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Autore: Giady_910    13/08/2012    3 recensioni
Salve a tutti! Ho avuto l'ispirazione di scrivere questa storia guardando Doctor Who.
La storia parla di una ragazza di 17 anni che scopre di essere la figlia dell'ultimo signore del tempo.
Spero vi piaccia, Buona lettura!
Genere: Avventura, Drammatico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Altri, Doctor - 10, Jack Harkness, Nuovo personaggio, TARDIS
Note: Otherverse | Avvertimenti: nessuno
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Si fece sera e Penelope se ne stava in camera sua a pensare a quell'uomo. Ad un certo punto il computer si illuminò: era una richiesta di video-chiamata da parte della sua amica Alessia. Penelope accettò e parlando le raccontò dell'uomo misterioso che aveva conosciuto.

<< Quale tizio? Non dirmi che è un pervertito?! >> chiese Alessia agitandosi.

<< Ma no stai tranquilla >>

<< Ne sei sicura? Guarda che se ti fa del male lo uccido >>

<< Tranquilla, tengo le dovute distanze. E poi mi sembra simpatico, a parte certi atteggiamenti strani >>

<< Di che tipo? Parlami di lui >> disse l'amica, e Penelope cominciò a raccontare della prima volta che lo vide: << Tre, quattro settimane fa, era una giornata come le altre e mi trovavo a lavoro. Dopo un paio di minuti nella pasticceria entra quest'uomo: indossava un completo blu; sotto la giacca una camicia bianca, al collo una cravatta rossa e ai piedi delle Converse rosse e bianche. Sembrava un individuo normale, come tutti gli altri, però, qualcosa non quadrava: primo, non lo avevo mai visto da queste parti; secondo, da quel giorno continuava a venire ogni giorno alla stessa ora; terzo, ogni volta che gli chiedo come si chiama mi dice ' oh! Non è importante! ' e svia il discorso ad altro; e quarto, oggi che ho avuto l'opportunità di parlargli ad un certo punto si è messo a fare un discorso strano e poi se né andato via correndo >>

<< Discorso strano? Spiegati >>

<< Ha cominciato a dire che devo stare attenta e che non devo fidarmi di nessuno >> concluse Penelope.

<< Mi sembra alquanto strano >> affermò Alessia perplessa.

<< Lo so è strano >> si interruppe e riprese << Sai adesso che ci penso, c'è una cosa che mi perplessa >>

<< Cioè?! >>

<< Non ci avevo fato caso subito, ma oggi il barista mi ha fatto notare alcune somiglianze: tipo gli stessi occhi; lo stesso colore dei capelli; stessi gesti ed atteggiamenti; stesso modo di parlare con le persone; stesso modo di sorridere.. >>

<< Magari è tuo padre >> disse Alessia in tono ironico.

<< Non scherzare >>

Le due amiche parlarono per un altro po' e poi chiusero la chiamata dandosi la buona notte.

Penelope spostò la tenda della finestra e si mise a guardare il cielo per pochi istanti dopo di che si mise il pigiama ed andò a dormire.

Durante la notte Penelope si agitò terribilmente: sognò di essere sola al buio, ma di sentire una voce che le parlava, una voce di un uomo. Tentò di parlarci ma la voce non le dava retta, continuava a parlare. Non riusciva a vedere niente, continuava solo a sentire quella voce che diceva: “Sei ancora così giovane, e già devi combattere per sopravvivere. Se solo potessi dirti chi sono lo farei, ma...ti rovinerei la vita, e questo io non lo voglio. Ho dovuto abbandonarti quando non eri ancora nata, e me ne sono pentito. Però, se fossi rimasto sarebbe stato pericoloso sia per te che per la donna che amo. Oh, Penelope mi dispiace così tanto. La mia bambina. Meglio che vada, ciao tesoro mio” e poi il silenzio. Non lo sentiva più, ma percepiva qualcosa che le accarezzava i capelli, come un tocco sulla fronte.

La ragazza si svegliò di colpo e si guardò intorno con respiro affannoso, pieno di paura. “Di chi era quella voce? Perché mi ha detto quelle cose? Cosa significa?!” si chiese agitata.

La luce che passava attraverso la finestra fece capire a Penelope che era ormai mattino, così decise di chiamare il suo ragazzo e gli chiese di incontrarsi. Si diedero appuntamento al solito posto: di fronte al parco dove lui le aveva chiesto di essere la sua fidanzata. Penelope si preparò, scese a fare colazione, prese la borsa e uscì.

Lungo la strada non salutò nessuno, andò dritta senza fermarsi. Aveva troppe pensieri in testa, e non riusciva a concentrarsi sulle persone intorno a lei. Una volta arrivata sul luogo dell'incontro si gettò tra le braccia di Alessandro che, preoccupato, la strinse a se accarezzandole i capelli. Le domandò cosa fosse successo e lei gli raccontò del sogno che aveva fatto. Alessandro era turbato, percepiva la paura di Penelope e voleva rallegrarla almeno un po'.

<< Non posso stare tranquillo se te sei spaventata >> spiega lui.

<< Fallo per me. Non voglio che stia male anche tu >>

<< Dimmi almeno cosa posso fare per farti stare meglio >>

Lei lo guardò per qualche istante, poi appoggiò la sua mano sul suo viso e, avvicinandosi piano, lo baciò in modo lento e dolce: << Mi basta sapere che tu ci sarai se avrò bisogno di te >> disse sorridendo.

Alessandro le sorrise di rimando e, per il resto del tempo, non ritornarono più sul discorso del sogno.

Quando Alessandro la lasciò per andare a lavoro, Penelope se ne tornò a casa. Con sua grande sorpresa sua madre era già tornata da lavoro, e colse quell'occasione per parlarle e per fare chiarezza su ciò che le stava succedendo in quel periodo.

<< Dimmi tesoro, c'è qualcosa che non va? >> chiese la madre preoccupata.

<< Beh, da qualche periodo ho dei dubbi >>

<< Spiegami. Così ti posso aiutare >> le disse la madre.

<< Durante la notte ho fatto un sogno strano: una voce di un uomo mi parlava e mi diceva che era stato costretto ad abbandonarmi quando io non ero ancora nata, che non può rivelarmi la sua identità e che già da adesso dovrò combattere >> si interruppe un istante << Cosa significa? So che è solo un sogno ma sembrava così reale >>

La madre cominciò a tremare leggermente << Ma no tesoro, è solo un sogno >>

<< Si forse hai ragione >> disse Penelope facendo un finto sorriso << Mi sto solo facendo paranoie per niente. Scusa se ti ho fatto perdere tempo >> disse socchiudendo la porta della cucina ed avvicinandosi alle scale. Si fermò dopo qualche gradino e sbirciando dalla porta vide la madre tirare fuori un foglio da un cassetto e dopo averlo letto mettersi a piangere. Penelope decise di tornare in camera e aspettare che sua madre andasse a lavoro per il turno pomeridiano per poi tornare di sotto e leggere cosa ci fosse scritto su quel foglio.

Dopo aver salutato la madre, Penelope scese di corsa in cucina, prese il foglio e lesse: “ Cara Giulia, ho passato dei bei momenti con te, però ora è tempo che vada. Lo sai che non mi fermo in un posto tanto a lungo, e sta volta non posso portarti con me. Ho rischiato di perderti più volte e adesso che so cosa porti dentro di te, a maggior ragione devi restare qui. So di farti soffrire con la mia partenza e credimi, mi fa morire l'idea di lasciarti ma non ho altra scelta. Un giorno tornerò a trovarti.

A presto amore mio, il tuo Dottore”

Penelope rimase immobile e tremante alle parole di quella lettera, la quale era la prova che l'uomo che sua madre aveva sposato non fosse il suo vero padre. Un sentimento di rabbia le attraversò il corpo: come poteva sua madre non averle detto la verità, una verità così importante?

  
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