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Autore: nowtellmeastory    13/08/2012    6 recensioni
Dal capitolo 7:
“Aspetta un attimo Christ –lo interruppe Zacky sgranando gli occhi- ci stai dicendo che abbiamo in casa una ragazzina minorenne scappata di casa, e che se i genitori lo vengono a sapere, finiremo TUTTI nei casini??” Okay, si era incazzato.
Johnny annuì con aria colpevole.
“Oh, ma tu e Matt vi siete bevuti il cervello?!?!” Iniziò a dire.
“Andiamo Zacky, cosa avresti fatto tu al posto nostro?” Ebbe l’istinto di provare a proteggerla. Strano!
“Che cazzo di situazione!” Si mise a ridacchiare Brian.
“E tu Jimmy?? Non dici nulla??” Insisteva Zacky.
“Io.. beh.. a dire la verità io avrei fatto la stessa cosa, Zacky..” il ragazzo era rimasto molto sorpreso dalla giovanissima età di Gwen, ma non riusciva proprio a vederne i lati negativi. Lui vedeva solo una ragazza che andava protetta, e anche se la conosceva da nemmeno 24 ore, poteva dire tranquillamente di volerle bene.
E se volete sapere di più, basta solo leggere! :)
Genere: Avventura, Introspettivo, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Matthew Shadows, Nuovo personaggio, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Capitolo 31



“Pensi che questa vada bene?” Presi una maschera dorata, con disegni eleganti fatti in rifiniture blu, in stile veneziano.
“Provala!” Avevo accompagnato Brian a prendere la maschera, come promesso, e il pomeriggio non stava andando tanto male. Anzi, fra chiacchiere e travestimenti, stava passando piacevolmente.
“Come sto?” Indossai la maschera e sorrisi.
“Molto bene! -Sorrise e annuì- Questa ti piace?” Mi mostrò una maschera blu scuro, con dei contorni lucidi.
“E' bellissima, provala!” Tolsi la maschera e lo guardai. La sua aderiva perfettamente al suo viso e ne risaltava gli occhi.
“Non è ridicola, è già un passo avanti” rise.
“Stai bene Brian, prendiamo queste allora!” Eravamo in cerca di due maschere da almeno un'ora, e in un negozietto di travestimenti per carnevale e feste varie, trovammo ciò che stavamo cercando.
“Lasciami pagare le maschere” sorrisi e mi avvicinai al commesso che stava pigramente seduto dietro il banco da lavoro, mentre scriveva distrattamente qualcosa su dei fogli che aveva sotto agli occhi.
“Scherzi?” Mi guardò seriamente.
“Uhm.. no?” Gli chiesi ironicamente.
“Indietro, ragazzina, ci pensa Brian.” Che arrogante!
“Brian.. -sbuffai- vivo a casa vostra, a vostre spese, sarebbe anche ora che in qualche modo iniziassi a sdebitarmi.” Alzai le spalle.
“Gwen, siamo adulti! -Si, mi stava prendendo in giro, lo capivo dal tono con cui mi parlava- Dovresti sapere che è buona educazione non far toccare mai soldi ad una donna!”
“E.. da quando te ne intendi di buone maniere?” Incrociai le braccia al petto e inarcai un sopracciglio.
“Da quando una diciassettene mi ha preso a pugni!” Scoppiò a ridere e mi lasciò per andare a pagare le maschere.
E il grande giorno arrivò. Avevamo impiegato tutto il pomeriggio a spostare i mobili e ripulire il giardino, per gli ospiti.
“Ehy, noi qui abbiamo finito!” Ci avvertirono Zacky e Matt dal salotto. Ora sembrava decisamente più grande, con i mobili appiccicati alle pareti e i divani disposti in maniera più larga, con al centro un tavolino, per metterci sopra gli alcolici, penso.
“Perfetto, io vado a prendere da bere, allora!” Johnny prese le chiavi dell'auto e si avviò fuori, per andare a comprare tutte le bevande possibili ed immaginabili, conoscendolo.
“Sicura che non vuoi che salga io?” Io e Jimmy eravamo fuori, intenti a provare le lucine colorate e i lampioni, affinchè funzionassero perfettamente. Era uno spettacolo.
“No Jimmy, ce la faccio, non soffro di vertigini!” Salii su una scala che i ragazzi avevano tirato fuori dal garage e Jimmy pazientemente srotolava le lucine tenute in cantina, insieme alla roba natalizia, passandomele man mano. Io le prendevo e le fissavo con dei ganci alla parete esterna della casa, quella che era ovviamente di fronte alla piscina, il luogo dove si sarebbe svolta la festa.
“Attenta a non cadere!” Mi avvertiva ogni tanto, tenendo ferma la scala.
“Non cado, stai tranquillo!” Risi e una volta finito il lavoro, tornai con i piedi per terra, mettendo le mani sui fianchi.
“Sei stata brava!” Jimmy mi scompigliò i capelli e scomparì in salotto, per dare una mano a Matt e Zacky nel preparare il cibo, immagino.
“Gwen, vieni un attimo qui per favore..” mi chiamò Brian intento a sistemare l'impianto stereo in una vetrina fatta appositamente per contenerlo, escluse le casse, ovviamente.
“Sono qui, ti serve aiuto?” Mi avvicinai.
“Si, prendi per favore quel cavo e attaccalo a quello lì vicino alla vetrina, per favore.” Teneva la lingua leggermente fuori dai denti in una smorfia di concentrazione e si asciugava il sudore con il polso destro. Mi affascinava guardarlo così immerso nel suo 'lavoro'. Feci quello che mi fu chiesto e lui si complimentò con un bel sorriso.
“Fatto!”
“Oh, allora non sei inutile come credevo!” Scoppiò a ridere e si rialzò.
“Brian, indietro, indietro, c'è un insetto gigantesco sulla tua spalla!”
“DOVE??” Indietreggiò a tutta velocità, gli diedi uno strattone sul petto e lui finì dritto dritto in piscina, con tutti i vestiti.
“Ops..” dissi sedendomi a gambe incrociate sul bordo. Lui riemerse e mi lanciò un'occhiataccia, dopo aver scosso la testa per togliere l'acqua in eccesso.
“Tu.” Disse guardandomi ad occhi quasi serrati.
“Cosa c'è, Brian?” Chiesi innocentemente.
“Non ti butto in acqua solo perchè hai un buco nell'addome, altrimenti ti avrei affogata.” Risalì sul bordo e camminò fino in casa, togliendo la maglia fradicia. Era una visione assolutamente divertente. Cercai di non ridere, e alzai gli occhi al cielo per qualche minuto, perdendomi nel suo colorito chiaro e sereno, sospirai e feci un gran sorriso, spuntato da chissà dove. Forse era l'eccitazione data dalle aspettative della festa! Avrei conosciuto nuova gente, e forse mi sarei fatta altri amici!

Aspettative? Quali aspettative? La festa era iniziata da almeno un'ora, e la casa, per non dire il giardino, traboccava di visi divertiti e spensierati, mentre io bevevo tranquillamente il mio cocktail analcolico, seduta sui gradini al lato della casa, quelli che portavano all'attico. Avevano la forma di una chiocciola, e mi sembrava un bel posto per non passare troppo osservata.
Matt e Jimmy mi avevano presentata ad almeno tre quarti degli invitati. Avevo conosciuto le famose ragazze, e devo dire che non erano male come mi aspettavo. Forse solo Michelle e Leana mi stavano sulle scatole, per ovvi motivi.
Michelle, la sorella gemella di Val, era praticamente la bella copia, si fa per dire, della strega cattiva delle favole. Capelli biondi con riflessi castani lunghi fino alla schiena, sorriso antipatico, di quelli che sembrano nascondere la cattiveria allo stato puro, e un naso enorme. Okay, non tanto enorme, ma imponente. Non staccava gli occhi da Brian nemmeno per un secondo, se non per chiacchierare con la sua amichetta, Leana, che per fortuna aveva salutato Jimmy con un solo abbraccio, senza tante scene. Leana sembrava una ragazzina poco più grande di me, aveva un sorriso contagioso e degli occhi dolcissimi, i capelli castani e il viso simpatico. Come faceva ad essere amica di quella strega, proprio non lo sapevo. Certamente doveva essere più simpatica di lei, me n'ero accorta subito, ma rimaneva il fatto che era una ex di Jimmy, e questo diceva tutto.
Gena e Zacky chiacchieravano a bordo piscina, lei rideva alle battutacce da quattro soldi che le faceva lui, forse per compiacerlo, e man mano il suo braccio stringeva le spalle della biondina con il sorriso mozzafiato e gli occhi chiari. Sembrava una fotomodella, era assolutamente bellissima.
Lacey era la più timida delle ragazze. Non le piaceva stare al centro dell'attenzione e arrossiva ogni volta che Johnny le rivolgeva uno sguardo di troppo. Mi ricordava me, in un certo senso. I capelli corti e castani tagliati in un caschetto mettevano in risalto la bella carnagione abbronzata e gli occhi a mandorla. Una ragazza semplice, ma fantastica.
Prima che la festa iniziasse del tutto le avevo viste tutte in volto, e i loro visi erano difficili da dimenticare. Guardavo la scena dall'alto delle scale e sospiravo di tanto in tanto. Avevo una gonna in jeans nera che si fermava a metà coscia, con una canotta bianca, larga e aperta ai lati, che lasciava intravedere la fascia nera sotto, comoda e anti-guardoni. Per una volta ringraziai di avere zero seno. Di tanto in tanto mi fissavo gli stivaletti estivi neri che avevo messo per l'occasione e sorridevo pensando al fatto che non li avevo messi mai, nonostante avessi fatto follie per averli.
“Cucù!” Sussultai. Qualcuno mi aveva messo le mani sugli occhi e si era seduto un paio di gradini sopra i miei.
“..Matt?” Esitai, toccai le mani per portarle via dalla maschera e mi accorsi che era proprio Matt, mi voltai e lo guardai sorridendo.
“Già! Che ci fai qui tutta sola?” Mi chiese. Aveva una maschera nera semplicissima, che lasciava però intravedere i bellissimi occhi verdi.
“Ahm.. io.. -passai al contrattacco- perchè non sei con Val?”
“Non si risponde ad una domanda con un'altra domanda!” Venne a sedersi di fianco a me.
“Io.. ecco.. la festa è bellissima, sono tutti simpatici, ma io.. mi sento fuori luogo..” mormorai, guardando tutta la gente che si divertiva, sotto di noi.
“Solo perchè sono di qualche anno più grandi non devi sentirti a disagio, lo sai.” Sorrise rassicurante.
“Oh, infatti il problema non è loro, il problema è mio, -risi- pensavo che mi sarei ambientata e mi sarei divertita, ma a quanto pare.. -sospirai- ..da dove sei sbucato tu?” Lo guardai.
“In casa c'è un'altra scala a chiocciola che porta all'attico, se ricordi, -Vero, era al piano di sopra, e portava all'attico, poi da lì si poteva scendere all'esterno della casa, dove ero io- e non vedendoti in giro, mi sono preoccupato. Ti stai annoiando?” Mi chiese gentilmente.
“No, mi piace stare qui.” Bugiarda.
“Sai Gwen.. ho l'impressione che tu stia nascondendo qualcosa.. non voglio intromettermi nella tua vita ma.. mi farebbe piacere se ne parlassi con me. Mi dispiace vederti così turbata e immersa in chissà quali pensieri, a volte.”
“Si nota così tanto?” Era arrivato il momento della verità. Lui annuì.
“Si, tesoro.”
“Vedi.. ne sono successe tante negli ultimi giorni..”
“Lo so”
“E.. tra una cosa e l'altra, ho deciso che fosse arrivato il momento di prendermi una pausa..”
“Una pausa da cosa?”
“Da.. -deglutii- da Jimmy, da Brian, dalla situazione in cui mi sono andata a cacciare.”
“Mmh..” annuì comprensivo.
“E' difficile, Matt. Tengo a Jimmy, tengo a Brian, solo che non so stabilire in che modo, quanto, perchè, non so stabilire chi possa amare in un modo, chi in un altro. Sono importanti per me, ma sono soprattutto importanti l'uno per l'altro. Sono.. frustrata.” Sussurrai l'ultima parola, rendendomi conto di essermi appena tolta un peso dallo stomaco, parlandone con qualcuno.
“Gwen.. -si mise a guardare le stelle, forse per cercare le parole giuste- loro ti vogliono molto bene, e si vede che anche tu ne vuoi a loro, era inevitabile, questo. Ma vedi.. il fatto che tu ora non stia più cercando di instaurare un rapporto più profondo con Jimmy, non vuol dire che devi sentirti in colpa, sai? Immagino che questa cosa l'abbiate decisa insieme..”
“Si, più o meno..”
“Allora pensa che è per il vostro bene, per non rimanere scottati, per non far del male a nessuno, compreso Brian. Ti vuole molto bene anche lui..”
“Lo so..” sorrisi appena.
“Con questa scelta, permetterai a te stessa di non soffrire per una relazione mancata, e a loro due di non perdere un'amicizia secolare, che li farebbe soffrire comunque.” Mi carezzò i capelli, con il fare di un padre.
“Lo capisco Matt, lo capisco.. ma.. non lo so, è come se avessi un uragano nello stomaco. Ecco. Ogni volta che guardo uno o guardo l'altro.”
“Sei solo confusa Gwen, è normale. Dai tempo al tempo, le cose si sistemeranno presto.” Annuì e guardò l'orologio.
“Okay. -Mi sentivo decisamente più tranquilla- Dov'è Val? Non dirmi che l'hai lasciata sola per venirmi a fare il babysitter.”
“No.. -rise- voleva rifarsi il trucco perchè anche se indossa la maschera vuole che sia perfetta.”
“Oh.. capisco.” Val, una ragazza così splendida non ha bisogno di trucco.
“Fra un po' iniziano i lenti. Scendi o vuoi stare ancora un po' qui?”
“Avevo promesso il primo lento a Brian, a costo che lui accettasse il tema della festa, se ricordi non gli andava a genio.” Sorrisi.
“Certo che lo ricordo! -Annuì esasperato- Allora ti aspettiamo tutti di sotto.”
“Matt.. grazie mille. Sei il miglior fratello del mondo.”
“E tu sei la miglior sorella che un fratello maggiore possa desiderare. Ti voglio bene.” Ci abbracciammo calorosamente e lo lasciai andare.
Okay, avevo promesso un ballo al chitarrista, ciò significava che il chitarrista avrebbe avuto il suo ballo. Mi alzai quasi riluttante dalle scale e lentamente le percorsi, facendo attenzione, imbranata come ero, a non scivolare. Intanto partiva dall'impianto stereo una melodia familiare e riconobbi le note di 'Hero' provenire dalle casse. Tutti si affrettavano a trovare un compagno o una compagnia per il primo ballo, e fra le maschere, cercavo di riconoscere quello che avrebbe dovuto essere il mio cavaliere.
Mi avvicinai di qualche passo riconoscendo Brian che era quasi a bordo piscina, ma qualcuno col naso enorme mi tagliò la strada. Riuscii a sentire cosa si dicevano.
“Brian! Te l'ho detto che sei molto attraente stasera?” Oca, fottutissima oca.
“Ciao anche a te Michelle!”
“Scusate.. -mi avvicinai- Brian..” lo guardai da sotto la maschera e lui fece lo stesso. Poi sorrise e si avvicinò a me, prendendo la mia mano destra nella sua, mentre faceva scivolare l'altra sul mio fianco. Si voltò a guardare la ragazza con gli occhi infuocati dalla rabbia, e le disse gentilmente:
“Scusa, Mich, ho un patto da portare a termine con questa signorina.” Sorrise e mi rivolse ancora il suo sguardo.
“Mocciosa..” la sentii dire tra i denti, mentre si allontanava.
“Non.. non l'ha presa bene..” mormorai posandogli la mano libera sulla spalla, mentre la guardavo andare via.
“Michelle non mi piace, se fossi rimasto con lei avremmo finito con l'ubriacarci e andare a letto insieme.” Disse tranquillamente.
“Oh..” abbassai lo sguardo, abbastanza imbarazzata.
“Dove sei stata tutto questo tempo?” Ci muovevano dolcemente fra le altre coppie.
“In disparte, sai, per pensare..” lo guardai negli occhi.
“Capisco. Non te l'ho ancora detto, ma stai benissimo vestita così.” Sorrise e mi sorprese facendomi fare una giravolta. Risi e tornai tra le sue braccia.
“Grazie! Anche tu sei niente male!” Lo ammirai per qualche secondo.
“Grazie per avermi concesso il primo ballo..” sussurrò al mio orecchio.
“Era una promessa.” Sorrisi.
“Grazie per la promessa, allora. E.. stai attenta a Michelle, potrebbe buttarti addosso degli alcolici, furiosa com'è ora.” Ridacchiò.
“Niente che tu non mi abbia già fatto. Ricordi il vino?” Lo guardai male.
“Si..” ammise colpevole.
“E' passato, dai.. -posai distrattamente la testa sul suo petto, e il cellulare messo in modalità 'vibrazione' iniziò a ronzare nella tasca della gonna- scusami un attimo, Brian. -Mi allontanai dove la musica era meno forte, ovvero quasi all'uscita della villa, e mi sedetti sul muretto d'entrata, seguita da Brian. Guardai il numero: privato, ancora. Risposi alla chiamata- Pronto?” Attesi qualche secondo, in attesa della risposta.
“Mi scuso per aver chiamato a quest'ora, ma.. cercavo.. Gwen. Gwen Hill.”
“Sono io, chi è al telefono?” Guardai Brian piuttosto confusa.
“Chi è?” Disse sottovoce, sedendosi accanto a me. Alzai le spalle.
“Ciao, Gwen. Io.. sono il signor Simons, immagino tu non abbia mai sentito parlare di me..” la voce dell'uomo all'altro capo del telefono era incerta e per certi versi dolce.
“No, signore. Non ho mai sentito parlare di lei. Posso sapere chi è e perchè ha il mio numero?” Iniziai ad agitarmi, la voce mi tremava. Chi era quest'uomo? Cosa voleva da me?
“Gwen, tesoro.. lo so che è difficile da credere, forse non vorrai nemmeno parlare con me ma.. io sono il tuo papà. La mamma mi ha detto che eri sparita, non ti trovava più, e ha deciso di chiedermi aiuto.”
“NO!” Urlai mettendo giù. Prima che me ne accorgessi, le lacrime iniziarono a scorrermi lungo il viso. Tolsi la maschera e mi presi la testa fra le mani. Chi cazzo era quell'uomo che dopo diciassette fottuti anni si faceva vivo, dicendo di essere mio padre? Un padre non abbandona una figlia, un padre cresce con lei, l'aiuta, la rimprovera quando rientra tardi la sera, si complimenta con lei quando prende otto in matematica. No, lui non era mio padre.
“Gwen, Gwen.. che succede? Ehy, guardami..” Brian si inginocchiò davanti a me, tolse la maschera e mi guardò dal basso, cercando di capire cosa diavolo fosse successo.
“Lui non è mio padre!” Mi limitai a singhiozzare, buttandomi disperatamente fra le sue braccia, in cerca di conforto.
 
 

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Sorpresa! u.u
Cosa ne pensate? Questa volta ho soddisfatto tutte le vostre richieste: più informazioni, capitolo lungo un'eternità, e molta complicità fra chi sappiamo noi! 
Aspetto le vostre amate recensioni! Alla prossima! :D
  
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