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Autore: Mina7Z    10/08/2012    16 recensioni
“Era rimasta lì ad aspettarlo. Imbambolata e assorta nei suoi pensieri come non le capitava d tempo. E anche molto indispettita per quell’uscita mattutina nella quale proprio non l’aveva voluta coinvolgere. L’aveva provocato, sfidato, poi quasi supplicato di portarla con lui, divorata dalla curiosità di scoprire dove si stesse recando Andrè a quell’ora del mattino”.
Genere: Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: André Grandier, Oscar François de Jarjayes
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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In nomine patris




 Un nome di donna
 
 


…..T..tu?
….Si..
….Tu mi avevi assicurato di non esserlo.

Ti ho ingannato….
Mi hai ingannato…...mi hai ingannato…..
Mi dispiace…
E perché lo avresti fatto? Dimmelo…
Non capiresti..
Hai rinnegato tua figlia….il sangue del tuo sangue…una creatura innocente e bella come il sole…lei ti ama…io l’ho vista stretta al tuo collo.
Si…..
Non vi è peccato più grave……
Lo so….
Hai vissuto lontano da loro…..hai dedicato loro solo gli scarti del tuo tempo……in nome di Dio….perchè lo avresti fatto? Ti avrei aiutato, lo sai, in tutti i modi…..
Si,  lo avresti fatto.
E allora perché…..perchè  le hai abbandonate?
Non le ho abbandonate.
Quella donna forse  non è dello stesso avviso. E tua figlia neanche…
Io non potevo fare altrimenti, proprio non potevo..
Dimmi perché…
Non volevo vivere lontano da questa casa….
Cosa c’è in questa casa che valga l’amore della tua famiglia, cosa c’è?
C’è la cosa a cui tengo di più nella vita….
…Io ...non capisco…..
…Non volevo… lasciare te, Oscar…. non volevo lasciare te…
Me?
Si.
Non volevi lasciare me?
Non potevo.
Perché mai?
Non potevo.
Lasciami, mi fai male….
Non voglio farti male, voglio solo  farti capire che……
Me ne  stai facendo invece e tanto…così..tanto…..
Guardami, Oscar, non abbassare i tuoi occhi…i tuoi occhi….
Dimmi il perché….perchè non potevi lasciarmi…temevi per me, per la mia vita? Pensi che senza di te  non saprei cavarmela, che sarei in pericolo?
No….sarei io in pericolo senza di te….
Che vuoi dire.
…Dovrei strapparmi il cuore per  poter lasciare……te…..
…Andrè….io.
...Solo allora potrei vivere senza i tuoi occhi, senza il tuo sorriso….
……….
Apri i tuoi occhi…guardami…
……….
Perché piangi, Oscar?   Io non posso vederti piangere.
….E’ la cosa che più mi addolora a questo mondo, ma non mi lasci scelta. Lascerai oggi stesso questa casa per non farvi ritorno mai più.
…No…..ti prego.
Non posso fidarmi di te, non posso più farlo. Spero che tu lo capisca.
...Oscar, no..
Ti troverò un impiego presso un’altra famiglia nobile, non devi temere. E se dovessi avere bisogno di me, io ci sarò, comunque.
…Non farlo.
Mi dispiace, Andrè, non sai quanto...non sai  davvero quanto….
 
 



Aveva ripreso a nevicare, quella notte.  
Lo aveva visto andare via nel cuore della notte, cavalcando lentamente accompagnato  dai minuscoli fiocchi di neve,  per ubbidire, senza più ribattere,  al suo ordine. Lo aveva seguito con lo sguardo fino a che la sua figura era sparita oltre il cancello del palazzo, torturandosi un labbro fino a farlo sanguinare, nel tentativo di non piangere, di non cedere una volta ancora.
E anche dopo che lui se ne era andato, era rimasta immobile a osservare le impronte del suo cavallo che, lentamente, venivano sepolte dai fiocchi di neve.  Sbatté piano le palpebre, diverse volte, come per tornare in sé, come a ricercare la via d’uscita da un brutto incubo.
Troppe erano le parole che le risuonavano nella testa, troppo gli scontri con lui negli ultimi giorni.
 
Non sei roba mia. Non sei niente….non so più chi sei…
Guarda i miei occhi, guardali…. non mentono….
Dovrei strapparmi il cuore per  poter lasciare……te…..
Mi stai facendo male  e tanto…così..tanto…..
Io non posso vederti piangere. Oscar….
Dimmi il perché….perchè non potevi lasciarmi
 
 
La mano sulla porta, un passo dopo l’altro, le scale, i corridoi, di corsa, al buio,  verso camera sua, senza un  perché.
La speranza di sentire la sua voce, la sua risata cristallina, o di trovarlo assorto nei suoi pensieri, la testa tra le mani.
 Ma poi la delusione, l’incubo che non passa, che le fa tremare le gambe.
Il lieve  scricchiolio del pavimento sotto gli stivali, il pianto di Nanny che riempie la stanza.
E le sue parole.
Non avercela con me, Nanny, l’ho fatto per lui. 
Solo per lui.
Sarà felice d’ora in poi, lontano da qui sarà finalmente felice.
Il suo cuore…sarà libero…..
lei  lo renderà felice, lei lo può amare….. lei può farlo….lei….ha un nome di donna.
 

 
 

 
   
 
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