Serie TV > Glee
Segui la storia  |       
Autore: amnesiaL1996    16/08/2012    2 recensioni
Sebastian: perfido,insensibile.
Thad: simpatico,gentile.
Come possono due ragazzi così diversi passare dall'amore all'odio?
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Warblers/Usignoli | Coppie: Nick/Jeff, Sebastian/Thad
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

From hatred to love

 

Capitolo 15

 

Sebastian era sicuro che l’avrebbe trovato lì. E infatti,quando aprì la porta dell’aula canto degli Warblers lo vide immediatamente,sdraiato in uno di quei divanetti in pelle nera a occhi chiusi,come se dormisse.

Tuttavia fu evidente che era sveglio quando,sentiti i passi leggeri dell’altro avvicinarsi,spalancò gli occhi,rossi e gonfi per il pianto di poco prima.

Lo fissò per un secondo,prima di distogliere lo sguardo e mormorare:

<< Vai via >>

E Smythe lo capiva. Aveva tutto il diritto di odiarlo in quel momento e di pensare che era solo colpa sua se stava così male,perché era solo la verità.

L’aveva ferito un sacco di volte.

Ma anche se lo odiava doveva,per forza,ascoltarlo. Anche solo per un ultima volta,ma doveva farlo.

<< Harwood…Thad. Io e te dovremmo parlare >>

Thad si lasciò sfuggire una risatina vagamente isterica.

<< E di cosa dovremmo parlare? Sei stato chiaro,Sebastian,non esiste nessun “io e te”. Come hai detto tu non può esistere,per qualche motivo che a quanto pare io non sono degno di sapere. Quindi,non c’è niente da dire: lasciami perdere,sono solo uno stupido che continua a illudersi,ma tu puoi continuare la tua vita come ti pare,ti prometto che non ti darò fastidio. Non ti accorgerai neanche che esisto,proprio come sempre >>

Chiuse gli occhi,sentendo fin troppo dolore nel pronunciare quelle parole che purtroppo sentiva davvero. Perché era così alla fine,no? Non c’era niente,non c’era mai stato e mai ci sarebbe stato in futuro. E saperlo faceva male,ma non poteva continuare a far finta di niente,perché se no alla fine stava male comunque,per un motivo o per l’altro.

Era un circolo senza fine,quello e per lui c’era solo una possibilità: soffrire. Così magari avrebbe imparato a non innamorarsi delle persone sbagliate.

<< Io mi accorgo che esisti,Thad,quindi smettila di dire cazzate e ascoltami. Meriti…meriti una spiegazione. Vuoi ancora sapere perché allontano tutti? >>

Ad un cenno del moro,Smythe sospirò,sedendosi sul divano al suo fianco.

<< Quando ero piccolo vivevo con i miei genitori a Washington. Mio padre lo vedevo molto raramente,perché andava a lavoro molto presto e tornava solo per cena,ma io ero sempre con mia mamma. Era una donna fantastica,mia madre,ed eravamo molto legati allora. Era francese ed era molto giovane,più di 10 anni più piccola di mio padre. E poi era bellissima: aveva i capelli biondi e lunghi,ricci,e due grandi occhi verde chiaro,la pelle chiarissima e un sorriso meravigliosa. Si chiamava Hélène. Quando avevo 5 anni mio padre ebbe una promozione e ci trasferimmo a Parigi. E nacque mia sorella,Cécile. Mamma aveva 24 anni. Ce-ce era minuscola,anche perché era nata settimina. Dei successivi 2 anni,mi ricordo solo che adoravo vivere a Parigi,andare a scuola lì e mi piaceva davvero tanto la nostra casa,una grande casa antica,un labirinto di stanze dove mi divertivo sempre a giocare. Non avevo tanti amici,preferivo passare i pomeriggi a giocare con mia madre e la mia sorellina. Avevo quasi 8 anni quando successe. In effetti,mancavano circa due settimane al mio compleanno,mi ricordo che stavamo già organizzando la mia festa. Ce-ce si ammalò. Era sempre stata piccolina per la sua età e cagionevole di salute,non era la prima volta che si ammalava così all’improvviso,le veniva sempre la febbre altissima,ma durava due giorni e poi,così com’era venuta,spariva. Anche quella volta durò due giorni. Poi Cécile morì. Aveva poco più di 2 anni e il suo fisico non aveva retto >> Sebastian fece una pausa,strizzando gli occhi << Mamma impazzì,completamente. Fino al punto che tentò il suicidio. Allora avevo 10/11 anni e mia madre…non sopportava più la mia vista. Neanche quella di mio padre,ma io ancora di più perché le ricordavo Ce-ce più di chiunque altro. Alla fine,quando avevo 13 anni mio padre fu costretto a metterla in un istituto dove potessero tenerla d’occhio. È ancora lì e non vuole più saperne niente di noi. Intanto tra me e mio padre si era spezzato qualcosa. Io e lui vivevamo insieme,ma non passavamo più neanche i pasti insieme. Ci evitavamo,ognuno incolpando mutamente l’altro di non essere riuscito a proteggere le persone a cui volevamo più bene. Soprattutto io,davo e spesso do ancora tutta la colpa a mio padre. Se lui fosse stato più presente…forse avrebbe potuto evitare che mia madre impazzisse in questo modo alla morte di Cécile. L’unica persona che avevo accanto in quel periodo,oltre alle varie cameriere che si susseguivano a casa mia e nel letto di mio padre,era il mio migliore amico. Julian e io ci conoscevamo sin da piccoli e quindi lui sapeva tutto e mi era sempre stato vicino,mi aveva sempre aiutato a tirare avanti. Era davvero un ragazzo dolce e piano piano mi innamorai di lui. Glielo dissi e lui gentilmente mi rifiutò. Restammo amici,anche se ovviamente cambiò qualcosa tra noi. Io ero un ragazzo diverso allora,però. Ero gentile e solare,sempre con un sorriso sulle labbra,nonostante tutto quello che mi era successo. Ero un ragazzo tranquillo a cui piaceva cantare,uno di quei ragazzi che preferivano tenersi in disparte piuttosto che farsi notare. Nonostante questo,a metà del primo anno di liceo feci coming-out. Mio padre se possibile divenne ancora più gelido con me e mi odiò di più perché ero diventato il figlio peggiore che potesse immaginare di avere,il contrario di tutto ciò che aveva sempre desiderato. E a scuola…iniziarono a prendermi in giro. Io ero coraggioso,me ne fregavo,resistevo a tutto. Allora iniziarono a prendere in giro anche Julian,dato che passava tanto tempo con me. E lui era fragile. Aveva un animo davvero delicato e non resse,proprio come mia sorella. Si suicidò,proprio come ha tentato di fare Karofsky,ma nessuno è arrivato a salvare lui. È stato allora che ho deciso di smettere. Di smettere di affezionarmi alla gente,che tanto finiva per stare male. E anche perché non volevo più stare male io,nel perdere tutti quelli a cui tenevo. Ho cambiato scuola e sono diventato il Sebastian Smythe stronzo bastardo menefreghista e pieno di sé di adesso,che andava in giro per locali e si scopava qualsiasi ragazzo. Poi papà è venuto qui per lavoro e io ho visto l’occasione di cambiare definitivamente e di dimenticare il passato. Mi sono iscritto qui ed è diventato difficile continuare a essere il nuovo Sebastian perché voi eravate tutti così…non lo so,ma sembravate una famiglia e io vi ho solo portato guai. Soprattutto a te. Ti ho odiato all’inizio perché mi ricordavi Julian,così buono e gentile,e io volevo solo scordarmi di tutto. Ma poi è successo tutto quello con Kurofsky e mi sono sentito morire. Mi è tornato tutto indietro. Era come con Julian e sentivo che era colpa mia,perché ero stato troppo stronzo. Allora ci siamo avvicinati io e te,perché mi sei stato accanto. Ma dopo le regionali ho avuto paura. Di soffrire di nuovo,di far soffrire te. Ora capisci perché mi sono comportato così? Perché dobbiamo stare lontani? >> poi aggiunse,in un sussurro ancora più debole << Non potrei resistere a un'altra perdita… >>

Thad rimase in silenzio invece,con un enorme peso a bloccargli la gola e le lacrime che gli pizzicavano gli occhi per voler scivolare giù,fissandosi le scarpe.

Nessuno avrebbe mai dovuto soffrire così tanto. Era troppo per una persona sola. Come aveva potuto Sebastian sopportare tutto quello?

Alzò gli occhi sul suo compagno di stanza.

Smythe era poggiato con la schiena sul divano,in una postura però rigida,una maschera di compostezza e durezza,la maschera di quando gli aveva parlato subito dopo le regionali,sul viso.

Harwood gli poggiò una mano sul braccio,piano,facendolo voltare.

E quando i loro occhi si incontrarono Sebastian scoppiò a piangere tra le sue braccia.

Pianse per un padre che non aveva mai sentito di avere,per sua sorella,per sua madre che non lo voleva più vedere,per il suo migliore amico che era morto per avergli voluto bene e per l’ignoranza della gente,per sé stesso che era diventato qualcuno che non conosceva più.

E forse anche un po’ per Thad,per il fatto che continuava a farlo soffrire,per quanto non volesse.

Pianse e basta,sfogando per una volta tutto quel dolore che si era tenuto dentro per tanto,troppo tempo.

 

 

 

 

 

S.d.A.:

Ho scritto questo capitolo subito dopo aver visto gli spoiler klaine della 4° stagione,quindi mentre annegavo nell’angst e credo si noti… sto soffrendo x Seb… =’’’( E perché la fine di questa storia si avvicina sempre di più! =’’’’’’’’’’’’(

  
Leggi le 2 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Serie TV > Glee / Vai alla pagina dell'autore: amnesiaL1996