Ero tornata, finalmente. Le onde ruggivano sotto di me e gli spruzzi di acqua salmastra trasportati dal vento mi inumidivano il viso. Il sole di giugno riscaldava la mia pelle con i suoi raggi che illuminavano ogni cosa. Sentivo di nuovo la Cornovaglia dentro di me, sulla mia pelle, nel mio respiro.
La scogliera sembrava più alta e ripida di come l’avevo lasciata l’anno prima, il mare ancora più selvaggio e feroce. Mi sdraiai tra l’erba. Luglio era alle porte e il dolce profumo dell’aria si espandeva fluttuando. Vengo qui tutti gli anni, ogni estate, per un mese. <
<< Gillian, bentornata !>> Mi strinse forte contro il suo corpo e sentii il suo calore materno.
<< Grazie nonna . Non ne potevo più di Londra ! >>
Rise di gusto e mi guidò, prendendomi la mano, nel piccolo chalet in pietra. Come quando avevo cinque anni. Poco importava che ne avessi quasi sedici, ero sempre la sua piccola nipotina e a me piaceva cosi. Accese il fuoco nell’antico camino e si mise a farmi complimenti uno dopo l’altro fino al tramonto. Tutto fuori si tingeva di rosa, il cielo , il mare, persino gli alberi. Poi il rosa lasciò il posto al violetto e il sole scomparve definitivamente dietro l’orizzonte infinito. Il nonno tornò verso sera con dei dolcetti squisiti e tante attenzioni tutte per me. Leopold, il vecchio beagle, scodinzolava sul tappeto rosicchiando le ossa del pollo che avevamo gustato poco prima.
La mia camera godeva di una vista mozzafiato: il mare si estendeva in tutta la sua maestosità e i gabbiani volavano in cerchio e i loro strilli risuonavano nel cielo, sentendosi a chilometri di distanza. La stanza era arredata in modo semplice, i mobili in legno e le pareti pitturate di azzurro. Era il mio rifugio sicuro, il mio mondo. Nessun altro posto nel mondo possedeva quell’odore: odore di pino resinoso e mare. Mi avvolsi tra le lenzuola pulite e ascoltando il rumore delle onde scivolai in un lungo sonno. Era l’alba quando aprii gli occhi. Ero un po’ intorpidita e decisi di fare una passeggiata per sgranchirmi. La casa era troppo silenziosa, cosi decisi di uscire fuori. La giornata si preannunciava calda per gli standard della Cornovaglia. Camminai sull’erba a piedi nudi fino a raggiungere la fine della scogliera. Il mare era calmo, di un grigio caldo, mentre il cielo, metallico per l’assenza del sole, mi suscitava tristezza. Vi fu un fruscio tra l’erba, il rumore di passi felpati. In quell’istante ebbi la certezza che dietro di me ci fosse qualcuno. Il brivido che mi percorse la schiena mi fece sentire improvvisamente freddo. Mi girai di scatto, terrorizzata e nel mio delirio mi parve di vedere due occhi blu, blu come il mare aperto della Cornovaglia. Spaventata, mi affrettai a ritornare in casa.
Note dell'autore: mi scuso se rompo ancora le scatole, ma sono giunta a darvi chiarimenti. Come avrete potuto notare la storia si svolge su due piani temporali diversi, quello del presente ( 2011 con location Londra, almeno per ora) e quello del passato ( 1997 con location St. Agnes): tutto ciò è fatto per offrire un'idea più completa della storia. Ogni capitolo finisce con un momento di suspance ( o almeno così ho provato a fare ). Alcuni dei prossimi capitoli sono stati già scritti ma hanno bisogno di qualche ritocco! Grazie per aver letto la storia :)