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Autore: SHIERU    13/08/2012    3 recensioni
Come vi sentireste se un giorno, al vostro risveglio, vi ritrovaste nudi e sudati in una camera d'albergo, con un gran mal di testa e senza alcun ricordo della sera precedente? E soprattutto, come reagireste se scopriste che, altrettanto nudo e sudato, il vostro nemico di sempre sta dormendo accanto a voi? (HarryxDraco - 7 capitoli, conclusa)
Genere: Commedia, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Yaoi | Personaggi: Draco Malfoy, Harry Potter | Coppie: Draco/Harry
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Dopo la II guerra magica/Pace
Capitoli:
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una situazione scivolosa                                                                     Capitolo II : Una situazione scivolosa.

                                                    

 

Ancora raggomitolato tra le coperte, Draco Malfoy cercava di bloccare la sua imminente crisi isterica sforzandosi di respirare profondamente.
Tenendo gli occhi chiusi, muoveva impercettibilmente le labbra, proprio come se stesse provando a recitare una formula miracolosa in grado di risvegliarlo da un incubo.
Intuendo le sue intenzioni, Harry lo guardò, scuotendo la testa frustrato.
“E’ inutile, Malfoy. Puoi ripetertelo quanto vuoi, ma questo non è un brutto sogno. Qualunque cosa sia successa ieri sera…beh, è successa. E questa è la fottutissima realtà”.
Draco gli gettò un’occhiata astiosa, ma il fatto che sembrasse sul punto di svenire rese meno credibile la minaccia.
Harry lo ignorò, avvinandosi al letto.
"In ogni caso, non dobbiamo lasciarci prendere dal panico” affermò ostentando una tranquillità palesemente fasulla.
“Per prima cosa, cerchiamo di sfilarci questi anelli" .
Draco annuì poco convinto, cercando di levarsi nuovamente la fede dal dito.
Dopo aver fallito con la sua, praticamente si avventò sulla mano di Harry, cercando di aiutarlo a togliere la sua.
"Non si tolgono!” constatò, cominciando a sudare freddo.
Potter si morse il labbro.
"Aspetta, proviamo con un incantesimo lubrificante" propose.
"Che?!".
"Preferisci che usi la saliva?" ribatté irritato.
Draco tese le labbra in una smorfia disgustata.
"No. Che schifo" commentò, facendo finta di vomitare.
Harry roteò gli occhi al cielo e, senza aggiungere altro, pronunciò l’incantesimo.
Dalla punta della bacchetta uscì una sostanza fredda e vischiosa che colò intorno al dito di Draco, macchiando le lenzuola.
“S-stai attento!” esclamò quest’ultimo, arrossendo vistosamente. “Non c’è bisogno che ne usi così tanta…”.
“Non la decido mica io la quantità!” replicò Potter, senza guardarlo negli occhi.
“Dopotutto questo incantesimo non è nato certo per questo scopo…” mormorò, avvertendo le proprie guance scaldarsi.
Toccare in quel modo la mano di Malfoy lo faceva vergognare terribilmente.
Certo, lui stava solo cercando di togliergli dal dito quel maledetto anello, però il suo cervello non poteva fare a meno di condurlo ad altri tipi di associazioni sicuramente meno nobili.

"Non funziona!" esclamò Draco stizzito, scostando la propria mano con un colpo secco.
Harry sospirò, ripulendosi le dita nel copriletto.
"D’accordo. Allora non ci resta che provare con i metodi tradizionali...".
Con passo deciso, Potter si avviò verso il bagno, tornando poco dopo con un flacone di sapone in mano.
Notando l’etichetta, uno sguardo accigliato adombrò gli occhi chiari di Malfoy.
"Ma se non ci siamo riusciti con la magia come pretendi che-".
"Grazie per l'incoraggiamento” lo interruppe il moro.
“Ora, sta' zitto e dammi il dito" ordinò perentorio.
“Hey, perché devi sempre sperimentare le tue idee bislacche su di me?!” domandò Malfoy, allontanandosi dalla sua portata.
“Perché il tuo dito ormai si sarà un po’ allentato…” rispose Harry, candido.
“Forse mi stai confondendo con il coperchio di un barattolo! Mi hai già torturato abbastanza, ora tocca a te soffrire!”.
“Sei sempre il solito melodrammatico…” .
“E tu sei sempre il solito rozzo campagnolo. Non vedi come mi hai ridotto?! Hai tirato così forte che per un attimo ho creduto mi volessi staccare il dito!” si lamentò Draco, mostrando l’anulare arrossato.
“Ok, lagna. Come vuoi” si arrese Harry.
“Vediamo se riesci a fare di meglio” aggiunse ironico, porgendogli il flacone.
Draco lo afferrò, incenerendolo con lo sguardo ; poi, senza fiatare, premette lo stantuffo, cospargendo il dito di Harry con una dose abbondante di sapone e iniziò a massaggiarlo con cura intorno all’anello, insistendo sulla giuntura.
Harry lo osservava con uno strano senso di imbarazzo, come se il suo tocco accendesse il proprio inconscio di sensazioni che sapeva di aver provato, ma che aveva dimenticato.
Malfoy cominciò a tirare con tutta la sua forza, ma l’unica cosa che riusciva a fare era scivolare era la sua stessa presa.
"Cazzo, ma di che misura sono questi cosi! Ce li hanno incollati addosso?!".
Harry lo guardò con uno sguardo di commiserazione, come se avesse predetto il suo fallimento fin  dal principio.
“Aspetta, fammi asciugare le mani” lo bloccò il biondo, prima che potesse fare qualsiasi commento.
“E’ inutile, non esce” lo freddò Potter.
“Lo sapevo che le tue idee erano inutili quanto la tua esistenza” commentò Malfoy, arrendendosi.
“Almeno io qualche idea ce l’ho, il tu cervello invece mi sembra piuttosto vuoto!”.
“Cosa?!”.
“Magari in verità te la vuoi tenere questa stupida fede, per quello non proponi niente” lo provocò Harry.
“Sei pazzo, perché mai potrei volerla?!” ribatté Draco, alterato.
“Dimmelo tu. Magari vuoi ricattarmi…”.
“Rica…?!”.
“O forse vuoi chiedermi gli alimenti”.
“Grazie, sono abbastanza ricco da mantenermi da solo, non ho bisogno di imparentarmi con la plebaglia” sputò Malfoy, esibendo una smorfia.
“Certo, la tua mamma avrà già in serbo per te qualche “sforna - figli” di alto lignaggio…che misera vita l’aspetta!”.
“Non sarà mai misera quanto la vita che offrirai alla cozza Weasley! Lo sa lei, che il suo Golden boy preferisce il-”.
Potter si gettò su Draco, tappandogli la bocca con poca delicatezza.
“Chiudi quella ciabatta!” esclamò furioso.
Malfoy si divincolò, biascicando parole insensate contro la sua pelle.
“Tanto si è capito che anche tu preferisci il…”.
Harry mosse la testa, allusivo, indicando in basso con gli occhi.
Draco seguì il suo sguardo, calmandosi per un secondo ; poi, aggrottando le sopracciglia cominciò a divincolarsi più forte, provando a morderlo.
Deciso a non lasciarsi sopraffare, Harry gli si lanciò addosso, immobilizzandolo con il suo peso contro il materasso.
Accusando il colpo, Malfoy smise di muoversi, sorpreso e imbarazzato da quell’imposizione.
Avvertendo la morbida collisione tra i loro corpi, per un attimo anche Potter perse l’uso della parola.
Dopotutto, a dividerli c’era solo un leggerissimo lenzuolo di cotone bianco.

Un lenzuolo davvero, davvero sottile – pensò Harry, ricordando all’improvviso la condizione di attuale nudità di Draco.
“Senti, finiamola qui, ok?” domandò, scacciando quel pensiero dalla sua testa.
“E’ inutile continuare a litigare, l’unico modo che abbiamo per uscire da questo impiccio è collaborare. Poi, ognuno se ne andrà per la sua strada e tanti cari saluti. Va bene?”.
Malfoy annuì lentamente ed Harry, finalmente, lo lasciò andare.
“Allora, qual è il piano B?” domandò il biondo, sistemandosi le coperte intorno alla vita, tenendo gli occhi bassi.
“Mh...” .
Potter rifletté per un secondo.
“Olio!” esclamò dopo un po’ “Ci serve dell’olio!”.
Draco inarcò un sopracciglio.
“Ancora i tuoi rimedi babbani?” domandò.
“Per caso hai qualche idea migliore?” ribatté Harry, incrociando le braccia. “Ti ascolto”.
Il biondo fece schioccare la lingua, infastidito.
“No” sibilò.
"Perfetto” replicò Potter, ignorando l’astio della sua risposta.
“Allora scendiamo a vedere se c'è al ristorante" aggiunse, cercando di trascinare Draco fuori dal letto.
“Ah, aspetta!” lo bloccò Malfoy.
“Vuoi farmi scendere nudo?!" esclamò, in procinto di cadere sul pavimento.
Harry si voltò, lasciandogli il polso.
Di fronte a lui, Draco era in ginocchio sul bordo del materasso, un lembo del lenzuolo a coprirgli per miracolo i gioielli di famiglia.
"Oh...già" .
Harry finse di schiarirsi la voce, chiaramente a disagio.
"Vestiti" ordinò, girandosi di spalle.
“Non c’è bisogno che tu me lo dica” ribatté Draco, allontanandosi a raccogliere i propri vestiti.
"Anzi, forse dovresti prendermi ad esempio. Non ci tengo a vederti in mutande tutto il giorno" aggiunse, prima di chiudersi alle spalle la porta del bagno.
Harry fece scivolare lo sguardo verso il basso, notando confuso i propri boxer in bella vista.
“Mi…mi stavo appunto vestendo!” gridò, in direzione della toilette.
A quelle parole, la porta del bagno si aprì leggermente, rivelando un paio di iride grigie che lo guardavano con compassione.
“Certo. E infatti è per questo che i tuoi jeans sono ancora sul mio cuscino”.
Un sorriso sghembo incurvò le sue labbra scarlatte.
“Ma forse stai solo aspettando che il tuo elfo ti stiri la gonna”.

 

***

 

La Hall dell’albergo era gremita di gente.
Harry e Draco camminavano a testa basta tra la folla, sperando che nessuno li riconoscesse e, soprattutto, che nessuno facesse caso al fatto che erano insieme.
Per loro fortuna, gli altri ospiti sembravano più interessati alle slot machines  e ai drink offerti dal personale che alla loro presenza.

Una volta giunti al bancone del bar ristorante, Harry individuò immediatamente il cameriere, attirando la sua attenzione prima che qualcun altro potesse distrarlo.
 “Mi scusi, ci servirebbe dell’olio d’oliva per favore” chiese infatti, educatamente.
Il cameriere annuì, aprendosi in un sorriso affabile.
“Certo, il vostro piatto non era abbastanza condito, signori?”.
“Ah, no…non abbiamo ordinato niente” si affrettò a negare Harry.
Il barista parve sorprendersi.
“Oh. Vi preparo un’insalata?” domandò accigliato.
“No, grazie, non è necessario…”.
“Ok, allora desiderate qualche fetta di pane tostato?.
“No, no, ecco...”.
“Senta, vogliamo solo dell’olio!” sbottò ad un tratto Draco. “E’ così difficile da capire?!”.
“Malfoy!”.
Harry diede una gomitata al biondo, zittendolo per un attimo.
“Cosa vuoi adesso? Sto solo cercando di farci avere questo dannato olio, sai che ci serve! Insomma, abbiamo esaurito tutte le alternative!” si difese Malfoy ,agitato.
“Lo so, però per favore, cerca di avere un po’ di pazienza”.
“Di pazienza ne ho avuta anche troppa! Ricordi di cosa mi sono lasciato cospargere, no?”.
“Ma cosa centra adesso? Senti, adesso piantala!”.
Draco fece per aprir bocca, ma lo sguardo furente di Harry per una volta lo convinse a tacere.
“Ci scusi…” riprese a parlare il moro, rivolgendosi al cameriere.
“Non importa” replicò quest’ultimo.
“Allora vi prendo solamente l’olio” aggiunse.
Il barista allungò il braccio verso il carrello dei condimenti e appoggiò l’oliera sul bancone, trattenendo un sorrisetto.
“Ecco a voi”.
“La ringrazio”.
“Si figuri. Piuttosto…”.
Lo sguardo del cameriere si accese di una nuova luce.
“Buon divertimento” li canzonò malizioso.
“Buon…?”.
Draco inclinò la testa, interdetto.
“Cosa significa-” .
Realizzando le sue parole, Malfoy si bloccò, impallidendo.
“Oh, mio Dio, no! Assolutamente no!” esclamò, mentre una smorfia disgustata si apriva sul suo viso.
“Che schifo, ma cosa va a pensare?!”.
“Malfoy…”.
“Lei è assolutamente fuori strada e lei sue insinuazioni sono ridicole e fuori luogo!”.
“Malfoy, andiamo via…”.
“Andare via? Ma lo hai capito cosa voleva dire?!” domandò Draco, esterrefatto.
“Sì, purtroppo ho capito…”.
“E allora?! Non dici niente?!”.
Sospirando, Harry si voltò verso il cameriere.
“Ci divertiremo tantissimo, non si preoccupi” sorrise, poco convinto.
E, dopo averlo ringraziato, trascinò un Malfoy  sconvolto verso l’ascensore.

 

***

 

“Ci divertiremo tantissimo?! Non posso credere che tu lo abbia detto!”.
Alzando le braccia al cielo, Draco entrò come una furia nella camera 934 (
1).
“E cosa volevi che dicessi? Era inutile discutere per una cosa così stupida, l’importante è che siamo riusciti ad avere l’olio” replicò Harry, chiudendo con calma la porta.
“No, l’importante era impedire a quel barista di fantasticare sulle oscenità che pensava ci apprestassimo a fare!”.
“Beh, rassegnati, ormai è troppo tardi per quello. E poi, per quello che ne sai, magari ieri sera l’olio lo abbiamo usato davvero per quel motivo”.
“Impossibile!” si affrettò a negare Malfoy.
“Va beh, in ogni caso, chi se ne frega”.
“Come sarebbe, chi se ne frega?”
“Sarebbe che sono stufo di discutere con te, Malfoy” rispose Harry, svuotando un po’ di olio sul proprio anulare.
“Non…chi sei tu per rimproverarmi, Potter? Credi essere meglio di me?”.
“No, non lo credo” replicò Harry, cominciando ad armeggiare con la fede.
“Però, magari se mi imponessi con l’autorità di un genitore la smetteresti di darmi contro”.
Il biondo arricciò la bocca, perplesso.
“Allora, vuoi darmi una mano con questo affare, Draco?”.
Con sadismo, Harry sottolineò il nome di battesimo di Malfoy, agitandogli la mano unta sotto il naso.
“Non chiamarmi così!”.
“Perché no? E’ il tuo nome”.
“Sì, ma solo poche persone possono chiamarmi per nome e tu non sei tra queste”.
“Sei sempre in tempo per aggiungermi alla lista, Draco”.
Adirato, Malfoy cominciò a tirare il dito di Potter, mettendoci più forza del dovuto.
“Scordatelo, questo non succederà mai, Harry”.
All’ennesimo strattone di Malfoy, il moro trattenne una smorfia di dolore.
“Io non mi arrabbio mica se mi chiami così, anzi. Direi che Harry è una validissima alternativa rispetto a Sfregiato” lo provocò Potter, con un sorriso divertito.
“Sta’ zitto!”.
Adirato, il biondo appoggiò un piede sullo stomaco di Harry, facendo leva su di esso, in modo da tirare l’anello con più forza.
Potter incassò il colpo, traballando leggermente.
“Tutto qui? Mi aspettavo più forza da Draco Malfoy”.
“Quando ti staccherò il dito non sarai più così strafottente”.
Incentivato dalle parole di Harry, Malfoy strinse i denti, dando un ultimo energico strattone al povero anulare di Potter.
Il colpo fece perdere l’equilibrio a entrambi, facendoli cadere rovinosamente per terra.
Massaggiandosi il coccige, Harry osservò lo stato del suo dito, rosso e dolorante ; la fede non si era spostata di un millimetro, anzi, ora che la falange pulsava a causa degli strattoni, sembrava essere diventata ancora più stretta.
“Non ci credo…” mormorò Potter a bocca aperta.
Sospirando, Malfoy si pulì la mano sporca di olio sulla giacca abbandonata vicino ai suoi piedi.
“Non si è tolta, vero?” domandò, consapevole della risposta.
“No…e non pulirti sulla mia giacca!”.
Malfoy sbuffò e, fingendosi obbediente, afferrò la manica della giacca per metterla a posto.
“Certo, gliela piego immediatamente signore” esclamò ironico, mentre si alzava.
Nel farlo, una polaroid e una specie di volantino stropicciato scivolarono fuori dalla tasca interna.
Draco raccolse prima il volantino.
“E’ l’invito alla festa di addio al celibato di Patrick Dalloway!” esclamò, dopo averlo letto. “Allora é lì che siamo andati ieri!”.
“Ma certo, Patrick!” realizzò Harry. “Si doveva sposare con quella ragazza della contabilità…come si chiamava?”
“Isterica Serika” scoppiò a ridere Draco, raccogliendo la foto dal pavimento.
Nel voltarla però, il riso gli si congelò in volto.

“E questa?” chiese, spalancando gli occhi.
"Ma che diavolo?!” esclamò, correndo a mostrarla ad Harry.
Nella fotografia, due ragazzi vestiti di tutto punto ammiccavano alla camera, reggendosi a vicenda in un abbraccio ilare e barcollante.
Inutile specificare che i due ragazzi nella foto erano proprio loro.
“Cherry Blossom Chapel?" domandò Harry, leggendo la scritta stampata sul fondo della foto.
“Credi che sia…”.
Prima di finire la frase, i loro fotogenici doppi si erano sciolti dall’abbraccio, unendosi in un lungo e appassionato bacio.
"Oddio, era proprio necessario immortalare anche quest'oscenità?!" strillò Draco, coprendosi gli occhi.
"Beh, direi che questo non è niente di che rispetto al resto che abbiamo fatto" commentò Harry pragmatico.
"Niente di che?”.
Le iridi chiare di Draco fecero nuovamente capolino sul mondo.
“Questa foto è...è così umiliante!".
"E' solo un bacio, Malfoy".
Il biondo fece una smorfia, tornado ad osservare il suo viso nella fotografia.
"Già..." mormorò dopo un po’.
Lo sguardo che aveva in quel momento era diverso dal solito.
Non era solo lo sguardo perso di chi è affogato in un litro di alcool, era anche lo sguardo preso e coinvolto di qualcuno che prova un grandissimo desiderio.
I suoi partner lo avevano sempre rimproverato per il suo carattere freddo ; non si faceva scalfire da niente, non si faceva coinvolgere da niente.
Anche quando faceva l'amore non riusciva mai a ricambiare l'ondata emotiva dell'altro.
Era bello, certo, appagante.
Ma era solo sesso.
Sentimentalmente, i baci dei suoi fidanzati lo lasciavano indifferente.
Non sapeva bene quando fosse iniziato tutto ; semplicemente, aveva chiuso il suo cuore all'amore.
Preferiva così.
In questo modo, nessuno era in grado di ferirlo.
"E' solo un bacio..." sussurrò.
Harry lo guardò qualche secondo, perplesso.
"Comunque...questa foto è un indizio" parlò, rilassando le sopracciglia prima corrugate.
"Possiamo partire da qui. Forse, se riusciamo a trovare il prete che ha celebrato la cerimonia potremo capire cos'è successo".
"E soprattutto potremo chiedergli come fare ad annullare questa farsa" aggiunse Draco.
"Esattamente" annuì Harry.
I due ragazzi si sciolsero in un sorriso senza nemmeno rendersene conto.
E, per la prima volta in tredici anni , uno sguardo complice accese i loro occhi.




Note :
(1) : Il numero della camera di Harry è un rifermento al binario nove e tre quarti, per questo "934" :)

Note dell'autrice :
Eccoci al secondo capitolo!
Prima di tutto voglio ringraziare le gentilissime personcine che hanno messo questa storia tra preferiti,ricordate e seguite, siete in pochi, ma vi adoro! Un grazie particolare a lunadistruggi e Kimmy92 che hanno voluti farmi sapere le loro opinioni :)
Come avrete capito questa fanfic ha una trama molto più leggera rispetto all'altra drarry che ho pubblicato, però mi andava di scrivere qualcosa di divertente, una sorta di commedia degli ecquivoci dove i "nostri eroi" sono costretti a mettere a nudo i loro sentimenti (e anche altre cose ahahah XD)
Detto questo, vii aspetto giovedì con il prossimo aggiornamento <3
  
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