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Autore: Chloe R Pendragon    13/08/2012    4 recensioni
Rieccomi con una nuova storiella: questa volta ho immaginato Chopper tormentato da un incubo e toccherà a Zoro tirarlo su di morale.
Spero vi piaccia questo mio mini omaggio alla loro amicizia, ovviamente mi renderebbe entusiasta sapere cosa ne pensate voi, perciò attendo i vostri pareri!
Genere: Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Chopper, Roronoa Zoro
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
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A recurrent nightmare

A recurrent nightmare.

 

«No, io non … Mi dispiace … NOOOOO!»

 

Chopper si svegliò di soprassalto, i battiti del cuore accelerati ed il respiro irregolare. Da quando la ciurma si era riunita, ogni notte faceva lo stesso sogno: la marina tendeva loro un agguato e Zoro veniva ferito al fianco sinistro, a causa del suo campo visivo compromesso.

Il dottore allora cercava di andargli incontro per curarlo, ma il verde gli puntava contro una spada, accusandolo di non aver fatto nulla per guarire il suo occhio: gli altri nakama gli davano man forte e il capitano ordinava loro di gettarlo in mare, perché in due anni era rimasto il solito incapace.

Così la povera renna si ritrovava sistematicamente a piangere nel suo letto, lottando con quei terribili pensieri fino al sorgere del sole; quella volta però non avrebbe passato l’ennesima notte in bianco, doveva togliersi quel peso …

Trattenendo i singhiozzi che scuotevano il suo corpicino, si alzò e avanzò silenziosamente verso il suo obiettivo, allungando le zampine per evitare eventuali ostacoli; una volta raggiunto, picchettò lo zoccolo sulla spalla dell’amico …

 

«Zoro? Sei sveglio?»

«… Mmmh?»

«Z-sigh-zoro, t-ti prego, risp-sigh-ondi …»

 

Con un grugnito, lo spadaccino si stropicciò l’occhio sano per poi tentare di mettere a fuoco chi diavolo fosse a disturbare il suo riposo.

 

«Chopper non è ancora mattina, cosa vuoi? Perché stai frignando stavolta? Sai che non sopporto quando fai così …»

 

Il medico di bordo si fece – se possibile – più piccolo di quanto già non fosse, e deglutendo trovò la forza per parlare ancora.

 

«Tu mi odi?»

 

Il verde inarcò il sopracciglio, credendo di aver sentito male,  e cercò di concentrarsi quanto più possibile su quell’insolita conversazione.

 

«Come scusa?»

«T-tu mi –sigh- mi odi?»

«Mi stai prendendo in giro? Come cavolo ti è venuta in mente questa sciocchezza?»

 

La renna temeva che spiegandogli il motivo di quella supposizione, il suo compagno potesse effettivamente iniziare a detestarlo; nonostante i suoi timori, era stanco di vivere nel tormento, così decise di rischiare.

 

«Ecco, ho paura che tu possa avercela con me per via dell’occhio, perché non sono riuscito a guarirlo … Ma Zoro, ti giuro che se solo avessi potuto, io l’avrei fatto! Sigh!»

 

Il ragazzo stava per scoppiare a ridere, l’ingenuità del suo amico talvolta era disarmante …

 

«E tu credi che io non lo sappia? Ripongo la mia totale fiducia in te e nelle tue cure, come potrei odiarti per una cosa del genere, quando mi hai salvato la vita una marea di volte? Ora, se non ti dispiace, vorrei dormire, perciò fila a letto e piantala con queste scemenze …»

 

Nonostante i modi un po’ bruschi dello spadaccino, Chopper si sentiva più leggero, quasi potesse volare: fu così che dopo essersi lanciato al collo del compagno e averlo ringraziato una miriade di volte, per la gioia di Zoro saltellò fino al suo letto, correndo il rischio di sbattere per la ridotta visibilità, ma in quel momento non avrebbe sentito nulla al di fuori di un’incontenibile felicità.

  
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