Capitolo 2: una strana richiesta
Ogni atto di ribellione esprime nostalgia per l'innocenza e una richiesta
all'essenza dell'essere. (Albert Camus)
Mrs Roberts aspettava nello studio "Roberts e associati" già
da una mezzora.
Il ritmico tamburellare del suo bastone sul pavimento tradiva fin troppo bene
la sua impazienza.
La segretaria dello studio, miss Helena Cleave, sorrise fra sè.
Quando il capo fosse arrivato, si sarebbe sorbito una lavata di testa di tutto
rispetto, come se fosse ancora stato uno scolaro coi calzoni corti.
Miss Cleave era innamorata da una vita del suo principale, l'avvocato Vladimir
Roberts, ma era più che sicura che lui non l'avesse mai neppure notata.
E come avrebbe potuto?
Si sbirciò frettolosamente nella vetrata di fronte a lei.
Insignificante, non c'erano altri termini per definirla. Sospirò,delusa.
Non aveva davvero speranze.
Con riluttanza, smise di battere a macchina l'ennesima pratica e si
portò silenziosamente alle spalle dell'anziana signora.
"Posso portarle qualcosa da bere?"
Mrs Roberts quasi trasalì.
"No ragazza, grazie. Non dovresti muoverti così piano.. non ti ho
nemmeno sentita arrivare. Sei quasi un fantasma."
Un fantasma, pensò Helena. Ecco, questa sì che è
la definizione perfetta. Altrettanto silenziosamente battè in
ritirata e si rimise al lavoro.
Pochi minuti dopo la porta si spalancò, e Vlad entrò nel suo
ufficio. Salutò frettolosamente la segretaria e chiuse la porta del suo
studio dietro di sè.
Accidenti,pensò Helena. Mi sarebbe piaciuto sentire cosa Mrs
Roberts aveva di tanto urgente da dirgli!
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"Allora,cosa ti porta qui a Londra?"
Vlad sembrava molto a disagio, ma cercava di mascherare la sua impazienza
celandola dietro a un sorriso disinvolto.
Mrs Roberts lo fissò con severità.
"Ti aspetto da quasi tre quarti d'ora. Mr Roberts non è mai
arrivato in ritardo in ufficio un solo giorno nella sua vita, te lo posso
assicurare."
Vlad era sempre stato insofferente ai paragoni con il vecchio Mr Roberts,suo
padre adottivo.
Un uomo sbiadito e incolore,un automa che viveva di regole e doveri. Non
ricordava di averlo visto sorridere mai.
Non con lui,in ogni caso.
Da quando aveva memoria, rammentava solo sguardi carichi di ansia,
curiosità, timore e rimprovero. Non ne aveva mai capito la ragione,ma in
qualche modo ci si era abituato.
Si avvicinò all'anziana donna, e le appoggiò una mano sulla
fragile spalla.
"Mamma" mormorò. "Ti prego, non litighiamo. C'era
traffico. Sono tutti impazziti questa mattina,dovunque andassi tutti parlavano
di guerra,guerra,guerra."
Mrs Roberts sorrise lievemente.
"Oh,Vlad. Sei tu che sei impazzito, se non capisci la gravità di
quanto sta succedendo in Europa."
Lui scrollò il capo.
"Non sono un'idiota, lo capisco benissimo. Ma è inutile parlare per
ore di ciò che Hitler sta facendo. Quell'uomo è un folle,un
criminale sanguinario. Se non ci decidiamo a entrare in guerra.."
"Taci! non sai di cosa stai parlando!" lo rimproverò mrs
Roberts. "Guerra! lo dici come se si trattasse di un gioco. E' qualcosa di
mostruoso, di orribile, che non puoi nemmeno immaginare. Tremo ogni notte al
pensiero che tu sia costretto a combattere per il tuo paese.."
"Lo credo"aggiunse Vlad con freddezza."Ma io lo farei,se ce ne
fosse bisogno. Non mi spaventa la morte,se è per una giusta causa."
Ogni colore svanì sul volto di mrs Roberts,e ogni espressione
abbandonò i suoi lineamenti.
"Oh,mamma, non volevo rattristarti! so benissimo che sei di origine
tedesca, e che soffriresti se il tuo paese fosse invaso e raso al suolo. Ma non
credo che ci siano modi.. civili per fermare questi nazisti maledetti.E'solo la
mia opinione, sia chiaro."
Mrs Roberts scosse il capo.
"No,non preoccuparti, non stavo pensando a questo. Vivo in questo paese da
quando avevo solo quattro anni, e lo considero la mia vera casa. Mi preoccupo
solo per te: lo sai, invecchiando si diventa egoisti. Proprio per questo sono
venuta questa mattina. Ho bisogno che tu accondiscenda a un mio piccolo
desiderio, una speranza di anziana, nient'altro."
Vlad riacquistò prontamente il sorriso. Roteò gli occhi e finse
disperazione.
"Ma certo, mamma. So cosa vuoi. Che trovi una brava ragazza, che la sposi
il più presto possibile e che inizi a riempire il nostro palazzo di
marmocchi che strillano e gattonano, per onorare al meglio l'antica casata dei
Roberts.."
Mrs Roberts fece un gesto aggraziato ma risoluto con la mano, per ridurlo al
silenzio.
"No. Quello lo spero sempre, è ovvio, ma c'è tempo,sei
ancora giovane. No, la mia richiesta è un'altra."
Tacque un istante.
"Voglio che tu lasci Londra entro la fine della settimana. Andrai in
America, da alcuni nostri parenti. Aprirai uno studio laggiù,e non
tornerai mai più indietro. Ti raggiungerò là appena
sbrigate alcune questioni. Una nuova vita, insomma."
Vlad la guardò per alcuni istanti,senza parlare.
Aprì la sua agenda e iniziò a controllare i suoi appuntamenti per
quella mattina.
"E'semplicemente ridicolo. Se sei venuta fin qui dal Derbyshire solo
per.."
"NO!" gridò l'anziana, rivelando una insospettabile energia.
"Non voglio che tu sia richiamato per la guerra che si avvicina, non
voglio che tu corra alcun pericolo. Voglio allontanarmi il più possibile
da tutta questa morte.."
Vlad era turbato.
Aveva sempre avuto un ottimo rapporto con la madre, una donna energica, chiara,
trasparente nelle sue convinzioni e nei suoi modi.
Sincera, sempre.
Ma ora capiva che gli stava mentendo.
Perchè?
"Scommetto che non è l'unica ragione per cui mi vorresti dall'altra
parte del mondo. Prova ad essere onesta e ne potremo discutere. Altrimenti,
buona giornata. Perdonami ma ho molto da fare."
Mrs Roberts esitò. Poi serrò le mani intorno al bastone,come
annaspando in cerca di coraggio.
"Hai ragione, non è l'unico motivo."