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Autore: AllyDreamer    13/08/2012    8 recensioni
"Come avrei potuto dimenticare quella pelle candida come la neve e quei boccoli così perfettamente neri?"
Ciao a tutti! Questa è la mia primissima ff, spero vi piaccia. Dateci un'occhiata!
Genere: Commedia, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Harry Styles, Nuovo personaggio, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: Incompiuta
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Eccomi finalmenteeee!!!!!! Ecco un nuovo fresco capitolo tutto per voi! In realtà sarebbe dovuto essere più lungo, ma lo era troppo, così l'ho diviso a metà, quindi il continuo è già fatto e potrete leggerlo presto.. Prestissimo! Bene, e come dico sempre ormai, buona lettura!


Niall
In aereo il tempo scorreva lento, mancava poco più di un'oretta per arrivare a Londra. Avevo già finito gli snack offerti dall'aereo, così chiamai l'hostess e ne chiesi altri.
Presi il mio cellulare. Harry era rimasto in Italia, probabilmente ora era con Jade. Era proprio una brava ragazza, davvero molto carina, e almeno dava del filo da torcere a Harry. Non so esattamente come, ma avevo notato che il mio amico era piuttosto teso con lei, non completamente rilassato e disposto a flirtare sfacciatamente come ero solito vederlo quando gli interessava qualcuna. Sperai che Jade non cadesse subito ai suoi piedi, almeno per una volta gli stava bene ad Hazza non avere tutto troppo facilmente.
Ripensai a Jade, alla sera del concerto, alla sua amica, la ragazza che le era stata accanto durante il concerto. Chissà per quale motivo aveva attirato la mia attenzione. I lunghi ricci le ricadevano morbidi sulla schiena, aveva le lentiggini e due grandi occhioni blu, molto più blu dei miei. Era soltanto una ragazza normale, che tra l'altro era rimasta zitta tutto il tempo, eppure non avevo avuto il coraggio di chiederle se voleva un autografo, di parlarle, volevo che lo facesse lei, nonostante avessi notato la sua aria spaesata.
Afferrai il cellulare e iniziai a rigirarmelo tra le mani. Non volevo fare come Harry, trovare una ragazza e correrle dietro, come letteralmente aveva fatto lui, eppure non sapevo nemmeno il suo nome, volevo saperlo, non mi importava se le sarei sembrato sfacciato, neanche se lei era italiana e io inglese, volevo solamente sapere il nome che era stato dato a quei due zaffiri che aveva al posto degli occhi.
Mandai un veloce messaggio ad Harry "Hey, sei con Jade? Puoi darmi il suo numero?" e attesi.
Dopo poco mi arrivò la risposta. Il numero accompagnato da "Perché? Se hai voglia di rompere a qualcuno prenditela con chi non è impegnato." risi e lo mandai mentalmente a farsi un giretto in bagno. Dopodiché inviai un messaggio a Jade, soddisfatto di rompere a Harry. Quello era il mio modo di dimostrargli affetto, credo.
 
Harry
"Dove mi vuoi portare?" domandai per l'ennesima volta a Jade. Io guidavo la macchina di Billy, - il mio bodyguard, da cui l'avevo "presa in prestito"- e lei se ne stava buona sul sedile del passeggero a dirmi dove girare.
Sbuffò sonoramente, sempre col sorriso "Lo vedrai quando arriveremo." disse e mi accarezzò i capelli come si fa ai bambini per farli stare buoni. Quel gesto così spontaneo aveva scatenato una certa eccitazione dentro di me.
Resistetti all'impulso di fermare la sua mano tra i miei ricci e farla scorrere fino alla mia bocca, e dissi "Niente indizi?" ma la sua risposta fu anticipata da una vibrazione che veniva dai suoi jeans. Aveva indosso una maglietta verde smeraldo che risaltava molto i suoi occhi, e un foulard blu, così era ancora più carina.
Rise fra se e io non me lo lasciai scappare "Che c'è?" chiesi innocentemente.
"Niall mi domanda il numero di Liz, la mia migliore amica che era venuta al concerto. Ma che gli prende?"
"Fidati, da i numeri quel ragazzo, e non intendo quelli telefonici." mi pentii immediatamente della penosa battuta che avevo appena pronunciato. Scoppiai in una risata imbarazzata accompagnata da quella solare di Jade. Forse le aveva fatto davvero ridere. Lo sperai avidamente e tornai a concentrarmi sulla strada.
Notai un cartello che indicava una stradina a destra ma non riuscii a capire quello che c'era scritto, era in italiano. Notai solamente la figura stilizzata di un cavallo.
"Volta a destra." mi disse Jade e io sterzai nella direzione da lei indicatomi, piuttosto nervoso, se davvero stavamo per fare quel che speravo non facessimo, non era proprio il massimo. Non avevo voglia di fare la figura dell'imbranato in sella a un cavallo che, tra parentesi, non sapevo assolutamente cavalcare.
 
Liz
Mentre svolgevo i compiti d'italiano per tirarmi avanti e avere la giornata libera, il mio telefono emise uno squillante bip che mi costrinse a distogliere l'attenzione dalle analisi logiche.
Un numero anonimo mi aveva inviato un messaggio. Di sicuro era uno di quegli stupidi scherzi telefonici che ultimamente quelli della mia classe si erano messi a farmi.
C'era scritto "Ciao, sono Niall Horan, tu sei Letizia d'Aquila?" era in inglese. Bella imitazione. Avevano superato il limite, così risposi in  italiano "Certo, vivo qui insieme a Madonna e mio fratello Justin Bieber." e aggiunsi anche un'offesa piuttosto volgare.
Dopo poco il cellulare iniziò a squillare. Lo fissai per una manciata di minuti, finché scocciata risposi "Ascolta Berretti, o la pianti di farmi questi idiotissimi scherzi o vengo li e dico a tua madre che ogni sabato sera te la fili a Trento."
Invece della vocetta irritante e acuta di Berretti, il mio compagno di classe che puntualmente s'inventava stupide burle, rispose una voce dolce e stranamente famigliare... e inglese "Cosa? Che hai detto? Forse non hai capito, sono Niall James Horan, eri insieme a Jade ieri sera, giusto?"
La mano mi tremò e trattenendo il fiato scattai in piedi buttando all'aria dizionario e quaderno. Deglutii sonoramente "Sì." dissi solo, in inglese.
"Ciao! Ecco io non so nemmeno perché ti chiamo, volevo solo essere convinto che non ti avevo immaginata, sei stata l'unica al concerto a non chiedermi l'autografo." la sua voce melodica e meravigliosa mi rimbombò nelle orecchie come il gong in una sala di yoga.
"Io... Io... " tutto l'inglese che avevo approfondito con Jade era sparito dal mio cervello. Tentai di concentrarmi. Era completamente impossibile che dall'altro capo del telefono ci fosse veramente Niall Horan.
"Mi, mi dispiace veramente molto se non ti ho... Aspetta, ma tu sei veramente Niall? Cioè, il vero Niall Horan?" domandai non riuscendo a realizzare.
"Certo! Non mi credi?" domandò in un tono irresistibile.
"No." risposi. Insomma, era una cosa che non riuscivo ad accettare. Poi la sua voce intonò il suo assolo in Use somebody e le mie gambe cedettero, così mi abbandonai sul letto.
"Wow. Niall." sussurrai. Sentii un risolino da parte sua e mi immaginai il suo splendido sorriso. Poi, tornai alla realtà e gli domandai, forse un po' troppo freddamente "E perché mi hai chiamato? Voglio dire, sono una tua grande fan ma non mi conosci, io non ti conosco, e non possiamo nemmeno vederci. Sei una star della musica mentre io una normalissima ragazza che ti pensa praticamente tutto il giorno e che sa che tanto non ti incontrerà mai." ripresi velocemente fiato, sorprendendomi di tutto l'inglese che non sapevo di conoscere così bene "Cos'é? Hai cercato il mio numero perché ti faccio pena? Per farmi stare male perché non posso incontrarti?" dissi tutto quello senza rendermi conto di essere sicuramente sembrata una stupida ragazzina come tutte le altre.
"Hai ragione." fu la sua risposta seria "Sono stato stupido a chiamarti, l'ho fatto perché non riuscivo a togliermi dalla mente i tuoi occhi e, volevo solo sapere il tuo nome e sentire la tua voce per essere sicuro che esisti. Tutto qui. Scusa, io, pensavo che potessi trattarmi come se fossi un ragazzo normale. Come... fa Jade con Harry." disse tristemente. Non potevo lasciarlo attaccare, non adesso che uno dei miei sogni si era avverato. Che idiota che sono! Pensai.
"No, aspetta! Tu non sei un ragazzo normale. Sei molto più dolce e simpatico, doti che i ragazzi normali, non sempre possiedono." sorrisi come un ebete come se lui potesse vedermi.
"Grazie." lo udii rispondere "Grazie di aver capito."
"No, scusa tu! Beh... Cosa si dice hai ragazzi normali?" chiesi tentando disperatamente di sembrare simpatica. Lo sentii scoppiare sonoramente a ridere.
"Non lo so, io non lo sono!" e la risata riecheggiò attraverso il mio cellulare "Piuttosto, che centravano Madonna e Justin Bieber nel messaggio tutto in italiano, di cui non ho capito un'accidenti, che mi hai mandato?"
"Lascia perdere." risposi lasciandomi trasportare in un'allegra risata.
"Io non voglio lasciarti perdere."
 
Jade
Sapevo perfettamente dove portare Harry. La sorella venticinquenne di Liz, Emma, e suo padre, gestivano un maneggio grazie al quale io e la mia migliore amica avevamo avuto la possibilità di cavalcare con un leggero vantaggio economico rispetto agli altri. Avevo moltissima confidenza con Emma, e lei mi faceva sempre fare lunghe passeggiate gratis. Avevo anche “scelto” il mio cavallo preferito: Peet, un magnifico esemplare dal manto rossiccio e la criniera nera e lucente.
Raggiungemmo il “Maneggio dagli d’Aquila” (il cartello che Harry non era riuscito a capire) tra la polvere che le ruote sulla sabbia avevano generato.
Tra gli alberi in fiore, il grande recinto era occupato da Philip, il cavallo preferito di Emma, nero petrolio e veloce come una furia, guidato da Luca, un ragazzo che aiutava Emma a gestire le passeggiate da far fare ai turisti. Luca si stava di sicuro allenando, infatti correva fortissimo percorrendo il perimetro della recinzione, sotto gli sguardi ammirati dei bambini.
Fuori dal recinto, un gruppo di ragazzini era in sella al resto dei cavalli, pronti per la lezione d’equitazione che Emma stava per dar loro.
Indicai a Harry un posto sicuro dove parcheggiare, dopodiché lasciammo l’auto e ci avviammo verso Emma, che stava giusto uscendo dalle scuderie.
Appena mi vide mi venne incontro sorridente come sempre. Assomigliava parecchio alla sorella, solo che aveva i capelli leggermente più scuri e gli occhi nocciola.
Squadrò Harry e dopo qualche istante s’illuminò “Dov’è che ti ho già visto?”
“Ehm, sui poster in camera di Liz?” suggerii.
Si batté una mano sulla fronte e ammise che era la verità, e fui abbastanza sicura di sentirla mormorare “Che strano…” poi ritornò pimpante e allegra come prima “Avete bisogno di qualche cosa?”
“No, no, tu fai pure la tua lezione, volevo solo avvertirti che se ti spariscono due cavalli per qualche ora, non chiamare la polizia.” Dissi con fare colpevole. Lei ammiccò “Lo terrò a mente, grazie.” E si diresse verso il suo gruppo di piccoli allievi.
Io presi la mano di Harry e lo trascinai dietro di me, nelle scuderie.
Erano rimasti solo tre cavalli, per fortuna c’era Peet. Gli andai incontro per salutarlo, felice di rivederlo, e accarezzandogli la criniera.
“Harry, lui è Peet, il “mio” cavallo.” Dissi agitando le due dita di entrambe le mie mani, per fare il segno delle virgolette su mio.
“Tu puoi scegliere tra Rob e Tina, ma ti consiglio quest’ultima se non sei molto esperto, perché è la cavalla più dolce del mondo.”
Scorsi Harry con la coda dell’occhio deglutire “Davvero vuoi farmi cavalcare?”
Mi voltai a guardarlo in faccia. Sembrava tranquillo tutto sommato.
“Perché? Se è un problema, mi dispiace…”
“No, no!” M’interruppe “No, è solo che, beh, ho cavalcato solo una volta quando ero piccolo e non sono molto… Esperto, ecco.”
“Tranquillo.” Gli sorrisi “Ti aiuto io.” Lui ricambiò il sorriso e il suo viso era così bello che mi sentii avvampare. Mi schiarii la voce “Allora, sali su Tina. Aspetta, ti do una mano.” Così gli indicai dove mettere le mani e i piedi.
“E spingiti su.” Gli dissi appoggiando una mano sulla sua schiena. Lui si issò su Tina e riuscì facilmente a sistemarsi sulla groppa castana.
Gli passai il casco “Ma così mi spiaccica i capelli.” Si lamentò sorridendo.
“Fattene una ragione, Styles.” Gli risposi.
“Chiamami Harry.”
L’avevo chiamato per cognome, mi era venuto naturale, non avevo pensato che preferisse Harry. Invece aveva perfettamente ragione, e poi il suo nome era perfetto e mi piaceva pronunciarlo.
Presi le redini di Tina e la guidai dolcemente fuori dalle scuderie. Poi salii su Peet e diedi qualche dritta a Harry su come girare e andare avanti.
Attraversammo il cortile e prendemmo un sentiero differente da quello che prese il gruppetto di Emma. Lo conoscevo molto bene, ci ero stata parecchie volte ed era il mio preferito in assoluto.
C’era molta quiete e il sentiero percorreva una collinetta circondata da querce e sempreverdi, e a un certo punto sbucava accanto a un ruscelletto che portava a una cascatella.
I due cavalli camminavano lenti e dondolando molto, mentre io e Harry parlavamo un po’ di tutto. Mi aveva chiesto di raccontarmi della mia vita, di cosa mi piaceva e di quel che avrei voluto fare.
Gli svelai anche che avevo messo da parte un gruzzoletto per potermi pagare due settimane in un college a Londra, dove era il mio sogno andare.
“Dici davvero?” mi chiese ad un tratto eccitato. Annuii.
“Ma è fantastico! Se vieni in Inghilterra… magari ci incontriamo.”
“E’ vero!” esclamai come se non ci avessi mai pensato. Era da tipo due anni che speravo di andarci, pronta all’eventualità di incontrare gli One Direction e realizzare il mio sogno. A quanto pare, erano stati loro a venire da me.
Sbirciai Harry. Ancora non riuscivo ad accettare il fatto che non fosse un miraggio proveniente dalla mia fantasia. Ma Emma l’aveva visto, forse non ero ancora pazza.
Avvicinai Peet a Tina, in modo, con un breve movimento della mia mano, di riuscire a toccare la sua. Subito lui lasciò le redini per poter intrecciare meglio le sue lunghe dita alle mie.
Guardai la mia mano nella sua provando uno strano sentimento, un mix di felicità esagerata e confusione. Mi sembrava tutto così strano, come se con un soffio potesse sparire.
Ritirai la mia mano e la riportai salda sulle redini “Scusa, io, volevo solo controllare che non sei un sogno… Cioè , che sei davvero qui, adesso.” Confessai senza avere il coraggio di rialzare lo sguardo.
“Hey, tranquilla. Sono qui veramente e sono felice di esserlo.” A quel punto una folata d’aria ci travolse mentre ammiravo il suo sorriso con le fossette.
“Ti va di andare al galoppo?” chiesi, sicuramente con una luce brillante negli occhi.
“Ehr… “ non lo feci terminare che gli insegnai a far fare al suo cavallo quell’esercizio. Appena lo vidi partire galoppando, diedi un colpo secco alle mie redini e lo superai, andando più veloce.
Purtroppo gli avevo insegnato come si accelerava così mi venne dietro e allora partì una specie di gara tra di noi. Lui stava decisamente per vincere così cercai di spronare Peet ad accelerare, alla fine misi tutto l’impegno acquistato in tutti i miei anni da cavallerizza e riuscii ad arrivare  per prima al ruscelletto.
Mi raggiunse dopo poco “Imbrogliona!”
Io scesi da Peet che si avvicinò al ruscelletto per bere, e mi levai il caschetto. Harry mi imitò. L’acqua era così fresca che non resistetti alla tentazione di berne un pochetto.
Harry mi domandò se era buona, e io in risposta gli schizzai addosso una discreta quantità d’acqua, bagnandogli gran parte della maglia nera a maniche lunghe che indossava.
Lessi una luce vendicativa nei suoi occhi, quindi si avvicinò al ruscello e tentò di bagnarmi a sua volta, ma io prontamente schivai il suo schizzo che mi passò accanto, innaffiando l’erba verde dietro di me.
Scoppiammo entrambi a ridere e io gli lanciai di nuovo l’acqua, che stavolta gli inzuppò completamente la maglietta.
“E’ freddissima!” sobbalzò immobilizzandosi e stringendo i denti. Mi avvicinai un poco preoccupata “Hai ragione, ho esagerato, non vo…” appena gli fui abbastanza vicina scattò verso di me e mi avvolse in un abbraccio-stritolatore che mi sollevò da terra. Il suo corpo gelato contro la mia maglia mi fece rabbrividire, eppure tutto quello che volevo era restare tra le sue braccia e tremare per sempre.
Ricambiai l’abbraccio circondandogli il collo con le mie braccia, abbandonando la testa sotto il suo mento. Sentivo il suo cuore battere forte, ma di sicuro il mio lo superava. Forse non si aspettava che lo stringessi così, ma non sembrò lamentarsene. Restammo avvinghiati per qualche minuto forse, fino a che io non sciolsi l’abbraccio e lo guardai in viso. Era più vicino di quanto mi aspettassi. Analizzai mentalmente i lineamenti del suo viso, e notai i capelli appiattiti. Glieli spettinai e mi allontanai dirigendomi verso Peet.
Avvertii i suoi passi dietro di me, ma poi sentii una sequenza di gocce infrangersi sui miei capelli e sulla mia fronte. Mi voltai verso Harry. Stava guardando in alto, verso il cielo, verso la provenienza di quelle gocce che continuavano a scendere aumentando sempre di più.
 

E... continua!!! xD Non state in ansia, tra pochissimo potrete andare avanti! Spero che vi sia piaciuto questo capitolo, anche se, come ho detto, è meglio leggerlo tutto attaccato al prossimo :) Spero che la parte di Liz e Niall non sia risultata troppo inverosimile, ma ci tenevo a inizare una nuova storia nella storia, andando avanti non vi deluderò carotine! 
Grazie a tutti per aver letto e per avermi seguito fino a qui :D
Ciao babies!

  
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