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Autore: hobrienxx    16/08/2012    10 recensioni
There's always hope è la storia di cinque adolescenti problematici senza il coraggio di andare avanti con la propria vita ma che, per qualche scherzo del destino, sono destinati ad incontrarsi e a conoscersi.
Genere: Drammatico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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"E continui a domandarti quale senso possa avere il tuo dolore.
Risposte troverai, prima o poi, in fondo all'amore che ti renderà più forte.
E sarà una buona amica anche la solitudine."

- Francesca Michielin.
 
Holland. | via Facebook

Hope è il nome che hanno scelto i miei genitori, significa speranza, la mia unica speranza è di poter parlare, preferisco proprio per questo essere chiamata con il mio secondo nome Kaya.
Nascere sorda muta no, eh? Grazie tante!
Non avrei sentito le persone chiaccherare.. e invece no, le sento e non posso rispondere loro..
Mi guardano negli occhi e mi isolano, potrei essere simpatica se avessi il dono della parola no? E non posso nemmeno andare in una di quelle scuole private dove sei con qualcuno simile a te perchè costa troppo.
Così mi tocca frequentare la scuola di tutti, fare il doppio delle loro verifiche perchè non posso fare le interrogazioni e sono costretta a subire i commenti ingiusti delle persone. Quaunte volte avrei voluto urlare loro: SONO NATA COSI' NON HO VOLUTO ESSERLO.
Ma tanto non avrebbero capito anche in quel caso che non avevo desiderato essere muta ma era solo successo.
I ragazzi mi guardano, sorridono, mi fanno tanti complimenti poi quando notano che non rispondo mi fissano negli occhi, mi chiedono se sto bene e io non posso fare altro che dire loro con il liguaggio dei gesti che sono muta e loro non sapendo come comportarsi scappano via.
Non ho amici perchè è troppo complicato comunicare con loro, dovrei portarmi una lavagnetta ingiro e scrivere cosa penso e poi mostrarlgliela.. ma non mi sembra molto opportuno..
Sarebbe bello provar a dire qualche parola.. ma ho le corde vocali bloccate..
Sarebbe bello avere degi amici.
Sarebbe bello essere normali.
Sarebbe bello sentirsi apprezzati.. ma potrà mai succedere?

Non penso, meglio farsene una ragione ora piuttosto che starci male e illudersi..

Uscì dall'auto salutando mio padre, era il mio primo giorno nella nuova scuola, avevo deciso di cambiarla perchè non mi sentivo più mio agio in quella vecchia, speravo di incontrare qualcuno che mi avrebbe accettata.
Indossavo una maglia larga azzurra e sopra una gonna bianca a vita alta, un paio di ballerine e delle calze color carne, appena scesi vidi tutti voltarsi verso di me. Presi una ciocca di capelli tendendi all'arancione la misi dietro all'orecchio.
Avevo gli occhi di tutti puntati addosso, feci un passo avanti deciso, e poi un altro e senti borbottare le persone, si chiedevano tutti chi fossi, sentì un gruppo di ragazzi dire che quest'anno ci sarebbe stata una nuova reginetta del ballo scolastico e notai che quella che probabilmente era la più bella ragazza della scuola inizò a squadrarmi dalla testa ai piedi facendo infine una smorfia.
Avanzai cercando di guardare di fronte a me, salii le scale, entrai nella nuova scuola ma non cambiò nulla, passando tra i corridoi i ragazzi fischiavano.. Stessa storia di sempre.
Bella e muta. Una condanna. La mia condanna.
Aprì l'armadietto che mi avevano assegnato, ci misi dentro i libri e le penne senza accorgermi che un ragazzo mi stava fissando da lontano. Quando lo notai sorrisi timidamente.
Si avvicinò piano e mi disse un semplice 'Ciao'.
Risposi con uno dei miei migliori sorrisi e mossi la mano per ricambiare il saluto.
'Sei.. nuova?' Io annuii con la testa sempre con le labbra piegate in un sorriso.
'Piacere Jason' continuò lui.
Aveva i capelli neri, corti, un pò come li portavano tutti in questo periodo, delle labbra carnose perfette, dei comunissimi occhi marroni che sopra di lui erano unici nel loro genere, aveva un corpo scolpito ed era alto piu' o meno come me.. era davvero un bel ragazzo.
Indicai il mio nome sopra a uno dei miei tanti quaderni - Kaya -
'Che bel nome' poi guardò l'orologio 'Scusa ho lezione, ti va di pranzare con me? io annuii e lui scomparì.
Le persone sono strane, ti invitano a pranzare non sapendo nemmeno chi tu sia. Ma a scuola andava così quando qualcuno voleva conoscerti..
Non poteva sapere se aveva proposto a una maniaca, a una pazza omicida di mangiare, ma a quanto pare non gli interessava e a me andava piu' che bene, avevo bisogno di qualcuno, di chiunque.
Le lezioni iniziarono come nell'altra scuola, l'insegnate mi presentò e sottolineò il fatto che ero muta e seguirono un sacco di oooh e di versi simili, di stupore e un 'tutta quella bellezza sprecata', a quella frase feci una smorfia e mi sedetti in un banco vuoto affianco alla finestra.
Per tutto il tempo non sentii altro che commenti sul fatto che una ragazza così sexy non poteva essere muta.
Non era cambiato nulla..
Decisi di uscire dall'aula con la scusa di andare in bagno, iniziai a camminare verso una meta indefinita, tra i corridoi, fin quando non vidi Jason... sì, era proprio Jason, con la schiena contro gli armadietti.
Decisi di sedermi affianco a lui senza pensarci troppo.
'Va tutto bene?' domandò confuso vedendomi lì, affianco a lui.
Niente amici, niente di niente, ancora una volta.
Perchè dovevo nascere? Potevo non nascere? Non mi avrebbe evitato nessuno.
- Non avrei voluto, scusami. - rispondono tutti. Non avrebbero voluto abbandonarmi ma lo facevano di continuo, nessuno sapeva affrontare il mio problema ed io ero sempre più sola.
I pianti sempre piu' frequenti, la voglia di andare a scuola iniziava sempre di più ad abbandonarmi perchè nessuno era in grado di accettarmi.
Risposi al ragazzo di no con la testa.
'Nemmeno io me la passo tanto bene' gli presi la mano e gliela strinsi, dopo qualche secondo lui sussurò un 'Grazie' soffocanto e aggiunge 'Passerà vero?'
Sorrisi e annuii.
'Tu hai il vizio di non parlare, come mai?' chiese fissandomi negli occhi che tanto mi somigliavano.
Gli dissi che non sapevo parlare, con i gesti e lui rispose allo stesso modo che conosceva quel linguaggio.
Il mio sorriso in quel momento era indescrivibile.
Lui era il primo che non farfugliava qualcosa senza senso, mi aveva semplicemente risposto nello stesso identico modo. Guardò l'orologio e sbuffando disse 'Ora devo andare, ci vediamo dopo!' si alzò e si diresse verso la sua classe.

Lo aspettai al tavolo, in mensa, ma non si fece vivo.
Era frutto della mia fantasia? Volevo così tanto un amico che me lo ero solo immaginato?
L'immaginazione poteva essere davvero molto potente mi avevano insegnato a scuola.
Continuai le lezioni, pensando a Jason, era troppo perfetto per essere vero dovevo capirlo fin da subito.
Suonò la campana, ultima ora, uscì fuori di corsa e decisi di camminare a caso per le strade quando vidi un ragazzo che veniva picchiato. Mi fermai.
Lo conoscevo: era Jason.
Incredula, arrabbiata, stupita iniziai a correre verso di lui e verso quei ragazzi che violentemente gli stavano facendo del male.
 
Angolo autrice.
Scusate per questo capitolo un pò strano ma non sono riuscita a fare di meglio..
Spero di riprendermi col prossimo.
Un bacio.
  
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