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Autore: Beauty    13/08/2012    13 recensioni
E se Belle e Rumpelstiltskin si fossero incontrati nella vita reale?
Mr. Gold, attraverso i suoi patti, tiene in pugno l'intera Storybrooke. E' considerato un uomo malvagio e incapace di amare, ma quando Belle French, per saldare i debiti del padre, accetta di lavorare per lui, le cose si rivelano diverse da come appaiono. Ben presto, Belle e Mr. Gold si ritroveranno inaspettatamente a provare dei sentimenti l'uno per l'altra, ma qualcuno intanto sta tramando nell'ombra...
Genere: Fluff, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Belle, Signor Gold/Tremotino
Note: AU, What if? | Avvertimenti: nessuno
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First Day

 

- Ma sei impazzita?!

All’esclamazione di Ruby, tutti nel locale si voltarono a guardare in direzione del loro tavolo.

- Shhht!- fece Mary Margaret, secca, mentre Belle, rossa in viso, si stringeva nelle spalle.

Di tanto in tanto, le tre amiche si ritrovavano la mattina presto, prima di andare al lavoro, per fare colazione insieme. Quel giorno, Belle sentiva di avere particolarmente bisogno di quel rito: era il suo primo giorno di lavoro al negozio di quell’avvoltoio, e doveva ammettere di sentirsi un tantino agitata.

Inutile dire che, quando aveva raccontato a Ruby e a Mary Margaret di quel che era successo e del suo accordo con Mr. Gold, queste erano andate fuori di testa.

- Preferirei che la cosa non divenisse di dominio pubblico, Ruby…- sussurrò, gettando delle occhiate tutt’intorno.

- Tanto in questo buco di città i pettegolezzi volano come il vento, presto lo saprà tutta Storybrooke…- commentò Ruby.

- Beh, allora diciamo che preferirei non divenisse di dominio pubblico troppo presto

Ashley Boyd, con le forme ancora leggermente arrotondate dalla gravidanza appena passata, si avvicinò al tavolo con aria affaccendata.

- Che vi porto, ragazze?- chiese, scribacchiando qualcosa sul taccuino.

- Per me un caffè con panna e brioche, grazie…- fece Mary Margaret.

- Un caffè anche per me, e aggiungici anche un succo di frutta con un toast…- disse Ruby.

- Per me, solo un cappuccino, per favore…- mormorò Belle.

- Ehi, sei a dieta?- fece Ashley.

- No, è che oggi non ho molta fame…- disse Belle; era vero, sentiva come una morsa che le chiudeva lo stomaco.

- Sono io che dovrei mettermi a dieta, guarda che roba…- borbottò Ashley, indicando le sue forme rotonde.- Sono diventata una balena, credevo che dopo il parto avrei smesso di somigliare ad una mongolfiera, e invece…

- Ma dai, stai benissimo…- sorrise Belle.

- Sì, e poi a Sean piacciono le donne rotondette, se non ricordo male…- ghignò Ruby.

Ashley sbuffò, poco convinta.

- Vedrai che tornerai presto come prima…- cercò di rassicurarla Mary Margaret.

- Grazie, lo spero davvero…

- Come sta la piccola Alexandra?- chiese Belle.

- Oh, beh, lei sta benissimo, dorme e mangia che è un piacere…- sorrise Ashley. Poi, di nuovo seria:- Tu piuttosto…- disse, guardando Belle.- Sicura di sentirti bene? Sei pallidissima…Non è che hai la febbre?

- Io…no, io…- balbettò la ragazza, presa in contropiede.

- Lasciala stare, Ashley - fece Ruby. - Oggi non è giornata…

- Perché? Che è successo?

- Tranquilla, presto lo verrai a sapere anche tu…- sospirò Mary Margaret.

- Uhm…okay…vi porto la vostra roba…

- Grazie, Ashley.

Non appena la cameriera si fu allontanata, al tavolo dove sedevano le tre ragazze piombò il silenzio. Belle iniziò a giocherellare nervosamente con un tovagliolino di carta, evitando di guardare in faccia Ruby e Mary Margaret.

- Ma allora…- bisbigliò quest’ultima dopo un po’, sporgendosi verso di lei.- Ci vuoi spiegare come diavolo hai fatto a finire a lavorare gratuitamente per Mr. Gold?

- Ve l’ho detto, mio padre non è in grado di saldare dei debiti con lui, e allora io mi sono offerta come sua assistente per un anno…- mormorò Belle.

- Dio, un anno intero in quel posto buio e polveroso in compagnia di quell’individuo spregevole…- Ruby fece una smorfia.- Credo che impazzirei…O mi butterei sotto un treno prima…

- Ci ho pensato, ma sdraiarmi sulle rotaie non avrebbe salvato il negozio…- ridacchiò nervosamente Belle.

- Ma possibile che non ci fosse altra soluzione?- chiese Mary Margaret.- Tuo padre che ha detto?

- Niente, è da una settimana che non mi rivolge la parola…- ammise Belle; dopo che Gold se n’era andato, Maurice era scoppiato in un attacco d’ira furibondo, urlandole contro di essere una traditrice, di fare il gioco di quell’usuraio. A nulla erano valse le proteste della ragazza, Maurice l’aveva riempita di schiaffi e se n’era tornato al bar, rincasando solo a notte fonda, più ubriaco di prima.

- Seriamente, Belle, sei sicura di quello che stai facendo?- Ruby si sporse verso di lei.- Insomma, tutti in città conosciamo Mr. Gold, non è da lui accontentarsi di un semplice aiuto in negozio…Quell’uomo sarebbe capace di tutto, sei sicura che non miri a portarti a letto?

- E’ la stessa cosa che abbiamo pensato io e mio padre, quando ha preteso l’accordo, ma lui ci ha assicurato che non cercava amore, così ha detto…E ha dato la sua parola che, se avessi lavorato per lui, il negozio di fiori sarebbe stato salvo…- spiegò la ragazza.

- Mai fidarsi delle promesse degli uomini…- borbottò Mary Margaret, rabbuiandosi. Le altre due amiche si scambiarono un’occhiata, quindi Belle posò la propria mano sulla sua.

- Che c’è, ancora quel David Nolan?- chiese.

Mary Margaret annuì a denti stretti, senza guardarla.

- Continua rimandare…- sibilò, fissando il tavolo.- Vuole che ci vediamo di nascosto, continua a dire di amarmi, ma non ha il coraggio di lasciare la moglie…

- Sono sicura che prima o poi troverà il coraggio di lasciare Kathryn, sta’ tranquilla…- cercò di rassicurarla Belle. Ashley tornò al tavolo e vi poggiò sopra quello che le ragazze avevano ordinato; Ruby si avventò famelicamente sul suo toast.

- Concordo, mai fidarsi delle promesse di un uomo…- disse, a bocca piena.- Soprattutto se l’uomo in questione è Mr. Gold…

- E dai, ragazze, smettetela…- mugolò Belle, abbandonandosi contro lo schienale della sedia.

- Siamo solo obiettive...- fece Mary Margaret, mescolando lo zucchero nel caffè.- Anche tu conosci Mr. Gold, Belle. Sai che è un uomo privo di scrupoli, quando si tratta di affari non guarda in faccia a nessuno, non ha pietà se in ballo c’è un accordo da rispettare…

- Per me Mr. Gold non è neanche umano…- disse Ruby.

- Che intendi dire?

- Secondo me è un lupo mannaro!- ghignò la ragazza.

Mary Margaret sospirò nuovamente.

- Con questa hai veramente toccato il fondo, Ruby…

- E va bene, forse un lupo mannaro no, ma un serial killer sì - ghignò l’amica.- Beh, un lato positivo c’è…- guardò Belle.- Quando scomparirai misteriosamente, il povero Sceriffo Graham non dovrà penare troppo per trovare il tuo cadavere fatto a pezzi…

- Ruby, per favore, smettila con queste stupidaggini!- sbottò Belle.- Sono già agitata per conto mio, va bene? Non mi serve che tu…- Belle gettò un’occhiata all’orologio.

- OH, MIO DIO!

Sotto lo sguardo attonito delle amiche, la ragazza scattò in piedi, iniziando a frugare nella borsa.

- Maledizione, sono in ritardo!

- Ahi…cominciamo male…- fece Ruby.

- Scusate, ragazze, ma devo scappare…Ashley, quanto ti devo?

- Lascia stare, Belle, pago io per te…- disse Mary Margaret.

- Grazie, domani ti restituisco tutto, promesso…Ora scusate, ma devo andare! Ciao!- Belle indossò in fretta la giacca e corse in direzione della porta.

- Mi raccomando, facci sapere com’è andata!- gridò Mary Margaret, agitando una mano in segno di saluto.

- E se vedi che gli spuntano le zanne e comincia a ululare, scappa!- le urlò Ruby.

 

***

 

Belle attraversò mezza Storybrooke di corsa, maledicendo se stessa per non aver fatto attenzione all’ora e il negozio di Mr. Gold per trovarsi tanto lontano da dove lavorava Ashley. Rischiò più volte d’inciampare e finire distesa sul duro marciapiede e, quando si ritrovò di fronte ad un semaforo rosso, non ci badò e attraversò ugualmente la strada. Un’auto frenò all’improvviso a due centimetri da lei, e il conducente iniziò a suonare il clacson, furibondo.

- Scusi!- gridò Belle, riprendendo a correre.

Il conducente abbassò il finestrino pronto ad urlarle contro, ma si bloccò non appena riconobbe chi era quella sconosciuta. Belle, dal canto suo, era talmente presa dalla corsa che non si accorse di chi aveva appena rischiato di investirla: Gaston.

La ragazza, alla fine, giunse trafelata al negozio di Mr. Gold. Aprì la porta e si precipitò dentro, mentre il campanello tintinnava annunciando il suo arrivo. Belle si fermò sulla soglia, cercando di riprendere fiato.

Proprio come temeva, il proprietario del negozio era già lì. Mr. Gold era voltato di spalle, ma si girò lentamente non appena sentì la porta aprirsi. Belle si sentì improvvisamente inerme, non appena lo sguardo freddo dell’uomo si posò su di lei con una luce severa che lasciava ben poco al dubbio.

- Mi spiace…- pigolò Belle.- Ho fatto tardi…

- Lo vedo - rispose Mr. Gold, secco, guardando prima l’orologio e poi lei.

Belle abbassò lo sguardo, rimanendo in piedi sulla soglia della porta.

- Cosa fai lì? Vieni dentro, sei qui per lavorare, non per perdere tempo che, peraltro, hai già sprecato abbastanza…

- Mi scusi…- sussurrò la ragazza, entrando timorosamente.

Ancora una volta, Ruby aveva avuto ragione: il negozio di Mr. Gold era davvero un posto buio e polveroso, reso ancora più piccolo dalla quantità di cianfrusaglie che erano sistemate in ogni angolo. Belle si guardò intorno, cercando di ricordare se avesse visto qualcuno di quegli oggetti in casa di un amico o di un parente. Mr. Gold teneva davvero in pugno tutta Storybrooke: quanti disperati avevano lasciato lì i loro averi per pochi soldi!

Era tanto impegnata a guardarsi intorno che quasi non si accorse che Mr. Gold le aveva appena rifilato in mano una scopa e uno straccio. Belle guardò quegli oggetti con aria attonita, per poi spostare lo sguardo interrogativo su Gold.

- Che cos’è questo?- chiese.

- Semplicemente quello che ti servirà d’ora in avanti per lavorare, tesoro…- rispose l’uomo, con un ghigno. Solo a quel punto Belle realizzò completamente in cosa consisteva l’accordo. E lei che aveva pensato di svolgere il ruolo di commessa, o qualcosa del genere. Quello che l’aspettava si stava rivelando ancora più umiliante: sarebbe stata costretta ad essere la domestica di quell’uomo spregevole!

- Non erano questi i patti!- protestò.- Lei aveva detto che le occorreva un’assistente…

- E’ così, infatti - rispose Mr. Gold, calmo.- Mi occorre un’assistente in negozio. E sai che cosa fa un’assistente, tesoro?- ghignò di nuovo, divertendosi della sua espressione incredula e furiosa insieme.- Lavora tutto il giorno eseguendo quello che il suo datore di lavoro le ordina di fare. Quindi, forza, mia cara, comincia pure…

- Ma…- balbettò Belle.- Io…io credevo che…che le servisse una commessa, o…

Gold non la lasciò terminare, scoppiando in una risatina che alla ragazza, complice anche quel ghigno che aveva al posto del sorriso, suonò stranamente inquietante.

- So gestire da solo i miei clienti, grazie - fece Mr. Gold.- Non ho bisogno di mettere una ragazzina dietro al bancone per portare avanti gli affari…Se non hai altre domande, direi che puoi iniziare il tuo lavoro…

Le fece un gesto con la mano che voleva dire al contempo datti una mossa e togliti dai piedi.

Belle digrignò i denti, iniziando a lavare il pavimento. Sentiva di essere stata ingannata, provava l’impulso fortissimo di andarsene via sbattendo la porta, ma dopo poco la rabbia lasciò il posto al suo buon senso. C’era un motivo per cui era lì, si disse. Ed era per questo che doveva stringere i denti e tirare avanti.

Terminato di pulire il pavimento, Gold riprese a darle ordini su quello che doveva fare. Belle si rese presto conto che, esattamente come sospettava, il suo datore di lavoro era un uomo di poche parole, che parlava solo se strettamente necessario. Poche frasi asciutte per dirle che cosa doveva fare, e poi nel negozio ripiombava il silenzio, interrotto solo dal rumore degli oggetti spostati dalla ragazza e dai passi del proprietario. Belle non lo vide quasi mai per tutto il giorno, spesso Mr. Gold si eclissava nel retro del negozio, e lei udiva solo lo strascicare del suo bastone sulle assi di legno del pavimento. Ci furono pochi clienti, quel giorno, ma di questo la ragazza non fu particolarmente dispiaciuta. Quasi tutte le persone che entravano nel negozio se ne andavano piangendo, lasciandovi magari un oggetto caro o un ricordo affettivo, oppure sentiva, dal magazzino in cui si nascondeva, le loro suppliche al proprietario con cui, immaginava, dovevano aver stretto qualche accordo che non potevano rispettare.

Ma quello che la turbava e irritava di più era l’atteggiamento di Mr. Gold. Non solo quell’uomo se ne restava impassibile di fronte al dolore della gente, ma sembrava quasi goderne, pareva quasi che non aspettasse altro se non far cadere le persone nella propria rete.

Belle si fece forza, e continuò a lavorare senza fiatare. Fu solo verso la fine della giornata che Mr. Gold si degnò di rivolgerle qualche parola.

- Credo tu abbia compreso che cosa dovrai fare, da qui in avanti…- le disse, mentre lei stava riponendo in una scatola impolverata foderata di velluto rosso un intero servizio da thé in porcellana.

Belle annuì, senza alzare lo sguardo.

- Devi tenere tutto quanto pulito e in ordine, e devi riporre ogni cosa nel posto stabilito…

- Va bene…

- Se arriva un cliente, e io non ci sono – anche se dubito che accadrà mai – non prendere nessuna iniziativa, prima devi chiamarmi…

- Ho capito…

- Devi fare attenzione a tutto quello che fai e che tocchi, la maggior parte di queste cose è roba di valore. Devi maneggiarla con cura e non lasciarla impolverare…

La ragazza annuì nuovamente.

- Ah, e dovrai anche scuoiare i bambini che ho rapito e che tengo prigionieri in cantina…

CRASH!

Belle si lasciò sfuggire la tazzina che teneva in mano, puntando lo sguardo scioccato su Mr. Gold.

- Era uno scherzo - ghignò questi, ridendo della sua aria sconvolta.- Non ero serio.

Belle sospirò di sollievo, abbozzando un sorriso. Incredibile, avrebbe dovuto intuire al volo che si trattava di uno scherzo – per quanto di cattivo gusto – ma quell’uomo riusciva a metterle una tale soggezione da farle credere persino che…

La ragazza interruppe il flusso dei suoi pensieri, abbassando lentamente lo sguardo ai suoi pieni, ora consapevole di quello che aveva combinato. La tazzina che le era caduta di mano fortunatamente non era andata in mille pezzi come aveva temuto, ma il bordo era sbeccato.

Si chinò a raccoglierla, trattenendo un gemito. Che stupida che era stata, ora l’avrebbe sbattuta fuori e addio negozio di fiori!

- Io…mi dispiace…sono mortificata…- mormorò, mostrando la tazza a Mr. Gold, il quale sembrava essere rimasto impassibile alla cosa. - Si è scheggiata…si vede appena…- soffiò, pronta a venire sbattuta fuori.

Mr. Gold non disse né fece niente. Si limitò a guardarla per un istante, impassibile. Poi, squadrandola come se avesse di fronte una perfetta idiota, disse, con voce incolore:

- E’ solo una tazza.

Belle tirò un altro sospiro di sollievo, rialzandosi dal pavimento e riponendo la tazza nella scatola.

 

***

 

A fine giornata, Belle indossò la giacca e uscì dal negozio, pronunciando un a domani! in segno di saluto, che non ottenne mai risposta.

Non appena mise piede in strada, la ragazza si sentì improvvisamente il cuore più leggero. Sì, senza Mr. Gold intorno si stava decisamente meglio. Belle si beò un attimo della lieve brezza serale, quindi si decise a tornare a casa.

Si avviò lungo il marciapiede, svoltando a destra e lasciandosi il negozio di Mr. Gold alle spalle.

D’un tratto, si sentì afferrare per un braccio. Fece per urlare, ma il grido le si smorzò in gola non appena vide chi è che la stava strattonando.

- Gaston…!- boccheggiò.

Si liberò dalla stretta del ragazzo.

- Mi hai spaventata…- mormorò.

- Allora è vero!- fece Gaston, come se non avesse sentito una parola.- E’ vero quello che dicono in città. Lavori davvero per Mr. Gold!

Belle si trattenne dall’alzare gli occhi al cielo. Proprio come avevano previsto Ruby e Mary Margaret, la notizia si era già diffusa in tutta Storybrooke. Gaston l’afferrò nuovamente per un braccio, strattonandola.

- Ma cosa ti è saltato in mente?! Sei impazzita, per caso?!- urlò.

La ragazza lo guardò, furiosa, quindi si liberò nuovamente dalla stretta con un movimento deciso.

- No, Gaston, non sono impazzita e, a dire il vero, quello non tanto a posto mi sembri tu - Belle fece una smorfia.- Sì, è vero, lavoro per Mr. Gold, e allora?

- Allora?!- urlò Gaston, fuori di sé. - Ti rendi conto di chi è quell’uomo? Lo sai che cosa fa? Ti rovinerà, Belle, ti allontanerà da tutti quelli che ti vogliono bene, ti farà diventare perfida e cinica come lui! Ti rovinerà, Belle!- ripeté.

La ragazza gli scoccò un’occhiataccia, quindi indietreggiò di un passo.

- Direi che questi non sono affari tuoi, Gaston - lo liquidò.- Sì, so chi è Mr. Gold, ma questo non ha niente a che fare col fatto che io lavoro per lui. Abbiamo solo stretto un semplice accordo, se proprio ci tieni a saperlo. E, in ogni caso, questa è la mia vita, e se lui me la rovinerà, beh, in tal caso saranno solo problemi miei. Quindi non ti permettere mai più di aggredirmi e di strattonarmi in questo modo, hai capito?- ringhiò.

Senza attendere risposta, Belle si voltò e prese a correre, allontanandosi il più possibile da uno stupefatto ed incredulo Gaston. Quando fu certa di aver messo sufficiente distanza fra lei e il gorilla tirato a lucido, la ragazza rallentò il passo, avviandosi stancamente verso casa.

Prima era arrivata in ritardo, poi aveva scoperto di essere stata ridotta al ruolo di lava-pavimenti, era cascata in uno stupido scherzo e aveva quasi rotto una tazza, rischiando di venire licenziata, e infine aveva incontrato Gaston che le aveva fatto una scenata da soap opera.

No, quella non era decisamente la sua giornata.

 

Angolo Autrice: Rieccomi qui di nuovo con il secondo capitolo! J.

Dunque, come avrete capito, sto cercando di seguire il filo della storia nel mondo delle favole, ma inserirò anche alcune varianti…

Che altro dire? Spero che il capitolo vi sia piaciuto, come sempre, un invito a recensire J.

Ringrazio tutti coloro che leggono e in particolare x­_LucyLilSlytherin per aver aggiunto questa storia alle seguite e per la sua recensione, e Sylphs per averla aggiunta alle preferite e per aver recensito.

Ciao a tutti, al prossimo capitolo!

Bacio,

Dora93

  
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