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Autore: MrMurkrow    11/08/2012    2 recensioni
"Il presente è imperfetto se è possibile cambiarlo."
Siamo al Capitolo 23: "La Massima Forma di Fiducia + ...???"
Genere: Avventura, Azione | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'Jack Of Spades'
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CAPITOLO 1: ROULETTE RUSSA
 
Alistair Vanko era all’apice della sua vita per quanto gli riguardava. A quasi 29 anni era riuscito a fare più carriera e soldi di quanto molte persone nella galassia desiderassero. Il suo lavoro di coordinatore di progetti ed imprese gli garantiva una posizione altolocata nell’organizzazione e persino il suo capo lo teneva in alta considerazione per via della sua ottima gestione delle risorse e per i suoi brillanti consigli organizzativi. Aveva infine incontrato l’amore della sua vita, una giovane Asari di nome Lidia, con cui si trovava in perfetta sintonia tant’è che non avevano mai litigato da quando si erano conosciuti, sette mesi ormai. Insomma tutto filava liscio e quella serata con quegli importanti uomini d’affari Volus, la cui trattativa stava andando a gonfie vele, sembrava coronare la perfezione del momento che viveva Vanko. Ma, quando il destino chiama, che lo si voglia o no, si deve rispondere e in quel momento devi essere pronto a tutto. Mentre i Volus leggevano le clausole del contratto Alistair ricevette una chiamata al suo Factotum. Chiese agli ospiti di scusarlo, poiché si allontanava un attimo per rispondere, e raggiunta la finestra che dava una splendida vista sulla zona centrale di Illium, illuminata nella notte dalla moltitudine di luci della città, passò la chiamata sull’auricolare e rispose: “Alistair Vanko, chi parla?”
“Bella serata Vanko. Le luci, gli affari che vanno a gonfie vele, la tua ragazza si diverte e più tardi tu riceverai tutti gli onori dal tuo capo. Si, non c’è male per una notte di lavoro.” Alistair non riconobbe la voce, ma non si allarmò.
“Grazie amico, chiunque tu sia. Che posso fare per te?” disse col sorriso sulle labbra.
“Credo di doverti rovinare la serata. Sai ho urgente bisogno di alcune cosucce che solo tu mi puoi fornire.” Il tono dell’uomo non piacque a Vanko. Sulle prime aveva pensato ad un appartenente della sua organizzazione, dato che tutti gli agenti operativi erano soliti fare i gradassi e non presentarsi quando chiamavano. Stavolta però sembrava diverso.
 Cercò di scacciare via quel pensiero e rispose “Amico proprio ora? Sai sto chiudendo un grosso affare e non posso proprio aiutarti adesso, sai questa è roba per il boss. Se mi richiami tra tre o quattro ore ti posso fare avere quello che ti serve.”
L’interlocutore rispose con un tono leggermente deluso “Credo proprio di non poter aspettare Vanko. Sai se tu attaccassi la chiamata ora ci vorrebbe molto meno tempo di quello che mi hai concesso per ammazzarvi tutti.”
Vanko trasalì. Si guardò intorno circospetto, evitando di essere notato, poi si portò una mano all’orecchio sinistro e disse con voce bassa, ma arrabbiata: “Ma chi cazzo credi di essere tu per minac..”
L’altro lo interruppe con una frase secca “Ti ho nel mirino Vanko. Sto usando un fucile di precisione M200 Intervention con proiettili ad alta penetrazione cinetica. Fai quello che ti dico e nè tu né la tua Asari avrete una pallottola nel cranio e andrete via a braccetto come fate sempre.”
Ci fu un attimo di pausa, Vanko si morse il labbro e si girò verso il tavolo dove era seduta Lidia che lo notò subito facendogli cenno di venire, Vanko a gesti gli fece capire che avrebbe finito subito, poi si girò e la voce del cecchino chiese “Ho la tua attenzione ora Vanko?”
 Il ragazzo si morse un labbro e poi rispose riluttante “Si. Si, certo che hai la mia attenzione.” L’uomo dall’altro lato prese nuovamente la parola: “Bene. Allora innanzitutto, come prima cosa, sappi che cercare un modo di scappare ti è sconsigliabile. Da qui ho un ottima visuale e tu sei senza copertura ed anche se ce l’avessi non sopravviveresti, questi proiettili possono trapassare un cingolato, corazza e scudo compresi. Seconda cosa: ho disabilitato ogni funzione del tuo Factotum per impedirti di fare la sciocchezza di chiedere aiuto. Terza cosa: tu dammi quello che voglio senza rifilarmi cazzate cercando di prendere tempo e tutto andrà bene. Sono sicuro che hai capito quindi andiamo al sodo. Mi serve l’accesso completo a tutti i dati che manovri in funzione del tuo status, in altre parole mi devi dare le chiavi del tuo Mainframe.”
Il volto di Vanko si ricoprì di terrore, ora non aveva dubbi, quell’uomo sapeva il suo ruolo in Cerberus e non faceva certo parte della suddetta organizzazione. “Sai che non posso darti quei dati. Se lo faccio sono un uomo morto.”
La risposta non si fece attendere “Vanko ho isolato le telecamere e gli altri sistemi di monitoraggio. Abbiamo più di 15 minuti di buio telematico in cui parlare. In ogni caso dovrai fare rapporto tra quelle tre o quattro ore che hai accennato prima, quindi non hai da temere nulla, hai tutto il tempo per darmi quello che mi serve.”
Vanko era impressionato. Chiunque fosse il tipo dall’altra parte doveva essere uno che sa il fatto suo. Avere 15 minuti di buio su Illium, in un edificio come quello in cui si trovava Vanko era quasi fantascienza eppure sembrava che dicesse sul serio. Vanko constatò in effetti che le telecamere non sembravano interessate a lui, il loro movimento non era completo solo di quei pochi gradi che sarebbero serviti ad inquadrarlo e ciò bastò a convincerlo che colui che lo telefonava doveva essere un esperto hacker con conoscenze molto elevate anche per la media di tali pirati informatici. “Sembra che tu dica il vero” asserì Vanko “Ma chi mi dice che dopo che ti avrò detto quello che vuoi non mi ucciderai? Teoricamente tu lo dovresti fare dato che poi io andrò a dirlo subito all’Uomo Misterioso.”
La voce sembrò quasi prenderlo in giro “E tu andresti a dire all’Uomo Misterioso che qualcuno ti ha estorto le password d’accesso al tuo Mainframe e che possiede tutte le informazioni custodite al suo interno? Via Vanko non essere sciocco, inoltre ho sentito che l’Uomo Misterioso non lascia passare certi tipi di mancanze.”
Aveva ragione e Vanko sapeva che se avesse fatto effettivamente ciò che diceva sarebbe morto in ogni caso, stavolta non per mano del cecchino, ma per quella dell’Uomo Misterioso. Si morse ancora le labbra pensando a che rispondere, ma fu preceduto dal tiratore che gli disse “Senti Vanko se fai come dico io ti prometto che nessuno saprà che io ho visto ciò che c’era al suo interno. Farò una copia digitale del tutto e pulirò bene le mie tracce e credo che tu abbia capito che io sono bravo in certe cose. Tu mi devi solo dare l’accesso poi stai ancora qualche ora qui a divertirti con la tua Asari e quando tornerai a casa tua io non ci sarò e i tuoi dati saranno li tranquilli ad aspettarti e nessuno, compreso l’Uomo Misterioso, saprà nulla di quello che è successo. Che ne dici? Ci stai?”
Vanko non aveva altra scelta che credergli, poiché altrimenti tutto quello per cui aveva lavorato sarebbe andato in fumo, compresa Lidia e Vanko non voleva perderla, ma prima di accettare fece una domanda al suo interlocutore “Quei dati ti serviranno per uccidere qualcuno vero? Se lo fai prima o poi arriveranno a me e mi uccideranno.”
La risposta non si fece attendere “Sbagliato Vanko, o meglio si devo uccidere qualcuno, ma no, non arriveranno a te.”
“E come lo sai?” chiese titubante
“Semplice, saranno troppo occupati a cercare me che pensare a te Vanko.”
Vanko non fu molto contento della risposta che gli aveva dato, ma aveva già deciso e così rispose “I codici sono tre: il primo è T-K-K-J-S-3-A-O-P-2; il secondo è 1-6-0-0-8-5-4-7-9-3-5; l’ultimo è una sequenza: Over, left, left, circle, squadre, over, left. Spero sul serio che tu faccia ciò che hai detto.”
Dopo alcuni secondi il tiratore rispose “Fidati Vanko. Ho promesso. Beh il tempo è scaduto Vanko, ti saluto, goditi la serata e…stasera dai una botta a quell’Asari anche da parte mia.” Così si interruppe il collegamento. Vanko quasi incredulo si asciugò il sudore, si diede un po’ di contegno, notando che le telecamere avevano ripreso il loro movimento normale, e tornò verso il tavolo.
 
Dopo aver chiuso la comunicazione e fatto riprendere la normale routine a tutti gli apparecchi elettronici, Jack smontò il suo fucile di precisione, lo rimise nella borsa che poi si mise in spalla e si avviò verso le scale per uscire dall’edificio in cui si era appostato per effettuare il “colloquio” con Alistair Vanko. Ora che aveva ciò che gli serviva si poteva dirigere verso la casa di Vanko, non molto lontana, per recuperare i dati del Mainframe. Entrò nella navetta e sgusciò via nel traffico che come al solito era molto fitto su Illium. L’intero luogo era un porto commerciale ricco di attività illegale e non, adatto a chiunque cercasse di fare grossi affari soprattutto al mercato nero, per non parlare dello schiavismo diffuso quasi ai livelli di Omega. Un mondo sporco che stranamente le Asari sembravano tollerare con troppa calma, mentalmente Jack si ricordò di non accettare mai le offerte di qualche Volus in strada poiché era così che attiravano le sue vittime per poi rapirle con i suoi gregari e venderle al migliore offerente. I Quarian non erano popolari in nessun pianeta, ma su Illium sicuramente qualcuno se ne sarebbe interessato per avere organi da vendere o per darlo in schiavitù come meccanico a qualche ricco signore d’affari. Jack odiava la sua condizione di Quarian, per questo si era allenato seriamente per essere non solo competente in meccanica, fisica o altre materie scientifiche, ma anche per essere un ottimo soldato, abile con qualsiasi tipo di arma e temibile anche in corpo a corpo, specialità da cui i Quarian sono solitamente tagliati fuori. In un certo senso ciò che fece il dottor Kravinov fu anche quello, potenziare le sue capacità fisiche per rendere più prestante ed efficiente il suo corpo nonostante la debolezza fisica tipica dei Quarian. Scacciò via quei pensieri rendendosi conto di essere arrivato. Lasciata l’auto si diresse verso il grattacielo in cui si trovava l’appartamento di Vanko. “Zona lussuosa. Credo proprio che il portiere non mi lascerà entrare.” Altro problema di essere Quarian: si è considerati a priori ladri e mentecatti a causa del brutto vizio di alcuni giovani Quarian in pellegrinaggio di derubare la gente non avendo i crediti per permettersi di sopravvivere, perciò se un Quarian cerca di entrare in un edificio lussuoso o comunque in posti che si possono permettere solo i ricchi, come quello in cui si voleva entrare Jack, vengono cacciati via a pedate nel sedere e coperti di insulti. Questo nel migliore dei casi, di solito invece il servizio di sicurezza di tali edifici metteva subito mano all’artiglieria e ti minacciavano apertamente di levarti dai piedi. La polizia d’altro canto non aiutava, spesso e volentieri stava dalla parte di chi accusava i Quarian e ciò si ripercuoteva anche in altre situazioni, se ci fosse stato un furto e c’era un Quarian in zona, si soleva accusare il poveretto che, anche se non aveva commesso il crimine, veniva ritenuto colpevole e ne subiva le conseguenze. Era un altro di quei motivi per cui Jack si era allenato tanto, nel caso ce ne fosse stato bisogno avrebbe fatto capire che non era un “povero, debole e sperduto Quarian in pellegrinaggio”, no, avrebbe fatto capire che con lui non si scherzava e che erano gli altri a dover temere di beccarsi un proiettile e non lui. In quel momento, però, Jack non necessitava di attirare l’attenzione così girò attorno allo stabile e trovò un ingresso sotterraneo che portava alle caldaie dell’edificio. Una volta dentro manomise le telecamere oscurando la sua figura e in questo modo potè prendere in tutta sicurezza l’ascensore e salire all’attico dove si trovava la casa di Vanko. Una volta bypassato il codice di sblocco della porta entrò e chiuse la porta dietro di lui, disinnescò l’allarme e si mise a cercare il Mainframe. L’appartamento era spazioso, non c’erano porte che chiudessero l’accesso alla cucina o alle altre sale, era tutto una stanza unica di un colore blu scuro con varie tinte d’azzurro su tende, divani e cuscini. “Roba di classe.” Disse tra se e se Jack. “Ci saranno più di 200.000 crediti solo in tessuto e mobilia qua dentro. E poi si vede che qui abita una donna.” Si diresse verso l’ufficio di Vanko. Dire ufficio è riduttivo, era una sala enorme con tanto di letto poco distante dalla scrivania, sulla quale Vanko teneva la foto di lui e dell’Asari che lo accompagnava a quella serata dove Jack aveva parlato poco prima con Vanko. Prese la foto, la guardò e prima di riappoggiarla disse “Se solo lei sapesse che facendo i tuoi affari mandi a morire un sacco di gente.” Sospirò e riprese la ricerca. Posò le mani sul computer, lo accese, navigò per qualche istante tra i menù, ma non trovò ciò che cercava. Si mise a riflettere portando una mano al mento del casco.
“Dove hai nascosto il Mainframe Vanko? Avrei potuto chiederlo maledizione!”
 A quel punto notò un segno sulla parete, come un alone nero si avvicinò e notò una piccola rientranza, ci mise sopra la mano e apparve una piccola schermata con una tastiera olografica che richiedeva un codice. “Ora vedremo se mi hai detto il vero Vanko.” Digitò il codice e una porta scorrevole si aprì davanti a lui. Jack entrò nella stanza e finalmente trovò il Mainframe. Avviò subito la comunicazione col dispositivo via Factotum, inserì i codici fornitegli da Vanko e tutto filò liscio. “E bravo Vanko! Ci tieni alla pellaccia eh?” Si trovò a dire Jack esultante. Iniziò immediatamente il trasferimento dei dati che sarebbero stati convogliati in un Hard Disk che si trovava nella macchina di Jack. Ci vollero circa venti minuti per scaricare i 10 petabyte di informazioni, per lo più erano cose che a Jack non interessavano come rapporti di scambi commerciali, informazioni sui dipendenti di varie multinazionali, menzioni di carico ecc. forse più in la le avrebbe eliminate, ma per ora prendeva tutto in blocco, magari in futuro gli sarebbero potuti tornare utili tutti quei dati. Finito di scaricare i dati ripulì le sue tracce, uscì dalla sala del Mainframe e la richiuse. Controllò che tutto fosse al suo posto, così spense il computer rimise la foto nel punto dove si trovava e se ne andò. Uscito dallo stabile sgattaiolò verso la macchina e nel mentre riattivò il normale funzionamento delle telecamere. Ci vollero altri dieci minuti per raggiungere il nascondiglio dove Jack aveva trovato rifugio, un posto fatiscente e decisamente poco utilizzato a giudicare dalle condizioni, ma in ogni caso era il punto ideale per fermarsi un attimo ad analizzare i dati recuperati e fare qualche ora di riposo dopo tutto quello che gli era capitato in quei giorni. Per ora però non aveva tempo di riposare, così prese i dati raccolti e iniziò la ricerca del file che gli serviva. Girò a vuoto per più di un ora finchè “Eccoti Qua. Vediamo che c’è scritto.” Sul computer apparivano le scritte:
#DOGMA PROJECT# -00531425 –RISERVATO-AUTORIZAZZIONE LV5 RICHIESTA
RESPONSABILE: DOTT. KRAVINOV. EQUIPE UTILIZZATE: 5. FONDI: ILLIMITATI. AGENTE DI COLLEGAMENTO: ALISTAIR VANKO. ULTIMA DATA DI AGGIORNAMENTO: 12/07/2185
-SOGGETTO: DOGMA;
-STATO:COMPLETATO;
-OPERATIVITA’: DISPONIBILE;
-PROCEDURE DI INIZIZIALIZZAZIONE SIERO EEZO:IMPOSSIBILI DA ESEGUIRE;
-PROCEDURE DI POTENZIAMENTO SENSORIALE:NON NECESSARIE, IL SOGGETTO PRESENTA GIA’ SENSI IPERSVILUPPATI;
-PROCEDURE DI POTENZIAMENTO MOTORIO/MUSCOLARE:ESEGUITE CON RENDIMENTI SUPERIORI AL 120%. NON NECESSARI IMPIANTI INTERNI;
-PROFILO PSICOLOGICO: DATI IN POSSESSO DEL DOTT. KRAVINOV.
-CHIP DI CONTROLLO:NON NECESSARIO ED IMPRATICABILE VISTE LE CONDIZIONI IMMUNITARIE DEL SOGGETTO;
I RISULTATI POSSONO ESSERE COMUNICATI ALL’UOMO MISTERIOSO.
 DOGMA PUO’ ORA ESSERE UTILIZZATO PER MISSIONI A LUNGO TERMINE.
Jack frugò in quei dati per altre due ore e poi si mise a dormire, avrebbe deciso il da farsi il giorno dopo.
  
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