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Autore: Lavi Bookman    17/08/2012    2 recensioni
- Mel? -
- Che c'è? -
[...]
- Riconosceresti me o Andrè? -
- Sei geloso? -
- Semplice curiosità... -
[...]
- Ok M... - Andrè si bloccò in cima alle scale e si riparò dietro al muro per non farsi vedere. Gli faceva male tutto ciò. Vedere la ragazza che amava abbracciata a suo fratello. Si chiese se non avesse magari ingigantito tutto e per un attimo volle crederlo con tutto se stesso. Eppure poteva vedere il dolore di Mel e Teo, poteva palparlo e lui si sentiva il coltello pronto a recidere ogni cosa.
La stretta di lei era così salda, e il suo pianto così silenzioso e così straziante. Si chiese come facesse Teo a non girarsi verso di lei per abbracciarla. Come facesse a resistere senza muoversi. Come potesse non piangere anche lui.
E poi se ne accorse.
Vide le lacrime di lui scendergli lungo le guance. Senza alcuna espressione dilaniante sul volto, senza nessun rumore. E rivide il vuoto nei suoi occhi. [Cap. 11]
La storia tratta l'incesto tra Mel e Teo, fratello e sorella. Tra problemi -ovvi- come le incertezze di lui, terze persone decise a rendere il tutto più complicato, incidenti e decisioni sofferte.
Genere: Erotico, Malinconico, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: Lemon | Avvertimenti: Incest, Tematiche delicate, Triangolo
Capitoli:
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- Teo? -
- Sì? -
- Tu credi nella reincarnazione? -
- No. -
- Io credo che se due persone si sono amate veramente, nella vita passata, allora una volta che si rincontrano in quella attuale possono riconoscersi all'istante e stare insieme... -
- Se uno diventa una pianta di rosmarino e l'altro un mollusco, vedo difficile anche l'incontro, Mel. -


Lei invece lo credeva veramente e per anni anni e anni aveva voluto pensare che il suo principe azzurro dell'altra sua vita, fosse stato Teo. Sotto altro aspetto, nome, carattere, ma con sempre lo stesso odore e sempre quell'espressione perennemente corruciata che lo rendeva lui.
Non era credente, anche se per un breve periodo aveva pensato di cominciare a chiedere aiuto a Dio, però sapeva che Teo in qualche modo a lei sconosciuto le apparteneva molto più di quanto potesse assicurare un rapporto di sangue come quello fratello-sorella. Teo era suo, e lei non poteva essere di nessun altro. Non poteva essere di Andrè, ad esempio, anche se lui era la cosa più bella che gli fosse capitata.
Era innegabile che lui la considerasse la sua principessa, e lei spesso si chiedeva se confidando la sua visione del destino al proprio ragazzo, questo le avrebbe risposto “allora tu eri la ragazza che amavo anche prima di adesso”. In tal caso sarebbe stato demotivante dirgli “non hai un buon olfatto”.

 

- Teo?-
- Hnh? -
- Mi manchi. -
- Ma se sono qui con te, Mel! -
- Nell'altra vita, mi eri sicuramente più vicino... -



Non aveva mai capito cosa Teo potesse provare realmente per lei. Amore, odio, rabbia, rassegnazione, confusione. Facendo la lista, le sembrava così ovvio notare che erano quattro sentimenti negativi contro solo uno di positivo, e faceva male notare quanto poco lui potesse essere felice in presenza sua. “La droga uccide, eppure questo ad un drogato non interessa”, si ripeteva in continuazione dando quella come scusa.
Lo avrebbe aspettato.

Riconosceva l'impossibilità del suo amore e la propria stupidità nell'insistere. Sapeva che per Teo era più difficile dopo che per anni aveva lottato per tenerla vicina a se e proteggendola, e sapeva che era spaventato da ciò che sarebbe potuto succedere. Lui, infondo, era quello riflessivo, sicuro delle proprie decisioni. Il ragazzo che non può sbagliare, mai. E lei? Lei era quella che rovinava l'equilibrio, che spargeva il caos con una facilità disarmante.
Era così difficile non riuscire ad accettare un “no” come risposta per andare avanti. Insisteva, insisteva e insisteva, come se la propria esistenza si basasse sulla seduzione. Non era in grado di creare rapporti con le altre persone che poi non sfociassero in un qualcos'altro da parte di questi. E lei li odiava, li odiava tutti perchè era inutile dirgli “basta”.
Quando conobbe Andrè pensò che fosse come tutti loro. Fastidioso, stupido, arrogante. Inutile.
Eppure, tutti i giorni lo trovava all'uscita di scuola ad aspettarla con
sempre una scusa nuova, e lei puntualmente si chiedeva come facesse a non ripetersi mai. Nonostante questo, non gli rispondeva, continuando a camminare senza neanche ascoltare troppo ciò che diceva.
Dopo il terzo mese di continui incontri
casuali cominciò a rallentare il passo, lasciandosi accompagnare a casa. E l'unica voce a rompere il silenzio, era quella di lui.
“Mel, ma chi è quel ragazzo? E' così carino!
“Nessuno”
“Sono tua zia, puoi dirmelo!”
“Infatti te l'ho detto: non è nessuno”

Ormai aveva perso il conto di quanti appuntamenti gli avesse chiesto Andrè. Cinquanta? Sì, probabilmente la cifra si aggirava lì. E quante volte si era sentita dire “non serve che mi rispondi, io sarò lì”. Si chiese se realmente ci fosse sempre andato, aspettando un suo arrivo.

Più lo guardava e più si accorgeva di quanto fosse stressante non potergli parlare. Di quanto avrebbe voluto dire almeno “grazie”. Era così bello che quando passava le ragazze si giravano facendo commenti di ogni genere tra di loro e non appena si avvicinava a lei le sentiva sospirare accompagnando ciò con dei “com'è fortunata!”.
Poi un giorno, al ritorno da scuola sentì una macchina sterzare poco dietro di se e si girò spaventata. In quell'istante, vedendolo seduto a terra con gli occhi sgranati si rese conto di avere paura e il “
boom boom boom” del suo cuore era l'unica cosa che riusciva ad avvertire. Corse da lui, aiutandolo ad alzarsi tra le imprecazioni dell'autista.
- Come stai? -
- Andiamo a casa tua, presentami tua zia e dammi un bicchiere d'acqua. Poi starò bene. -
E così fece.

- Teo... -
- Dimmi -
- Ti amo. -
- Stai con Andrè da una settimana, Mel. Dagli tempo... -
- Ti amo. -

- Mel? -
- Che c'è? -
- Tempo fa mi parlavi del destino dicendo che secondo te due anime sono legate, o qualcosa del genere. Insomma, dicevi che anche se due muoiono poi quando tornano in vita in altri corpi e s'incontrano per caso, si riconoscono... -

- Mhmh, sì, quindi? -
- Riconosceresti me o Andrè? -
- Sei geloso? -
- Semplice curiosità... -

Un po', forse, lui la amava.




Spazio Autrice:

Il cambio di grandezza della scrittura, non è voluto. Nonostante continui a mettere "carattere 12" per l'intero testo, mi esce così. Nonostante questo noto che non ci sta male, quindi lo prendo come intervento divino asd

  
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