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Autore: herestous    10/08/2012    2 recensioni
“Siete pregati di allacciare le cinture di sicurezza. Stiamo atterrando.” Aprii gli occhi e fui colpita dalla luce dei raggi solari che mi annunciavano che ci eravamo allontanati del tutto dalle nuvole grigie che caratterizzavano New York. Mi affacciai e, sospirando, vidi in lontananza quella che riconobbi la mia città: Montreal. Allacciai velocemente la cintura di sicurezza mentre, chiudendo gli occhi, ripensavo a tutto quel tempo che avevo passato lontana da quel posto in cui ero cresciuta. Montreal, con quegli alberi, quei parchi, quei laghi, quei palazzi, quei quartieri, quelle scuole…
Genere: Romantico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Nuovo personaggio, Un po' tutti | Coppie: Finn/Rachel
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Vi chiedo scusa per la lunghissima assenza, anche per quanto riguarda questa fan fiction! Ora spero di riuscire a postare spesso, non vi dico ogni settimana, ma spesso ahahaha spero vi piaccia, un bacione, Marty. (: 


Senza dubbio incontrare Finn era stata l’idea peggiore che avessi potuto avere. Dopo aver saputo delle sue imminenti nozze, mi ero affrettata a pagare e me ne ero andata senza nemmeno guardarlo in faccia. Erano bastati pochi passi e un po’ di vento per farmi scoppiare in lacrime, mentre lentamente attraversavo di nuovo il parco e tornavo a casa di Kurt. Ci misi all’incirca il doppio del tempo per rientrare a casa, e pregai che fosse ancora vuota perché non volevo dare altre spiegazioni. Ero tornata per un motivo assurdo e per quello stesso motivo dovevo riandarmene chissà dove. Trovai la macchina di Blaine parcheggiata sul vialetto, e impiegai alcuni minuti per sistemarmi e camuffare le lacrime. Entrai in silenzio, mentre Kurt mi raggiungeva sorridendo accogliendomi con un caloroso abbraccio.
<< Dimmi assolutamente dove sei stata e con chi! >> Mi disse tirandomi verso il divano per sederci ed iniziare a parlare.
<< Sono stata a pranzo fuori… Con Finn. >> Mi morsi il labbro inferiore e notai che l’espressione di Kurt passò da estasiata a preoccupata.
<< Cosa ci facevi con Finn? >> Lo guardai con aria interrogativa, chiedendomi perché fosse così allarmato da quella notizia.
<< Dovevamo… Chiarire, ecco. Perché? >> Trattenni nuovamente le lacrime nel ripensare alla penosa scena a cui avevo assistito. Mi ero sentita totalmente fuori posto, e così stupida nel credere che Finn fosse ancora lì ad aspettarmi.
<< Rachel, c’è qualcosa che dovrei dirti a proposito di Finn… >> Lo fissai ironicamente divertita.
<< Oh, se devi dirmi che fra tre settimane si sposa non preoccuparti, lo so già. >> Mi alzai scuotendo la testa e feci per dirigermi verso le scale, ma Kurt mi afferrò il polso e mi impedì di muovermi. << Ti prego Kurt, lascia stare… >>
<< Mi dispiace Rach, forse avrei dovuto dirtelo, ma che senso aveva? In fondo sei stata tu a lasciare Finn, perché dovrebbe interessarti? >> Mi girai a guardarlo, pronta a sputargli in faccia tutta la rabbia che si stava pian piano accumulando, ma mi fermai rendendomi conto che aveva ragione. Ero sparita per tre anni, avevo fatto soffrire tutti, avevo spezzato il cuore del ragazzo che amavo e poi ero tornata con la presunzione di ritrovare tutto com’era.
<< No, infatti non mi interessa. Solo che… Potevate dirmelo, gli avrei fatto gli auguri e avrei evitato di vederlo in questo momento. >> Mi alzai, dirigendomi in camera, con l’intento di rifare tutte le valigie e andarmene nuovamente, davvero per sempre. Ma Kurt sembrava leggere i miei pensieri, perché mi raggiunse velocemente richiudendosi la porta alle spalle.
<< Non azzardarti a fare quello che stai pensando di fare. >> Esordì in modo serio. Afferrò le mie spalle, facendomi girare in modo da potermi guardare negli occhi. Passò una mano sulle lacrime che nel frattempo non ero riuscita a trattenere e che ora mi rigavano il volto senza una meta.
<< Ho fatto una cazzata. Non faccio altro che piangere da quando sono tornata qui. Sono stanca, Kurt. Ho sbagliato tutto. >>
<< Rachel, tu non sei più la mia migliore amica. Che fine ha fatto quella donna forte e determinata, pronta ad affrontare tutto, piena di energia… Dov’è? >>
<< N-non c’è più… >> sussurrai tra i singhiozzi.
<< No, ti sbagli. >> mi disse, sedendosi sul letto e indicandomi con un movimento della testa il posto accanto a lui. << C’è ancora, non se ne è mai andata. E’ dentro di te, solo che è così spaventata che si è nascosta bene. Sta a te trovare la forza di farla emergere. >> Aprì le braccia, accogliendomi e stringendomi tra sé. << Forse non saresti mai dovuta andare via. Forse Rachel Berry vuole rimanere qui, a Montreal. Guardati dentro, cosa vedi? >>
Kurt mi fissava in silenzio, mentre lentamente respiravo cercando di calmare le lacrime.
Portai una mano sul ventre ancora non visibile, mentre con l’altra cercai una mano del mio migliore amico per poterla stringere e acquistare un po’ di quella forza che avevo perso in quei tre anni lontana da casa.
<< Sono una fallita. Tre anni fa sapevo cosa volevo, avevo una vita perfetta, degli amici che mi amavano. Ora sono solo Rachel, senza più un futuro, senza uno straccio di casa, e per di più incinta. >> Notai che Blaine ci fissava senza essere entrato in camera. Scossi la testa, asciugandomi gli occhi e gli feci cenno di entrare. Non avevo più voglia di costruire muri di bugie e tenere lontano le persone che nonostante fossero trascorsi tre anni mi amavano come se fossi rimasta. Mi sorrise appena e corse a stringermi in un caloroso abbraccio, senza chiedere spiegazioni e senza dire una sola parola. Kurt sorrise, gli occhi colmi di lacrime. << Voi non sapete quante volte ho sognato questo momento. Quante volte ho avuto paura che voi vi foste dimenticati, che il mio ritorno qui non sarebbe stato ben accetto. >> Kurt mi diede un buffetto sulla guancia, accarezzandomi i capelli.
<< Rachel Barbra Berry. Tu sei e sarai per sempre la nostra migliore amica. E quella creaturina minuscola che porti in grembo avrà degli zii meravigliosi. >> Scoppiammo a ridere, mentre mi lasciavo coccolare da due delle persone che mi erano mancate di più al mondo. Poi, senza rendermene conto, mi addormentai.
 

---

 
La luce che filtrava dalle finestre e che mi svegliò era di un arancione che non era di certo quello dell’alba. Mi girai alla mia sinistra e notai che la sveglia posta sul comodino segnava le 19:30. Quanto avevo dormito? Scesi lentamente al piano inferiore, stropicciandomi gli occhi. Kurt e Blaine non erano in casa, e perciò ero rimasta nuovamente sola. Trovai un biglietto in cui mi avvertivano che erano usciti per delle commissioni e che avrebbero portato loro della cena pronta. Mi sdraia sul comodo divano ad angolo in camera da pranzo, nonostante fossi rimasta sdraiata per più di 3 ore. Mi alzai di scatto sentendo un rumore provenire dalla cucina.
<< Kurt? >> Non ci misi molto a capire di chi fosse quella voce. Mi ritrovai di fronte una figura enorme, alta, possente che conoscevo ormai fin troppo bene. << C-cosa ci fai qui? >> mi chiese non appena smise di fissarmi. Nonostante lo avessi incontrato solo poche ore prima, il suo sguardo, la sua voce, lui,mi toglievano ancora il respiro. Strinsi le spalle e distolsi lo sguardo.
<< Diciamo che ci vivo. >>
<< Cercavo Kurt, non sapevo fossi qui. >>
<< Immaginavo. >> Notammo entrambi una punta di sarcasmo nelle mie parole. Sentivo lo sguardo di Finn su di me come una calamita, e tutto quello che io riuscivo a fare era guardarmi intorno pur di evitare di guardarlo. << Devo dirgli qualcosa? >>
<< No, digli solo che sono passato. E di richiamarmi. >> Lo seguii lentamente con lo sguardo, incrociando le braccia al petto mentre lui percorreva i pochi metri che lo dividevano dalla piccola porta della cucina da cui era entrato. << Rach. >> Si girò improvvisamente, cogliendomi di sorpresa. N.on riuscii a non fissarlo, a non perdermi nella bellezza dei suoi occhi, che divenivano fessure quando sorrideva dolcemente. << Mi dispiace. Per oggi, per tutto. >>
<< Non scusarti. Non mi devi nessuna spiegazione, per quanto mi riguarda tra noi due è finita tre anni fa. Congratulazione per le imminenti nozze. Spero tu sia felice, Finn, questo è l’importante. >> Sembrava un incontro di sguardi, perché lui continuò a fissarmi e io non riuscii a distogliere lo sguardo nemmeno la seconda volta.
<< Già. >> Già. Avrebbe potuto trovare qualsiasi risposta migliore di un già. Seguì la sua sagoma che usciva dalla casa del mio migliore amico nonché suo fratellastro mentre la sua risposta rimbombava nella mia testa. Scossi il capo e trattenni con forza le lacrime, sbattendo i pugni stretti contro il muro. Già. 

  
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