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Autore: Aelin_    10/08/2012    0 recensioni
Piccolo ciclo di nonsoancoraquante song-fic.
Ognuna con una canzone diversa, ognuna dedicata ad una diversa coppia (forse un paio o più al Destiel, ma non posso farci niente, li adoro quei due assieme).
Genere: Song-fic | Stato: completa
Tipo di coppia: Het, Slash | Personaggi: Un po' tutti
Note: Raccolta | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nessuna stagione
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4.     Lost in Paradise – Evanescence.
 




…I’ve been believing
In something so distant
As if I was human
And I’ve been denying
This feeling of hopelessness
In me – in me
All the promises I made
Just to let you down
You believed in me but I’m broken…
 
 

 
 
 



Dean sentì la propria schiena andare ad impattare contro la parete di lamiera del magazzino nascosto in quel vicolo scuro. Sorpreso, cercò di alzare la testa per capire chi diavolo lo avesse afferrato con così tanta forza e lo avesse scaraventato al muro, ma un pugno allo stomaco lo fece piegare su se stesso, tossendo. Sentì sulle labbra il sapore del proprio sangue, mentre un grumo rossastro faceva la sua bella comparsa davanti a lui, in seguito ad un colpo di tosse più forte degli altri. Alzò lo sguardo, incrociando due occhi blu scuri e imbizzarriti come il mare in tempesta, torbidi di rabbia e frustrazione repressa.

-       Cass… - provò a dire, sputando un altro grumo di sangue.
-       Perché, Dean, perché?! –

L’angelo lo prese per il bavero della giacca, sollevandolo apparentemente senza sforzo, e lo sbatté di nuovo al muro, fissandolo, il viso distorto in una maschera d’ira.

-       Tu non ti venderai a Michele, mi hai capito?! – gli urlò in faccia, sconvolto, mentre lo scrollava come se fosse un cucciolo. – Non dopo tutto quello che ho fatto per te, non dopo tutto quello che abbiamo passato insieme! –

Dean sentì il proprio stomaco torcersi in maniera dolorosa, mentre sprofondava le proprie iridi verdi in quelle azzurre dell’angelo, così colme di orrore, e paura.

-       Cass… - provò a dire di nuovo, mentre un sospiro lasciava la sua bocca e andava a perdersi nell’aria della sera.
-       Dean, ti prego… - la voce della creatura si incrinò fino a spezzarsi. – Non puoi farlo… ti prego. –
-       Castiel, devo farlo… Non piace neanche a me, ma così facendo salverò Sam… E Bobby. E Lisa, e Ben. E tutti quelli che conosco. Se gli dico di si, l’Apocalisse finirà e saranno tutti liberi. –
-       E io?! –

Il cacciatore sussultò quando l’altro, in un altro attacco d’ira, lo mollò forte contro il muro e indietreggiò, prendendo poi a stringere i pugni e a guardarlo con astio. Si sostenne contro la parete dietro di lui, non comprendendo l’ultima domanda dell’angelo davanti a lui.

Si prese qualche secondo per osservarlo bene.
Con quell’ira a distorcergli i lineamenti, e quei capelli neri sparati in aria, non sembrava neanche più lui. Si immerse in quegli occhi burrascosi, leggendovi un dolore talmente forte che si ritrovò a boccheggiare, stordito.

-       Tu cosa? – gli chiese, infine, tirandosi un po’ su.
-       Non ci pensi a me?! Non pensi a come starei io, se tu te ne andassi?! Cristo Dean! – ed era la prima volta che imprecava contro suo Padre, e lì Dean prese la cosa veramente sul serio – non lo capisci?! Se gli dici di si, ti annienterà! –
-       Cass… -
-       Non te lo lascerò fare. –
-       Devo farlo, ok?! – urlò infine il ragazzo, facendo calare il silenzio.

Stette ansimante a guardare l’angelo, l’uomo, davanti a lui, cercando di calmare il battito del proprio cuore impazzito.

-       Devo farlo. Perché non ce la faccio più, ok?! – si passò una mano sulla bocca, senza distogliere gli occhi da quelli di lui. – Da quando mi hai riportato qui… Dio, non riuscirò mai a ringraziarti abbastanza per quello che hai fatto, davvero, ma… Non sono più io. Sono spezzato, Cass. Sono rotto, sono difettoso. Sento un male dentro che non riesco a soffocare, che mi corrode, che continua a ricordarmi che alla fine, tutti se ne vanno. Ed è sempre colpa mia, e io… - si fermò di colpo, mentre la disperazione gli inondava la gola, cercando di soffocarlo. – Non riesco manco ad esprimere quello che sento! – urlò, alla fine, mentre una lacrima di rabbia gli solcava la guancia.


Era come essere chiusi dentro una bottiglia. Le pareti troppo robuste e troppo solide per essere spezzate, per permettere che il malessere dentro di lui potesse uscire, e infine placarsi. Le barriere che si era costruito attorno avevano svelato le conseguenze, incatenandolo ad una roccia e imbavagliandolo, impedendogli di esprimere ciò che realmente sentiva. Faceva male.
 



Non si accorse della vicinanza di Castiel fino a quando l’angelo non gli sfiorò delicatamente il mento con la punta delle dita, costringendolo gentilmente a sollevare il viso. Trattenne il respiro. Quegli occhi davanti a lui, più vicini di quanto fossero mai stati, erano pieni di consapevolezza e comprensione. Ora Dean sapeva che lui sapeva, che lui sentiva, che lui c’era.

-       Non ti lascerò solo… - mormorò la creatura celeste, circondandogli il volto con le mani. – Siamo in due qui, Dean. Non sei più all’inferno. Siamo tu e io, ora. –

Il ragazzo rilasciò un sospiro, avvicinandosi poi per annullare la distanza e unire, finalmente, le proprie labbra con quelle dell’uomo davanti a lui. Era da tanto che voleva farlo. Lo baciò, aggrappandosi al suo collo come ad un ancora, un punto fisso in mezzo alla tempesta che infuriava dentro di lui. E quando un paio di minuti dopo, affannato e a corto d’aria, si staccò, lo guardò di nuovo negli occhi, facendo un sorriso storto.
 

Appoggiò la fronte sul suo petto, chiudendo le palpebre e lasciandosi andare contro di lui, permettendogli di sostenerlo.




No, non era solo.
 
 
 
 
 
 
 

…I have nothing left
And all I feel is this cruel wanting
We’ve been falling for all this time
And now I’m lost in paradise…
 

 












Angolo autrice:
Io non sono una che loda i propri scritti, anzi, tutt’altro, sono una di quelle che anche se riuscisse a pubblicare un libro, e questo libro diventasse un best sellers, continuerebbe a dire che fa schifo.

Però…

Però…

Riconosco quando una cosa (o una parte di una storia) mi viene particolarmente bene. E devo dire che questo capitolo di questa raccolta mi è piaciuto moltissimo. Non so perché. Magari non è un granché, magari fa veramente vomitare, ma a me sembra bellissimo.

Lascio a voi il compito di giudicare.




A.





    
   
 
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