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Autore: SiriusBlack91    14/08/2012    1 recensioni
Una nuova isola. . .nuovi segreti. . .nuovi orrori!
La trama tratta di una spedizione della Ingen su una terza isola dove effettuano esperimenti sui dinosauri; cronologicamente mi baso sulla storia dei libri di Chricton, quindi avviene dopo l'incidente al Jurassic Park del primo libro e prima dell'avventura di Malcolm e gli altri su Isla Sorna del secondo libro. Spero vi piacerà la storia, la quale premetto che sarà piena di sorprese, intrighi e ovviamente dinosauri! Buona lettura a tutti :)
Genere: Avventura, Azione, Science-fiction | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna
Note: Otherverse | Avvertimenti: nessuno
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Episodio 6 – Da predatore a preda
La foresta fitta e la scarsa luminosità rendevano l’attraversata difficile. Fortunatamente lui poteva fare affidamento su varie caratteristiche con cui orientarsi, in primis un ottimo olfatto. Era stato proprio quello a portarlo sulla pista giusta, seguendo quel familiare odore deliziosamente appetitoso di “mammiferi”.
Camminava da ore ormai in cerca delle sue prede, stava facendo buio quando sentì un odore molto forte provenire dalla sua sinistra. Incuriosito, iniziò a correre verso la fonte di quel profumo invitante, un odore di morte e putrefazione, il che significava cibo gratis per lui. Arrivò alla fine della vegetazione, dove una grande radura sbucava nel mezzo della foresta e uno spettacolo gli si parò davanti gli occhi:
una grande struttura grigia era giusto al centro della radura, in terra c’erano impronte varie e grosse pozze di sangue. Si avvicinò cautamente, annusando le impronte, il sangue, giungendo infine a due cadaveri davanti la grossa struttura. Li riconobbe subito, un raptor e un mammifero, come quelli che lo avevano cresciuto per anni. Strappò un grosso pezzo di carne da quest’ultimo cadavere, lasciando intatto quello del raptor, riconoscendolo quasi come un parente, e si mise ad annusare altre tracce intorno alla struttura. Improvvisamente riconobbe un odore in particolare tra quello dei mammiferi, un odore recente che gli riportava alla mente un ricordo assai terribile. L’animale sentì dentro di se un forte odio verso quelle creature, un odio che l’aveva spinto a seguire il loro odore nelle ultime ore senza fermarsi mai.
Stava facendo buio, era il momento giusto per un imboscata, bastava solo trovarli e ucciderli tutti! Una folata di vento gli portò un pizzico di fortuna, odore di altri mammiferi, gli stessi che l’avevano svegliato. Doveva agire, subito! Tornò all’entrata della struttura, aprì le fauci sul cadavere del mammifero e ne staccò con uno scatto la testa ingoiandola in un sol boccone. Poi, si inoltrò nuovamente nella foresta seguendo l’odore portato dal vento, con un impeto di caccia che cresceva sempre più nella sua mente.
 
Gabriel e il resto del gruppo stavano camminando nel tunnel sotterraneo da quasi mezz’ora, l’ambiente sinistro li teneva tutti in allerta costante e la continua cantilena di Ray non aiutava di certo ad allentare la tensione.
“Che diavolo gli prende al tuo compare?” chiese brusco Gabriel rivolgendosi ad Hicks
“Credo che sia successo qualcosa di pessimo in quel laboratorio e ho il sospetto che prima o poi ci toccherà risolvere il guaio che hanno combinato.” gli rispose il soldato
“Non credo proprio! Questo è un problema che non riguarda la nostra missione, resteremo in questo posto per poco tempo.”
“Lo credi davvero? “
Gabriel lo guardò storto, ma sapeva che aveva ragione. La missione precedente, su Isla Nublar, si dimostrò assai più complicata del previsto e fu piena di brutte sorprese. Quindi poteva aspettarsi un esito simile anche adesso, anche perché  gli imprevisti erano iniziati da subito con la comparsa di questi soldati.
“Quindi voi siete una specie di. . .scagnozzi della Byosyn?” chiese Gabriel
“Oh beh, diciamo di sì, una specie di uomini di fiducia a cui dare il lavoro sporco.” Rispose Hicks con un ghigno divertito
“La cosa ti diverte? Quelli vi mandano a morire in un posto del genere solo per la loro ricchezza, e tu ridi?” sbottò Gabriel
“Beh, voi non siete in una situazione diversa, o sbaglio?” gli disse Hicks, con un tono di scherno
Gabriel non rispose, preferiva non dare troppa corda a quel tipo, non valeva la pena perdere tempo in simili conversazioni.
“Ecco la botola, siamo arrivati” disse Ramirez in un tono di evidente gioia nel poter uscire da quel sotterraneo
I cinque soldati salirono per la scaletta e si fermarono ad osservare il cadavere trovato in precedenza da Gabriel e Ramirez
“Sì, è proprio Oz” disse infine Ray “Ci siamo divisi nella fuga, credo 3 giorni fa. Forse ha trovato la botola nel sotterraneo e ha pensato di salire quassù per stare al sicuro.”
“Lo lasciate qui, come l’altro?” chiese Ramirez
I soldati annuirono
“Bene, saliamo su, dovrebbe essere notte ormai e i miei ragazzi staranno dormendo, ma troveremo qualcuno di guardia.” Disse Gabriel aprendo la porta per tornare nel rifugio
Una volta che furono entrati tutti, trovarono il buio totale. Luci spente e silenzio di tomba riempivano l’atmosfera notturna sia nel rifugio che fuori, come poterono notare dalle finestre. Qualcuno improvvisamente prese il braccio di Gabriel e portandosi un dito alla bocca in segno di silenzio, lo guidò a una delle finestre.
“Capitano Krauser, c’è qualcosa che dovrebbe vedere la fuori!” disse Dmitri, il tecnico per le comunicazioni, a bassa voce con il volto intriso di paura. Non si curò nemmeno di chiedere chi fossero quelle due persone insieme al capitano e a Ramirez.
Gli altri soldati della squadra erano accucciati contro i muri, con i fucili pronti e lanciavano continuamente sguardi furtivi alle finestre.
Ramirez stava per aprire bocca e chiedere cosa stesse accadendo ma un suo compagno di squadra le fece cenno di non parlare, indicando poi la finestra sopra la sua testa.
I cinque nuovi arrivati si affacciarono e dovettero faticare un paio di minuti prima di abituarsi a vedere al buio. Allora lo videro:
una figura scura, grande e snella gironzolava in cerchio nella radura dove era situato il rifugio. Ogni tanto spariva nella vegetazione e poi ricompariva camminando cautamente e annusando il terreno ogni 5-6 passi.
“Ci gira intorno da quasi un’ora, signore.” disse Dmitri al capitano in un filo di voce
“Credete sia un predatore?” chiese Gabriel
“Suppongo di sì, signore. È comparso all’improvviso e non ha fatto altro che girarci intorno annusando il terreno. Sembra stia cercando qualcosa, forse ha sentito il nostro odore.”
“Ludlow ci aveva assicurato che la zona era neutrale, nessun carnivoro o erbivoro.” disse un soldato nascosto in un angolo
“Mmmm. . .forse è solo di passaggio. Restiamo all’erta tutta la notte, turni di guardia di 3 persone e credo che i nostri amici ci daranno volentieri una mano.” disse Gabriel rivolgendosi ai due soldati
Entrambi annuirono senza esitare, avevano capito che ormai erano tutti nella stessa situazione e valeva la pena aiutarsi.
Ray si sporse dalla finestra per vedere meglio quella creatura che assediava la squadra. Come tutti gli altri, vide solo una figura scura muoversi nella vegetazione, sembrava quasi mimetizzarsi per cui non riusciva a distinguerne bene i contorni. Eppure aveva qualcosa di vagamente familiare, qualcosa che aveva già visto, qualcosa che lo aveva terrorizzato.
La creatura si girò di scatto verso il rifugio, rivolgendo lo sguardo verso un punto preciso. I suoi occhi riflettevano la luce lunare e brillavano al buio incutendo ancora più terrore alla sua aura di mistero. Il suo sguardo incrociò quello di Ray, l’animale annusò nella sua direzione e sibilò con le mascelle serrate, in un espressione di puro odio. Sul volto già pallido del soldato si disegnò una smorfia di terrore, cadde all’indietro con un urlo e additando verso l’animale disse:
“Dio no! É lui! Ci ha trovati!”
   
 
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