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Autore: Kastania    22/02/2007    0 recensioni
L'aveva sognata di nuovo. Bellissima, triste e pallida, mentre si allontanava sempre di più da lui, le labbra aperte ma mute, in una silenziosa e accorata implorazione d'aiuto.
Genere: Romantico, Triste, Drammatico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Capitolo 2: una strana richiesta

Capitolo 2: una strana richiesta

Ogni atto di ribellione esprime nostalgia per l'innocenza e una richiesta all'essenza dell'essere. (Albert Camus)


Mrs Roberts aspettava nello studio "Roberts e associati" già da una mezzora.
Il ritmico tamburellare del suo bastone sul pavimento tradiva fin troppo bene la sua impazienza.

La segretaria dello studio, miss Helena Cleave, sorrise fra sè.
Quando il capo fosse arrivato, si sarebbe sorbito una lavata di testa di tutto rispetto, come se fosse ancora stato uno scolaro coi calzoni corti.

Miss Cleave era innamorata da una vita del suo principale, l'avvocato Vladimir Roberts, ma era più che sicura che lui non l'avesse mai neppure notata. E come avrebbe potuto?

Si sbirciò frettolosamente nella vetrata di fronte a lei. Insignificante, non c'erano altri termini per definirla. Sospirò,delusa. Non aveva davvero speranze.

Con riluttanza, smise di battere a macchina l'ennesima pratica e si portò silenziosamente alle spalle dell'anziana signora.

"Posso portarle qualcosa da bere?"

Mrs Roberts quasi trasalì.
"No ragazza, grazie. Non dovresti muoverti così piano.. non ti ho nemmeno sentita arrivare. Sei quasi un fantasma."

Un fantasma, pensò Helena. Ecco, questa sì che è la definizione perfetta. Altrettanto silenziosamente battè in ritirata e si rimise al lavoro.

Pochi minuti dopo la porta si spalancò, e Vlad entrò nel suo ufficio. Salutò frettolosamente la segretaria e chiuse la porta del suo studio dietro di sè.

Accidenti,pensò Helena. Mi sarebbe piaciuto sentire cosa Mrs Roberts aveva di tanto urgente da dirgli!

************

"Allora,cosa ti porta qui a Londra?"
Vlad sembrava molto a disagio, ma cercava di mascherare la sua impazienza celandola dietro a un sorriso disinvolto.

Mrs Roberts lo fissò con severità.
"Ti aspetto da quasi tre quarti d'ora. Mr Roberts non è mai arrivato in ritardo in ufficio un solo giorno nella sua vita, te lo posso assicurare."

Vlad era sempre stato insofferente ai paragoni con il vecchio Mr Roberts,suo padre adottivo.
Un uomo sbiadito e incolore,un automa che viveva di regole e doveri. Non ricordava di averlo visto sorridere mai.
Non con lui,in ogni caso.

Da quando aveva memoria, rammentava solo sguardi carichi di ansia, curiosità, timore e rimprovero. Non ne aveva mai capito la ragione,ma in qualche modo ci si era abituato.

Si avvicinò all'anziana donna, e le appoggiò una mano sulla fragile spalla.
"Mamma" mormorò. "Ti prego, non litighiamo. C'era traffico. Sono tutti impazziti questa mattina,dovunque andassi tutti parlavano di guerra,guerra,guerra."

Mrs Roberts sorrise lievemente.
"Oh,Vlad. Sei tu che sei impazzito, se non capisci la gravità di quanto sta succedendo in Europa."

Lui scrollò il capo.
"Non sono un'idiota, lo capisco benissimo. Ma è inutile parlare per ore di ciò che Hitler sta facendo. Quell'uomo è un folle,un criminale sanguinario. Se non ci decidiamo a entrare in guerra.."

"Taci! non sai di cosa stai parlando!" lo rimproverò mrs Roberts. "Guerra! lo dici come se si trattasse di un gioco. E' qualcosa di mostruoso, di orribile, che non puoi nemmeno immaginare. Tremo ogni notte al pensiero che tu sia costretto a combattere per il tuo paese.."

"Lo credo"aggiunse Vlad con freddezza."Ma io lo farei,se ce ne fosse bisogno. Non mi spaventa la morte,se è per una giusta causa."

Ogni colore svanì sul volto di mrs Roberts,e ogni espressione abbandonò i suoi lineamenti.

"Oh,mamma, non volevo rattristarti! so benissimo che sei di origine tedesca, e che soffriresti se il tuo paese fosse invaso e raso al suolo. Ma non credo che ci siano modi.. civili per fermare questi nazisti maledetti.E'solo la mia opinione, sia chiaro."

Mrs Roberts scosse il capo.
"No,non preoccuparti, non stavo pensando a questo. Vivo in questo paese da quando avevo solo quattro anni, e lo considero la mia vera casa. Mi preoccupo solo per te: lo sai, invecchiando si diventa egoisti. Proprio per questo sono venuta questa mattina. Ho bisogno che tu accondiscenda a un mio piccolo desiderio, una speranza di anziana, nient'altro."

Vlad riacquistò prontamente il sorriso. Roteò gli occhi e finse disperazione.
"Ma certo, mamma. So cosa vuoi. Che trovi una brava ragazza, che la sposi il più presto possibile e che inizi a riempire il nostro palazzo di marmocchi che strillano e gattonano, per onorare al meglio l'antica casata dei Roberts.."

Mrs Roberts fece un gesto aggraziato ma risoluto con la mano, per ridurlo al silenzio.
"No. Quello lo spero sempre, è ovvio, ma c'è tempo,sei ancora giovane. No, la mia richiesta è un'altra."
Tacque un istante.
"Voglio che tu lasci Londra entro la fine della settimana. Andrai in America, da alcuni nostri parenti. Aprirai uno studio laggiù,e non tornerai mai più indietro. Ti raggiungerò là appena sbrigate alcune questioni. Una nuova vita, insomma."

Vlad la guardò per alcuni istanti,senza parlare.
Aprì la sua agenda e iniziò a controllare i suoi appuntamenti per quella mattina.
"E'semplicemente ridicolo. Se sei venuta fin qui dal Derbyshire solo per.."

"NO!" gridò l'anziana, rivelando una insospettabile energia.
"Non voglio che tu sia richiamato per la guerra che si avvicina, non voglio che tu corra alcun pericolo. Voglio allontanarmi il più possibile da tutta questa morte.."

Vlad era turbato.
Aveva sempre avuto un ottimo rapporto con la madre, una donna energica, chiara, trasparente nelle sue convinzioni e nei suoi modi.
Sincera, sempre.

Ma ora capiva che gli stava mentendo.
Perchè?

"Scommetto che non è l'unica ragione per cui mi vorresti dall'altra parte del mondo. Prova ad essere onesta e ne potremo discutere. Altrimenti, buona giornata. Perdonami ma ho molto da fare."

Mrs Roberts esitò. Poi serrò le mani intorno al bastone,come annaspando in cerca di coraggio.
"Hai ragione, non è l'unico motivo."

 

  
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