Ancora
raggomitolato tra le coperte, Draco Malfoy cercava di bloccare la sua imminente
crisi isterica sforzandosi di respirare profondamente.
Tenendo
gli occhi chiusi, muoveva impercettibilmente le labbra, proprio come se stesse
provando a recitare una formula miracolosa in grado di risvegliarlo da un
incubo.
Intuendo
le sue intenzioni, Harry lo guardò, scuotendo la testa frustrato.
“E’
inutile, Malfoy. Puoi ripetertelo quanto vuoi, ma questo non è un brutto sogno.
Qualunque cosa sia successa ieri sera…beh, è successa. E questa è la
fottutissima realtà”.
Draco
gli gettò un’occhiata astiosa, ma il fatto che sembrasse sul punto di svenire rese
meno credibile la minaccia.
Harry
lo ignorò, avvinandosi al letto.
"In
ogni caso, non dobbiamo lasciarci prendere dal panico” affermò ostentando una
tranquillità palesemente fasulla.
“Per
prima cosa, cerchiamo di sfilarci questi anelli" .
Draco
annuì poco convinto, cercando di levarsi nuovamente la fede dal dito.
Dopo
aver fallito con la sua, praticamente si avventò sulla mano di Harry, cercando
di aiutarlo a togliere la sua.
"Non
si tolgono!” constatò, cominciando a sudare freddo.
Potter
si morse il labbro.
"Aspetta,
proviamo con un incantesimo lubrificante" propose.
"Che?!".
"Preferisci
che usi la saliva?" ribatté irritato.
Draco
tese le labbra in una smorfia disgustata.
"No.
Che schifo" commentò, facendo finta di vomitare.
Harry
roteò gli occhi al cielo e, senza aggiungere altro, pronunciò l’incantesimo.
Dalla
punta della bacchetta uscì una sostanza fredda e vischiosa che colò intorno al
dito di Draco, macchiando le lenzuola.
“S-stai
attento!” esclamò quest’ultimo, arrossendo vistosamente. “Non c’è bisogno che
ne usi così tanta…”.
“Non
la decido mica io la quantità!” replicò Potter, senza guardarlo negli occhi.
“Dopotutto
questo incantesimo non è nato certo per questo scopo…” mormorò, avvertendo le
proprie guance scaldarsi.
Toccare
in quel modo la mano di Malfoy lo faceva vergognare terribilmente.
Certo,
lui stava solo cercando di togliergli dal dito quel maledetto anello, però il
suo cervello non poteva fare a meno di condurlo ad altri tipi di associazioni
sicuramente meno nobili.
Harry
sospirò, ripulendosi le dita nel copriletto.
"D’accordo.
Allora non ci resta che provare con i metodi tradizionali...".
Con
passo deciso, Potter si avviò verso il bagno, tornando poco dopo con un flacone
di sapone in mano.
Notando
l’etichetta, uno sguardo accigliato adombrò gli occhi chiari di Malfoy.
"Ma
se non ci siamo riusciti con la magia come pretendi che-".
"Grazie
per l'incoraggiamento” lo interruppe il moro.
“Ora,
sta' zitto e dammi il dito" ordinò perentorio.
“Hey,
perché devi sempre sperimentare le tue idee bislacche su di me?!” domandò
Malfoy, allontanandosi dalla sua portata.
“Perché
il tuo dito ormai si sarà un po’ allentato…” rispose Harry, candido.
“Forse
mi stai confondendo con il coperchio di un barattolo! Mi hai già torturato
abbastanza, ora tocca a te soffrire!”.
“Sei sempre
il solito melodrammatico…” .
“E tu
sei sempre il solito rozzo campagnolo. Non vedi come mi hai ridotto?! Hai
tirato così forte che per un attimo ho creduto mi volessi staccare il dito!” si
lamentò Draco, mostrando l’anulare arrossato.
“Ok,
lagna. Come vuoi” si arrese Harry.
“Vediamo
se riesci a fare di meglio” aggiunse ironico, porgendogli il flacone.
Draco
lo afferrò, incenerendolo con lo sguardo ; poi, senza fiatare, premette lo
stantuffo, cospargendo il dito di Harry con una dose abbondante di sapone e
iniziò a massaggiarlo con cura intorno all’anello, insistendo sulla giuntura.
Harry
lo osservava con uno strano senso di imbarazzo, come se il suo tocco accendesse
il proprio inconscio di sensazioni che sapeva di aver provato, ma che aveva
dimenticato.
Malfoy
cominciò a tirare con tutta la sua forza, ma l’unica cosa che riusciva a fare
era scivolare era la sua stessa presa.
"Cazzo,
ma di che misura sono questi cosi! Ce li hanno incollati addosso?!".
Harry
lo guardò con uno sguardo di commiserazione, come se avesse predetto il suo
fallimento fin dal principio.
“Aspetta,
fammi asciugare le mani” lo bloccò il biondo, prima che potesse fare qualsiasi
commento.
“E’
inutile, non esce” lo freddò Potter.
“Lo sapevo
che le tue idee erano inutili quanto la tua esistenza” commentò Malfoy,
arrendendosi.
“Almeno
io qualche idea ce l’ho, il tu cervello invece mi sembra piuttosto vuoto!”.
“Cosa?!”.
“Magari
in verità te la vuoi tenere questa stupida fede, per quello non proponi niente”
lo provocò Harry.
“Sei
pazzo, perché mai potrei volerla?!” ribatté Draco, alterato.
“Dimmelo
tu. Magari vuoi ricattarmi…”.
“Rica…?!”.
“O
forse vuoi chiedermi gli alimenti”.
“Grazie,
sono abbastanza ricco da mantenermi da solo, non ho bisogno di imparentarmi con
la plebaglia” sputò Malfoy, esibendo una smorfia.
“Certo,
la tua mamma avrà già in serbo per te qualche “sforna - figli” di alto
lignaggio…che misera vita l’aspetta!”.
“Non
sarà mai misera quanto la vita che offrirai alla cozza Weasley! Lo sa lei, che
il suo Golden boy preferisce il-”.
Potter
si gettò su Draco, tappandogli la bocca con poca delicatezza.
“Chiudi
quella ciabatta!” esclamò furioso.
Malfoy
si divincolò, biascicando parole insensate contro la sua pelle.
“Tanto
si è capito che anche tu preferisci il…”.
Harry
mosse la testa, allusivo, indicando in basso con gli occhi.
Draco
seguì il suo sguardo, calmandosi per un secondo ; poi, aggrottando le
sopracciglia cominciò a divincolarsi più forte, provando a morderlo.
Deciso
a non lasciarsi sopraffare, Harry gli si lanciò addosso, immobilizzandolo con
il suo peso contro il materasso.
Accusando
il colpo, Malfoy smise di muoversi, sorpreso e imbarazzato da
quell’imposizione.
Avvertendo
la morbida collisione tra i loro corpi, per un attimo anche Potter perse l’uso
della parola.
Dopotutto,
a dividerli c’era solo un leggerissimo lenzuolo di cotone bianco.
Un lenzuolo davvero, davvero sottile
– pensò Harry, ricordando all’improvviso la condizione di attuale nudità di
Draco.
“Senti,
finiamola qui, ok?” domandò, scacciando quel pensiero dalla sua testa.
“E’
inutile continuare a litigare, l’unico modo che abbiamo per uscire da questo
impiccio è collaborare. Poi, ognuno se ne andrà per la sua strada e tanti cari
saluti. Va bene?”.
Malfoy
annuì lentamente ed Harry, finalmente, lo lasciò andare.
“Allora,
qual è il piano B?” domandò il biondo, sistemandosi le coperte intorno alla
vita, tenendo gli occhi bassi.
“Mh...”
.
Potter
rifletté per un secondo.
“Olio!”
esclamò dopo un po’ “Ci serve dell’olio!”.
Draco
inarcò un sopracciglio.
“Ancora
i tuoi rimedi babbani?” domandò.
“Per
caso hai qualche idea migliore?” ribatté Harry, incrociando le braccia. “Ti
ascolto”.
Il
biondo fece schioccare la lingua, infastidito.
“No”
sibilò.
"Perfetto”
replicò Potter, ignorando l’astio della sua risposta.
“Allora
scendiamo a vedere se c'è al ristorante" aggiunse, cercando di trascinare
Draco fuori dal letto.
“Ah,
aspetta!” lo bloccò Malfoy.
“Vuoi
farmi scendere nudo?!" esclamò, in procinto di cadere sul pavimento.
Harry
si voltò, lasciandogli il polso.
Di
fronte a lui, Draco era in ginocchio sul bordo del materasso, un lembo del
lenzuolo a coprirgli per miracolo i gioielli di famiglia.
"Oh...già"
.
Harry
finse di schiarirsi la voce, chiaramente a disagio.
"Vestiti"
ordinò, girandosi di spalle.
“Non
c’è bisogno che tu me lo dica” ribatté Draco, allontanandosi a raccogliere i
propri vestiti.
"Anzi,
forse dovresti prendermi ad esempio. Non ci tengo a vederti in mutande tutto il
giorno" aggiunse, prima di chiudersi alle spalle la porta del bagno.
Harry
fece scivolare lo sguardo verso il basso, notando confuso i propri boxer in
bella vista.
“Mi…mi
stavo appunto vestendo!” gridò, in direzione della toilette.
A
quelle parole, la porta del bagno si aprì leggermente, rivelando un paio di
iride grigie che lo guardavano con compassione.
“Certo.
E infatti è per questo che i tuoi jeans sono ancora sul mio cuscino”.
Un
sorriso sghembo incurvò le sue labbra scarlatte.
“Ma
forse stai solo aspettando che il tuo elfo ti stiri la gonna”.
***
Harry
e Draco camminavano a testa basta tra la folla, sperando che nessuno li
riconoscesse e, soprattutto, che nessuno facesse caso al fatto che erano
insieme.
Per
loro fortuna, gli altri ospiti sembravano più interessati alle slot
machines e ai drink offerti dal
personale che alla loro presenza.
“Mi scusi, ci servirebbe dell’olio d’oliva per
favore” chiese infatti, educatamente.
Il
cameriere annuì, aprendosi in un sorriso affabile.
“Certo,
il vostro piatto non era abbastanza condito, signori?”.
“Ah,
no…non abbiamo ordinato niente” si affrettò a negare Harry.
Il barista
parve sorprendersi.
“Oh. Vi
preparo un’insalata?” domandò accigliato.
“No,
grazie, non è necessario…”.
“Ok,
allora desiderate qualche fetta di pane tostato?.
“No,
no, ecco...”.
“Senta,
vogliamo solo dell’olio!” sbottò ad un tratto Draco. “E’ così difficile da
capire?!”.
“Malfoy!”.
Harry
diede una gomitata al biondo, zittendolo per un attimo.
“Cosa
vuoi adesso? Sto solo cercando di farci avere questo dannato olio, sai che ci
serve! Insomma, abbiamo esaurito tutte le alternative!” si difese Malfoy ,agitato.
“Lo
so, però per favore, cerca di avere un po’ di pazienza”.
“Di
pazienza ne ho avuta anche troppa! Ricordi di cosa mi sono lasciato cospargere,
no?”.
“Ma
cosa centra adesso? Senti, adesso piantala!”.
Draco
fece per aprir bocca, ma lo sguardo furente di Harry per una volta lo convinse
a tacere.
“Ci
scusi…” riprese a parlare il moro, rivolgendosi al cameriere.
“Non
importa” replicò quest’ultimo.
“Allora
vi prendo solamente l’olio” aggiunse.
Il barista
allungò il braccio verso il carrello dei condimenti e appoggiò l’oliera sul
bancone, trattenendo un sorrisetto.
“Ecco
a voi”.
“La
ringrazio”.
“Si
figuri. Piuttosto…”.
Lo
sguardo del cameriere si accese di una nuova luce.
“Buon
divertimento” li canzonò malizioso.
“Buon…?”.
Draco
inclinò la testa, interdetto.
“Cosa
significa-” .
Realizzando
le sue parole, Malfoy si bloccò, impallidendo.
“Oh,
mio Dio, no! Assolutamente no!” esclamò, mentre una smorfia disgustata si
apriva sul suo viso.
“Che
schifo, ma cosa va a pensare?!”.
“Malfoy…”.
“Lei
è assolutamente fuori strada e lei sue insinuazioni sono ridicole e fuori
luogo!”.
“Malfoy,
andiamo via…”.
“Andare
via? Ma lo hai capito cosa voleva dire?!” domandò Draco, esterrefatto.
“Sì, purtroppo
ho capito…”.
“E
allora?! Non dici niente?!”.
Sospirando,
Harry si voltò verso il cameriere.
“Ci
divertiremo tantissimo, non si preoccupi” sorrise, poco convinto.
E,
dopo averlo ringraziato, trascinò un Malfoy
sconvolto verso l’ascensore.
***
“Ci
divertiremo tantissimo?! Non posso credere che tu lo abbia detto!”.
Alzando
le braccia al cielo, Draco entrò come una furia nella camera 934 (1).
“E
cosa volevi che dicessi? Era inutile discutere per una cosa così stupida,
l’importante è che siamo riusciti ad avere l’olio” replicò Harry, chiudendo con
calma la porta.
“No,
l’importante era impedire a quel barista di fantasticare sulle oscenità che
pensava ci apprestassimo a fare!”.
“Beh,
rassegnati, ormai è troppo tardi per quello. E poi, per quello che ne sai,
magari ieri sera l’olio lo abbiamo usato davvero per quel motivo”.
“Impossibile!”
si affrettò a negare Malfoy.
“Va
beh, in ogni caso, chi se ne frega”.
“Come
sarebbe, chi se ne frega?”
“Sarebbe
che sono stufo di discutere con te, Malfoy” rispose Harry, svuotando un po’ di
olio sul proprio anulare.
“Non…chi
sei tu per rimproverarmi, Potter? Credi essere meglio di me?”.
“No,
non lo credo” replicò Harry, cominciando ad armeggiare con la fede.
“Però,
magari se mi imponessi con l’autorità di un genitore la smetteresti di darmi
contro”.
Il
biondo arricciò la bocca, perplesso.
“Allora,
vuoi darmi una mano con questo affare, Draco?”.
Con
sadismo, Harry sottolineò il nome di battesimo di Malfoy, agitandogli la mano
unta sotto il naso.
“Non
chiamarmi così!”.
“Perché
no? E’ il tuo nome”.
“Sì,
ma solo poche persone possono chiamarmi per nome e tu non sei tra queste”.
“Sei
sempre in tempo per aggiungermi alla lista, Draco”.
Adirato,
Malfoy cominciò a tirare il dito di Potter, mettendoci più forza del dovuto.
“Scordatelo,
questo non succederà mai, Harry”.
All’ennesimo
strattone di Malfoy, il moro trattenne una smorfia di dolore.
“Io
non mi arrabbio mica se mi chiami così, anzi. Direi che Harry è una validissima
alternativa rispetto a Sfregiato” lo provocò Potter, con un sorriso divertito.
“Sta’
zitto!”.
Adirato,
il biondo appoggiò un piede sullo stomaco di Harry, facendo leva su di esso, in
modo da tirare l’anello con più forza.
Potter
incassò il colpo, traballando leggermente.
“Tutto
qui? Mi aspettavo più forza da Draco Malfoy”.
“Quando
ti staccherò il dito non sarai più così strafottente”.
Incentivato
dalle parole di Harry, Malfoy strinse i denti, dando un ultimo energico
strattone al povero anulare di Potter.
Il
colpo fece perdere l’equilibrio a entrambi, facendoli cadere rovinosamente per
terra.
Massaggiandosi
il coccige, Harry osservò lo stato del suo dito, rosso e dolorante ; la fede
non si era spostata di un millimetro, anzi, ora che la falange pulsava a causa
degli strattoni, sembrava essere diventata ancora più stretta.
“Non
ci credo…” mormorò Potter a bocca aperta.
Sospirando,
Malfoy si pulì la mano sporca di olio sulla giacca abbandonata vicino ai suoi
piedi.
“Non
si è tolta, vero?” domandò, consapevole della risposta.
“No…e
non pulirti sulla mia giacca!”.
Malfoy
sbuffò e, fingendosi obbediente, afferrò la manica della giacca per metterla a
posto.
“Certo,
gliela piego immediatamente signore” esclamò ironico, mentre si alzava.
Nel
farlo, una polaroid e una specie di volantino stropicciato scivolarono fuori
dalla tasca interna.
Draco
raccolse prima il volantino.
“E’ l’invito alla festa di addio al celibato
di Patrick Dalloway!” esclamò, dopo averlo letto. “Allora é lì che siamo andati
ieri!”.
“Ma
certo, Patrick!” realizzò Harry. “Si doveva sposare con quella ragazza della
contabilità…come si chiamava?”
“Isterica
Serika” scoppiò a ridere Draco, raccogliendo la foto dal pavimento.
Nel
voltarla però, il riso gli si congelò in volto.
“E questa?” chiese,
spalancando gli occhi.
"Ma che diavolo?!”
esclamò, correndo a mostrarla ad Harry.
Nella fotografia, due
ragazzi vestiti di tutto punto ammiccavano alla camera, reggendosi a vicenda in
un abbraccio ilare e barcollante.
Inutile specificare che i
due ragazzi nella foto erano proprio loro.
“Cherry Blossom Chapel?"
domandò Harry, leggendo la scritta stampata sul fondo della foto.
“Credi che sia…”.
Prima di finire la frase,
i loro fotogenici doppi si erano sciolti dall’abbraccio, unendosi in un lungo e
appassionato bacio.
"Oddio, era proprio
necessario immortalare anche quest'oscenità?!" strillò Draco, coprendosi
gli occhi.
"Beh, direi che questo
non è niente di che rispetto al resto che abbiamo fatto" commentò Harry
pragmatico.
"Niente di che?”.
Le iridi chiare di Draco
fecero nuovamente capolino sul mondo.
“Questa foto è...è così
umiliante!".
"E' solo un bacio,
Malfoy".
Il biondo fece una
smorfia, tornado ad osservare il suo viso nella fotografia.
"Già..."
mormorò dopo un po’.
Lo sguardo che aveva in
quel momento era diverso dal solito.
Non era solo lo sguardo
perso di chi è affogato in un litro di alcool, era anche lo sguardo preso e
coinvolto di qualcuno che prova un grandissimo desiderio.
I suoi partner lo avevano
sempre rimproverato per il suo carattere freddo ; non si faceva scalfire da
niente, non si faceva coinvolgere da niente.
Anche quando faceva l'amore
non riusciva mai a ricambiare l'ondata emotiva dell'altro.
Era bello, certo,
appagante.
Ma era solo sesso.
Sentimentalmente, i baci
dei suoi fidanzati lo lasciavano indifferente.
Non sapeva bene quando
fosse iniziato tutto ; semplicemente, aveva chiuso il suo cuore all'amore.
Preferiva così.
In questo modo, nessuno
era in grado di ferirlo.
"E' solo un
bacio..." sussurrò.
Harry lo guardò qualche
secondo, perplesso.
"Comunque...questa
foto è un indizio" parlò, rilassando le sopracciglia prima corrugate.
"Possiamo partire da
qui. Forse, se riusciamo a trovare il prete che ha celebrato la cerimonia
potremo capire cos'è successo".
"E soprattutto
potremo chiedergli come fare ad annullare questa farsa" aggiunse Draco.
"Esattamente"
annuì Harry.
I due ragazzi si
sciolsero in un sorriso senza nemmeno rendersene conto.
E, per la prima volta in
tredici anni , uno sguardo complice accese i loro occhi.
Note : (1) : Il numero della camera di Harry è un rifermento al binario nove e tre quarti, per questo "934" :)
Note dell'autrice :
Eccoci al secondo capitolo!
Prima di tutto voglio ringraziare le gentilissime personcine che hanno messo questa storia tra preferiti,ricordate e seguite, siete in pochi, ma vi adoro! Un grazie particolare a lunadistruggi e Kimmy92 che hanno voluti farmi sapere le loro opinioni :)
Come avrete capito questa fanfic ha una trama molto più leggera rispetto all'altra drarry che ho pubblicato, però mi andava di scrivere qualcosa di divertente, una sorta di commedia degli ecquivoci dove i "nostri eroi" sono costretti a mettere a nudo i loro sentimenti (e anche altre cose ahahah XD)
Detto questo, vii aspetto giovedì con il prossimo aggiornamento <3