I cannot cry 
Because I know that's weakness in your eyes 
I'm forced to fake 
A smile, a laugh everyday of my life 
My heart can't possibly break 
When it wasn't even whole to start with 

Because of you 
I learned to play on the safe side so I don't get hurt 
Because of you 
I find it hard to trust not only me, but everyone around me 
Because of you 
I am afraid 
 
 
POV Zac
 
Vanessa era partita già da due settimane. Zac non mangiava più, non usciva più di casa. Non aveva nemmeno più voglia di lavorare. Sapeva di aver fatto solo casini, a cosa serviva vivere come ogni giorno? Respirare, mangiare, dormire, come poteva senza di lei? Lei era il suo sole, il suo ossigeno, la sua ragione per vivere. Se lei non c’era, non c’era ragione di esistere. L’unica soluzione per lui era estraniarsi dal mondo e scomparire, diventare l’essere più minuscolo al mondo, invisibile agli occhi di chiunque. Ma era davvero una soluzione? Questo lui non lo sapeva, ma dopotutto, cosa poteva fare?


 
POV Vanessa
 
-V, sicuro che vada tutto bene?
-Certo Ash, tutto benissimo
-ok, allora ci sentiamo, mi manchi tanto
- anche tu mi manchi, a domani


Vanessa era partita da due settimane, le più lunghe della sua vita. Ashley la chiamava a ogni ora, anche quando a Los Angeles era notte fonda. Si limitava a risponderle a monosillabi, e sempre con le stesse frasi
-ok- -tutto bene, si- -certo, lo farò Ash-
Frasi fatte che la riportavano alle vecchie telefonate con la madre all’età di 17 anni. Ricordi che la fecero sorridere, sebbene il suo fosse un sorriso triste. Era inutile nasconderlo, Zac era costantemente nei suoi pensieri, ogni giorno, ma ammetterlo significava tornare sui propri passi, cosa che assolutamente non poteva permettersi. Cosa avrebbe fatto poi? Sarebbe tornata a LA,  sarebbe tornata da lui, l’avrebbe perdonato e tutto sarebbe tornato come prima?
– Svegliati V, non sei Gabriella. –
Si ripetè per distogliersi da quei pensieri. Era più forte di lei, spesso e volentieri, quando pensava a loro due, si ritrovava a pensare come il suo personaggio, e alle analogie tra le due vite, nonostante sapesse che quella di Troy e Gabriella fosse solo finzione. Zac non avrebbe scavalcato il suo balcone cantandole la loro canzone, e non avrebbero ballato il walzer sulla terrazza mano nella mano. La vita vera, quella dietro dalle telecamere, non era così. Nella vita reale Gabriella avrebbe sofferto da sola, mentre il suo Troy faceva la bella vita infischiandosene di stravolgere lo status quo. Si, era decisamente stata troppo su quel set.
 


Il sole di Buenos Aires era caldo, e la giornata si divideva tra incontri, feste, e i concerti. il concerto quella sera era appena finito, potevano essere le 23:00  circa. Ci fu un party, alla discoteca più famosa in città. Il giorno dopo era di riposo, quindi Vanessa poté recarvisi senza problemi. Indossava un abitino nero corto, fino a sopra le ginocchia. Due zeppe di corda, nere anch’esse, e i capelli raccolti in uno chignon. La grande sala era già gremita di gente, e l’aria era intrisa di sudore e alcol. Sapeva di doversi svagare, e prese a bere vodka per tutta la sera. L’avvicinò un ragazzo, castano, occhi marroni, sulla ventina, - doveva essere un infiltrato, ma poco importava-, anch’esso assuefatto dagli alcolici. Ci volle poco, bastò presentarsi, e dopo aver ballato sulla pista, i due si ritrovarono nell’appartamento di lei, a fare l’amore nel suo letto. Fu una notte di pura passione, ma che poco lasciò nella mente di Vanessa, troppo ubriaca per ricordare a mala pena il suo nome. Tutto ciò che si ricordava, è che sicuramente ci sapeva fare. Aveva riso quella notte, riso come non mai, assieme alle grida e ai gemiti di puro piacere. Nulla di romantico o importante, si intende, - chissà se l’avrebbe mai rivisto-, ma stava dando libero sfogo a tutta la frustrazione che aveva accumulato, anche se a poco servì, visto e considerato che a un dato punto l’unico nome che usciva dalla bocca di Vanessa mentre scopava con quello sconosciuto era quello di Zac. La mattina dopo si risvegliò con un gran mal di testa e tanta confusione. Quando finalmente realizzò dove si trovava, e cosa aveva fatto la notte prima, ritrovandosi nuda nel proprio letto, vuoto, tutto quello che fece fu pensare a lui. Nonostante dovesse dimenticarlo, sentiva di averlo tradito, anche se tra loro due non c’era più nulla. Detestava piangere, ma non potè  evitarlo. Il suo era un turbinio di emozioni ogni volta, l’odio e l’amore, il risentimento e il rimorso. Emozioni, che ogni volta la riportavano a voler tornare tra le sue braccia.


 
POV Zac


 
Quel giorno Ashley bussò alla porta di casa sua. Ritrovarsela davanti per lui significava aprire di nuovo quella ferita che inutilmente tentava di rimarginare. Sapeva fin troppo bene che la sua amica era lì per lui e per Vanessa, e la cosa non lo esaltava.

-         Hey- fu tutto quello che gli disse, con un sorriso sbilenco.
-         Hey- tutto quello che le rispose, tenendo lo sguardo basso.
-         Posso…. Posso entrare?
-         Certo, accomodati.


Il suo tono era freddo, monocorde. Non riusciva a provare altro, al momento. Ashley lo sapeva, ed era lì per quello.


-         Volevo sapere come stavi… scusami se non mi sono fatta sentire..
-         No, figurati. È che ultimamente ho bisogno di stare da solo.
-         Immagino…. Senti Zac ….
-         Non mettere in mezzo il discorso, ti prego.
-         Ma Zac, devi reagire, non puoi rinchiuderti qui. So perfettamente quanto stai soffrendo, ma almeno Vanessa sta provando a tirarsi su. Non devi prendertela se ha deciso di partire. Lo ha fatto per se stessa, e probabilmente anche per aiutare te.

-         Cosa..? Ashley, per favore! Lei è partita per dimenticarmi, crede di poter trovare la felicità a kilometri da qui! L’unico che sta una merda qua, sono io.
E so che la colpa è mia, ho fatto tutto da solo.
-         Ma no, non è colpa tua… l’avete deciso insieme, e sono sicura che tu non l’hai fatto inconsciamente, ma solo per amore. Vero?
-         Ma certo! Ma certo! Io credevo di perderla se fossi rimasto con lei. Credevo che… non so, che la fama, il lavoro, ci avrebbero accecati, che col tempo avremmo finito per diventare come le altre celebrità di Hollywood, come due perfetti sconosciuti. Cosa avrei dovuto fare? Soffro moltissimo, ma credevo che Vanessa avrebbe capito che lo facevo per lei…!
-         Zac, non lo può capire, e a dirla tutta, non lo capisco nemmeno io. Vi amate da sempre, davvero credevi che sarebbe finita così? La vostra è una storia davvero importante, e tu hai voluto mettere fine ad una cosa che ormai era più grande di voi, e che ha finito per schiacciarvi. Credevi non fosse successo nulla?
-         Tu non puoi capire Ash. Col tempo non ci saremmo amati più, e la fama ci avrebbe allontanati. L’amore è già complicato di per se, se ci si mette la distanza finisce tutto. Ho agito solo per il suo bene.
-         L’amore è amore Zac, anche a kilometri di distanza. E lo sapete benissimo entrambi, siete solo troppo cocciuti per capirlo.
-         ……


Ashley si alzò dalla sedia e uscì. Zac conosceva le buoni intenzioni dell’amica, ma non poteva capirlo. Aveva agito solo per amore di Vanessa, e tutto gli si era rivoltato contro. Nemmeno Ashley poteva capirlo questo. Nessuno poteva.
 
Doveva tirarsi su? D’accordo, l’avrebbe fatto. A quanto pare Vanessa ci era riuscita.




Angolo autrice 
Heeeeeeeeeeeeeeeeeeey Sono tornaaaaaataaa :33 Vi sono mancata? :DD sono ancora fuori, ma in compenso ho finalmente la connessione sulla chiavetta, quindi ecco questo puccioso capitolo c: vi avverto che probabilmente ci sarà un grande colpo di scena u.u sisi uwu beh, non ho altro da dire ... spero che non faccia proprio cagare u.u Vi saluto, alla prossima :3
xx
Haley :3