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Autore: Rosita13    12/08/2012    2 recensioni
Eloise ha perso la sua anima gemella.
Da ragazza dolce e tenere qual era è diventata una sociopatica, scorbutica e scostante e con un linguaggio da scaricatore di porto.
Ma un giorno un fisico muscoloso e degli occhi verdi le cambieranno la vita.
Riuscirà ad andare avanti e lasciare andare l'unico ragazzo che abbia mai amato?
SCEGLIERA' IL PRINCIPE O IL PIRATA?
Genere: Comico, Romantico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago, Scolastico
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Buon pomeriggio ragazze! :D Ecco qui la terza e ultima parte del secondo capitolo, spero vi piaccia :D Avverto già da ora che è breve ma per equilibrare aggiornerò prima con il prossimo capitolo :) Recensite in tante e grazie a tutte! :D Per finire, vi consiglio di passare in queste pagine :D Sinfonia Fantastica E anche questa --> Enchanted E anche questa --> Chi lo capisce è bravo!>

CAPITOLO DUE
-parte tre-







 

Scusa, posso chiederti una cosa?”. Aprii gli occhi, sentendo fare questa domanda dal ragazzo che mi aveva ossessionato tutta la giornata.

Certo, qualunque cosa per te. Mi chiamo Alicia”. Riuscivo a immaginarmi la scena. La riccia e mora ragazza che sedeva sempre sull'altro lato, rispetto al mio, del pullman, precisamente a due posti dietro di me e quindi proprio accanto a quello, che si sporgeva verso di lui, con la sua maglietta attillata che evidenziava le sue forme generone e i suoi occhi da gatta, maliziosi.

Di sicuro anche il maschio aveva il solito sorriso spontaneo che stava indossato da inizio giornata e che faceva mandare in solluchero le ragazze. E i suoi occhi verde avrebbero aiutato di tanto la sua causa.

Piacere, mi chiamo Christofer. Senti...”.

Che bel nome!”, lo interruppe lei con voce petulante ( o almeno era così che sembrava alle mie orecchie).

Lo sentii ridere. “Molto carina, anche il tuo lo è”. Oh, che gentleman! Mi veniva la nausea.

Lei fece una specie di verso acuto che forse avrebbe dovuto essere una risata. Un mezzo sorriso spuntò sul mio viso.

Me lo dicono in molti. Sei nuovo, vero? Non ti ho mai visto da queste parti, figuriamoci sull'autobus!”.

Mmh, questa era già una constatazione interessante.

Sì. Mi sono trasferito ieri”, rispose con il solito tono socievole, ma capii che non si sarebbe sbottonato.

Ah, per lavoro?”, domandò Alicia. La solita ficcanaso. D'altronde, in quella città, per modo di dire visto quanto fosse piccola, tutti si conoscevano e, con la monotonia che era sovrana, anche la più piccola novità diventava un succoso pettegolezzo.

Non proprio”, rispose lui. Questa volta avrei giurato che non fosse più così spontaneo il suo modo di fare. Oh, quindi anche lui aveva dei punti deboli.

Non volevo essere invadente”, disse subito Alicia, dolcemente.

No, no, non ti preoccupare”. Non so perché, ma me lo immaginavo scuotere la testa. “Mi piace fare conversazione, tranquilla”. Sorriso, ci avrei scommesso la testa.

Bene, mi sento sollevata! Come mai prendi l'autobus? Non hai una macchina?”.

Alla faccia del “ non voglio essere invadente”. Alicia, sei molto coerente.

Lui rise. Lo immaginai con le mani in tasca e la giacca un po' aperta , facendo intravedere il suo petto muscoloso che si notava anche con la maglietta addosso. E potei pure supporre la bava colare da un angolo della bocca di quella...mmmh, intraprendente ragazza?

Non volevo essere troppo volgare.

Ma era una fatica a volte.

Un momento dopo ebbi la conferma che avevo immaginato giusto dal sospiro estasiato di Alicia.

Che disgusto.

Sì, ma ho dovuto prendere il pullman visto che non mi so ancora orientare”.

Oh, certo! Non conosci nessuno che è di qui?”, sempre dolce e squillante la nostra amica.

Per carità.

No, non ancora. Anche se oggi ho fatto una particolare conoscenza, se così vogliamo chiamarla”.

Avvertii una nota di interesse represso in quella frase. Ma non compassione.

La ragazza era tutta orecchi, come lo ero io. Avevo un brutto presentimento.

Davvero? Di chi parli?”, domandò infatti lei, invadente.

Non sentii la risposta perché lui non parlò, ma deve aver fatto un cenno della testa verso di me perché un attimo dopo senti Alicia esclamare: “Oh, no! Non lei! Cioè...non voglio essere cattiva, ma è proprio una pessima conoscenza! Ti consiglio di non parlarle più”.

Che dolce, tenera ragazza. Pensare che una volta eravamo state amiche.

Come, scusa?”. Il suo tono mi sorprese. Era glaciale.

Ecco, ora ti spiego! E dopo non potrai che essere d'accordo con me!”. A quanto pareva anche Alicia si era accorta di aver essere andata in fallo e voleva tentare di salvarsi.

Poverina.

Oh, sentiamo un po'. Perché non dovrei frequentarla? Eppure perfino il professore Coleman me l'ha assegnata come guida di scuola”, rispose con tono falsamente socievole. Perfino io mi accorgevo di quanto fosse finto e freddo. Quasi cattivo.

Cosa ha fatto il professore?! Non ci credo! Quello è proprio matto!”, esclamò scandalizzata la vocina petulante di Alicia.

A quanto pare lei non si era accorta di quella intonazione.

Mi immaginai che lui la stesse guardando male ed ebbi anche l'istinto malsano di girarmi e vedere se avevo ragione, ma alla fine la curiosità di sapere come sarebbe continuata la conversazione vinse e rimasi immobile, continuando a fingere di dormire. Non sapevo perché, ma ero certa di aver immaginato bene.

Senti, dai retta a me, lasciala perdere. Lei...”, poi abbassò la voce e parlò con fare cospiratorio. “non deve più essere considerata. Fai finta che non esista, è meglio così. Per te e per lei. So per certo che vuole scomparire e se le dai attenzioni la metti a disagio”.

Sul serio era questa l'immagine che la gente aveva di me? Io non volevo scomparire, volevo solo che le persone mi lasciassero in pace, facendomi essere quella che ero adesso, senza essere paragonata alla dolce e tenere Eloise che ero stata. Invece sembravo una depressa che non vede l'ora di ammazzarsi o un animale impaurito che al primo gesto di interazione sarebbe scappato combinando chissà quale casino presa dall'emozione.

Oh, bene.

Non esageriamo. Ho notato che è un tipetto aggressivo e molto asociale, ma non penso proprio che sia come dici tu”, ribatté lui con sarcasmo.

Ero certa che avesse il suo carino e poco intimidatorio sopracciglio inarcato.

Allora sapeva essere anche cinico se voleva! Questa parte di lui mi piaceva già di più. Troppi sorrisi non è vero che facevano bene alla vita, io lo sapevo bene.

Non puoi capire! Tu non sai la storia!”, esclamò lei con condiscendenza, come se stesse parlando ad un bambino impertinente.

Immaginai la sua irritazione a quell'atteggiamento. Chiunque si sarebbe infuriato.

Allora raccontamela”. E infatti la risposta fu secca e fredda.

Non so se è una buona idea”, rispose dopo un po' Alicia. Avrei potuto giurare che si stesse guardando intorno per vedere se qualcuno la stesse ascoltando. Sentii il suo sguardo soffermarsi su di me parecchie volte e poi sospirare.

Io non sono una pettegola”. Sarei scoppiata a ridere se ne avessi avuta la volontà! Sentì un colpo di tosse provenire da dietro di me. A quanto pareva anche Christofer era riuscito a malapena a trattenersi.

Stai bene?”, chiese lei tagliente. Aveva capito tutto. Non era così stupida come sembrava.

Sì, sì, avevo la gola secca. Stavi dicendo? Ah, sì, che non sei una pettegola”. Avrei giurato di sentire una nota di sarcasmo nella sua voce, ma era talmente bene nascosta che non ne potevo essere sicura.

Ecco, siccome non lo sono, se vuoi sapere veramente la storia dovresti chiederlo a lei direttamente. Io non ne voglio parlare”.

Oh, no. Pessimo consiglio, Alicia! E che cavolo, fai la cosa giusta al momento sbagliato! Non potevi essere per un'altra volta una pettegola?! Era meglio sentirla raccontare che dirla io stessa.

Maledizione. Potevo sempre mandare a quel paese quel bellimbusto se avesse provato a seguire il suo consiglio.

Sì, forse hai ragione. Chi può sapere meglio le cose se non la diretta interessata?”.

Chiusi gli occhi, nauseata. Avrei fatto meglio a girarmi quando ci avevo pensato.

 

  
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