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Autore: Meramadia94    11/08/2012    2 recensioni
D'Artagnan ha sempre creduto di essere rimasto orfano, visto che l'unica famiglia che ha avuto sono stati i nonni e successivamente i moschettieri.
Poi un giorno una donna si presenta a lui come sua madre.
Cosa succederà?
Genere: Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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''Vuoi capirlo una buona volta che non sempre le cose vanno come uno si aspetta, ragazzino?!?''- fece Manson tentando di rimettere a sedere sulla sedia D'Artagnan, che si divincolava nemmeno fosse stato un aguilla.

''Vi riferite a quando il piano per togliere di mezzo il re, sostituirlo con suo fratello per avere campo libero sulla Francia è fallito? Dovevate aspettarvelo.''- li rimbeccò D'Artagnan.

''Senti senti, vedo che in questo tempo non hai perso quella lingua più affilata della tua spada.''- fece Manson dopo averlo messo a sedere.

''Manson, tenete bene a mente le mie parole nel caso io non dovessi riuscire a sopravvivere...''- iniziò D'Artagnan, ma la risata di Milady lo interruppe.

''Togliete pure nel caso, mio caro D'Artagnan...''- fece l'inglese-:'' questa casa sarà la vostra tomba.''

D'Artagnan assunse l'espressione più seria che aveva-:'' E' vero... con tutta probabilità io morirò stanotte, ma finchè in circolazione ci sarà anche un solo moschettiere del re, voi e quelli come voi non potranno fare il bello e il cattivo tempo a loro piacimento.''

''Sei ad un passo dalla morte, ti conviene non sprecare energie preziose.''- gli consigliò Manson.

''Io non ho paura di morire. Perchè anche se breve nella mia esistenza, ho avuto modo di conoscere la vera amicizia e il vero amore, cose che a voi non vi sfioreranno mai, nemmeno per sbaglio.

Il rumore dei passi che si avvicinavano aumentava.

''Beh, allora... vogliamo regalare ai tuoi adorati amici, lo spettacolo di te che muori sotto i loro occhi, prima che ti raggiungano?''- propose Manson.

In quel momento, la porta si spalancò e D'Artagnan vide con gran sollievo, e anche un po' di preoccupazione, i suoi amici.

Temeva per Aramis in particolare.

Sarebbero riusciti a mantenere il segreto che sotto le vesti di Aramis il moschettiere, per il quale moltissime parigine avrebbero fatto carte false solo per avere un suo sguardo, si nascondeva una donna che aveva perso tutto e che aveva rinunciato alla propria femminilità per vendicare la fine dell'uomo che amava?

Potevano solo pregare.

Il filo dei suoi pensieri venne interrotto da Manson che lo strattonò per il braccio portandolo a se.

''Manson, vi consiglio vivamente di lasciarlo andare.''- gli ordinò Athos.

''Voi non siete nelle condizioni di impedire un bel nulla a nessuno, monseiur...''- nel dir così portò un coltello sotto la gola del guascone-:'' badate bene, è ricoperto di veleno: un semplice taglietto e il vostro amico, invece che in Inghilterra o chissà in quale nazione, andrà a tener compagnia a suo padre.''

I tre erano paralizzati: anche se erano in netta maggioranza non potevano agire, pena la vita del loro giovane amico.

D'Artagnan non poteva negare a se stesso di avere un po' di paura, ma credeva che fosse una cosa abbastanza naturale quando ci si sente ad un passo dalla morte, tuttavia riusciva a controllarla.

Non voleva dare ai nemici la soddisfazione di mostrare paura e sconforto e allo stesso tempo voleva dimostrare ai suoi amici di essere degno di loro.

Fallo adesso, fallo adesso..., nella testa del guascone questa frase si ripeteva a ritmo.

E fu quello che fece.

Pestò un piede al suo aggressore e con il braccio libero afferrò la mano che teneva il coltello, facendo finire Manson a terra.

Prima che potesse rialzarsi, ritentò una disperata corsa verso i suoi amici e stavolta funzionò.

''D'Artagnan, come va stai bene?''- chiese Athos ammiccando i segni delle percosse.

''Solo un paio di ammaccature, niente di cui preoccuparsi... piuttosto, come sta mia madre?''- chiese il ragazzo con aria preoccupata.

''Tranquillo, l'abbiamo affidata a Costance. Sta benissimo.''- rispose Aramis-:'' ora siamo di nuovo in quattro, e possiamo rendere pan per focaccia a questi due.''

''Che delizioso quadretto....''- fece Milady-:'' di nuovo tutti per uno e uno per tutti, per l'ultima volta.''

''Sapete qual'è il vostro problema Milady?''- chiese Athos con noncuranza-:'' avete il brutto vizio di pianificare attentati perfetti, se non fosse per un dettaglio: cantate vittoria troppo presto.''

''Credetemi, stavolta non è il caso.''- li corresse Manson.

''Dite? Io ho i miei dubbi. Manson, rassegnatevi, voi non potrete mai avere la meglio su noi quattro.''- ribattè D'Artagnan-:'' perchè, vi ribadisco, a differenza di voi, noi quattro non siamo accumunati da un ambizione senza limiti o dall'odio per qualcuno. Ma da un amicizia che non riuscirete mai a spezzare. Ma è inutile che ve ne parli: certi sentimenti non vi sfioreranno mai, nemmeno per errore.''

Milady e Manson avevano ascoltato quel discorso con scarso interesse, ritendolo il frutto della mente di uno sciocco ragazzino idealista di belle speranze, appena affacciato alla vita e che del mondo ancora non sapeva nulla.

Athos invece lo guardava con altri occhi.

Ora sapeva cosa provava un padre quando si accorgeva che il bambino che faceva giocare e al quale insegnava tutto quello che poteva essergli utile, era appena diventato un uomo consapevole e maturo.

Forse nel loro gruppetto avevano accolto un futuro, grande, capitano dei moschettieri.

''Bene, vedremo quanto la vostra amicizia vi sarà utile in questa battaglia.''- li sfidò Manson.

E cominciarono a combattere.

 

Nel frattempo, fuori dalla casa, Costance si occupava di medicare le ferite della signora Françoise con l'unguento che D'Artagnan le aveva donato tempo prima.

Fortunatamente erano solo tagli superficiali, ma se si fossero infettati potevano diventare una lenta ma sicura, condanna a morte.

Mentre li medicava, era venuta a conoscienza della sua fuga.

Françoise e D'Artagnan avevano capito che almeno uno dei due avrebbe fatto meglio a scappare per organizzare i soccorsi.

Ma Françoise non avrebbe mai lasciato il figlio adorato in balia di due assassini, come D'Artagnan non avrebbe abbandonato la madre alla mercè di quei due pazzi.

Decise così di far di testa sua.

''Quando ti do il segnale... corri.''- le aveva detto il ragazzo mentre scendevano dalla carrozza. Dopo di che, aveva dato uno spintone a Milady e aveva iniziato a correre a perdifiato, con i loro aguzzini alle calcagna.

La donna capì che anche se questo voleva dire scappare, doveva correre e cercare aiuto per il figlio.

Correndo era inciampata molte volte procurandosi ferite ed escoriazioni, finchè non era svenuta ai piedi dei cavalli di Athos e dei suoi comapagni.

La donna sorrise pensando-:''Tutto suo padre... sempre a sacrificarsi per salvare qualcun'altro.''- poi si rivolse a Costance-:''Costance, va a dare una mano a mio figlio e i suoi amici, io sto bene.''

''Ma signora...''- tentò di ribattere.

La donna la prese per le spalle-:''Costance, io ero troppo lontana per impedire che uccidessero l'unico uomo che sono mai riuscita ad amare, e non sai quante volte mi sono maledetta per questo. Ma tu puoi. Perciò ora va e salva l'uomo che ami.

Non c'è bisogno di essere un uomo per impugnare una spada e combattere per chi si ama. Lo hai dimostrato, e credimi perchè mio figlio mi ha detto che una volta gli hai salvato la vita a rischio della tua.

E l'ha dimostrato anche un altra persona.''

A quelle parole la ragazza si convinse e corse di gran carriera, decisa a salvare la persona con la quale aveva condiviso molto, il suo primo amore, nonchè persona con la quale voleva dividere ancora tanti momenti, sia di gioia che di dolore.

Con lui anche il dolore sembrava meno intenso e più sopportabile.

Françoise si mise in ginocchio e giunse le mani per pregare.

Dentro di se supplicò-:''Proteggi il nostro figliolo, Bertrand.''

 

Nel frattempo, la battaglia infuriava.

Oltre a Milady e Manson dovevano vedersela anche con altri due scagnozzi, ed erano ben allenati.

Ma la loro amicizia li rendeva più forti, anche se fossero stati due reggimenti, avrebbero vinto grazie ad essa.

Ma ce l'avrebbero fatta a vincere anche contro la vigliaccheria?

Infatti, mentre i quattro amici erano impegnati a tener testa ai vari nemici, Manson tirò fuori una pistola e si portò dietro ad Athos.

Tolse la sicura all'arma e prese la mira

Dritto alla testa.

Un colpo dal quale nessun essere umano, per quanto straordinario fosse, avrebbe potuto salvarsi.

''ATHOS, FATE ATTENZIONE!!!''- una voce femminile risuonò, come mai prima d'ora.

Messo in guardia da Costance, il moschettiere si voltò e vide la canna della pistola puntata contro di lui. Intuendo il pericolo, Aramis si buttò sul bandito come una furia facendolo finire a terra.

Manson non faceva che dimenarsi per togliersi di dosso la moschettiera ed inavvertitamente...

BANG!!!

Dall'arma di Manson partì un colpo, e i due duellanti si accasciarono l'una sopra l'altro.

''ARAMIS!!!''- strillò D'Artagnan precipitandosi a soccorrere l'amica, seguito a ruota dagli altri due.

Athos tolse Manson dal commilitone e videro la giacca del biondo sporca di sangue fresco.

Non di Aramis.

La ragazza aveva lottato con Manson che aveva cercato di spararle, ma lei era riuscita a portare la pistola contro il petto del suo stesso aggressore, facendolo uccidere.

''Come va, tutto bene?''- s'informò Athos preoccupato.

''Si, sto bene non preoccuparti...''- rispose Aramis. Athos la prese per le spalle e le sussurrò-:''Quello che è mio da adesso è anche tuo. Mi hai salvato la vita, ti sono debitore.''

''Non essere così melodrammatico...''- sorrise lei-:'' offrimi da bere e siamo a posto.''

Adesso rimaneva solo Milady, ma cio non voleva dire che sola era meno pericolosa.

''Arrendetevi Milady... non avete la minima possibilità.''- le consigliò D'Artagnan-:'' arrendetevi e chiederò a sua maestà di risparmiarvi la vita.''

Milady lo guardò sogghignando-:''Meglio morta che prigioniera!!!''- detto questo fece una capriola all'indietro uscendo dalla finestra, finendo direttamente nel mare.

''Dite che stavolta è davvero...''- chiese Porthos.

''L'ho vista uscire indenne da situazioni peggiori, non credo proprio.''- fece D'Artagnan. Poi fece la faccia di uno che aveva appena visto il diavolo-:'' oddio, non mi dire che... MAMMA!!!''

Si fiondò giu per le scale per cercare la madre.

Fortunatamente la donna era perfettamente illesa ed in buona salute, e non appena vide il figlio corse ad abbracciarlo.

''Mamma, come va, tutto a posto?''- chiese lui.

La donna con voce tremante rispose-:''Si, tesoro, stai tranquillo: sto bene... oddio che ti hanno fatto?''- chiese poi ammiccando ai segni sul viso del ragazzo.

''Non è niente, solo qualche schiaffo...''- la tranquillizzò lui-:'' ne ho prese di peggio.''

La madre si sciolse dall'abbraccio e in quel momento, Athos lo allontanò da quella donna afferrandolo per le spalle, quasi a volerlo proteggere.

''Signora, credo che voi non ci abbiate detto tutta la verità...''- la congelò il moschettiere-:'' tra l'altro dovete spiegarci come è stato possibile che Milady e Manson sapessero della vostra partenza per l'Inghilterra. Non è uscita da casa Bonacieux e dalla caserma.''

D'Artagnan non poteva crederci...

Possibile che quella donna che lo aveva fatto sentire tanto bene, che aveva iniziato ad amare... era tutta una recita?

No, non poteva essere vero... ma se lo era, era un'attrice davvero in gamba per aver messo nel sacco anche Monseiur de Treville.

''E' colpa mia...''- fece Françoise-:'' avrei dovuto informarmi meglio sulla vera natura di quei due quando...''

''Quindi lei conosceva gia Milady e Manson?''- chiese Aramis.

La donna dissentì-:''Quel che vi ho detto è vero. D'Artagnan è davvero mio figlio, ed è vero che ho perso la memoria per molto tempo, ma non è nel modo che vi ho descritto che ho scoperto chi ero e cosa avevo.

Tempo fa, mentre lavoravo a servizio di una famiglia nobile in Inghilterra, mi arrivò una lettera firmata da una donna che mi scriveva che avevo un figlio tra i quindici, sedici anni e quando lessi il suo nome, il cognome di mio marito, dove viveva attualmente e la sua terra d'origine... rammentai tutto. Di essere stata nobile, innamorata del figlio di due nobili guasconi decaduti e che poco dopo la sua morte... di aver dato alla luce un bimbo.''

Costance s'intromise-:''Ma allora per quale motivo non ce l'ha detto subito?''

''Perchè nella lettera mi si chiedeva espressamente di non dire come avevo ricevuto queste informazioni.''- spiegò la donna-:'' pensavo fosse una donna ricercata dalle autorità e che non voleva essere trovata. E pur sapendo che sarebbe stato giusto farla arrestare se era davvero colpevole, la esaudì.

Mi stava aiutando a ritrovare mio figlio, le dovevo un favore. E poco dopo, mi arrivò una lettera dal segretario del mio datore di lavoro che mi spronava a tornare il prima possibile e per qualche strana ragione... di portare anche D'Artagnan. Credevo avesse bisogno di un insegnante di scherma per il figlio.''

''Queste lettere le avete...''- domandò Porthos.

La donna mise una mano in tasca e le mostrò.

''Sta dicendo il vero.''- fece Aramis-:'' questa è la scrittura di Manson, la riconoscerei tra mille.''

''E questa invece è di Milady.''- aggiunse il guascone-:'' lo so perchè mi ha scritto un paio di volte per informarmi del rapimento di Costance e Jean.''

Athos fece una riverenza alla donna-:''Vi domando sinceramente scusa, madame, se ho dubitato di voi.''

''Avete fatto bene invece, io al vostro posto avrei fatto la stessa cosa.''- rispose Françoise.

''Ora però andate o la nave partirà senza di voi.''- li avvertì Athos.

Françoise annuì e abbracciò il figlio-:''A presto tesoro mio... ricordati che anche se non mi vedi io sono sempre con te.''

''D'Accordo, e se ti cacci in qualche guaio chiamami, ci penserò io a far passare a quei balordi la voglia.''- rispose lui con un sorriso.

Costance e i moschettieri erano ammutoliti.

''Ma che vuoi dire, che non parti più?''- fece Athos con gioiosa incredulità.

''Dovrei lasciare che voi vi divertiate senza di me? Voi sognate, amici.''- disse il guascone.

Costance fuori di se dalla gioia abbracciò il suo amato e la pettinatura si disfò completamente.

Stettero li a fissare la nave della madre di D'Artagnan finchè non sparì dalla loro visuale.

''Non essere triste... la rivedrai presto.''- fece Aramis per consolarlo. Il guascone le sorrise.

''Non lo sono, certo avrei voluto rimanesse a Parigi con voi, ma sarebbe stato un errore partire per l'Inghilterra. La non ho nulla mentre qui io ho voi tre, Monseiur de Treville, Costance, un lavoro... una famiglia e un futuro.''

Commossi, invece del solito motto, i moschettieri si strinsero in un abbraccio di gruppo prima di risalire sui cavalli per tornare verso Parigi, con la semplice differenza che stavolta D'Artagnan e Costance erano a cavallo assieme su Ronzinante.

''Ma è sicuro che Treville mi riassumerà?''- fece D'Artagnan preoccupato.

''Scherzi vero?''- fece Porthos-:'' ci ha quasi minacciato di licenziarci in tronco se ci presentavamo a Parigi senza di te. Credimi, non vede l'ora di riaverti.''

D'Artagnan era felice. Lui e sua madre avrebbero potuto ancora vedersi senza rinunciare all'amore, alle amicizie e al suo amato lavoro.

Solo una cosa lo amareggiava.

Milady.

Sapeva che non era morta, e che sarebbe tornata prima o poi.

''Vi aspetto. Anzi vi aspettiamo.''

 

 

E così si conclude la mia prima storia su ''D'Artagnan e i moschettieri del re'', visto per la prima volta pochi mesi fa su You Tube.

Spero che vi sia piaciuta, in caso contrario vi prego di scusarmi, ma è la prima volta che scrivo qualcosa che non è Sherlock Holmes.

A presto. 

  
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