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Autore: Faraxdipanda    23/02/2007    1 recensioni
Questa è la storia del ragazzo che diverrà cavaliere del Panda, personaggio già citato in un'altra fanfic non mia; ovviamente riferita a me ^^ Vi sarei immensamente grato se receensiste dopo aver letto (se c'è qualcuno a leggermi ovviamente :D), non per il gusto di sapere quanti di voi mi hanno letto, ma per inserire consigli, critiche che possano migliorare e affinare le mie (scarse) abilità nella scrittura! Inoltre annuncio che cercherò di postare un capitolo alla settimana, per regolarizzare l'opera. Grazie mille a tutti!!! ^_^
Genere: Azione, Avventura, Suspence | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: Alternate Universe (AU) | Avvertimenti: nessuno
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-Cosa??- esclamarono insieme i ragazzi, ancora scioccati per la grande notizia.

-Wow…così presto…non ci posso credere Maestro!- disse Farax emozionantissimo e incredulo allo stesso tempo aveva udito ciò che da un sacco di tempo si voleva sentir dire, ma non sapeva assolutamente come comportarsi, in quanto dopo solo quasi due anni di addestramento già gli si presentava questa straordinaria occasione. Poi però ripensò al fatto che se fosse riuscito a conquistare la sua Armatura, avrebbe sicuramente dovuto abbandonare Lin li in Cina per ripartire verso la Grecia, e magari verso casa, per poi essere sballottato di qua e di la per le missioni che gli avrebbe affidato il Grande Sacerdote.

-Farax…non mi sembri contento di questa notizia?!?- disse Milo accorgendosi che il ragazzo si era imbambolato con lo sguardo nel vuoto ed un espressione molto triste sul viso.

-Hey Farax, su…questo è un grande giorno, e domani lo sarà ancor di più, perché sono sicura che riuscirai a conquistarti l’Armatura del Panda. Giusto?-

-Si…si…vero…però, pensavo che se avessi fatto mia l’Armatura, poi inevitabilmente io e il Maestro ce ne dovremmo andare da qui per tornare in Grecia, e ti dovrò lasciare qui da sola; ciò non me lo posso permettere, ma soprattutto non lo voglio!-

°Eheh…questa è la conferma non solo che fra i due c’è qualcosa, ma quel "qualcosa" è stato tirato fuori e dichiarato!° -Penso non ci siano problemi nè per Lin né per suo padre se la ragazza fa un viaggio in Europa…no?-

Farax guardò Milo negli occhi, rimanendo con la bocca aperta; poi fissò Lin, che semplicemente gli annuì, facendogli capire che l’avrebbe seguito in Grecia.

-Oh…grazie Lin…ti amo...ed è anche questo che mi piace di te! Grazie ad entrambi, questo discorso mi ha dato nuova forza, e ciò riempie ancor più il mio cuore di un brillante cosmo, più incandescente di prima. Domani raggiungerò la cima del monte Wutaishan e tornerò, giurò che tornerò vincitore!!-

-Si…benissimo…allora adesso posso andare a cucinare, faremo una grande cena stasera!-

-Si…bene. Domattina Farax, mentre tu ti dirigerai verso la cima del Wutaishan, manderò una missiva per il Santuario, al Grande Sacerdote, per avvertirlo della tua prova finale. Non preoccuparti, semplici formalità!-

-Bene, se Maestro poi mi può accompagnare al mio villaggio, per annunciare la notizia e salutare la mia famiglia le sarei grata!-

-Certo…nessun problema!-

-Perfetto, va bene!- disse Farax.

Durante la cena a base di buon pesce fresco e verdure stufate i tre parlavano di ciò che avrebbero fatto in Grecia, dopo essere arrivati e svolte le faccende più importanti. Farax promise a Lin che l’avrebbe portata a visitare tutto il Santuario, oltre naturalmente l’Acropoli e tutte le bellezze greche, e Milo gli assicurò il permesso per il passaggio attraverso le Dodici Case, luogo transitabile quasi esclusivamente dai Dodici Cavalieri d’Oro. Finita la cena e riordinato tutto, Farax sentiva che qualcosa lo richiamava dall’esterno, e chiese a Lin di accompagnarlo per una passeggiata. I due ragazzi uscirono di casa, ma non chiusero a chiave la porta, in quanto Milo, dopo cena, come tutte le altre volte, era sparito chissà dove, e non sapevano nemmeno quando sarebbe tornato. Farax e Lin si incamminarono non verso la collina retrostante la casa, ma verso quella a nord, molto più alta, dove sembrava quasi di poter toccare il cielo con un dito. Durante il cammino parlava quasi esclusivamente Farax, era diventato abbastanza chiacchierone negli ultimi tempi, e raccontava a Lin di sua madre e suo padre, del fatto che la ragazza sarebbe piaciuta immediatamente ai suoi genitori, gli parlò di Artax, il suo cane, e di come era affettuoso con tutti, e sempre giocherellone, gli parlò del suo paese, dell’ambiente circostante la sua casa, della raccolta autunnale dell’uva e di quella primaverile di frutta di tutti i tipi. Arrivati in cima alla collina, sgombra di alberi e per questo molto somigliante ad un altopiano, si sdraiarono a terra, col viso rivolto verso il cielo, a guardare le brillanti costellazioni nel periodo primaverile. Fu in quel momento, mentre Farax narrava a Lin la storia dell’Armatura del Panda, che si rese conto che quel fischio, quell’attrazione che qualcosa esercitava su di lui quella notte si faceva ancora più forte: era la Costellazione del Panda che lo chiamava. La guardò, e, nonostante prima non se ne fosse accorto, le sue quindici stelle erano diventate molto più brillanti della prima volta che l’aveva vista, quella sera con Milo, all’incirca due anni fa.

-Lin…le vedi anche tu le quindici stelle del Panda quanto stanno brillando?-

-Si...vero…molto bello, sarà che ha sentito il richiamo del suo protetto!-

-Si…e molto probabilmente non mi crederai, ma anche lei mi sta chiamando; sento un fischio provenire dall’alto, ed è come se una forza cercasse di tirarmi su, ma non forzandomi, bensì cullandomi! È bellissimo!-

A questo punto Lin si girò verso Farax, posandogli una delle sue dolci mani sui suoi addominali, lui si girò, e si guardarono negli occhi infinitamente; poi Lin disse:

-Voglio amarti Farax!-

Farax la abbraccio stretta a se, poi si baciarono, dolcemente e con passione, si accarezzavano, un po’ timidi entrambi, ma certi di quel che facevano e di ciò che significava, entrambi dimostrando il proprio amore all’altro, per poi diventare un’anima sola. Stettero poi ancora a guardare il cielo, e Lin sentiva il verde e caldo cosmo di Farax protetta e sicura. Poi, in tarda notte, i due ragazzi si ricomposero e tornarono in casa, si divisero davanti le porte delle loro camere, ed entrarono chiudendosele alle spalle. Farax vide che Milo era già a letto, ma sveglio, col viso pensieroso verso il soffitto, le mani dietro la nuca, ed un ginocchio alzato.

-Notte Maestro…- disse Farax, un po’ imbarazzato per l’ora tarda, come quando un bambino fa qualcosa di sbagliato e non lo dice, ma glielo si legge in faccia.

-Buonanotte Farax, e in bocca al lupo per domani; io non ci sarò quando tu ti sveglierai, ma sarò qui ad attenderti al tuo ritorno!-

-Crepi il LUPO e tutti i lupini!- disse il ragazzo adesso convinto e sempre più pronto all’imminente ultima prova. Così si mise a letto e si addormentò pensando già al domani, che molto presto sarebbe giunto.

La mattina dopo, al suo risveglio, Milo era già partito ad incontrare il messo per mandare la notifica al Grande Tempio che Farax avrebbe tentato di conquistare l’Armatura d’Argento del Panda, mentre Lin molto probabilmente era ancora a dormire. Il ragazzo si vestì ed uscì dalla camera, si diresse verso il cucinotto e prese del pane, giusto per mangiare qualcosa. Nel frattempo sentì la porta della camera di Lin aprirsi, e la ragazza che ancora assonnata si diresse verso Farax, lui si voltò, e i due si abbracciarono, baciandosi. Dopo i saluti Farax si incamminò verso il monte Wutaishan, senza voltarsi indietro, senza salutare da lontano la sua amata Lin, per evitare di espandere il distacco temporaneo che si stava creando fra loro.

Il sole stava sorgendo in quel momento, e Farax fu lieto di poter godere dei caldi raggi, ancora un po’ assonnato per la breve dormita e il leggero freddo che aleggiava ancora nel territorio collinare della zona. Non aveva portato niente con se, nemmeno il mantello, troppo prezioso e ricco di valore intrinseco per portarlo sul monte e rischiare di rovinarlo. Il suo passo era regolare e veloce, ma pure essendo impaziente non aveva nessuna fretta di arrivare sulla cima del monte. Arrivò alle nere pendici laviche della grande montagna, e da lì iniziò a seguire lo stretto e ripido sentiero che portava fino a circa metà del monte. Già da quell’altezza si poteva vedere tutto il paesaggio dei dintorni, le due colline, la casetta di legno, la distesa di bambù che finiva a ridosso delle pendici del monte, il boschetto di faggi retrostante la collina, e l’imponente massa della Grande Muraglia, vicina pur se lontana.

Lungo il tragitto Farax non riusciva a pensare a nient’altro che alla notte passata con Lin, il suo amore, i suoi sentimenti, il suo calore, sapeva che lei era la donna della sua vita, e giurò che non l’avrebbe mai lasciata e che il suo amore sarebbe durato per sempre.

Il sentiero proseguiva a spirale lungo il monte, e sembrava quasi di procedere verso il sole; l’aria man mano si faceva più rarefatta, ma si poteva ancora respirare; c’era della leggera nebbia, che cresceva proporzionalmente al procedere; inoltre iniziava a fare più freddo, e ciò fece pentire a Farax di non essersi portato dietro il mantello; comunque più saliva e più il sole si faceva caldo e vicino, quindi il ragazzo pensò che non avrebbe dovuto soffrire più di tanto il freddo. Il cammino era abbastanza sgombro, come se fosse un passaggio usato continuamente, cosa ovviamente impossibile: la montagna era creduta sacra ed abitata da spiriti, fatto che allontanava tutta le gente del luogo a fare passeggiate lungo il monte. Salendo si trova solo qualche cespuglio sul cammino, comunque facilmente scansabile, e, a metà salita, il sentiero si interrompe, a strapiombo sulle pendici della montagna. Farax temette a questo punto di dover proseguire fino in cima scalando le ripide pendici, ma si ricredette, trovando una grotta-cunicolo che evidentemente conduceva in alto, verso il centro e quindi la cima del monte. La nebbia fitta non gli aveva permesso di notare subito l’anfratto, ma per sua fortuna aveva avuto la buona idea di riflettere prima di agire, e ciò aveva sicuramente giovato alla sua salute. Così si abbassò, notando che gli era obbligatorio proseguire a carponi lungo il cunicolo, e rassegnato all’idea di farsi un bel po’ di strada in ginocchio, si piegò e proseguì il più veloce possibile camminando sui palmi delle mani.

°Vediamo un po’…pensavo avrei fatto veloce, ma speriamo che questo cunicolo mi porti direttamente sul posto dell’Armatura!° pensò il ragazzo.

Intanto, appena fuori l’anfratto, subito dopo che Farax iniziò la sua scalata, la nebbia iniziò a condensarsi in un unico punto, formando un vortice che si espanse, creando una vaga figura dall’aspetto umano, di cui solo un particolare era ben definibile:

Due occhi rossi fuoco!

  
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