Primi Segni di un Grande Pericolo
Ogni tanto mi capita di inciampare mentre mi vesto o mentre attraverso il corridoio così anche
mia madre alle cinque di mattina è già sveglia. Assonnata si mette la vestaglia e scende in cucina
a fare colazione con me.
E' una bella donna di quasi cinquant'anni, pelle scura come l'ebano e capelli neri pettinati sempre
con cura in tante piccole treccine. Non si trucca molto, preferisce lasciare il viso libero da quelle
"cose da giovani", come dice lei. Ha uno spiccato senso della moda. Veste sempre con dei semplici
jeans scuri e delle camicette colorate e svolazzanti che lasciano scoperte le braccia lisce.
Seduta aspetta tra uno sbadiglio e l'altro, gli occhi semi chiusi e i capelli spettinati che io le prepari un
caffè e le passi i biscotti. Per me invece c'è del semplice latte con cereali. Sono una patita di caffè
ma considerando che ne berrò sicuramente uno durante l'intervallo, un altro dopo pranzo, e almeno
altri due o tre nel corso del pomeriggio e della sera non trovo saggio cominciare a bere quel liquido
squisito già prima dell'alba.
- Ecco qua! Un buon caffè bollente.
- Odora di bruciato.
La vera ragione per cui non bevo caffè per colazione è che non lo so preparare. Solo qualche volta ho
fortuna e viene buono.
- Ops.
- Quando imparerai a prepararlo?
Alzai le spalle sorridendo - Chi lo sa. Io riesco anche a sopravvivere con quelli del bar.
Mia madre scuote la testa e vuota la tazzina. Lancio un'occhiata all'orologio.
- Io vado. Ciao mamma.
- Ciao tesoro, non fare tardi a scuola.
Già in sella alla mia bici la saluto con la mano e pedalo verso la spiaggia.
Lasciati i miei vestiti nel capanno corro in acqua con la tavola sotto braccio. Oggi l'Oceano è calmo.
Tra le onde intravedo un delfino solitario così mi avvicino per poter nuotare con lui.
Dopo aver stretto bene la mia bisaccia al petto lego una pietra alla cordicella della tavola e la abbandono
poi mi immergo.
Il delfino nuota in cerchio intorno a me e si avvicina poco. Un comportamento insolito. Dovrebbe essere
più amichevole, meno schivo.
Con un colpo di gambe mi avvicino all'animale e gli accarezzo un fianco per fargli capire che non ho intenzione
di fargli del male. Il delfino si lascia cullare dalle mie carezze. Nel girargli intorno noto che il muso sembra
deformato così provo a guardare meglio.
Delle ferite spiccano vicino agli occhi, alcune sono delle semplici linee, altre si incrociano perpendicolarmente.
Una rete.
Non sapendo cosa fare e avendo con me solo del cibo mi limito a nutrirlo e fargli compagnia. Lo sento stridire
per ringraziarmi. Dopo un'oretta in acqua esco per asciugarmi un pò e andare a scuola.
In classe informo Amina di quello che è successo.
- Segni di rete? Sei sicura?
- Al cento per cento.
- Sarà stato qualche pescatore che lo ha preso per sbaglio.
- O forse quelle reti che ci sono a largo - dico illuminandomi. Non ci avevo pensato quella mattina.
- Quelle anti squalo?
Annuisco.
- Probabile ma se è libero vuol dire che forse non sono pericolose, o no?
- Sinceramente non lo so.
All'uscita da scuola sentiamo delle urla sovrastare quelle dei ragazzi.
Curiosa mi avvicino con Amina alla fonte delle voci.
Due donne sono in piedi su degli scalini, una con dei volantini in mano, l'altra con un megafono.
- Salviamo gli squali! Diventate uno Shark Angel. E' semplice e potete aiutare questi poveri animali anche
da casa, senza entrare in acqua.
Poche persone si fermano ad ascoltare, alcune prendono i volantini ma li buttano via dopo poco.
- Sono delle ambientaliste, lasciamo stare - borbotta Amina.
- No io vorrei ascoltare.
- Come vuoi, a dopo.
Una volta sparita Amina mi avvicno alle due donne.
- Aiutateci a salvare gli squali! Firmate la petizione per rimuovere le reti!
- Le reti anti squalo? - domando.
La donna con i volantini me ne porge uno - Qui c'è scritto tutto. Se ti interessa la nostra causa chiamaci
al numero scritto dietro.
- Oh, grazie. Lo leggerò.
Loro mi sorridono poi tornano a cercare di attirare l'attenzione sulla folla.
- Ah scusate, dimenticavo. Stamani ho trovato un delfino con dei segni di rete sul muso. Forse ha bisogno
di cure.
Come se non esistesse più nessuno smettono di urlare e mi chiedono indicazioni su dove trovarlo, poi corrono
via lasciandomi sola con il mio volantino in mano.