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Autore: Cassandra caligaria    12/08/2012    6 recensioni
Campi, estate del 1944. Una giovane fanciulla, figlia di un ricco proprietario di una masseria, passeggiando in un campo di grano nella tenuta di famiglia si imbatte in un giovane sconosciuto dall'accento americano. Seppur provenendo da mondi lontani e diversi, i due giovani scopriranno presto di essere spiriti affini.
La guerra, però, bussa anche alle porte della pacifica masseria e il giovane straniero cela nel suo cuore un doloroso segreto...
Tutti umani.
N.B. L'ultimo capitolo pubblicato è un extra che può essere letto anche senza conoscere tutta la storia.
Genere: Romantico, Sentimentale, Storico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Edward Cullen, Emmett Cullen, Esme Cullen, Isabella Swan, Jasper Hale | Coppie: Bella/Edward
Note: AU | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nessun libro/film, Contesto generale/vago
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CAPITOLO VENTICINQUESIMO

 

 

 

 


 


 

 

Bella non volle sentire ragioni e trascorse il resto della notte nello studio di Carlisle, adagiata su una brandina che di solito veniva utilizzata per trasportare i feriti nell’ambulatorio. Carlisle rimase tutta la notte con loro, per monitorare la situazione della ferita di Edward.
Il mattino seguente, Charlie, Emmet, e Jasper partirono presto alla volta di Lecce, dove si era stanziato un accampamento militare americano. Mike restò con Carlisle alla tenuta: avrebbe potuto aver bisogno di aiuto, nel caso la situazione si fosse aggravata.


“Allora, la ferita sembra non essere peggiorata rispetto a ieri. Questo è un buon segno, Edward.”, sorrise Carlisle.
Bella strinse forte la mano di Edward e gli sorrise.
Medicò con cura il taglio e gli somministrò un’altra dose di antibiotici.
“Edward, immagino tu sia stanco di indossare questi abiti e credo abbia bisogno di rilassarti e ristorarti con un bel bagno caldo, figliolo. Ti faccio preparare da Rosalie il bagno, qui in ambulatorio. È meglio non sforzarti troppo a camminare. Ti aiuteremo io e Mike.”
“Zio…” sussurrò Bella.
“Sì, Bella. Dimmi pure…”
“Ecco, non c’è bisogno che lo aiutiate voi… posso pensarci io.”, disse d’un fiato.
“Oh, tesoro. Io e Mike lo aiuteremo soltanto a raggiungere il bagno, nelle tue condizioni non potresti mai farcela a sollevarlo di peso. Certo che poi puoi occupartene tu… è tutto tuo!”
Bella arrossì e ringraziò mentalmente suo zio. Aveva bisogno di stare con Edward da sola, non voleva condividerlo con nessuno.


“Bene, Mike, vieni in casa. Hai bisogno anche tu di un bel bagno e anch’io. Bella, Rosalie e Joseph sono in lavanderia a disinfettare le bende, se hai bisogno di qualcosa e io non sono ancora tornato, chiedi a loro. Torno subito.”
“Certo zio, va’ pure.”, Bella sorrise e si affrettò a raggiungere il bagno dell’ambulatorio.
La piccola vasca non riusciva a contenere il corpo di Edward, che aveva dovuto piegare le gambe per riuscire a entrarci. Bella notò che la gamba ferita era fuori dalla vasca.
“Tuo zio dice che non dobbiamo bagnarla”, Edward rispose alla sua muta osservazione.
“Come fai?”, gli domandò Bella dolcemente.
“A capire cosa sto pensando. Lo fai sempre.”, gli accarezzò una guancia, ruvida per via della barba incolta.
“Per me i tuoi occhi sono un libro aperto, riesco a capire quello che stai pensando semplicemente guardandoti. Mi viene… naturale”, rispose lui scrollando le spalle.
Bella sorrise e si chinò per baciargli le labbra.
“Ti amo”, sussurrò ancora sulle sue labbra.
Edward sollevò un braccio dall’acqua e le accarezzò una guancia, bagnandola con la mano, ma a Bella non diede fastidio. Anzi, si beò di quel contatto tanto a lungo agognato.
“Ti amo anch’io Bella, non hai idea di quanto sia grande il mio amore per te. Sei stata la mia ancora di salvezza, la ragione per la quale sono sopravvissuto alla fame, al freddo, ai colpi di mitragliatrice… Tu e il bambino che cresce nella tua pancia siete tutta la mia vita.”
Bella si commosse a quelle parole e lo baciò ancora e ancora. Una morsa le aveva intrappolato il suo cuore, sentendo quelle parole. Chissà quanto ha dovuto soffrire, povero amore…
Avrebbero continuato quel discorso più tardi, quando Edward si sarebbe ripreso - perché lei era certa che si sarebbe ripreso -, quando la guerra si sarebbe allontanata ancora di qualche passo rispetto a loro, avrebbero affrontato di nuovo quel discorso. Bella, in quel momento, voleva solo fargli dimenticare tutta quella sofferenza e quel dolore che aveva lasciato segni profondi nel corpo e nella mente di Edward.
“Bene, soldato. Vogliamo fare questo bagno, che ne dici?”, domandò con tono allegro.
“Maggiore, prego.”, la riprese Edward con tono saccente.
“Oh, mi perdoni, maggiore.”, calcò volutamente con il tono della voce l’ultima parola, facendolo ridacchiare.
Bella sollevò le maniche della sua camicia da notte e si inginocchio sulla pila di cuscini che suo zio le aveva lasciato accanto alla tinozza.
“Bella, sei sicura di non affaticarti troppo così? Con la pancia, il bambino… io posso lavarmi da solo…”
“Edward”, lo riprese lei.
“Vuoi privarmi del piacere di fare il bagno al mio futuro sposo?! Lasciami prendere cura di te… io sto bene. Guarda, lo zio mi ha messo dei cuscini qui, apposta. Io e la bambina stiamo bene.”
“Bambina?! Ma come… dici sul serio?!”, domandò Edward stupito.
Bella gli raccontò di Angela e del gioco dell’ago e il sorriso di Edward si allargò notevolmente sul suo viso.
“Sai, ho sempre pensato che sarebbe stata una bambina. L’ho sognata spesso, in questi mesi. Non lo so perché, ma il fatto che sia arrivata così presto e inaspettatamente nelle nostre vite, proprio come tu sei arrivata nella mia vita, mi ha fatto sempre pensare che fosse una bambina, testarda e determinata come la sua mamma.”, Edward accarezzò il viso di Bella e si allungò per baciarle una guancia.
“Anch’io l’ho sognata, quasi ogni notte.”, disse Bella con una certa soddisfazione nella voce.
“Anche se eravamo lontani, nei sogni siamo sempre stati uniti.”, aggiunse Edward.
Bella gli baciò il dorso della mano e poi prese a lavarlo con cura.
Prima i capelli, poi il collo, le spalle, il petto, le braccia, fino a scendere sul suo addome e poi più in basso, fino alle gambe. Usava una spugna pregna di sapone, ma prima di passare la spugna, la sua mano e le sue labbra, tracciavano la strada sul corpo di Edward, quasi a rimarcare il territorio. Quando per sbaglio, muovendosi per raggiungere la gamba immersa nell’acqua, urtò la gamba fasciata, Edward sussultò per il dolore e strinse i denti.
“Scusa amore. Ti fa così tanto male?”, domandò Bella preoccupata, accarezzando delicatamente la fasciatura e posando un bacio delicatissimo sulla gamba.
“Un po’… non preoccuparti. Ora va meglio… se mi dai un altro bacio, forse il dolore passa del tutto.”, rispose con tono furbo Edward.
Bella comprese il suo gioco e decise di rispondere a tono.
“E dove sente dolore, maggiore? Mi faccia vedere?”
“Umm… qui”, e si toccò l’angolo della bocca.
Bella gli sorrise maliziosamente e si chinò per posargli un bacio nel punto che aveva indicato.
“E poi?”, sussurrò con un filo di voce.
“Qui!”, rispose lui catturando le labbra di Bella tra le sue. Le cinse il collo con le braccia, finendo per bagnarle quasi tutta la camicia da notte e parte dei capelli.
“Mi sei mancato così tanto”, esclamò sulla sua guancia.
“Anche tu amore, non sai quanto… Ma ora sono qui e non me ne andrò per nessuna ragione al mondo.”
“Mai più?”, domandò Bella.
“Mai più, te lo prometto. Il mio posto è qui.” E con una mano scese ad accarezzare il pancione di Bella.


“Vado a chiamare lo zio per farti uscire dalla vasca.”
“No, Bella ce la faccio.”
“Edward, per favore. Lo zio mi ha raccomandato di non farti fare assolutamente sforzi. Aspettami qui.”
“Va bene, va bene. Non mi muovo!”, esclamò alzando le braccia in aria, in segno di resa.
Bella ridacchiò e andò nello studio di suo zio. Carlisle stava sistemando dei farmaci in un cassetto.
“Zio, ho finito. Puoi venire ad aiutare Edward?”
“Certo Bella, arrivo subito.”
“Come sta Mike? Con tutta la confusione di ieri, non mi sono neanche preoccupata di chiederglielo…”
“Sta bene, Bella. Non rimproverarti, è normale che ieri ti sia dimenticata di domandargli come stesse. Sta riposando in casa, è molto provato anche lui. Ho dovuto dargli dei sonniferi per dormire… povero ragazzo. La guerra è una brutta bestia”, la voce di Carlisle si incrinò e per un attimo Bella pensò che stesse per scoppiare in lacrime. Non aveva mai visto suo zio piangere, anzi, non aveva mai visto suo zio senza un sorriso sulle labbra.
“Zio, tutto bene?”, domandò Bella preoccupata.
“Sì, certo. Perdonami, Bella. Forse non lo sai, ma mio padre era un soldato.”
“Credevo fosse un medico, come te.”, rispose la fanciulla.
“Sì, era un medico dell’esercito francese. Ha fatto parte dell’esercito per più di trent’anni. Ha trascorso molti anni in Africa, in Algeria e in Tunisia, a curare i soldati. Quando è tornato a Parigi… non era più lo stesso. Fino alla fine dei suoi giorni, è dovuto ricorrere all’etere per riuscire ad addormentarsi.”
“Oh”, sussurrò Bella rabbuiandosi.
“Tesoro, non volevo spaventarti. Non temere per Edward o per Mike: loro sono giovani, il loro cuore cancellerà presto i brutti ricordi della guerra.”, la rassicurò suo zio.


“Allora Edward, va meglio ora?”, domandò Carlisle aiutandolo ad indossare un pigiama pulito.
“Decisamente”, rispose Edward lanciando un’occhiata maliziosa a Bella.
“Bene bene, molto bene. Se non ti dispiace, vorrei tenerti ancora qui per qualche giorno in osservazione. Nel pomeriggio Charlie tornerà da Lecce con le medicine di cui hai bisogno, dopo qualche giorno di somministrazione ti potrò liberare da questo ambulatorio.”
“Che tipo di medicine, Carlisle?”, domandò Edward.
“Penicillina, ne hai sentito parlare?”
“Ma certo. Me l’hanno somministrata in infermeria quando sono stato ferito, dopo un rastrellamento.”, lo informò Edward.
“Mi hai dato una buona notizia Edward: se ti è già stata somministrata, possiamo stare tranquilli che non avrà effetti indesiderati sul tuo organismo. Dobbiamo solo attendere il loro arrivo.”, Carlisle gli sorrise e dopo averlo fatto stendere sul letto, che Rosalie nel frattempo aveva cambiato, gli controllò la temperatura.
“Hai un po’ di febbre… è normale, con una ferita del genere.” Carlisle guardò preoccupato il numero segnato dalla colonnina di mercurio - '38' - e pregò che Charlie trovasse la penicillina e la portasse presto lì.
A Bella non sfuggì lo sguardo di suo zio, ma si sforzò di non mostrarsi preoccupata di fronte a Edward.
“Hai bisogno di qualcosa, Edward?”
“In realtà sì. Per favore, potrei avere un rasoio e del sapone da barba? Vorrei radermi.”, domandò Edward.
“Ma certo, ti porto subito tutto l’occorrente. Lo specchio nella toletta è piccolo, ma credo sia sufficiente. Se hai difficoltà a stare in piedi per raderti, posso aiutarti io.”, si offrì gentilmente Carlisle.
“Ti ringrazio, ma penso di potercela fare da solo. Sono un soldato, sono abituato a radermi senza specchio.”, rispose Edward.


“Posso raderti io?”, gli domandò Bella mentre osservava Edward preparare l’occorrente che Carlisle gli aveva portato.
“Umm… d’accordo!”, rispose Edward mentre la sua bocca si piegava in una virgola di sorriso.
“Sei troppo alto, però! Non ci arrivo!”, si lamentò Bella avvicinando il pennello pieno di sapone al viso di Edward.
“Vediamo cosa possiamo fare… trovato!”
Prese una sedia e vi si accomodò, portando Bella su di sé, facendola sedere a cavalcioni, il più possibile vicina a sé, per quanto la protuberanza del suo ventre lo permettesse, l’uno di fronte all’altra.
“Edward! Così ti faccio male! La tua gamba! E poi ora sono più pesante…”, disse indicando la sua pancia.
Bella cercò di alzarsi, ma Edward la costrinse a stare giù.
“Tu non ti muovi di qui. Non mi fai male. E non sei affatto pesante”, le rispose dolcemente, accarezzandole la pancia che si frapponeva fra i loro corpi.
“Va bene…”, asserì la fanciulla con altrettanta dolcezza.
Iniziò a spargere con il pennello il sapone da barba sul suo viso. Poi passò il rasoio a serramanico dal collo al mento, sulle guance e sulla delicata porzione di pelle tra il naso e il labbro superiore. Bella era molto concentrata e Edward tentava di facilitarle il compito, inclinando il capo seguendo i movimenti della rasatura.
“Fatto!”, esclamò Bella soddisfatta, pulendo dal viso di Edward i residui di sapone, con la tovaglietta di lino che gli aveva posato sul petto, a mo’ di bavetta.
Gli diede un sonoro bacio sulle labbra e si sollevò, mantenendosi sulle sue braccia. Dovette sgranchirsi le gambe, perché la posizione che aveva mantenuto fino ad allora le aveva rese anchilosate.
“Tutto bene, amore?”, domandò apprensivo Edward.
“Sì, sì, tutto bene. Da quando c’è lei,- si accarezzò amorevolmente il ventre- i miei muscoli hanno perso un po’ di elasticità e le mie ossa si stanno adattando alla nuova arrivata. Zio Carlisle ha detto che è tutto normale, non ti preoccupare. Tu piuttosto, come ti senti?”
“Mai stato meglio” e la baciò, facendole inclinare il capo indietro.
“Hai fatto un ottimo lavoro, Bella. Prima il bagno, poi la barba… Mi piace ricevere tutte queste cure da te…”, le confessò arrossendo.
“E a me piace prendermi cura di te!”, rispose lei prontamente, accarezzandogli le guance morbide e lisce.
“Ora fila a letto! Devi guarire e rimetterti in sesto… mi sei mancato…”, la sua voce si arrochì sull’ultima frase.
Edward ridacchiò e le baciò una guancia.
“Non hai nemmeno idea di quanto mi sia mancata tu… ma … credi che, con la bambina… possiamo?
“Immagino di sì… in fondo, quando non sapevamo ancora di lei non ci siamo di certo astenuti, anche se era più piccola di adesso…”, Bella sorrise e si accarezzò il pancione, dove incontrò la mano di Edward.
“Chiederò allo zio…”, mormorò arrossendo, sebbene sapesse che suo zio era molto professionale e disponibile e che poteva chiedergli qualunque cosa, era pur sempre suo zio e parlargli di certe cose imbarazzava Bella.
“Ora dormi!”, ordinò Bella.
“Agli ordini comandante!”, rispose Edward.
“Vado a cambiarmi, torno subito.”, lo salutò con un bacio e quando arrivò nello studio di suo zio, trovò suo padre e suo fratello ad attenderla.
“Che succede? Avete trovato le medicine?”







NOTE.

Dite che avranno trovato le medicine?
Lo scoprirete nel prossimo capitolo, fra una decina di giorni circa!
Avete ritrovato lo spoiler nel capitolo? ^^ Piaciuto?! Il capitolo è un po' più lungo del solito, spero vi faccia piacere :) Grazie a tutte voi che leggete e seguite questa storia.
Buone vacanze e buon Ferragosto!
A presto, un bacio!

  
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