a Versailles.
Qui è come Versailles, per te? Davvero?
Si, lo è. E lo dico per te, Oscar, per il tuo buon nome.
Per evitare maldicenze sul mio conto?
Anche.
Oh, non ti preoccupare di questo, il tuo padrone ha compiuto molto bene la sua opera, il figlio Colonnello non farà mai nulla per offuscare l’onore del casato,  o per smentire la sua indole maschile, non deve darsi pena, e nemmeno tu.
Ma che dici…
A meno che non somigliassi a lui, nei modi e nei principi, e non decidessi di prendere ciò che il mio rango mi rende più facile.
………
Di comprare l’amore per poi vergognarmene. O di tenere occultato il sangue del mio sangue.
Devi essere impazzita, ma cosa stai dicendo?
Oh mio Dio….mio Dio…. Non ci avevo pensato….e  se fosse nato un maschio?
Oscar…..
Beffato anche dall’amore, il Generale. Neanche quell’angelo biondo  è riuscita a dargli un erede….
Il Generale, ma di cosa parti, non capisco….
Concepire un maschio deve essere impossibile per lui, ora ne ha la prova….condannato ad avere me, il figlio imperfetto….
…..Tu…credi che Béatrice sia figlia del Generale Jarjayes?
Non mentire più, è inutile, non sono così stupida…
…..No, Oscar.no………
Si vedono ancora, vero? Cosa vuole quella donna? Dargli un erede maschio? Cosa crede di fare? Nessuno deve saperlo…a mia madre si spezzerebbe il cuore…..lei lo ama così tanto…..
…Oscar…….
Devo parlare con lui…devo farlo ragionare…..
Vuoi parlarne con lui?
Certo, è in camera sua, andrò subito da lui…….mia madre non deve essere umiliata.Non dovrà più vederla, quella donna, mai più.
Non andare, Oscar.
E perché no, Andrè?
Non andare.
Non riuscirai a convincermi, lo affronterò, dovrà darmi ascolto.
….Non andare, Oscar.
Dimmi perché…
Commetteresti un grave errore
Un errore?
La tua mente ti ha ingannata.
Non è vero.
Sei caduta in un tragico  terrore.
Non cercare di offuscarmi la mente…
….Oscar……..Bèatrice non è figlia di tuo padre, lui non c’entra nulla in questa storia…..forse non se la ricorda neanche Madeleine.
Non può essere che lui non sia …tutto  coincide…
Non è lui….ti sei fatta ingannare dai tuoi sospetti.
E allora chi diavolo è? Dimmelo, tu lo sai, tu lo devi sapere.
…………
Parla, perchè lo chiederò direttamente a quella donna, muoverò le fiamme dell’inferno… ma lo saprò…Tu lo sai, vero?
Si….
E allora dimmelo, se non è  mio padre, voglio sapere chi è quest’uomo, dannazione…
Sono io, Oscar… sono io. 









Note: 

Immagino già le vostre facce basite. 
Ma a tutto c'è uan ragione.... 

Anche alle menzogne.









 

   
 
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