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Autore: Lizzie_Siddal    11/08/2012    1 recensioni
[Mini/Alo]
Trovandosi a gironzolare attorno al casolare dei Creevey, Mini McGuinness si ripete ancora una volta di essere capitata lì per puro caso.
Non voleva andarci, ma le circostanze l'hanno costretta. Astinenza, noia, e comunque non aveva di meglio da fare.
Quella stronza di Liv le ha dato buca per quel suo amichetto culattone. Franky non si fa vedere in giro da secoli e non risponde alle chiamate. Mentre Rich e Grace... No, Mini non vuole pensare a Gracey.
Ecco perché è andata da Alo: una scopata l'aiuterà a mettere via i pensieri.
Quegli incontri segreti sono una valvola di sfogo, ma non c'è nient'altro di serio dietro, davvero.
Genere: Commedia, Fluff, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Aloysius Creevey, Minerva McGuinness
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
- Questa storia fa parte della serie 'We've got forever slipping through our hands'
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malo ok

Titolo: Nowhere else
Fandom: Skins
Personaggi/Pairing(s): Minerva "Mini" McGuinness/Aloysious “Alo” Creevey
Warnings: oneshot, linguaggio colorito, het
Timeline: ambientata ad inizio s6
Challenge/Prompt: scritta per la Maratona in piscina, con il prompt Skins, Alo/Mini – trattore.
Note:
- il parallelismo finale Alo-Peter Pan non è una mia invenzione, ma è opera delle brillanti e odiosamente geniali menti degli autori di Skins /O\
- ambientata ad inizio s6

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Trovandosi a gironzolare attorno al casolare dei Creevey, Mini McGuinness si ripete ancora una volta di essere capitata lì per puro caso.
Non voleva andarci, ma le circostanze l'hanno costretta. Astinenza, noia, e comunque non aveva di meglio da fare.
Quella stronza di Liv le ha dato buca per quel suo amichetto culattone. Franky non si fa vedere in giro da secoli e non risponde alle chiamate. Mentre Rich e Grace... No, Mini non vuole pensare a Gracey.
Ecco perché è andata da Alo: una scopata l'aiuterà a mettere via i pensieri.
Quegli incontri segreti sono una valvola di sfogo, ma non c'è nient'altro di serio dietro, davvero.

Certo, sarebbe più pratico se Mini non dovesse guadagnarsi una miriade di rughe precoci per il nervoso, smadonnando come un portuale per colpa del fango che i suoi stivaletti stanno raccattando nell'attraversare quei campi del cazzo.

Eppure, quando vede Alo arrivare di gran carriera a bordo del suo trattore – cappello di paglia in testa, una canna all'angolo della bocca, piegata in quel suo sorriso maledettamente idiota – , Mini non riesce più a trovare alcun motivo valido per incazzarsi.

Anzi, a dirla tutta, ogni scazzo sparisce all'istante.

"Sua Maestà gradisce un giro panoramico?” chiede Alo ironico. Spegne il motore e chinandosi sulle scalette, le porge una mano. Ha il palmo e gli avambracci macchiati di terra e di chissà quale altra merda – metaforica o meno? – , un dettaglio per cui Mini, nemmeno troppo tempo prima, avrebbe storto il naso, mettendo in chiaro che non si sarebbe fatta toccare da lui per niente al mondo.

Ma ha imparato che non tutte le cose sporche sono necessariamente sgradevoli e schifose, e allo stesso modo, non sempre tutto ciò che è pulito e perfetto è anche buono e innocuo.

Così, senza esitare, stringe la mano di Alo e si dà la spinta per salire.

L'abitacolo è basso e stretto, però è sufficiente ad ospitare entrambi. Ad ogni modo, lei si siede svelta sulle ginocchia del ragazzo, ignorando di proposito lo spazio libero – e inaspettatamente privo di polvere, come fosse stato appena lucidato – che le spettava sul sedile di pelle.

Stupita da quella piccola premura da parte del campagnolo, Mini si sforza di non mostrarlo troppo, decidendo che il sorriso che le sfugge è dovuto al semplice compiacimento di sentir crescere l'erezione di Alo contro le proprie natiche.

E allora potrebbe essere quel momento.

Il momento in cui di solito lasciano da parte i convenevoli, le frecciatine e qualunque altra cosa, in favore di un più rapido e diretto 'saltiamoci-addosso-strappiamoci-i-vestiti-scopiamo-fino-a-crepare-e-poi-ognuno-a-casa-sua'.

Ma non succede, non stavolta, almeno. E per silenziosa decisione comune.

Ignorando la tensione sul cavallo dei jeans, Alo si limita a schiacciare il mozzicone della canna in un portacenere sul cruscotto, mentre Mini ne approfitta per rubare il suo cappello e metterselo in testa.

"Siamo sicuri che il catorcio sia affidabile?” domanda subito dopo, picchiettando le unghie sul volante e fingendo impazienza con uno sbuffo teatrale.

"Nessun pericolo. Questa bellezza non mi ha mai tradito”, annuncia Alo fiero, e cautamente poggia le mani su quelle di Mini.

Con gentilezza, le spiega come cambiare le marce, guidandola quando la sente tesa e intimorita dai sobbalzi rumorosi del motore, e intanto Mini si accorge all'improvviso che è bello stare così, anche senza che ci sia una scopata di mezzo.

È piacevole sentire la ruvidezza lieve e ormai familiare delle dita di Alo sulla pelle, il suono limpido e contagioso della sua risata, l'orgoglio e l'allegria con cui le parla della campagna, dei lavori alla fattoria, degli animali, delle piante – di ogni cazzata a cui Mini non ha mai prestato alcun interesse prima.

E adesso eccola là - a non perdere occasione per sfottere ciò che Alo dice, certo -, ma impegnata anche ad ascoltare, trovandosi suo malgrado quasi affascinata e soprattutto – cosa ancor più preoccupante – , scoprendosi felice.

Il cuore leggero, la mente lontana dai problemi, realizza che quella tovaglia di zolle smosse, odori più o meno gradevoli e tranquillità, le piace più di quanto vorrebbe ammettere.

È come un'Isola Che Non C'è in cui Mini può trovare rifugio - per scappare dalla città, dal casino, dai giorni più tristi, dalle bugie, dalle continue aspettative che gli altri hanno su di lei, – , ma non sarebbe lo stesso se non ci fosse Alo.

Mentecatto, sempliciotto, buono a nulla, sfigato, morto di fame e di figa, eccetera eccetera, - ma è esattamente lì – con lui, nessun altro - che Mini voleva essere.

   
 
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