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Autore: La Kurapikina    16/08/2012    1 recensioni
Ciao a tutti!!! E' la prima cosa che scrivo una ff su loro e spero vi piaccia. E' una "riscrizione" con molti cambiamenti della casa della notte dal punto di vista di Damien, in cui la storia prende una piega diversa da quella descritta nei libri, soprattutto per quanto riguarda Jack
Genere: Avventura, Commedia, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Slash
Note: OOC, What if? | Avvertimenti: nessuno
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“Jack…” lo chiamai dopo qualche minuto in cui eravamo rimasti sdraiati uno accanto all’altro, in silenzio: “Cosa…”

“Lo so.” mi interruppe senza lasciarmi finire: “Anzi, non lo so. Non so perché l’ho fatto, ma imparerò a controllare quest’ Imprinting. Devo solo… prenderci la mano…”

Risi al suono della sua voce imbarazzata alzando una mano per affondarla subito dopo nei suoi capelli e la lasciai scivolare fino ad accarezzare il suo Marchio bicolore.

Rimanemmo di nuovo in silenzio, abbracciati, poi Jack si alzò tendendomi la mano e, quando fui in piedi a mia volta, ci rivestimmo e uscimmo per raggiungere gli altri, il tutto senza parlare. Non ne avevamo più bisogno.

“Ragazzi!” esclamò Dragone non appena tornammo in mensa: “Eccovi finalmente!”

Il gruppo non era cambiato, con la sola aggiunta di Lenobia, che disse a Jack: “I tuoi genitori sono con Neferet, che sta spiegando loro la tua situazione di forte stress giustificando il tuo comportamento.”

“Non ho bisogno di nessuna giustificazione!” ringhiò il mio ragazzo stringendo i pugni e fissando minaccioso la prof di equitazione.

“Cazzo!” strillai a mia volta con voce tendente all’isterico: “Lo volete lasciare stare o mi devo fare un culo quadro perché voi lo fate incazzare?”

Rise. Jack rise. Lo fissai senza capire e vide brillare nei suoi occhi la gratitudine, quindi sorrisi anch’io decidendo che forse era il caso di calmarmi.

“Senti Jacky… noi… i professori ci hanno detto dei tuoi genitori, per questo sapevamo.” disse Zy, improvvisamente timida.

“Si avevo capito.”

Silenzio. Di nuovo. Ma questa volta era un silenzio imbarazzante perché nessuno di noi sapeva come affrontare  ciò che era appena successo.

Fortunatamente Dragone trovò qualcosa da dire: “La polizia verrà a parlarti domani.”

Ok, forse non era esattamente la cosa più giusta da dire…

I professori se ne andarono.

“Cosa dobbiamo fare in cambio dell’aiuto con Afrodite?” chiese Shaunee folgorata da un ricordo improvviso.

“Semplicemente aiutarmi a liberarmi di Neferet e dei miei genitori.” rispose freddo Jack, ma io sapevo che aveva paura di starci chiedendo troppo.

“Tesoro, lo avremmo fatto comunque!” sbottò Erin infiammandosi al ricordo degli insulti gratuiti dei giudici Roberts nei confronti di Stivie Rae.

“Grazie…” sussurrò Jack riprendendo la sua espressione dolce.

 

***

Eravamo svegli da poco quando Neferet in persona venne a chiamare me, Jack ed Erik per incontrare la polizia.

Ci guardammo sorpresi senza capire perché eravamo convocati anche io e Night, ma ci limitammo a seguirla senza fare domande; la nostra sorpresa aumento quando nell’ufficio della Somma Sacerdotessa trovammo anche le ragazze già riunite, giusto un pochetto agitate. 

Jack tremava. Era terrorizzato. La polizia non gli ispirava fiducia.

Gli passai un braccio intorno alle spalle stringendolo leggermente per rassicurarlo, ma mi scontrai subito con lo sguardo fredde e severo di Neferet.

“Non aveva nulla contro il mio essere gay quando mi liberò di Thor.” dissi io senza pensare e ritrovandomi ad odiare Neferet più intensamente del naturale, ovviamente condizionato da Jacky. Dovevo proprio imparare a dividere le nostre emozioni.

“Non ho nulla contro il tuo essere gay, Damien.” mi rispose lei con una freddezza che la faceva sembrare un calippo rosso ed affascinante sommerso da un lastrone di ghiaccio siberiano: “Ho molto, invece, contro il tuo attuale ragazzo che sembra non voler sottostare alle regole della Casa della Notte di Tulsa.” concluse con un’occhiataccia in stile mastino rabbioso a Jack, che ribatté subito con la sua migliore voce da perfetto stronzo: “Il tuo problema non è che non rispetto le regole della scuola, ma che non mi sottometto a te. Che non ti temo. Che non ti corro dietro come un cagnolino rincoglionito che sbava dietro al proprio padrone.”

La donna spalancò gli occhi ed eravamo già tutti pronti ad assistere alla sua ennesima sfuriata causata dalla sfrontatezza di Jack quando venimmo fortunatamente salvati dall’arrivo del commissario della polizia accompagnato da un trio di agenti in divisa.

“Buongiorno.” Neferet, con una rapidità inumana, aveva ripreso il controllo di sé e sorrideva con gentilezza.

I quattro uomini si bloccarono un istante, folgorati, come succedeva sempre, dall’ bellezza che mostrava tutto il potere di Neferet.

“Buongiorno.” fece il commissario: “Sono desolato signora ma sarebbe meglio se parlassimo in privato con i ragazzi.”  parlò con una tranquillità che pochi riuscivamo ad avere al cospetto di una Somma Sacerdotessa Vampira.

Lei si irrigidì appena un secondo, quindi chiese con aria severa: “Potrei chiederle il perché?”

“Sono ragazzi signora. Soli, forse, si sentiranno più a loro agio. I miei tre agenti staranno con lei e gli altri professori e, se vorrete, potrete spiegare nuovamente ciò che sapete sui giudici Roberts.”

Senza più ribattere, Neferet uscì seguita dagli agenti e noi rimanemmo soli con il commissario.

“Avanti sedetevi.” disse dopo qualche istante di silenzio l’uomo con un sorriso dolce e comprensivo, abbandonando l’espressione severa che aveva mantenuto in presenza di Neferet: “La vostra Somma Sacerdotessa emana una leggera aurea di pericolosità…”

“ Certo, è più stronza di una biscia incazzosa!” sbottò Jack sbuffando e lasciandosi sedere pesantemente su una sedia.

Io risi seguendolo a ruota e, dopo un altro attimo di indecisione, anche gli altri si sedettero, raccattando sedie da ogni angolo, quindi rimanemmo in attesa.

“Allora… comprendo la vostra tensione…” cominciò il commissario, ma venne interrotto dal mio ragazzo, che: “Già, essere avvelenati stressa.” disse con un misto di ironia e presa per il culo.

“Jack.” lo sgridai io con dolcezza: “Fa’ il bravo bambino…”

Lui mi fece la linguaccia e tutti ridacchiammo. Eravamo uno più rimbambito dell’altro, questa era l’unica certezza di quel momento.

“Forse siete meno tesi di quello che penso.”

“O forse siamo più tesi di quello che sembra…” lo contraddisse Zoey chiudendo gli occhi e rivolgendogli un sorrisetto storto.

“Ragazzi, che ne dite di partire dall’inizio, con calma?”

“E’ un ottima idea.”

 

 

 

 

Questo è un capitolo di passaggio, quindi è un po’ vuoto, ma nel prossimo ci saranno molte altre scoperte su Zoey e soprattutto su Jack e la sua amorevole famigliolaJ Un grazie speciale soprattutto ad Elisabeth Blackbird che ha la pazienza di seguire ancora qst mio esperimentoJ

  
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