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Autore: Renegade94    11/08/2012    0 recensioni
Serena una ragazza come tante in cerca della vita perfetta, dell'amore perfetto, del luogo perfetto, ma soprattutto del sogno "imperfetto" da realizzare e a cui dedicare se stessa!
Genere: Generale, Introspettivo, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Ad aprirmi la porta non fu Lia, ma il ragazzo più figo dell’universo..
“Hey Lia” Chiamò a gran voce. “E’ arrivata la tua amica” Poi mi guardò con un sorriso sarcastico e continuò come se io non fossi lì davanti a lui. “ Com’è che si chiama? E’ quella che sembra la stupidità in persona.”
Io sbuffai stizzita e finalmente Lia si degnò di venire a liberarmi da quella rottura di scatole.
“ Oh finalmente, glielo dici tu di levarsi dalle palle o vuole che glielo spiego io con un bel calcio dove non batte il sole?” Dissi poi facendogli un sorriso finto.
“Togliti dai coglioni Alex!” dissi facendomi spazio tra lui e la porta di casa e dirigendomi verso la mia amica. Lui chiuse la porta ridendo e se ne andò scodinzolando in cucina.
“I tuoi?” le chiesi cortesemente, ci conoscevamo da qualche anno e i suoi erano sempre stati molto gentili con me. Era la tipica famiglia del mulino bianco e la cosa spesso mi dava il voltastomaco, anche se devo ammettere che spesso li invidiavo dato che poteva esserlo anche la mia se mio padre non fosse così stronzo.
“Sono in cucina” Storsi il naso, andare in cucina significava altri grattacapi da parte del bello e impossibile Alex. Eggià era il tipico ragazzo desiderato da tutte (tranne che da me), sapeva di essere bello e non faceva altro che mettersi in mostra. Ed io preferivo stagli alla larga dato che per lui ero la piccolina a cui rompere le scatole.
“Ci vado dopo, quando tuo fratello leva le tende” Lei rise e mi fece segno di seguirla in camera sua.  Io presi posto sul letto.
“Che facciamo?” Chiesi guardandola.
“ Ti va se accendiamo il pc?”
“Si dai, sono settimane che non spio le spice girls”.

Le spice girls erano quattro ragazze della nostra classe tutte trucco e minigonna che non facevano altro che organizzare e partecipare a feste super cool, ma che in verità non si filava nessuno e che si sentivano le migliori dell’istituto, non in fatto di cervelli, ovviamente. Così Lia prese il pc e si sdraiò accanto a me e cominciammo a spulciare il profilo Facebook di ognuna di loro. C’erano cose tipo “ Shopping sfrenato”, “Serata bollente” e le altre tre rincoglionite commentavano, cose tipo “ pazzesco, da ripetere”. E io e Lia ci scompisciavamo dalle risate. Per non parlare delle foto. Dopo un po ci stufammo di prendere in giro le 4 idiote e accendemmo la tv, ma dato che non c’era nulla di buono proposi di spararci una maratona di tutti i film di Harry Potter. Lei annuì e disse: “Andiamo a prepararci i pop corn? Così saluti anche i miei ti volevano vedere.”
“OK, andiamo!” Andammo in cucina e c’erano i genitori di Lia che giocavano a carte accompagnati da risate e una bottiglia di vino rosso quasi vuota. Di Alex nemmeno l’ombra.
“Ah, vi date da fare!” Esclamò Lia entrando in cucina ridendo, poi continuò “..siamo venute a farci i pop corn e poi Serena voleva salutarvi”. Io sorrisi e mi accomodai al tavolo da cucina.
“ Tutto bene cara?” Chiese la madre, non ebbi  nemmeno il tempo di rispondere ch intervenne Lia.
“ Cara? Mamma quanti anni hai 80??” disse ridendo.
“Ma come sei antipatica, volevo essere gentile.”
“Non si preoccupi”
 dissi con un sorriso.
“Mi sa che sono ubriachi, andiamocene va” incalzò Lia e io non potei trattenermi dal ridere. Poi la seguii in camera sua e ci sedemmo sul pavimento mangiando i pop corn e cominciammo la maratona di Harry Potter. In pratica ci addormentammo al 3 film, facevamo proprio schifo! Al mattino seguente ci svegliammo doloranti, ancora vestite della sera prima e con i pop corn tra i capelli. Avevamo dormito per terra.
“Opporcavacca, non mi sento più nemmeno un muscolo!” Imprecai. Ci mettemmo  a sedere e poi scoppiammo a ridere. Lia spense il Dvd che era andato in standby dopo la fine del film, che non avevamo guardato. In seguito ci facemmo una doccia veloce e una volta aver terminato di prepararci uscimmo di corsa senza fare colazione dirette verso la fermata dell’autobus.
“Lia senti io vorrei partecipare al concorso della scuola per “vincere” il viaggio per l’Inghilterra. Che ne pensi?” Le chiesi titubante, a scuola avevano aperto una specie di gara e il vincitore sarebbe potuto andare in Inghilterra per un viaggio studio. Unico problema? Le spese. La scuola metteva a disposizione solo il budjet per le spese scolastiche (pari a zero in pratica) mentre il volo e la permanenza erano a nostro carico. Per cui era un vero e proprio suicidio solo pensare che ci potesse essere una minima possibilità di andarci.
"Si, dai! Provaci." mi disse Lia.
"Eh ma come me lo pago il volo e le spese per restare li?"
Mia madre di certo non guadagnava abbastanza mi ero già rassegnata.
"Giusto" Disse pensierosa.
"Lascia stare va, non ci andrò mai in Inghilterra"
"Maddai non dire cosi, un modo lo troverai!"
“Speriamo"
dissi poco convinta.
Una volta preso l'autobus e passate le 5 ore scolastiche tornai a casa per pranzo. Mia madre mi lasciò la pasta nel microonde. Storsi il naso e guardai in frigo se c'era qualcosa di commestibile, ovviamente no. Scaldai la pasta e ne mangiai metà, poi salii in camera e feci i compiti. Una volta finito, accesi il pc con la speranza che fosse tornata la connessione internet. Niente da fare. Sbuffai e spensi il pc. Scesi di sotto e accesi la tv aspettando mia madre per la cena. Arrivò una ventina di minuti più tardi.
"Hey mami ciiiiiiaoo" dissi saltandole la collo.
"Che ti serve Serena?" disse sorridendo, almeno non era arrabbiata già di suo.
"Devo per forza volere qualcosa per abbracciare la mia mammina?" dissi facendole gli occhi dolci, mentre lei andava in cucina a prepararsi il caffè ed io mi sedetti al tavolo della cucina a guardarla.
"Si se mi chiami 'mammina'" disse guardandomi negli occhi.
"E va bene.." dissi abbassando lo sguardo, non ero riuscita a sostenere il peso del suo e le spiegai del concorso, poi continuai.
"Non volevo dirtelo perche so che non possiamo permettercelo..” dissi guardandola per comprendere la sua reazione. Aveva gli occhi tristi, lei mi avrebbe preso la luna se glielo avessi chiesto, continuai ancora.
“Però lo sai che è il mio sogno da quando avevo tre anni!” Dissi colma di speranza anche se mi sentivo una carogna perché la stavo facendo sentire in colpa. Io abbassai lo sguardo, mi sentivo davvero male perché lei si sarebbe buttata sotto un ponte per mandarmi in Inghilterra. Lei mi si avvicinò, alzai lo sguardo, avevo gli occhi colmi di lacrime.
“Perché piangi? Per l’Inghilterra?” Chiese asciugandomi le lacrime, che cominciavano a scorrere, anche quando la facevo sentire in colpa, era così buona con me , e ciò mi faceva sentire peggio.
“Anche..” Solo quelle due sillabe riuscii a formare.
“ E per cos’altro?” Disse prendendomi n bicchiere d’acqua, faceva sempre così quando mi vedeva piangere. Mi asciugai le lacrime e bevvi un sorso.
“Allora?” mi esortò.
“Niente mamma, scusa, è che mi sento in colpa perché tu fai tanto per me e poi mi presento io con una nuova richiesta ogni giorno, dovrei fare io qualcosa per te e invece so soltanto chiedere l’Inghilterra di qua e di là.” Sputai tutto d’un fiato e lei scoppiò a ridere.
“Ti faccio tanto ridere?” Lei smise e mi si avvicinò.
“Ascoltami, la mia vita è piena solo di te, se non ci fossi tu io sarei perdutamente sola, e poi è normale che tu ci voglia andare è il tuo sogno, lo capisco. Io proverò a mettere qualcosa da parte, ma non so se ci riuscirò in tempo.” Mi abbracciò. In quel momento suonò il campanello.
“Ho ordinato la pizza” disse andando alla porta. Dopo cena rimanemmo in silenzio a guardare la TV, finchè io decisi di andare a letto. Il giorno dopo a scuola affissa alla bacheca, nel salone principale, c’era la lista per i candidati al concorso per il viaggio-studio a seconda della media scolastica. Al 4 posto c’era Serena Esposito. Ero io! Cominciai a saltellare qui e la. Ero tra i primi 5 e ciò significava solo una cosa, se avessi trovato i soldi in tempo sarei andata in Inghilterra per due mesi interi! Ma ovviamente era troppo bello per essere vero: il biglietto aereo dovevo farlo entro 10 giorni. Tornai a casa che non sapevo se essere felice o scoraggiata.
“Che hai?” Chiese mia madre vedendomi stravaccata sul divano. Quel giorno non lavorava.
“Hanno dato la lista dei candidati al viaggio-studio”
“E allora? Non dirmi che non ci sei? Sei una delle più brave”
Si allarmò lei.
“No e sono anche una delle prime..”
“Ma?”
Mi esortò.
“Dobbiamo fare il biglietto aereo entro 10 giorni”
“Oh..”
Disse lei pensierosa.
“Eh” sospirai io. Mi ero già arresa all’idea che un altro tentativo di andare in Inghilterra era andato a puttane. Mi alzai dal divano e comunicai a mia madre di non avere fame e me salii in camera, mi chiusi dentro e misi l’mp3 a tutto volume, mi infilai a letto e mi addormentai.
Al mattino seguente attaccata al monitor del pc c’era una busta bianca su cui c’era scritto con la calligrafia squadrata di mio padre: ‘Serena’ .
  
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