Anime & Manga > Ranma
Segui la storia  |       
Autore: DolceMella    26/02/2007    8 recensioni
La follia corre di pari passo con l'amore... Nulla è calcolato, l'imprevedibilità del genere umano tenuta in sospeso sopra un filo. Il filo della vita. Il più delle volte, però, questa immaginaria speranza viene scossa da eventi più grandi di lei, e sta solo a noi decidere se la vita è più importante e forte della morte... e Akane su questo non ha dubbi, né incertezze... Cronaca di un amore che nasce, muore e risuscita. Storia della vita.
Genere: Romantico, Drammatico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Akane Tendo, Altro Personaggio, Ranma Saotome, Shan-pu
Note: nessuna | Avvertimenti: Incompiuta
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
Senza Titolo

Farewell… pardon to me, if you can.

Non importa, sai,
quante volte me lo dirai.
Non importa il sole,
Non importa il vento né le tempeste che scuotono il mio cuore,
Non importa, sai,
basta che me lo dirai…
Non importa se…
Non mi sentirai.


°°°°°°°°°°°°°°°°°°


Tutto ha uno scopo, anche la finestra ora aperta lungo il corridoio asettico dell'ospedale, che cerca con tutte le sue forze di far entrare quell'insistente e piacevole brezza estiva lungo le sale surriscaldate dell'edificio, chiuse nell'afa di un Agosto inoltrato e più secco degli altri anni.

Ranma se ne stava ancora seduto lì, rannicchiato all'angolo fra la stanza n^123 e la 124, sperando di sentire qualcosa di nuovo. Già lo “sperare” era qualcosa a cui aggrapparsi duranti le notti più tristi, quelle in cui avrebbe tanto voluto mollare tutto e cominciare a correre, senza una meta…

Ma non arrivava nemmeno un isolato di distanza dall'ospedale che già sentiva i rimorsi di coscienza per averla lasciata sola -anche solo per pochi istanti-, e quindi correva più veloce di prima, per arrivare il prima possibile accanto a quell'enorme letto circondato di flebo e da un monitor per controllare l'attività cardiaca della ragazza, il cui rigonfiamento allo stomaco cresceva sempre più.

Cautamente si avvicinò a lei.

*Kami, quant'è pallida* Pensò quando si avvicinò per accarezzarle una guancia, fredda nonostante l'elevata temperatura.

Poi si chinò delicatamente accanto a lei, e con la stessa cura e dolcezza le baciò la fronte e, scendendo lungo le lenzuola, andò ad accarezzare quella nuova vita per cui la ragazza stava donando la propria.

Sentì uno scalcio ben assestato quando posizionò la mano lungo la vita di Akane e non poté fare a meno di temere che stesse già prendendo esempio dalla madre.

Sorrise mestamente nel constatare quanto cinque lunghi mesi fossero passati così velocemente…

“Disturbo?”
La dottoressa Osawa fece capolino dalla porta, armata di un piccolo staff medico al suo seguito, ognuno con dovere diverso da eseguire sulla paziente apparentemente addormentata sul lettino.

“No, affatto.”

“Bene… Allora, signor Saotome, è pronto a scoprire se il bambino è un lui o una lei?”
Chiese la dottoressa allegramente, mentre si infilava i guanti sterili.

“Co-Cosa?”
Si era completamente dimenticato che suo figlio (la mente si soffermò su quanto fosse stata ingenua la sua affermazione) era senza sesso preciso…
A lui il fatto che fosse “loro” bastava e avanzava per essere felice, ma si rese conto che non avrebbe potuto chiamarlo per sempre “creatura” o “biscottino”!

“Farò finta che non mi abbia mai posto questa domanda. Bene, se vuole guardare lo schermo…”

Ranma indirizzò il suo sguardo verso uno schermo in bianco e nero, in cui vedeva una figura sfocata, senza una precisa forma, ma… nonostante tutto, sentì stranamente l'adrenalina impossessarsi dei suoi sensi, il cuore cominciò a battere più veloce, l'emozione prese il sopravvento.

“Bhé? Allora?”

“Mettiamola così… Il suo bambino è talmente timido che non ne vuole sapere di aprire le gambe, e quindi..”

“E quindi, cosa?”
Completò Ranma, innervosito da tutte quelle pause per la suspance che la dottoressa voleva creare.

“Sarà una sorpresa. Sapremo cos'è solo al momento del parto. Inutile tornare qui un'altra volta, è già la terza in questa settimana!”
Disse semplicemente, lavandosi le mani nel lavello della stanza.

“E poi… avrei bisogno di parlarle un attimo. In privato” Aggiunse subito dopo, vedendo che Ranma già si preparava ad ascoltarla.


°°°°°°°°°°

Uscirono dalla stanza, il tacchettio delle scarpe lucide della dottoressa si udiva distintamente per tutto il reparto, immerso in un silenzio quasi surreale.

“Bene…”
Ripeté la ginecologa, chiudendosi la porta del suo studio alle spalle e mettendosi a sedere in un'ampia poltrona disposta dietro la scrivania in noce.

“Che c'è di tanto importante?”
Chiese Ranma un po' spazientito. Avrebbe tanto preferito rimanere accanto al letto di Akane, per controllarle il respiro, per asciugarle la fronte imperlata di sudore o, più semplicemente, per starle accanto.

“Cinque mesi fa, la signorina Tendo ha fatto la sua scelta. Ma non è ancora finita.
Vede, quando un paziente è in stato terminale, e per di più in coma, spetta ad un tutore prendere le scelte al suo posto, per quanto queste possano essere difficili e dolorose.
La sua ragazza l'ha nominata suo tutore, quindi ora le dovrò porre un po' di domande.”

“Ah… va bene.”
Restò stupito per la quantità di fiducia che la fidanzata le stava donando, dato che lui -ripensò tristemente- il più delle volte era riuscito solo a farla piangere.

“Prima domanda:
Vuole che sia portata a termine la cura mediante coma farmacologico sulla paziente, fino alla fine della gravidanza?”
Chiese, leggendo da un questionario.

“Certo.”

“Allora firmi qui!”

“Benissimo” riprese “Seconda domanda:
Accetta la responsabilità come padre biologico del feto, garantendone la cura e la conservazione fino al compimento del suo (del feto) passaggio alla vita adulta?”

“Certo! Per chi mi ha preso??”
Domandò un po' offeso e scocciato dalle occhiatine maliziose della dottoressa.

“Bene, allora porga qui un altro suo autografo.”

“abbiamo finito?”

“Non ancora…
Ultima domanda:
è cosciente che, una volta staccata la flebo di morfina dalla paziente, le malattie non diagnosticate o curate in tempo, riprenderanno il loro corso?”

“…si”

La dottoressa poggiò il foglio sul tavolo e invitò Ranma a sedersi di fronte a lei.

“Dovrei dirle una cosa molto importante, quindi… cerchi di seguirmi e la prego di non interrompermi”

Il ragazzo si sedette un po' nervoso e scrutò con attenzione gli occhi ambrati della dottoressa, leggendoci tristezza e malinconia, forse anche impotenza.

“La signorina Tendo le ha parlato di come funziona un coma farmacologico, vero? Se non erro, le ha detto che una volta svegliata, tutto riprenderà il suo corso, anche la sua malattia…”

“Si, lo so, questo vuol dire che una volta svegliata Akane riavrà la tisi, non è vero?
Ma mi ha anche detto che assumendo dei farmaci potrebbe vivere anche altri dieci anni e …”

“Si…”disse, interrompendolo “ma questi farmaci possono solo ritardare lo sviluppo della malattia, proprio come sta facendo la “terapia” della sua ragazza.
Ma una volta svegliata, la tisi sarà arrivata al suo terzo stadio, e allora…

Neanche la medicina più potente potrebbe fare qualcosa.
Senza contare che il parto sarà naturale, e spenderà in esso tutte le sue ultime energie.

Una volta svegliata, potrà vivere solo altri 3, cinque giorni, al massimo una settimana, ma…

Poi dovrà dirle addio.”

“Cosa?” Ranma si alzò in piedi di scatto, facendo cadere la sedia per terra, sul lucido pavimento.

“Non ce l'ha fatta a dirglielo. Le chiede scusa.”

°°°°°°°°°°°°°°°°

Soun carezzava lievemente la spalla di Kasumi, in un gesto monotono e ripetitivo, ormai sperimentato da tempo, da quando le dissero che la bambina era incinta e in coma.

Uno shock troppo grande per un padre, che ormai si sentiva come un guscio vuoto e senza vita.

A Ranma non sapeva nemmeno lui se perdonargliela o no… Sperava solamente che fossero stati felici assieme.

Ma un'altra notizia, ancora più dura da accettare, stava per essere pronunciata proprio da quel ragazzo, il quale, dirigendosi lentamente verso di lui, aveva gli occhi rossi di lacrime e pianto represso nella coscienza.


°°°°°°°°°°°°°°°°

24 Dicembre 1996
Sabato mattina
Ore 8,05 a.m.





La flebo di morfina si staccò lentamente dal braccio di Akane, che cominciò lievemente a muovere le dita della mano.

Ranma la guardava col fiato sospeso, in cerca di una conferma da parte di qualcuno che, però, non arrivava, un disperato bisogno di sentirsi dire dal suo maschiaccio

-Che baka che sei!-

E poi guardarla sorridere, almeno un'altra volta ancora.

“Ran…ma…”

Si sentì mancare un battito quando sentì pronunciare dalla ragazza il suo nome a fatica *Sta bene…*

Sorrise dolcemente e si chinò accanto a lei, schioccandole un bacio sulla guancia e accarezzandole lievemente i capelli

“Era anche ora che ti svegliassi, maschiaccio! Ma lo sai quanto hai dormito?”

Akane non poté fare a meno di vedere la felicità negli occhi del suo ragazzo, ridendo lievemente e dicendo

“Che baka che sei!”
Quasi un sussurro sfocato, ma che fece sentire finalmente libero il ragazzo, libero di piangere, di sfogarsi…

Poggiò la sua fronte contro la propria e, finalmente, poté far scorrere tutte le agonie passate in quegli otto lunghissimi mesi tramite lacrime amare, lacrime di gioia che finirono per entrare nella bocca socchiusa di lei, facendole assaporare quel sapore di mare, un sapore che sapeva di lui, dei suoi occhi, del suo amore.

“Mi scusi….”

La voce della dottoressa Osawa li richiamò dai loro pensieri, facendoli imbarazzare non poco per la libertà in cui si erano messi a piangere

*come due ragazzini*

pensarono in contemporanea.

“E' meglio che si metta a riposare, oggi pomeriggio avrà parecchio da fare, credo…”

Ed infatti una contrazione colse di sorpresa Akane, che altrettanto semplicemente rispose

“sarò pronta!”
Era felice, notarono tutti, era radiosa, bella, nonostante le guance pallide, nonostante la pancia fosse ormai enorme

“come quella di una balenottera”
fece notare Ranma, che si beccò il tavolino in faccia,

nonostante la sofferenza dipinta sul volto…

Era semplicemente lei.

Ranma si godette fino all'ultimo quelle piccole cose che -lo sapeva- avrebbe d'ora in poi centellinato, piccoli gesti quotidiani, come il suo spostarsi continuamente le ciocche ribelli dei suoi lunghi capelli neri dietro l'orecchio, o i gesti continui della mano mentre dialogava concitata con le sorelle, o….

Il modo in cui gli sorrideva, le guance sempre un po' imporporate dall'imbarazzo, gli occhi color cioccolato che riflettevano tutto di lei.

“Scusate…”

disse la giovane donna dei suoi pensieri, riportandolo alla realtà

“Ma credo che qui ci sia da fare… Credo che… mi si siano rotte le acque!”
informò gli altri, con un certo cipiglio corrucciato sulla fronte causato dai dolori alla pancia.

“Ah, si? Bene.”
Ranma non fece in tempo a finire la frase che si accorse (finalmente) del significato di quelle parole.

“COOOOOSA??? SI, aspetta, anzi, andiamo, anzi no, aspetta un momento CHE DIAVOLO DEVO FARE, IO, ORA??”

“Cretino, chiama qualcuno, no? AHI!”

“Dottoressa Osawa!!!”

°°°°°°°°°°°°°°°°


“Forza piccola, PORTATEMI LA MASCHERA PER L'OSSIGENO!!!”
La dottoressa Osawa correva lungo il reparto, trascinandosi dietro un lettino su cui Akane, in preda alle doglie, gemeva terribilmente.

“Battito cardiaco?”

“130 battiti al minuto! Chiamatemi un ortopedico, un chirurgo e l'anestesista, SBRIGATEVI, FORZA!!”

“Come va, Akane?”
Ranma correva accanto al lettino, seguendo preoccupato ed emozionato tutta la scena.

“DEVO ANCHE RISPONDERTI?!! Ahia!”
Akane arpionava il lettino con entrambe le mani, raccogliendosi dopo ogni contrazione e cercando di respirare dignitosamente.

“Lei qui non può entrare.”
Una dottoressa si parò davanti alla porta della sala operatoria, facendo segno con le braccia di bloccare il passaggio.

“Ma certo che posso entrare!! Si levi, mi faccia passare, oppure la sfondo io con le cattive questa dannata porta!!”

“Azumomo, lascialo passare, è il padre del bambino.”

°°°°°°°°°°°
ore 16,12 p.m.



“Ahia!”
Akane non ce la faceva più, erano ormai passate più di sei ora da quando la prima contrazione l'aveva colta di sorpresa, ed ora stava cercando di raccogliere tutte le forze rimastele per far nascere quel bambino.

*Speriamo se lo meriti* Pensò ironicamente la dottoressa, alludendo a quel nanerottolo che stava dando così tanto da fare.

“Forza! Dai AKane, dai!”
Ranma le teneva forte la mano, incoraggiandola a non mollare.
Vedeva benissimo che la sua piccola donna era sfinita, ma sapeva anche quanto fosse forte e tenace… Non doveva, non POTEVA mollare proprio ora!

All'improvviso il colore si volatilizzò dal volto di Akane, che sembrò rilassarsi per un momento, e poi…

“Forza, una flebo! Ci serve del sangue, gruppo B+!”

“Cosa succede?”
Chiese Ranma, guardando il volto della fidanzata, un cencio che sudava freddo, la vista che le si appannava, le forze che si allontanavano da lei.

“sta perdendo troppo sangue. Dobbiamo fare una trasfusione, e in fretta!”

Per terra, lungo il lettino e a macchie sparse lungo i teli, un mare infuocato di sangue, che continuava a scorrere imperterrito lungo i travi di sostegno del lettino.

“Kami…”


°°°°°°°°°°


ore 18,4 p.m.


“s-sta bene?”
Akane riaprì gli occhi dopo aver riposato per qualche attimo dopo l'ultima spinta.

“Certo! E… complimenti! È davvero bellissima!!”

“Bellissima?”
Chiesero in contemporanea Ranma e Akane, in evidente contemplazione verso quel piccolo batuffolo avvolto dalle coperte.

“Si! È una femminuccia!!”

La dottoressa Osawa passò la bambina in braccio alla madre, stanca ma euforica, felicissima.

“…Ciao…Piccola mia.”
Si sentì sopra le nuvole, la felicità traboccava da tutti i pori, cancellandole la capacità di fare un discorso troppo serio e concreto.

La piccola aprì lentamente gli occhi, accucciandosi verso quella donna che le aveva dato la vita.

Notò principalmente due cose: i capelli bluastri sulla testolina rosea e due occhi di un blu sorprendente.

Gli stessi occhi del padre.

Ranma si inginocchiò a gesti lenti e quasi calcolati accanto al lettino delle sue due -ragazze- , una più bella dell'altra.

“P-Posso?”
Chiese infine, timido e imbarazzato, quasi spaventato da quella piccola peste che se ne stava beata fra le braccia della sua fidanzata.

Akane sorrise dolcemente alla richiesta, e passò delicatamente la bambina fra le mani del suo papà.

“è… così… piccola.”
Constatò ingenuamente quando la prese -in modo un po' imbranato- e la strinse al suo petto muscolosa, caldo, accogliente come se lo ricordava Akane.

“è… bellissima.”disse in seguito.

“è nostra.”
Akane gli fece dono di un sorriso talmente bello che Ranma non riuscì a rispondere altro, la capacità di raziocinio svanita nel nulla per colpa di due donne.
Si rese improvvisamente conto di quanto fossero importanti ed indispensabili entrambe.


°°°°°°°°°°°


Ore 21,00 p.m.
2 giorni dopo



In quella nottata serena, nessuno era mai stato più triste e felice allo stesso tempo, pervaso dai propri ricordi e dalle proprie scelte, scelte difficili, contemplate ma indispensabili e necessarie. Come la vita stessa.

Due ragazzi erano stesi su uno stesso lettino, intenti a guardare le stelle fuori dalla finestra, le luci, le ombre stesse di tutta un'esistenza che stava sfumando nel corso della notte.

Ranma accarezzava delicatamente i lunghi capelli di Akane, sparsi su quel cuscino su cui stavano comodi entrambi, le mani intrecciate, i respiri vicini e frettolosi.

“Ranma….”

Ranma si girò lentamente a guardarla, i riflessi lunari che le illuminavano i capelli già bluastri, gli occhi più limpidi di quella notte che li osservava da lontano.

“Vorrei che tu mi promettessi alcune cose…Per favore, ascolta quello che ti dico.”

Entrambi si accorsero che agli angoli degli occhi di lei, si stavano già formando delle stille argentate, lacrime che pizzicavano nell'orgoglio.

“Devi promettermi… che ti prenderai cura di nostra figlia…metti gli allenamenti al secondo posto, voglio che lei si senta orgogliosa di te almeno quanto lo sono io.”

“Akane, io..”

“seconda cosa… Guai a te se provi a chiamarla Akane, capito??”
Rise divertita, cercando di non far vedere il dolore che provava dentro.

“Certo che no!! Già un'Akane è quasi troppo in casa, figuriamocene due!”

Ma la sua risata di gioco di bloccò, perché un'amara verità gli fece ricordare il perché, adesso, erano in quell'ospedale.

“Scusami Akane, sono uno stupido, non pensavo che”

“Terza promessa… devi promettermi che sarai felice… devi promettermi che i tuoi sensi di colpa non ti impediranno di…

Amare di nuovo…Perché lo meriti…

…Io sarò felice per te… Baka che non sei altro, ma…

Ho paura…

Ho paura che di me non resti nemmeno il ricordo, ho paura che mi dimenticherai…

Ho paura che mia figlia possa considerare sua madre un'altra donna che non sia io, ho paura che, crescendo, non gli resti nulla di me, ho paura di diventare solo un nome…

…per favore…Non dimenticarmi… ti prego.”

Le lacrime scorrevano incessantemente lungo le guance arrossate di Akane, lacrime amare che temono l'avvenire di un giorno inesistente, eppure così concreto che si può quasi palpare.

“Sei una stupida…Tu…Tu sei il mio maschiaccio, e io non posso dimenticare tutto quello che abbiamo fatto insieme fino ad oggi. Ogni battibecco, i litigi che duravano giorni interi, fino ad ogni singolo bacio, abbraccio, carezza che ti ho fatto… Fino al giorno in cui…” deglutì rumorosamente e arrossì “In cui ti ho fatta mia, Tu eri sempre lì, ed io… questo non lo posso dimenticare… Tu fai parte di me. E questo niente e nessuno può cambiarlo.
Ho amato solo te, baka che non sei altro. E nessun'altra ragazza senza fascino né sex appeal prenderà il tuo posto.”

Akane, singhiozzando ininterrottamente, abbracciò Ranma, stringendosi al suo petto e sussurrandogli “ti amo” ad ogni respiro, ogni gesto della mano reso importante per ognuno.

Ranma subito si rese conto di quanto fossero importanti quegli ultimi momenti da trascorrere insieme, avrebbe voluto dirle tante cose, ma nessuna di queste usciva dalla sua bocca, secca e arida.

Solo si limitò a baciarla e astringerla più forte, il desiderio di stare con lei un'ultima volta almeno prese il sopravvento, e non rendendosi nemmeno conto di quello che diceva, le chiese a fior di labbra:

“Vuoi stare con me stanotte?”

“…Si”


°°°°°°°°°°°°°°°°


Dopo un'ora erano completamente nudi, i corpi incandescenti che si sfioravano, si baciano e cercavano disperatamente l'altro, una danza eterea, un bacio dove nessun altro si era mai spinto e una carezza nel profondo, riattivarono i sensi ad entrambi, con picchi di piacere e felicità che creavano un mondo a parte, una realtà infinita e potente.

Poi l'essere l'uno nell'altra, spinte e carezze accompagnate da gemiti e attenzioni silenziose, il bisogno di amare e sentirsi amati.

Ranma si rese conto che la ragazza provava qualche dolore in quelle spinte così forti e addolcì il ritmo, stringendola in un abbraccio così pieno di dolcezza che nemmeno lui sapeva di avere.

Ranma cercò di resistere al massimo e solo quando vide Akane rilassarsi, finalmente, venne.

Restarono tutta la notte abbracciati, sperando nella vita e in quell'amore che si erano giurati un'ultima volta.


°°°°


Ore 15,23
Terzo giorno


Una linea verdeggiante cominciava a rallentare la sua andatura, i battiti diminuivano di intensità, i respiri centellinati.

Akane sapeva che la vita in lei si stava pian piano allontanando, e sentì il bisogno disperato di fare due ultime cose;

Scivolò da letto a fatica, e giunse a quella culla in cui riposava il suo piccolo angelo.

*Kami, quanto ci somiglia*

Pensò timidamente, e con altrettanto imbarazzo ma con una naturalità che la spiazzò, prese in braccio la piccola, allattandola per quella che sarebbe stata l'ultima volta.

Le posò un bacio sulla piccola fronte e le sussurrò

“ricordati… che la mamma ti ama tantissimo… Kyoko…”

La bimba aprì gli occhi cobalto, e sorrise felice gettando le manine verso il viso di quella mamma che non avrebbe mai conosciuto.

Dopo averla rimessa a dormire, si diresse verso l'armadio, prese un videoregistratore e dei vestiti più belli di quel camice ospedaliero che indossava, e premette il testo -rec-



°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°


ore 16,05


“La famiglia Tendo?”
La dottoressa Osawa si diresse lentamente verso di loro, gli occhi un po' lucidi, la voce che cercava di tenere un contegno.

Ranma guardò la dottoressa e subito il panico in lui divenne così pesante che pensò di crollare.

Un dubbio. Un atroce dubbio lo pervase.
Aveva lasciato sola Akane per una mezzora che a lui parve infinita.

Lei gli aveva detto che stava bene, gli aveva detto di andare a mangiare, erano due giorni che il ragazzo non toccava cibo, ma…

Ripensò a quelle parole che gli aveva detto pochi giorni prima

-Non voglio che tu mi veda così..-

Senza rendersene conto, finalmente capì il significato di quell'affermazione.

L'orgoglio, la cocciutaggine e l'amore, facevano sì che in lei si sviluppassero sensazioni contrapposte.

Come un genitore non vuole che il proprio bambino guardi un film dell'orrore per poi stare male, così lei aveva deciso di non fargli vedere le sue ultime sofferenze.

Come in un film dell'orrore, lei aveva deciso di andarsene da sola per non ferire chi amava.

Aveva deciso di morire senza di lui.

Aveva deciso di fare l'ultimo gesto d'amore per la sua nuova famiglia.

“Dottoressa! Come stà la mia bambina?”
Chiese allarmato Soun.

Lei si limitò a scuotere la testa e lasciò andare una lacrima birichina lungo la guancia arrossata.

“No!”

Ranma urlò e corse più veloce che poteva lungo il corridoio di marmo, quando una visione lo bloccò.

Aprendo la porta, vide la morte stessa.

Akane, apparentemente addormentata per terra, con i suoi soliti vestiti, un paio di jeans corti, di quelli che indossava sempre la sorella, e una semplice maglietta bianca.

O perlomeno, quello era il suo colore originario.

In quel momento era schizzata di rosso, il sangue che colava ancora a gocce sul pavimento, i lunghi capelli blu notte che si mescolavano in quel lago rosso.

“A-Akane”

Si inginocchiò per terra, e la guardò per un attimo che apparve infinito.

I suoi occhi non avevano nemmeno avuto il tempo di chiudersi completamente, sembravano due pennellate d'inchiostro, due occhi che cercano di ripararsi dalla luce di un sole accecante.

La bocca rosso fuoco, socchiusa anch'essa, in cui piccole stille di sangue ancora imperlavano il mento e le stesse.

“Akane”

La prese delicatamente fra le braccia, e non poté fare a meno di pensare a Jousendo, di lei che si svegliava, di lei che gli sorrideva.

Ma ora, un'agghiacciante realtà, gli disse che non sarebbe più successo.

“Akane…. AKANE!!!!!!!!!!!!!!

NOOOOOOO!!!”

Un urlo squarciò quella tiepida giornata primaverile, i ciliegi in fiore che danzavano sotto quel vento che portava una voce carica di disperazione, di dolore.

La strinse forte, la strinse ancora, come la notte passata, come tutte le altre volte in cui era stata sua.

“Nooo!”

Un altro urlo, le lacrime che si mescolavano con il sangue, il dolore per la morte che si mescolava con la vita stessa.

Per un momento, un brevissimo momento, sperò che si svegliasse.

Me gli elettrodi ancora attaccati sul petto di Akane, segnavano sul monitor una linea piatta.


°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°
°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°
°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°






Eccoci arrivati a quella che voi definireste la fine.
Ma è proprio adesso che inizia la vita, è adesso che la morte non conta.

Perché, vedete, se si ama veramente qualcuno, la morte non può assolutamente nulla.

Se il cuore è saldo, neanche la fine di una vita mortale può fare qualcosa per distruggerlo.

Mi dispiace se non ho potuto accontentare tutti coloro che mi chiedevano di risparmiarla, ma la storia, per riuscire, doveva andare così.

Mi scuso con voi, ma non temete, la storia non finirà così male!!

Farò altri due o tre capitoli, dipende da quello che mi chiederete voi.

Uno per spiegare e vedere quello che ha registrato Akane prima di morire,

uno per raccontare come si sono avvicinati quei due (sempre che voi lo vogliate ancora dopo questo capitolo ^^)

e un altro per fare un piccolo -salto nel tempo- in cui vedremo la piccolo Kyoko a circa 6 anni…



Che ne dite?

Se vi va bene, scrivetelo nelle recensioni, lo stesso lo facciano quelli che avrebbero altre richieste riguardo ai capitoli successivi, idee o suggerimenti, li leggerò e deciderò cosa fare, cercando -naturalmente- di accontentarvi!! ^^

Poi ecco qualche nota riguardante il capitolo:

ho scelto di far essere Akane del gruppo sanguigno B positivo, perché in Giappone si crede che con il gruppo, cambi anche il carattere…
Generalmente coloro che hanno il gruppo A sono precisi e ordinati, molto pignoli, mentre quelli del gruppo B…
Sono alquanto disordinati e un po' pasticcioni… Ora capite il perché di questa mia scelta?? ^^

Poi mi scuso con voi, perché ho toppato sulla data di nascita di Akane.

Lei è nata nel 1978, non nel 1974… Si, lo so, sono solo quattro anni, ma è pur sempre un errore…
Siccome ho voluto fare tutto nel modo più “vero” possibile, le date le ho cercate nel manga.
Non sono proprio segnalate così esplicitamente, ma in un fumetto c'era un primo piano di un calendario a casa di Ryoga, che segnava la data del 19 giugno 1994 e considerando che avevano 16 anni all'epoca… è bastata fare una semplice addizione. Ma nonostante tutto, sono riuscita a sbagliare lo stesso…

Sarà che anche io sono del gruppo B? =P

E ora i ringraziamenti, sia a coloro che hanno recensito, ma anche a quelli che hanno letto!!! ^__^




Ringraziamenti!!!!!!!!!!


Mary: Ecco cosa Akane aveva accuratamente evitato di dire… Credo che se l'avesse detto a tutti Kyoko non sarebbe qui, ora!
Un bacio e grazie mille per il commento!

Orologio_87: Grazie!! ^^Spero ti sia piaciuto anche questo capitolo, mi raccomando, riferiscimi cosa vorresti che scrivessi nei prossimi capitoli! Un bacio!

Akane_28: Don't worry! Come vedi ti ho potuto accontentare solo su una delle tue richieste… mi dispiace, ma spero che la storia fino a qui ti sia piaciuta ugualmente!

Akane_val: Si… Come ho detto, “overdose di Dottor House” ! ^^ Comunque sono molto contenta di essere riuscita a spiegare nel modo che ritenevo più giusto (perché realistico) il coma, senza incappare in un vostro probabile linciaggio!

Majinannetta: Era proprio questa la mia intenzione, tentare di stupirvi! E io sono felicissima di esserci riuscita!!! ^___^

Rompi zebedei: come ho spiegato sopra nelle mie note personali, pensavo di fare questi altri 3 capitoli… Mi raccomando, scrivete sui commenti le vostre preferenze!!! Grazie per il commento!!

Giulia_88: ç___ç Grazie!!! Sono commossa da così tanti commenti… ora spero solo di meritarmeli! ^___-
Spero ti sia piaciuto questo capitolo, mi raccomando anche tu… Scrivi cosa vuoi che Io scriva nei prossimi capitoli! (frase contorta uscita fuori da una mente altrettanto contorta… ^^)




Byebye
DolceMella













































































  
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Anime & Manga > Ranma / Vai alla pagina dell'autore: DolceMella