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Autore: MrMurkrow    09/08/2012    2 recensioni
"Il presente è imperfetto se è possibile cambiarlo."
Siamo al Capitolo 23: "La Massima Forma di Fiducia + ...???"
Genere: Avventura, Azione | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
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- Questa storia fa parte della serie 'Jack Of Spades'
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PROLOGO: JACK DI PICCHE
Il Dottor Kravinov correva ansimando in mezzo al caos. I proiettili fischiavano attorno a lui abbattendo i suoi colleghi. Corse con tutte le energie che aveva in corpo verso l’ala est del laboratorio senza neanche voltarsi per vedere il carnefice che continuava ad avanzare sparando con freddezza inaudita ad ogni persona che si trovava sulla sua linea a tiro. Arrivato all’ala est cercò immediatamente la console di comando su cui digitare il codice di attivazione delle misure difensive. 7-8-4-5-1-3-6-2. Non accadde nulla, ne un segnale di conferma, ne di errore. Il dottore entrò nel panico più totale. Solo dopo aver digitato il codice un'altra volta si accorse che lo schermo principale era distorto in una sorta di effetto neve. Un proiettile lo colpì un secondo più tardi nel braccio destro. Kravinon urlò di dolore e si gettò di corsa verso il laboratorio 1, con l’intenzione di arrivare alla sua scrivania dove teneva la sua arma privata, una M-3 Predator, che tuttavia non aveva mai usato prima soprattutto in una situazione del genere e contro un tiratore molto più abile di lui. In quella che sembrò un’ eternità arrivò alla scrivania continuando a sentire gli spari diretti verso i suoi compagni e amici che, nonostante tutto il trambusto, non avevano capito che cosa stava succedendo. Cercò di aprire il cassetto, ma non ci riuscì. Il lucchetto elettronico gli ricordò della card che era necessaria ad aprire gli scompartimenti della scrivania. La cercò disperatamente nelle tasche del camice, mentre il braccio gli doleva sempre di più e il sangue gli scorreva nella mano destra. Quando la trovo ci mancò poco che non gli cadesse per terra, evitato ciò la strisciò nell’apposita banda. Un bip confermò lo sblocco delle serrature e subito il dottore afferrò la pistola ed una manciata di clip termiche. In quel medesimo istante si accorse che attorno a lui era calato il silenzio. Non c’era più nessuno che urlava, non si sentivano più gli spari e non si vedeva niente che si muovesse. Col cuore in gola Kravinov si spostò, pistola in pugno, cercando copertura dietro una cassa. Sbirciò il corridoio e non vedendo o udendo niente si mosse verso la zona di carico dove c’era un ascensore di sicurezza. Era la sua ultima possibilità. Arrivò davanti all’ascensore dopo alcuni minuti, complice la ferita al braccio che continuava a tormentarlo col dolore. Cercò la console per attivarlo, ma la trovò inutilizzabile come quella usata in precedenza, era evidente che qualcuno aveva sabotato il sistema. In preda alla disperazione il dottore non si rese conto che una pistola M-6 Carnifex lo puntava a pochi metri da lui. Il primo colpo trapasso il ginocchio sinistro, facendolo esplodere in un getto di sangue e frammenti d’osso. Il secondo bucò il polmone destro togliendo il fiato a Kravinov. L’ultimo proiettile era rivolto alla spalla sinistra così che il vecchio dottore non avesse la cattiva idea di girarsi e sparare qualche colpo prima di accasciarsi a terra. Il dottor Kravinov era ora appoggiato di spalle ad una cassa, coperto di sangue e col fiato strozzato. “Dottore” esclamò la figura che l’aveva appena sparato, “Mi delude. Credeva davvero che avrei lasciato libero un punto di fuga così evidente dopo tutto il tempo che ho passato qui? Forse però la giudico male, era in preda al panico come è giusto che sia data la sua scarsa praticità in situazioni di conflitto a fuoco.” Kravinov faceva fatica a parlare, ma esclamò: “Perché? Perché?! Amico mio! Perchè ci hai fatto questo!” La figura non si scompose e rispose con calma“Perché? Mi chiede il perché dottore? Un uomo di scienza come lei dovrebbe capire la psiche di un individuo no?” Dicendo così puntò la pistola alla testa di un inerme Kravinov, sembrava stesse per sparare, ma poi ritrasse la pistola si  abbassò fino a guardare il dottore negli occhi e disse:“Kravinov. Amico mio. Quanto sai realmente su di me o sul resto delle persone su cui tu e i tuoi compagni eseguivate le vostre ricerche? Praticamente niente vero? Ma tu da bravo scienziato e subalterno, ed aggiungo in virtù del tuo sostanzioso onorario, non hai mai fatto, ne ti sei fatto, nessuno domanda. Non pensare di salvarti dietro la frase “io eseguivo solo gli ordini” perché non attacca con me e tu, almeno questo, dovresti saperlo bene.” Kravinov trasalì “Ma loro con questo cosa centrano, noi ti abbiamo sempre trattato bene. Jack non fare così ti prego, sei meglio di così, lo sai tu, lo so io e tutti quelli che erano qui dentro lo sapevano!” La figura si alzò lentamente e rispose “Non giocarti la carta della psicanalisi ora Doc. Prima di fare ciò che ho fatto, ho controllato bene le vostre cartelle per vedere chi aveva le mani sporche di sangue innocente e, pensa un po’, tutti voi siete degli sporchi bastardi pagati per fare le peggio cose a persone che non conoscete, come se fossero le vostre bambole e voi i burattinai. Questa scoperta mi ha fatto stare meglio con me stesso per quando ho dovuto premere il grilletto.” Ci fu un attimo di silenzio, poi l’assassino continuò: “Dove sono i dati che mi riguardano Doc? Quelli che avete compilato in tutto questo tempo. E mi serve anche l’accesso a tutto il resto dei dati della struttura.” Kravinov era molto stanco, ma rispose: “Cosa vuoi farci ora con quei dati Jack? Inoltre sai bene che non posso darteli, violerebbe l’accord…” “Doc, non esiste più un accordo con quell’uomo. Basta fare il lavoro sporco, o scienza come la chiameresti tu, per lui. Sei ad una svolta Doc. Qui ed ora. Se mi dai quello che voglio ti curerò. Sai che posso e che lo farò, ma mi servono quei dati. Tu mi dai l’accesso e io ti curo. Questo è il patto, niente domande, rispondi solo si o no.” Kravinov si sentiva la vita scivolargli dalle dita e così, fiducioso nella figura che gli stava dinanzi disse: “I tuoi dati sono nel datapad nella mia cassaforte, codice 5-A-3-7-B. Il codice per tutti i dati della struttura è: D-O-G-M-A-8-8-2-1. E’ tutto, ora ti prego curami Jack.” Appena la figura finì di digitare sul Factotum disse “Doc, si ricorda quella bambina che ha sottoposto ad iniezioni di eezo raffinato? Aveva solo sette anni.” Il voltò di Kravinov si scurì improvvisamente consapevole del suo destino. “Jack no! No! Avevi promesso! Tu non sei così Jack!” L’uomo alzò la sua Carnifex fino alla fronte del dottore e prima di premere il grilletto disse “Addio Doc e non per essere crudele, ma dopo quello che ho visto non l’avrei salvata neanche sotto costrizione.” Nel momento in cui l’ultima lettera veniva pronunciata il colpo partì dalla canna e il dottor Kravinov si accasciò al suolo.

Il Quarian rinfoderò la pistola e poi da una delle tasche interne del suo lungo impermeabile nero estrasse una carta da gioco: un Jack di Picche. Lo posò delicatamente accanto al corpo senza vita del dottor Kravinov. Mentre andava a recuperare i dati, con le password fornitegli dallo scienziato, disse a bassa voce “Doc dopo tutto questo tempo sapeva che Jack mi chiamano solo quelli di cui mi fido, un peccato che lei non si è mai reso conto di non essere tra questi.” 

  
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