A recurrent nightmare.
«No, io non … Mi dispiace … NOOOOO!»
Chopper si svegliò di soprassalto, i battiti del cuore accelerati
ed il respiro irregolare. Da quando la ciurma si era riunita, ogni notte faceva
lo stesso sogno: la marina tendeva loro un agguato e Zoro veniva ferito al
fianco sinistro, a causa del suo campo visivo compromesso.
Il dottore allora cercava di andargli incontro per
curarlo, ma il verde gli puntava contro una spada, accusandolo di non aver
fatto nulla per guarire il suo occhio: gli altri nakama gli davano man forte e
il capitano ordinava loro di gettarlo in mare, perché in due anni era rimasto
il solito incapace.
Così la povera renna si ritrovava sistematicamente a
piangere nel suo letto, lottando con quei terribili pensieri fino al sorgere
del sole; quella volta però non avrebbe passato l’ennesima notte in bianco,
doveva togliersi quel peso …
Trattenendo i singhiozzi che scuotevano il suo corpicino,
si alzò e avanzò silenziosamente verso il suo obiettivo, allungando le zampine
per evitare eventuali ostacoli; una volta raggiunto, picchettò lo zoccolo sulla
spalla dell’amico …
«Zoro?
Sei sveglio?»
«…
Mmmh?»
«Z-sigh-zoro,
t-ti prego, risp-sigh-ondi …»
Con
un grugnito, lo spadaccino si stropicciò l’occhio sano per poi tentare di
mettere a fuoco chi diavolo fosse a disturbare il suo riposo.
«Chopper
non è ancora mattina, cosa vuoi? Perché stai frignando stavolta? Sai che non
sopporto quando fai così …»
Il
medico di bordo si fece – se possibile – più piccolo di quanto già non fosse, e
deglutendo trovò la forza per parlare ancora.
«Tu
mi odi?»
Il
verde inarcò il sopracciglio, credendo di aver sentito male, e cercò di concentrarsi quanto più possibile
su quell’insolita conversazione.
«Come
scusa?»
«T-tu
mi –sigh- mi odi?»
«Mi
stai prendendo in giro? Come cavolo ti è venuta in mente questa sciocchezza?»
La
renna temeva che spiegandogli il motivo di quella supposizione, il suo compagno
potesse effettivamente iniziare a detestarlo; nonostante i suoi timori, era
stanco di vivere nel tormento, così decise di rischiare.
«Ecco,
ho paura che tu possa avercela con me per via dell’occhio, perché non sono
riuscito a guarirlo … Ma Zoro, ti giuro che se solo avessi potuto, io l’avrei
fatto! Sigh!»
Il
ragazzo stava per scoppiare a ridere, l’ingenuità del suo amico talvolta era
disarmante …
«E
tu credi che io non lo sappia? Ripongo la mia totale fiducia in te e nelle tue
cure, come potrei odiarti per una cosa del genere, quando mi hai salvato la
vita una marea di volte? Ora, se non ti dispiace, vorrei dormire, perciò fila a
letto e piantala con queste scemenze …»
Nonostante
i modi un po’ bruschi dello spadaccino, Chopper si sentiva più leggero, quasi
potesse volare: fu così che dopo essersi lanciato al collo del compagno e
averlo ringraziato una miriade di volte, per la gioia di Zoro saltellò fino al
suo letto, correndo il rischio di sbattere per la ridotta visibilità, ma in
quel momento non avrebbe sentito nulla al di fuori di un’incontenibile
felicità.