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Autore: len91    12/08/2012    1 recensioni
Afferrò il lenzuolo..non era come se lo era immaginato per quell’ occasione, nulla era come aveva sognato fosse; che, a dire il vero, non pretendeva poi molto, solo essere felice, ecco solo questo; nella semplicità e nella gioia del momento. Ma il lenzuolo era arido, atono; non era candido, leggero e setoso e bianco, ma umido, sporco e rosso, avido del calore del suo corpo lasciato nudo. Lo strinse così forte, che le nocche delle mani, già bianche naturalmente, si fecero quasi trasparenti. Come, come aveva potuto permettere che tutto quello accadesse?
Come poteva perdonarsi, come avrebbe potuto perdonarla? Lui che, scompigliandosi i capelli per l’ imbarazzo, le aveva detto a mezza voce : “ Mi fido ciecamente di te e per questo che ti affido la mia e la sua vita “..e ora, la sua vita, era in pericolo, ed era stata lei stessa a metterla in una tale situazione. Non l’ avrebbe mai perdonata, non l’ avrebbe mai più amata..
Genere: Azione, Introspettivo, Triste | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Altri, Un po' tutti | Coppie: Hinata/Naruto
Note: nessuna | Avvertimenti: Contenuti forti | Contesto: Dopo la serie
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Un ringraziamento speciale a:

ecila94hina ed a valehinata1992, per avere recensito.

Mi auguro che anche questo capitolo vi incuriosisca.

Grazie anche a coloro che hanno inserito la storia tra le seguite…spero di non deludervi ! un bacio e buona lettura, Len 91.:)

 

 

 

 

 

 

Una scoperta agghiacciante.

 

 

 

 

 Due giorni prima: otto dicembre.

 

 

Saliva tranquillamente le scale, mentre shinobi affaccendati in chi sa quali compiti, la salutavano con rispetto allorquando ne incrociavano lo sguardo. Maneggiava con cura alcuni documenti e si dirigeva in direzione della stanza dell’ Hokage. Costantemente tesa tra la riverenza che gli doveva in quanto capo del villaggio e gli istinti omicidi che le suscitava in quanto testa quadra, si ritrovò dinnanzi alla porta della stanza di Naruto. Bussò con energia e, dall’ interno, una voce seria la invitò ad entrare. Animata dalle migliori intenzioni, Sakura prese un bel respiro ed iniziò a riassumere gli esiti di un’ importante autopsia:

“ … e così, questi sono i risultati ai quali siamo pervenuti…” concluse, alla fine della sua analisi dettagliata

“ Scusami Sakurachan, non è che potresti gentilmente ricordarmi di cosa stiamo parlando ? “ le domandò con fare innocente il biondino. Non ebbe il tempo di fare ammenda per la sua osservazione del tutto inopportuna, che la rosa si inalberò:

“ Come diavolo è possibile che tu non riesca a ricordarti mai nulla, razza di testa quadra ! “

“ Ma no, no Sakurachan, non ti arrabbiare così tanto… è che Naruto non mi ha riferito … “ si rese conto di aver parlato a sproposito, ma a nulla servirono le mirabolanti scuse che sfornò all’ istante, per non incorrere nelle ire della giovane. Questa, infatti, socchiusi gli occhi e digrignati i denti, gli si fiondò addosso e, dopo aver scaraventato all’ aria i fogli che teneva in mano, agguantò Naruto per il colletto del mantello:

“ Tu, brutto…mhhh, me l’ hai fatta di nuovo ! Riferisci questo al tuo padrone ! “ e così dicendo, concentrato tutto il suo cachra nel pugno destro, lo sferrò con violenza sulla povera guancia del biondino. Questi si polverizzò all’ istante, lasciando la rosa in preda ad una crisi isterica.

 

Naruto, quello autentico, trotterellava felice per le strade del villaggio, con in mano una borsa piena zeppa di dolcetti e cibarie di vario genere. Fischiettava che, di lì a qualche giorno, sarebbe diventato padre, e salutava con un sorrisone tutti coloro che incrociava sulla via. Ad un tratto, si fermò, incurvò le spalle e la schiena, come se fosse stato colpito da qualcosa e chinò il capo. Un istante dopo, lo alzò; gli occhi ridotti a fessure e la bocca contratta in una smorfia di dolore:

“ ohhh, dattebayo ! Sakurachan mi ha scoperto; sarà meglio sbrigarmi, se non voglio finire polverizzato come la mia copia. Già sento tutto il dolore che mi causerà un suo pugno atroce ! “. Si affrettò, pertanto, a portare a termine la sua piccola e personale missione. Accelerò il passo e, come a temere la presenza della rosa ad ogni angolo, di tanto in tanto si mimetizzava con le mura di qualche chiosco a bordo strada.

 

In pochi minuti, si ritrovò nel giardino di casa sua. Spiccò un veloce salto e si appiccicò, letteralmente, alla finestra della camera da letto. era chiusa e, da fuori, poteva intravedere Hinata impegnata a piegare accuratamente alcuni dei loro indumenti. Non ci pensò due volte e bussò rumorosamente contro ai vetri. Hinata sussultò, presa alla sprovvista nel sentire quegli strani rumori. Quando lo vide, in una posizione buffissima, schiacciato alla parete della finestra, e con un sorriso ebete stampato in viso, corse ad aprigli:

“ Naruto, ma ce ci fai qui, a quest’ ora ? “ gli domandò, mentre lo aiutava ad irrompere all’ interno della camera. Questi, in tutta risposta, le sventolò la borsa della spesa sotto al naso:

“ Beh, ecco… ieri sera hai detto che avevi voglia di dolcetti ed i cioccolato.. e così ho fatto un salto a comprartene un po’ “

“ Grazie, ma- ma non dovevi, Naruto. Scommetto che hai, di nuovo, lasciato una tua copia al palazzo degli Hokage e tu sei sgattaiolato via di nascosto “ lo rimbeccò Hinata, con un tono tra il dolce e il severo. Naruto le sorrise, mentre le mostrava una bella linguaccia; poi la baciò con dolcezza e, sfiorandole delicatamente il pancione, le sussurrò:

“ Lo so, devo smettere di farlo, ma non potevo lasciarvi soli, senza sincerarmi che steste bene “. Il tono apprensivo con cui il biondo manifestò le sue ragioni, le resero, agli occhi di Hinata, ben più che valide. Fissò Naruto negli occhi e poi, sorridendo, posò la sua nivea mano su quella del giovane, ancora morbidamente adagiata sul suo ventre:

“.. Sakurachan è stata chiara; ha detto che procede tutto a meraviglia e che, tra pochi giorni, potrai vedere con i tuoi occhi la nostra creatura…quindi non preoccuparti per noi, ma bada a faccende più importanti, Hokage “ pronunciò queste ultime parole con una tale delicatezza, che Naruto le percepì come una carezza su una guancia.

 

Si sentì riscaldare ed il cuore iniziò a martellare rumorosamente all’ interno del petto. Hinata era davvero il genere di persona che lui aveva sempre cercato e desiderato avere al suo fianco; era di una sensualità disarmante e di un fascino modesto e timido che la facevano apparire ancora più seducente. Era dolce, accondiscendente e gentile, ma Naruto era davvero felice di aver potuto scoprire una donna che andava al di là di questi semplici aspetti conosciuti da tutti. Superati i primi timori e titubanze iniziali, Hinata si era rivelata a Naruto e solo a lui, in tutta la sua personalità. Era rispettosa di tutti, certo, discreta e di una eleganza composta, ma credeva nei suoi ideali con convinzione e li portava avanti con costanza, era determinata ed irremovibile sulle decisioni prese; era spiritosa e divertente, ma di una semplicità e di una purezza che facevano arrossire un Naruto disarmato dinnanzi a tutta quella innocenza. Era combattiva e testarda al punto che, discussioni futili su argomenti altrettanto inconsistenti, la vedevano lottare con Naruto per giorni, giacchè nessuno dei due voleva cedere al punto di vista dell’ altro. a dispetto del silenzioso approccio che mostrava in pubblico, nell’ intimità domestica era una gran chiacchierona.. non aveva paura di nascondersi dietro a giri di parole ed era chiara ed onesta. A dispetto della freddezza di cui molti l’ avevano accusata, paragonandola a quella di tutto il resto della sua famiglia, nell’ intimità della vita quotidiana, Hinata ricopriva Naruto di attenzioni costanti: dal riordinare tutto il ciarpame che questi lasciava a destra e a manca, al baciarlo con passione e a sussurrargli frasi dolci per le quali, non doveva più preoccuparsi di arrossire o svenire. Senza la maschera dell’ incertezza dei sentimenti del giovane nei suoi confronti, Hinata era diventata una donna sicura, forte come il padre e gentile come la madre; una donna che aveva trovato il modo giusto di amare la persona giusta. Naruto si era innamorato giorno per giorno, sempre di più…osservandone i movimenti composti ed aggraziati; l’ incedere sicuro, ma dolce; la voce aggraziata e morbida; il corpo caldo e turgido offrirsi al suo. Aveva avuto paura, Naruto, che lei potesse, in qualche modo o momento, rinfacciargli la sua ingratitudine o la sua mostruosità..ma con suo enorme stupore, Hinata non gli aveva mai mosso remore per i mancati sostegno ed attenzioni che le aveva riservato durante la loro adolescenza, né si era mai allontanata da lui, quando perdeva il controllo. Perché, a volte sì, capitava ancora che a Kurama non andassero a genio i sentimenti di Naruto e che si agitasse, ma per quanto accadesse, Hinata aveva sempre lottato assieme al giovane, rincuorandolo e sostenendolo a spada tratta. Gli ultimi mesi trascorsi in sua compagnia poi, erano stati straordinari..alla faccia delle lingue che descrivevano le donne incinte come pazze creature, animate da strane voglie, irascibili, lunatiche ed incontrollabili; Hinata aveva spiazzato tutti, compreso Naruto stesso, mantenendo un atteggiamento tranquillo e pacato. A volte, manifestava le sue preoccupazioni e tensioni, balbettando un poco, ma quando accadeva, Naruto intercettava la sua mano e la stringeva nella sua, per darle forza e coraggio.

 

“ Na- Naruto, va tutto bene ? “ lo riportò alla realtà la corvina

“ Ah si, si certo. Allora io- io vado “ affermò, arrossendo, lui, dirigendosi verso la finestra. Stava per calarsi giù:

“ Ma, Naruto… esci dalla porta normale, no ? “ si sentì suggerire da un’ Hinata alquanto preoccupata per il suo stato mentale, più confuso del solito.

Sogghignando, imbarazzato per la distrazione che i pensieri su Hinata gli avevano causato, si diresse verso la porta di casa.

“ E questo vale anche per te … “ proferì solenne la giovane, mentre una sorniona copia di Naruto, faceva capolino dall’ armadio della stanza.

 

 

Faceva davvero freddo, accidenti, e tirava anche un venticello che non prometteva nulla di buono:

“ Sarà meglio che mi sbrighi a ritornare al palazzo, altrimenti mi prenderò una bella lavata ! “ disse Naruto a se stesso, accelerando il passo. Ma prima che potesse spiccare un salto, qualcuno lo bloccò, parandosi dinnanzi a lui:

“ Hokage ! Deve venire immediatamente a palazzo. Ci sono ospiti che l’ attendono “. Era inutile, pensò il biondino, nonostante fossero amici e praticamente parenti, Neji continuava imperterrito ad appellarlo con freddo e distaccato rispetto:

“ Ah, sì, s’… stavo appunto venendo “ si affrettò a rispondere il giovane, mentre un’ occhiataccia da parte di Sakura pareva sibilargli: “ Con te, farò i conti più tardi ! “.

 

Quando raggiunsero il palazzo ed entrarono, invitati, nella stanza dell’ Hokage, Neji e Sakura si fecero vicini ad uno Shikamaru, seduto dinnanzi alla scrivania di Nauruto. Accanto al giovane, seduti anch’ essi, stavano una donna ed un ragazzino. Naruto li sorpassò velocemente, andandosi a posizionare dietro la sua scrivania e schiarendosi la voce, per darsi una parvenza seria.

“ Hokage… “ sentenziò Shikamaru, ma non ebbe il tempo di continuare che Naruto lo bloccò:

“ Salve a tutti, chiunque voi siate! Sappiate che siete i benvenuti ! “ e sorridendo, piantò le sue iridi azzurre negli occhi della donna ed allungò una mano amica nella direzione del ragazzino. Il Nara sbuffò, mentre Sakura e Neji si coprirono gli occhi con una mano, in segno di resa. Ma la reazione che ebbero i due ospiti, sorprese tutti. La donna, che era stata in silenzio sino a quel momento, afferrò la mano del biondino e, in tono supplice, asserì:

“ Lei è il capo di questo villaggio ? La- la prego, ci aiuti ! “ il tono della donna pareva disperato e preoccupato al tempo stesso, cosa che non lasciò Naruto indifferente:

“ Si calmi, signorina e mi dica che cosa le è successo ! “ la confortò il biondo:

“ Il mio nome è- è Shannon e lui è mio fratello Izumo “ disse indicando il ragazzino “ siamo abitanti di un piccolo villaggio che si trova al di là del confine delle cinque terre. Non siamo sotto la giurisdizione del fuoco e non godiamo di particolare protezione o alleanze. Fino a qualche giorno fa, però, ce la cavavamo senza problemi; sconfiggevamo i barbari che tentavano di depredare i nostri raccolti e i nostri allevamenti e, pur non essendo guerrieri, godevamo di pace e tranquillità… “ la donna esitò. Naruto la incoraggiò a proseguire:

“ Che cosa è accaduto, poi ? “

“ Vedete, qualche giorno fa.. “ ma scoppiò a piangere senza terminare il racconto; a quel punto intervenne il ragazzino che, quasi urlando dalla frustrazione, confessò:

“ Siamo stati attaccati.. ecco che cosa è accaduto ! Ma non si trattava dei soliti barbari caciaroni e maldestri; era un uomo, un giovane uomo, con una potenza a dir poco spaventosa … “

“ Ragazzino “ intervenne Shikamaru “ sapresti descrivercelo meglio? “

“ Era- era minuto, ma agilissimo.. dalla pelle bianca e dagli occhi terribilmente agghiaccianti. Si, li ricordo bene i suoi occhi “ disse il giovane, incupendosi e abbassando il tono della voce: “ è stato grazie a quelli che ha fatto del male ai miei amici ed alla nostra famiglia. Noi siamo riusciti a sfuggirgli, ma gli altri, tutti gli altri sono stati eliminati ! “. All’ udire quelle parole, Naruto ed il resto dei presenti si irrigidirono,ma non lo diedero a vedere. Un terribile brivido percorse la schiena del biondo:

“ Izumo, hai parlato di questi occhi.. come- com’ erano ? “ disse, secco, Naruto:

“ … rossi e con dei disegni particolari di colore nero … “

. Naruto si zittì improvvisamente ed il suo volto fece trasparire uno strano, brutto, presentimento. Non era possibile…poi, come un sibilo lontano, lo raggiunse la voce di Sakura; era gelida, ma Naruto poteva percepirne tutto il tormento ed il terrore che l’ accompagnavano:

“ Izumo, non ricordi il suo nome, vero? “. Questi sibilò:

 

“ Disse di chiamarsi: Uchiha Sasuke, il vendicatore ! “

  
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