Capitolo
III : Luci al neon
tra i ciliegi in fiore.
Malgrado il contesto
esagerato in cui si trovava, si poteva dire che, per lo meno rispetto alle
altre, questa chiesetta era tutto sommato abbastanza sobria.
O almeno, lo era se ti
premuravi di ignorare le guance paffute di centinaia di putti alati dotati di
arco e frecce, sospesi a mezz’aria tra ghirlande di fiori di ciliegio e
fantasie animalier.
Evitando la cascata di
cuori rossi all’ingresso, Harry e Draco raggiunsero a grandi falcate il centro
della navata.
"Un posto elegante,
non c'è che dire..." commentò Potter, notando con raccapriccio le
pacchiane decorazioni al neon dell’altare.
"Se fossi stato
sobrio, non ci sarei entrato nemmeno per fare pipì" gli diede manforte
Malfoy.
"Ma guardi che i
nostri bagni sono pulitissimi!".
I due maghi si girarono
di scatto, rossi come peperoni.
Un uomo sulla sessantina
li guardava bonario, perfettamente avvolto nel suo abito talare.
"Mi scusi"
pigolò Draco, a disagio. "Sono sicuro che i vostri water sono
deliziosi".
Harry gli diede una
gomitata nello stomaco, mordendosi la lingua per non ridere a quella battuta
inopportuna.
Il prete comunque non
sembrò prendersela, anzi, sembrava piuttosto divertito.
"Già" concordò,
infatti.
"Penso che entrambi
li abbiate visitati un paio di volte, ieri sera" rise.
"Ah, per caso lei è
il prete che ci ha sposati?" domandò Harry speranzoso.
"In persona".
Sul viso dell’uomo si
disegnò un profondo sorriso.
"Cosa posso fare per
voi?".
"Ecco, ci piacerebbe
sapere cos’è successo di preciso..." iniziò Draco.
"Vede, avevamo
alzato un po' il gomito e...insomma, non ricordiamo granché della scorsa
notte" concluse Potter.
"Capisco, è una cosa
che capita spesso in questa città”annuì comprensivo il sacerdote.
“Comunque, ieri sera
siete venuti nel mio ufficio pregandomi di sposarvi, avete richiesto i
documenti per la cerimonia e avete affittato gli abiti. Il pacchetto era il
Last minute dream, se non ricordo male. Tutto compreso a soli duecento dollari,
pagamento in contanti” spiegò.
"Più di questo non
saprei dirvi…” aggiunse.
“Posso raccontarvi solo
di quando siete venuti qui alla Cappella ; per quello che è successo prima o
dopo, mi dispiace, ma non posso aiutarvi".
Harry si morse il labbro,
annuendo.
"Certo, ovviamente.
La ringrazio comunque per l'aiuto".
"E' stato un
piacere. Allora, se non avete bisogno di altro...".
"No, aspetti!".
Draco lo bloccò
repentino.
"Come facciamo ad
annullare il matrimonio? Dobbiamo andare al comune oppure, non so...occuparcene
a Londra?".
Lo sguardo del prete si
accese di una strana luce.
"Sono spiacente,
ma...a dire la verità, non sarà possibile sciogliere la promessa prima di una
settimana".
I due ragazzi esitarono qualche minuto, pietrificati.
"Non capisco. Cosa
intende dire con questo?" indagò Harry, cauto.
"Beh, immagino vi
sarete già accorti che la fede non si può togliere...".
"Non si riesce"
lo interruppe Draco secco.
Il suo volto era una
maschera bianca di agitazione.
"Sì, è quello che ho
detto".
"No, lei ha detto
che non si può. Però, non è che non si può, è solo che al momento non riusciamo
a toglierla...giusto?"
Malfoy chiese conferma ad
Harry, con lo sguardo.
"Basterà aspettare
che le dita si sgonfino un po'" aggiunse.
Il prete scosse la testa.
"Temo non abbiate
compreso la situazione” replicò, serio in volto.
“ Vedete, ultimamente
abbiamo registrato un enorme aumento dei cosiddetti matrimoni lampo ; gente che
arriva qui e, presa dall'euforia, pensa che sposarsi a Las Vegas sia
un'esperienza divertente, un gioco di cui ridere in futuro con gli amici.
Arrivano qui, ci fanno sprecare tempo e risorse e poi, il giorno dopo, tornano
e pretendono di cancellare tutto."
Mentre lo ascoltavano, Harry
e Draco erano sempre più congelati.
"Per noi però, il
matrimonio è un impegno serio e siamo convinti che le nostre cappelle non
abbiamo nulla da invidiare a quelle delle altre città. Per cui, abbiamo deciso
che fosse necessario impartire una lezione a chiunque prenda alla leggera
questo impegno".
"Allora è per questo
che non concedete l'annullamento prima di una settimana?" domandò Potter,
trattenendo il fiato.
"Esattamente"
confermò il prete.
"Però, anche se
siamo sposati, questo non significa che siamo costretti a stare insieme"
intervenne Draco.
"Ognuno può farsi i
fatti suoi, poi, trascorsi questi benedetti sette giorni, torneremo qui a
sistemare le cose".
"Questo non è
proprio esatto. E' vero che non siete costretti a stare insieme nel senso di
avere una relazione, però siete costretti a stare insieme nel senso di 'vicini'
; Non più di cinque metri di distanza, ad essere precisi" annunciò il
sacerdote ridendo sotto i baffi.
"Un attimo, che
assurdità è mai questa?!" sbottò Malfoy. "Come potete obbligarci a
fare una cosa simile?!".
"No, noi non vi
obbligheremo a fare niente" rise il prete. "L'anello lo farà al posto
nostro".
Entrambi i maghi
spalancarono gli occhi.
"L'anello?"
sussurrò Potter.
L’anziano uomo annuì.
"Qui torniamo
all'inizio del nostro discorso. Come vi ho detto, l'anello non si può
togliere"
"Non si riesce!"
esclamò Draco, irrigidito.
Il prete roteò gli occhi
al cielo.
"Non si
riesce..." sembrò concedere.
"E non ci riuscirete
finché non sarà trascorsa una settimana" aggiunse lapidario.
"Finché il tempo non
sarà scaduto sarete costretti a vivere insieme e, nel caso vi allontanaste
troppo,la fede comincerà a bruciare"
"Beh, credo di poter
sopportare un po' di calore" commentò Malfoy con acidità.
"Oh, vi assicuro che
sarà tutt'altro che piacevole. Nella migliore delle ipotesi vi procurerete
soltanto una scottatura, nella peggiore..."
Il prete fece una pausa.
"Nella
peggiore?" lo incalzò Harry.
"La pelle potrebbe
ustionarsi fino ad arrivare all'osso"
Gli occhi grigi di Draco
rischiarono la caduta fuori dalle orbite.
"Voi siete pazzi!
Questo è sicuramente illegale!" sbottò.
"No no, abbiamo
avuto l'approvazione del Ministero"
Il sacerdote si allontanò
fino a raggiungere una piccola porta vicino all'altare.
"Aspettate, vi faccio
vedere"
Il mago sparì oltre
l'uscio, tornando poco dopo con una pergamena recante il sigillo del Ministero.
"E' scritto tutto
qui, nero su bianco" esclamò allegramente.
Purtroppo, l’autenticità
di quel documento era tristemente innegabile.
Davanti alle facce
sconvolte di Harry e Draco, se possibile, il sorriso furbo del prete si allargò
ancora di più.
"Benvenuti a Las
Vegas!"
***
"Senti…io avrei
un'idea".
Accasciato sulla poltrona
della camera d’albergo, Draco guardò Harry con un misto di scetticismo e
rassegnazione.
"Spara" lo
incitò sconsolato. “Tanto, peggio di così…”.
Harry ignorò il suo
commento, continuando a parlare.
"Potremmo usare un
Giratempo” spiegò.
“Se tornassimo indietro
fino a ieri ,potremmo capire come siamo arrivati a questo punto".
“Un Giratempo?” chiese
Malfoy, corrugando le sopracciglia. “Pensavo fossero andati tutti distrutti…”.
“Infatti è così, però un mio collega del
dipartimento ne possedeva uno non registrato e, quando è morto, non avendo
parenti, ha voluto regalarmelo come ringraziamento per alcuni favori”.
Draco roteò gli occhi al
cielo.
“Non mi aspettavo altro
da te. Ovviamente qualunque cosa rara e preziosa esista al mondo finisce automaticamente
in mano tua! Dire che hai culo è riduttivo”.
“Ok, perché devi prendere
sempre tutto sul personale?” ribatté Harry infastidito.
“Non la sto prendendo sul
personale…”
“Ah,no?”
“No” dichiarò Malfoy con
una smorfia.
“Perfetto, allora
chiudiamo qui il discorso”
Draco non rispose, continuando
a fissare offeso il pavimento.
“E comunque non dovresti
avere quella faccia, dovresti essere felice! Grazie al Giratempo potremo sapere
cosa diavolo è successo ieri”.
"Sì...” acconsentì il
biondo, senza mostrare troppo entusiasmo.
“Però, alla fine, cosa ci
cambia saperlo? Quello che è fatto è fatto" continuò, rivolgendo di nuovo
lo sguardo verso Potter.
“A meno che…”.
I suoi occhi si
illuminarono di entusiasmo.
“Sei un genio!” esclamò,
correndo ad abbracciare Harry.
Al suo slancio, Potter arrossì
imbarazzato, tuttavia Draco era talmente eccitato da non rendersi nemmeno conto
delle proprie azioni.
“Torneremo indietro nel
tempo e ci impediremo di finire sposati, è perfetto!” esclamò con lo stesso
entusiasmo di una bambina a cui è appena stato regalato un pony.
“Hem…”.
Malfoy si staccò da Harry,
continuando ad esibire un fantastico sorriso a trentadue denti.
“Non sai quanto sono
sollevato, per una volta hai avuto un’idea brillante Potter, sono colpito!”.
“No, ecco…grazie Malfoy,
però questo non era esattamente quello
che intendevo” biascicò Harry.
Il sorriso sulle labbra
di Draco divenne meno definito.
“Che vuoi dire?” indagò.
“Beh, insomma, quello che
vuoi fare non è possibile”.
“In che senso non è
possibile? Ce l’hai o no quel Giratempo?”.
“Sì, però…”.
“E allora chiama il tuo
elfo e fattelo portare!” lo interruppe Draco spazientito.
“Ok, ma il punto è che è
severamente proibito interferire con le azioni del passato” ribatté Potter.
“Non m’interessa, se c’è
un modo per impedire questo pasticcio non mi lascerò intimorire da una vecchia
regola!”.
“Malfoy, tu non capisci.
Non si tratta solo di una vecchia regola, quello che stiamo per fare è davvero
pericoloso! Se dovessimo incontrare i noi stessi del passato e loro dovessero
riconoscerci, le cose si metterebbero davvero male. Non so cosa potrebbe
succedere…”.
“Intendi che potremmo…morire?”
domandò Malfoy, abbassando il tono di voce.
Harry annuì serio.
“E’ per questo che ti dico
che è impossibile cambiare le cose. Non possiamo impedire di farci parlare,
figuriamoci impedire di sposarci”.
Draco tornò a sedersi senza
vita sulla poltrona.
“Allora che senso ha
tornare indietro? Mi sembra solo fatica sprecata…” si lamentò.
“Forse hai ragione. Però
io ho bisogno di sapere esattamente quello è successo, non posso limitarmi ad
immaginarlo. Se avessi la totale consapevolezza degli eventi, mi sarebbe più
facile accettarli e dimenticare. Così invece, mi sembra di essere rinchiuso in
un incubo”.
Malfoy sembrò soppesare
le sue parole.
“D’accordo” mormorò dopo
qualche istante.
“Però, se è davvero
pericoloso come dici, penso che dovremmo travestirci. In questo modo anche se
dovessimo vederci di sfuggita, sarà più difficile pensare che si tratta di
noi”.
Harry lo guardò con un
cipiglio sorpreso.
"Sì, hai
ragione..." mormorò.
"E non fare quella
faccia stupita!” lo rimbeccò Draco, risentito. “Piuttosto, magari potremmo
tingerci i capelli di un colore diverso” propose.
"Non so se questo sarà
sufficiente".
"Ma che pretendi?
Non possiamo mica sprecare sei mesi a preparare una pozione polisucco!".
"Certo, però potrei
sempre affatturarti" lo stuzzicò Harry.
"Grazie, ma non ci
tengo a venire deturpato da te” replicò Malfoy con una smorfia.
“Senti, una paio di
occhiali scuri e dei capelli strani basteranno. Figurati se la gente si mette a
farci la radiografia, non ci noteranno nemmeno" aggiunse spazientito.
"Ma i tuoi
lineamenti sono troppo particolari!" ribatté Potter.
"Disse l'uomo con la
cicatrice a forma di saetta".
Harry sbuffò pesantemente.
"Malfoy, potrai
anche non credermi, ma ti assicuro che riconoscerei la tua faccia tra milioni
di altre!".
Draco socchiuse
leggermente la bocca, imbarazzato.
"No è che...non fraintendere. Non è che io passi
tutto il mio tempo ad analizzare i tuoi tratti somatici, però sarai d'accordo
che dai abbastanza nell'occhio".
Malfoy non commentò,
continuando a guardarlo blaterale con un espressione sempre più perplessa.
"Cioè, quei capelli
biondi...di quel biondo poi...ho visto solo i bambini averli così chiari!”
continuò a straparlare Harry. “Non è che li hai tinti?".
Draco corrugò le
sopracciglia.
"No" rispose
piattamente.
"Ah”.
Harry si grattò la testa,
in difficoltà.
“E poi anche la pelle è
bianchissima, vero? Sicuro di non essere caduto nella candeggina da
piccolo?".
Malfoy lo guardò per
qualche secondo, pietrificato dalla sua idiozia.
"Potter, la
smetti?" commentò, indeciso se limitarsi a sospirare o se invece fosse più
saggio agire e cucire all’istante quella sua boccaccia.
"Ehm, sì. Scusa, non
volevo offenderti…"
"Come no, pensiamo
alle cose serie adesso” tagliò corto Draco.
“Per prima cosa
vestiamoci, poi il resto verrà da sé. Ricorda che se ci impegniamo troppo
otterremo l'effetto contrario, meglio essere semplici".
"Non credevo che questa
parola esistesse sul tuo vocabolario" scherzò Potter.
Malfoy lo guardò con
sufficienza, arricciando le labbra.
"Prestami un paio di
jeans e una maglietta" lo ignorò.
"Perché vuoi i
miei?".
"Perché i miei sono
capi sartoriali firmati e fatti su misura, non credo sia una buona idea
indossarli. Se il me stesso del passato, chiamiamolo così, dovesse vederli,
capirebbe subito che si tratta di me. Oppure penserei di essere stato
derubato".
"Ok, però anche io
li riconoscerei i miei vestiti" ribatté Harry.
Malfoy trattenne una
risata di scherno.
"Come se tu
prestassi attenzione a com'è vestita la gente...basterà cambiare qualche
dettaglio e non ti accorgerai di niente".
Potter si perse in un
sospiro.
"D'accordo" si
arrese, avvicinandosi al proprio bagaglio.
"Non c'è molta
scelta, ma, cosa preferisci?".
"Questi jeans chiari
andranno bene" rispose Draco, afferrando un paio di pantaloni grigi
screziati di bianco.
"Prendo anche
questa" continuò, afferrando un maglione di cotone leggero, grigio
antrace.
"Senza
camicia?" domandò Harry.
"Sì, per essere
diverso devo essere il meno impeccabile possibile".
"Senti, tu invece
metti questi" ordinò, porgendogli un paio di jeans neri.
"E sopra ci metti
questa" aggiunse, estraendo una maglia a girocollo color carta da
zucchero.
Potter afferrò i vestiti
con un espressione poco convinta.
"Che fai, mi scegli
i vestiti?" domandò infatti, piegandosi in modo da impedire alla maglia di
scivolargli a terra.
"Siccome non hai
gusto, sì” rispose Malfoy, lapidario.
“Ora vado a
vestirmi" annunciò, prima di chiudersi in bagno. “Tu sbrigati a cambiarti!”.
Harry si lasciò cadere
sul divano, esausto.
Chissà perché, aveva la
sensazione che quel viaggio del tempo sarebbe stato molto, molto difficile.
***
Mafoy tornò poco dopo,
accompagnato da un leggero e gradevole profumo di limone.
Se ricordava bene, in
bagno c’erano alcuni flaconi di bagnoschiuma offerti dall’albergo ; quasi
certamente, prima di vestirti Draco si era fatto una doccia veloce.
Al contrario di quella
che pensava, Malfoy non passava ore e ore in bagno a curare il proprio aspetto
; a quanto pare, essere sempre perfetti e in ordine era un dono di natura.
"Ho dovuto stringere
un po' i jeans, però sto piuttosto bene, no?"
Harry rimase a fissarlo a
bocca aperta.
Vedere i proprio vestiti
su Draco gli faceva uno stranissimo effetto.
I pantaloni gli
fasciavano perfettamente le gambe magre e il maglione, di qualche taglia più
largo, gli lasciava scoperte le clavicole, alludendo in modo seducente alla
curva delle spalle dritte.
La trama larga, ad
uncinetto, faceva intravedere la pelle in un gioco elegante di vedo non vedo.
"Sei bell-"
Potter si interruppe di
colpo, fingendo un colpo di tosse.
"Stai bene" si
corresse in tempo.
Malfoy inarcò un
sopracciglio.
"Grazie” rispose.
“Devo dire che anche tu
sei accettabile” aggiunse, avvicinandosi a lui.
Afferrandogli un braccio,
il mago appoggiò la punta della bacchetta sulla maglietta di Potter,
trasformando la sua sfumatura azzurra in un carico color panna.
"Per fortuna hai dei
vestiti semplici" commentò.
"Se avessero avuto
delle stampe o degli stemmi sarebbe stato più difficile modificarle".
Draco fece un giro
intorno ad Harry per controllare che la maglia si fosse ritinta in tutte le sue
parti.
Però, a dire il vero, i
suoi occhi erano più interessati alle ombre che i muscoli di Potter formavano sul tessuto.
A suo malgrado, doveva
ammettere che il moro aveva il tipo di fisico che preferiva ; scolpito, ma al
contempo magro, riusciva ad essere atletico senza risultare pompato.
In particolare, trovava
particolarmente graziose le linee che gli definivano i fianchi, scomparendo
sotto i pantaloni.
Quelle stesse linee e
quel piccolo ombelico che adesso facevano capolino dalla maglietta scostata.
Arrossendo lievemente,
Malfoy gliela tirò giù con un gesto secco, ricoprendo quell’addome tentatore.
"Ecco fatto!"
esclamò poi, riprendendo il controllo.
“Adesso abbassati un po’”.
Harry ubbidì a Draco
appoggiò la bacchetta sui suoi capelli, mormorando un incantesimo che Potter
non aveva mai sentito.
Quando si scostò, Malfoy
strabuzzò gli occhi, cercando invano di trattenere le risate.
“Per Salazar, sei
inguardabile!” esclamò.
Harry si toccò la testa
senza capire, poi, osservandosi allo specchio si accorse che i suoi lucidi
capelli corvini erano stati sostituiti da una massa di fili biondi dal riflesso
ramato.
“Beh, vorrei vedere come
staresti tu con un cambio così radicale!” replicò, toccandosi con raccapriccio
le sopracciglia rimaste color onice.
“Allora girati e guarda
tu stesso quanto sono splendido” rise Malfoy.
Potter si voltò scettico,
ma a malincuore non poté fare altro che dargli ragione.
I capelli neri gli
ricadevano morbidi sulla fronte, incorniciando la pelle bianca di Draco,
mettendo in risalto i suoi occhi grigi come due diamanti in mezzo al carbone.
“Sei rimasto senza
parole?” lo provocò Draco.
“Sai…” continuò,
portandolo davanti allo specchio.
“Questa è la differenza
tra chi ha classe…” disse, indicandosi.
“E chi non ne ha”
terminò, guardandolo.
Harry fece una smorfia.
“D’accordo, mister
modestia” lo canzonò.
“Però, almeno, puoi farmi
un favore?”.
Malfoy annuì, ridendo
allegramente.
“Decolorami le
sopracciglia”.
Note dell’autrice :
Siamo già al capitolo
tre! Chissà perché mi sembra che il tempo sia scorso velocissimo…sarà colpa
dell’estate XD
Comunque, nel prossimo
capitolo si scoprirà tutto quello che Harry e Draco hanno dimenticato…o almeno,
la prima parte di tutto quello che hanno dimenticato u.u
Vi aspetto lunedì <3