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Autore: SweetLady98    17/08/2012    2 recensioni
E se il destino di Rose fosse stato diverso?
 
 
Ha finalmente avuto la vita che sognava... Ma, ripensandoci, è davvero quella che sognava?
Quando il sogno diventa la realtà può assomigliare a un incubo....
 
Riuscirà Rose, affiancata da 3 strani tipi, un’amica e il Capitano Jack Harkness, a tornare alla realtà dal Dottore o rimarrà per sempre intrappolata nel suo sogno?
 
- Dottore? -
- Si? -
- Quando la smetterai di chiedere se nell’hamburger ti possono mettere anche il tonno? -
- Quando le mie converse saranno divorate da un Pwccm, mia cara Rose -
(Dedicata a KillerQueen86)
Genere: Avventura, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Doctor - 10, Jack Harkness, Rose Tyler
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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2° capitolo:          *Seaside Rendez-vous  
 
 

<< Dove andiamo? >> chiese Rose, avvicinandosi alla tastiera del Tardis. Restò di sasso quando vide il Dottore con gli occhiali, attento a leggere qualcosa. << Non sapevo che non vedessi bene da vicino >>
Lui le sorrise e se li tolse.
<<  Infatti. La mia vista è perfetta, come d’altronde me. Però mi danno quel tocco di... uhm.. >> faticò a trovare la parola, mordicchiandosi il labbro << Insomma, mi fanno più carino, non trovi? >>
Le strizzò l’occhio e le tese gli occhiali, che Rose mise e vide che erano semplici lenti non graduate.
Non osò dirgli che era bellissimo anche senza e li rimise nella custodia.
L’aveva sempre detto che il Dottore faceva strani ragionamenti.
In quel caso non seppe che dire e alzò un sopracciglio, sbirciando sullo schermo e rinunciandoci subito dopo.
<< Non capisco... Cosa sono tutti quei codici? Un giorno mi spiegherai come fai a pilotare questa nave? >>
Il Dottore scompigliò i capelli di quella sua curiosa compagna di viaggio.
<< Si, un giorno. Ora tieniti forte, atterriamo a Nizza di oggi... Che giorno è? 15 giugno 2012. >>
Rose non capì. Che andavano a fare quel giorno a Nizza, una città francese che aveva sentito solo una volta nella sua vita?
Il Dottore la portò sul lungomare, uno dei più belli che Rose avesse mai visto. E lei aveva visto poche volte il mare, ed era sicuramente più bello di un fiume. Quel profumo di acqua salata, l’immenso blu e la brezza non potevano competere con quel colore marroncino e l’umidità del Thames. ( Tamigi, in inglese nel testo).
Cominciarono a passeggiare.
<<  Allora Rose... Ho capito che vuoi continuare a viaggiare con me e lo farai per un bel po’ di tempo. Fino a ora è stato come un gioco, sapevo che potevo sempre lasciarti a casa e non tornare. Ma ora sei immortale.
Ho intenzione di prenderti davvero con me, non come una semplice compagna di viaggio, ma come una specie di altro Dottore. Un Dottore Donna Umano. Come il mio secondo in un combattimento. Hai capito? >>
La guardò serio e lei annuì con un sorriso.
<< Viaggiare comporta delle responsabilità. Per prima cosa, bisogna stare attenti al Tempo. Con il Tempo non si scherza mai.
Ci sono i paradossi dei viaggi del tempo,che tu devi sapere perché li faremo, ovvio. C’è quello di “ coerenza“. Ti spiego: se torni nel passato, incontri tuo padre e lo intrattieni, lui potrebbe perdersi l’appuntamento con tua madre e tu potresti non nascere mai.
Poi c’è il paradosso di “ conoscenza”. Cioè, per esempio, fai conoscere a un cantante la canzone che lo renderà famoso prima che lui la scriva. E’ sbagliato e non bisogna mai farlo.
I paradossi sono poi risolti perché la stessa materia non può occupare lo stesso tempo e lo stesso spazio: se trovi te stessa nel passato ci sarà la scomparsa di tutte e due perché non potrete coesistere. >>
Rose ascoltò molto attentamente quella specie di lezione, mentre si sedevano su una panchina sul lungomare.
<< Che mi dici della fessura del tempo? >> chiese la ragazza, che aveva passato guai con quella maledetta fessura.
<< Oh, bè..>> Il Dottore era in evidente difficoltà. Non lo sapeva o era troppo difficile da spiegare? Comunque, Rose gli diede un aiuto.
<<  Io ho trovato questo libro, guarda >> aprì il suo zainetto, che portava sempre dietro ed estrasse un libro, intitolato “ Lo spazio e il tempo “ di *Hector Tod.
<< Da quando ti interessi a queste cose?  >> chiese il Dottore con un sopracciglio alzato, rigirandosi il libro tra le mani, non molto convinto.
<<  Da ora >> rispose Rose precipitosamente . Il Dottore la scrutò stranito << Voglio dire, sapevo che dovevo informarmi un po’ per viaggiare...>>
Lui sfogliò velocemente le pagine, sempre non molto convinto. Poi lo chiuse con uno scatto secco e lo poggiò sulle sue gambe.
<< Allora? >>  domandò Rose, impaziente di conoscere il suo giudizio su quel libro.
<< Mediocre. Interessante. Dire interessante nella sua mediocrità. Si vede che voi terrestri siete ancora molto indietro per quanto riguarda lo spazio. Forse questo è il massimo! Comunque potevi chiedere tutto a me, non c’era bisogno di questo libro. Hector Tod? Ma chi è questo tipo?>> girò il libro cercando di vedere la faccia dell’autore o almeno una sua descrizione.
<< Come fai a dire che è mediocre? Non l’hai letto neanche! >> fece Rose,altezzosa << Hai sfogliato solo le pagine >>
<< Oh, forse non sei al corrente delle mie tante potenzialità! >> sorrise il Dottore.
<<  Delle tue tante stranezze, vorrai dire >>
Lui si mostrò divertito e accarezzò sovrappensiero la guancia di Rose con il dito.
<<  Tu ti prendi troppo confidenza, ragazzina >> le disse e anche lei sorrise << Stavo dicendo, prima che tu mi interrompessi, che una delle mie tante potenzialità è quella di leggere un libro intero sfogliandone solo le pagine >> si picchiettò la fronte << Cervello di un Signore del Tempo >>
<< Giusto. Che altro sai fare? Arrampicarti sui tetti senza mani? Accendere la luce con uno schiocco di dita? Oppure mangiare spazzatura e rigurgitarla tutta intera? >>
Il Dottore scoppiò a ridere.
<< Una volta l’ho fatto ed è stato piuttosto divertente, anche se non per il mio stomaco...>>
<< Spazzatura? >> Rose arricciò il naso, non credeva alle sue orecchie.
<< Già. Una schifezza >> fece un gesto con la mano, come per allontanare quel ricordo << E posso restare senza aria per un bel po’, dato che ho una circolazione binaria >>
Certo che il Dottore se ne usciva sempre con una nuova! E non sarebbe stata l’ultima stranezza che avrebbe sentito, ne era certa...Non le aveva mica detto tutto quando si erano conosciuti!
Forse lui intuì quello che stava pensando.
<<  Si, non te l’ho detto prima perché me l’ero scordato. Sai con tante “belle” cose in mente,uno rischia di smarrirne qualcuna per strada. La mia mente riesce a contenere tantissimi GigaByte di materiale, non pensare sia come la tua! Ma con tante altre cose da pensare... A volte mi scordo di me >>
Suonava quasi triste, invece Rose rise, dicendogli di non preoccuparsi, che ora sapeva che non l’avrebbe mai potuto uccidere soffocandolo.
<< Molto divertente >> fece il Dottore, sarcastico. << Comunque, tu e questo Hector Tod potete andare a quel pae... univeso parallelo >> si corresse con un sorriso, rimettendo il libro nella sacca della ragazza. Poi si riappoggiò allo schienale della panchina.
<< A proposito... Sei mai stato in un universo parallelo? Com’è? >>
Il Dottore annuì, mordicchiandosi il labbro.
<< Una volta, ma non dovrà mai più succedere. Sai, nei paralleli il Tardis si spegne. Quella volta ce l’abbiamo fatta per un pelo! >> sorrise, forse al pensiero.
<< Abbiamo? E chi c’era oltre te? >>
<< I miei due compagni di viaggio di allora. *Terry Lose, era molto brava, brava ragazza, l’ho lasciata su un pianeta con il suo amico, *Mitch Simkey. Mitch all’inizio mi ha dato un po’ di problemi, ma alla fine si è rivelato davvero coraggioso. >>
Rose non aveva mai sentito parlare il Dottore dei suoi vecchi compagni di viaggio, appena se ne accennava, lui cambiava argomento. Forse ora pensava fosse pronta.
<<  Ora, anche se andassi a trovarli, non mi riconoscerebbero. Ho un’altra faccia, sai, rigenerazione >> Rose annuì tra sé e sé, conosceva anche quell’altra stranezza del Dottore. “ I Signori del Tempo hanno un trucchetto per evitare la morte “ si ricordò le sue testuali parole, quando le aveva spiegato tutto ( o quasi ) di lui.
<< Erano terrestri? >>
Terry e Mitch. Rose non si capacitava davvero di quanti anni avesse il Dottore, tantissimi e di quanto avesse vissuto e viaggiato, da solo o con altri.
<< Si, tutti terrestri. C’era *Riley Jacket ( nome insolito, vero?) uno stupido integrale, un americano degli anni ’50... Insopportabile. Poi *Nan Bolden. Lei è stata poco con  me, ha trovato la sua anima gemella in un’altra epoca. Ho sfidato il tempo per lei e per farla felice così >>  poi il Dottore divenne pensieroso, abbassò gli occhi. << Ma la migliore è stata *Rosalie Gervin. Io la chiamavo Ros, anche se lei non lo sopportava. Si sacrificò per me... lasciamo stare >> 
Rose stette in silenzio, pensando a quelle parole che non le sarebbero mai state dette su Ros. Giocherellò con una piega della sua maglietta, il suo pensiero andò a tutte quelle persone che avevano viaggiato con il Dottore tra le stelle e poi, per un motivo o per un altro, se n’erano andate. Permettendo a lei di conoscerlo.
Se solo Nan, Ros o Jack fossero rimasti con lui, Rose sarebbe ancora a casa, con sua madre, con il foglietto della spesa da fare, accarezzando il gatto, senza sapere nulla di alieni, pianeti e amore, senza sapere nulla del Dottore, che l’aveva salvata e portata via dalla sua monotona vita.
Anche il Dottore pensò ai suoi vecchi compagni di viaggio, persone che si erano succedute, una dopo l’altra con le loro brevi vite, ma lasciando un segno indelebile su di lui e rendendolo l’uomo che era.
<< Dottore... Perché fai tuoi compagni di viaggio solo i terrestri? >> perché non girava un po’ anche per gli altri pianeti?
<<  Perché non sanno nulla. Mi piace vedere la vostra faccia quando capite che una semplice cabina blu della polizia è una macchina del tempo enorme; mi piace la vostra espressione stupefatta quando scoprite per la prima volta la grandezza dell’ universo. Mi piace spiegarvi ogni piccola cosa ed esser guardato con occhi pieni di ammirazione.
Sai, sugli altri pianeti studiano l’universo già da piccoli. Che gusto ci sarebbe? >>
Rose si dichiarò d’accordo, con un sorriso.
<< Non ti dirò tutto, Rose, sui viaggi e sul tempo. Molte cose le capirai, io ti ho detto quelle più facili e importanti, così che tu capisca bene che non bisogna prendere in giro il tempo, o potresti rimetterci tu l’osso del collo. >>
Dopo un po’ si alzarono e cominciarono a camminare tranquillamente, fianco a fianco, senza una meta precisa, come due turisti. Con il calare del sole le persone diminuirono fino a scomparire del tutto: in poco tempo c’era solo loro due.
In  quel momento Rose si sentì più sola che mai, nonostante avesse tutto il suo mondo, il suo universo accanto a lei. Strinse la mano al Dottore, che sorrise tra sé e sé e rafforzò la stretta.
<<  Dopo Ros, c’è stato Jack... E dopo Jack, Rose Tyler, è londinese, è meravigliosa, fantastica, la migliore che abbia mai conosciuto. >> Forse il Dottore lo disse per tirarla un po’ su di morale, e quelle frasi ebbero l’effetto desiderato.
Rose gli sorrise, battendo un motivetto sulla sua coscia e lasciandosi cullare dai pensieri più frivoli di questo mondo.
 
<< Perché mi hai portato a Nizza? >> finalmente la domanda che voleva fare Rose dall’inizio.
<< Bè, per farti vedere il mare, è una bella città. E poi solo qui l’ho trovato perfetto...>>
<<  Cosa? >> a Rose non sfuggiva una sola parola.
<< Credo di avere una cosa per te >>fece il Dottore con aria misteriosa. Ma si stava divertendo, sapeva quanto Rose odiasse l’attesa e le sorprese << Credo. Non mi ricordo dove l’abbia messo. Mi toccherà cercare in ogni stanza, abbi pazienza! >>
Rose rise. Adorava quando lui faceva così. Era strano...strano e divertente.
<<  Hai fame? >> le chiese il Dottore, e senza aspettare neanche una risposta << Io si! Vieni >> la tirò verso un ristorante alla sinistra di una bella strada larga.
<< Buonasera >> li accolse una voce maschile, che si rivelò un cameriere e indicò un tavolo in lontananza <<  C’è un posto lì >> poi guardò Rose, preoccupato << Inglesi, vero? >>
<<  Si, ma non si preoccupi, sappiamo parlare francese. >> lo rassicurò il Dottore, prendendo per mano la ragazza e portandola al tavolo indicato.
<<  Lo sapevo >> si lamentò la ragazza << Mi riconoscono tutti come una del nord Europa. Prima o poi mi tingerò i capelli >>
<< Non farlo! >> rise il Dottore << A me piacciono le bionde! >>
Rose non ricambiò il sorriso che le fece il Signore del Tempo. Certo, il tutto poteva suonare come un complimento implicito, ma lei avrebbe comunque preferito che avesse detto: “ Perché? A me piaci così! “ oppure “ Per me sei bellissima con i capelli biondi ”
<< C’è qualcosa che non va? >> il Dottore non capì quell’espressione tutto d’un tratto, e cercò di leggere il suo viso. Non gli sfuggiva mai niente, era molto difficile, quasi impossibile mentirgli, soprattutto per la sua compagna di viaggio di cui conosceva a memoria il viso; nei cui occhi leggeva l’entusiasmo, la felicità o anche quell’ombra di inspiegabile delusione.
<< Oh, nulla >> gli rispose la ragazza, tenendo gli occhi sul piatto. Si promise che prima o poi avrebbe preso il coraggio a due mani e gli avrebbe detto tutto quello che ora aveva paura di dire.
Il Dottore sapeva benissimo che c’era qualcosa che non andava e sapeva anche cosa, ma decise che avrebbe continuato a fare il finto tonto, fino a che non sarebbe arrivato il momento, che un po’ temeva...
Ed era vicino.
Il cameriere arrivò con il suo blocchetto in attesa delle ordinazioni. Rose arrossì, non avevano neanche pensato guardare il menù, lo sfogliarono imbarazzati al momento, prendendo le prime cose che capitavano.
<< Sono 10 tondi tondi >> disse il cameriere quando tornò con il conto. Rose non aveva euro e supponeva che li avesse il Dottore, che mise una mano in tasca ed estrasse una manciata di monetine rosse, pezzi di pietra verde, perline per braccialetti, aghi e bottoni e addirittura due spighe di grano.
Rose li guardò con occhi enormi, non capendo cosa lui stesse facendo. Lo vide mettere la mano nell’altra tasca e prese un sacchetto, che riversò sul tavolo.
<< Uhm... Si, aspetti un attimo >> cominciò a contare delle monetine di varie dimensioni. Le tese al cameriere, che guardò il Dottore completamente scioccato << Ecco a lei >>
<< Signore, questi sono franchi >> sottolineò l’uomo con un filo di voce, rigirandosene una tra le dita. Poi rise, poggiando una mano sulla spalla del Dottore come se fossero stati amiconi << Ahahah! Bello scherzo!Però ora mi paghi >>
<< L’ho pagata >> il Dottore indicò le monete in mano al cameriere. Quest ultimo lo squadrò, notando il suo mantello scuro moolto fuori moda e quei pezzi verdi sul tavolo.
<<  Scusi, ma lei da che epoca viene? Sono 10 euro. >>
Il Dottore guardò Rose smarrito.
<< Rose, da quando c’è questo euro? >> le sussurrò, ma il cameriere lo sentì ugualmente.
<< Credo dal 2001. Sei rimasto un po’ indietro coi tempi >>
Rose fece un sorriso di scuse al cameriere e prese dal suo portafoglio delle sterline.
<< Vado a cambiarle, torno subito >>
La ragazza si alzò un po’ titubante: non era sicura di far la cosa giusta lasciando il Dottore da solo col cameriere, che sembrava stesse per svenire. Ma doveva per forza pagare, e uscì di corda.
<< Me lo diceva sempre il buon vecchio Garibaldi! Non... >> non potè continuare perché Rose gli diede un pizzicotto sul braccio e lo fece alzare di forza, mettendo i soldi sul tavolo.
<< Lo faccia vedere da qualcuno. >>fece il cameriere, con espressione preoccupata << Delirava con Napoleone e il 1800... Oh, buonasera >> alzò una mano, guardandoli uscire dal ristorante, per poi girarsi anche lui e pensare che lo le notti in bianco facevano brutti scherzi.

<< Resta qui e chiudi gli occhi >> raccomandò il Dottore a Rose. Lei incrociò le braccia e sorrise, appoggiandosi alla tastiera del Tardis, aspettando “ quella cosa ” che lui le aveva detto di avere per lei.
<< Trovato! Spero ti piaccia >> anche se aveva gli occhi chiusi, Rose lo sentì avvicinarsi, quella specie di elettricità che si faceva sempre più forte.
<<  Posso? >> aprì gli occhi mentre lo chiedeva, e sentì qualcosa poggiarsi sulle sue spalle. Si trovò addosso un  cappotto blu cobalto con i bordi argentati. Rose lo strinse a sé, con un sorriso che andava da un orecchio all’altro.
<< Mi hai...regalato un cappotto? >>
Il Dottore sembrava soddisfatto dell’entusiasmo della ragazza << Bè.. Ho visto che ti provavi quello di Jack, un giorno. E ho pensato che ti sarebbe piaciuto averne uno, uno da vera viaggiatrice >>
<< Mi hai spiata! >> lo accusò la ragazza, ma con un sorrise abbracciò forte il suo compagno << Grazie mille, mi piace tantissimo!! >>
Lo indossò e fece una giravolta facendo svolazzare, con gli occhi che brillavano.
<< Come mi sta? >>
Il Dottore la seguì con lo sguardo, con una strana voglia di abbracciarla, ma non riuscì a rispondere quello che avrebbe voluto, perché un fischio assordante li scosse tutti e due.
<< Che succede? >> Rose non aveva mai sentito un rumore simile in tutta la sua vita che aveva passato nel Tardis e si avvicinò alla tastiera, dove il Dottore stava già digitando qualcosa di oscuro.
<<  Oh, nulla >> le sorrise, e la ragazza capì che non era nulla di preoccupante << E’ la posta >>
Che il Tardis avesse una posta non stupì Rose, ma il fatto che facesse quel rumoraccio...
<< Caspita >> non capì cosa il Dottore avesse da leggere, molto contento.
<< Bello >> disse lui, sorridendole << Stasera abbiamo un G.B>>
<< Gran Bretagna? >>
<< Ma no! >> Il Dottore rise << Gran Ballo. Su Limnos 4 >>
Rose sbattè gli occhi, scettica. << Scherzi? Da quando gli alieni ballano? >>
<< Tutti sanno ballare. Soprattutto gli alieni. Questo è il più bello, il più grande e il più famoso ricevimento di tutto l’universo, su Limnos, che è un pianeta usato per feste e party ...>>
<<  Esiste un pianeta apposta? Che forte! >> lo interruppe la ragazza.
<< Già. Questo ballo lo dà la famiglia Hoople da...secoli. La famiglia prepara il castello e l’esterno tutto l’anno solo per questi due giorni. Infatti è spettacolare, è davvero enorme. Certo, invitano  gli alieni più importanti dell’universo...>>
<< E quindi anche te >> concluse Rose.
<< Sì... E pensa che il ballo dura per due giorni, perché il sole sorge ogni due. Tutti conoscono questo evento, e tutti sperano di venir invitati. Invitano me più per abitudine che per altro, perché non ci vado mai... Solo una volta, quando ero più giovane >> più giovane per il Dottore significava secoli prima <<  Ma questa volta ci andrò, anzi, ci andremo. Perché tu vieni con me >>
<< Cosa? >> Rose non ci credeva ma non potè trattenere un sorriso.
<< Ma certo! Potresti conoscere molti tipi interessanti. E’ divertente, e poi è un privilegio.>>
La ragazza mise le mani nel suo nuovo cappotto, entusiasta per quella proposta, che, aveva capito, non era uno scherzo.
<< Per me il privilegio è andarci con te >> gli sussurrò Rose, unendo le mani dietro il suo collo, in una specie di mezzo abbraccio << Come posso ricambiare? >>continuò con voce suadente, guardandolo nei suoi meravigliosi occhi corteccia.
Le venne un’assurda voglia di baciarlo. Sentiva il suo respiro regolare, vedeva le sue lunghe ciglia castane, la piccola piega delle labbra.
Chiuse gli occhi, ispirata...
<< Oh, non c’è bisogno... >> disse lui, facendole una veloce carezza sulla guancia, poi si scostò, con il gran dispiacere di Rose e cominciò a lavorare sulla tastiera.
Lei si sedette con un sospiro sulla sedia girevole, con una ciocca di capelli sugli occhi. Sembrava stanchissima.
<< Ti porto a Londra, così ci compriamo qualcosa per stasera >> disse il Dottore, e dopo qualche minuto erano già arrivati. << Tieni >> le allungò delle sterline.
<<  Io ce li ho, i soldi >>  ribattè Rose, meravigliata dal suo gesto. Sembrava una moglie che prendeva i soldi del suo budget.
<< Fidati >> visto che lei non li prendeva, il Dottore glieli mise in mano << Ti serviranno. E comunque dato che non lavori, chi vuoi che ti dia i soldi? >>
Rose si irrigidì. Come se fosse colpa sua che non lavorava. Non voleva dipendere da nessuno. Sapeva che lui non la stava accusando, ma quella frase non le fece di certo piacere.
<< Va bene. Troverò un modo di farteli guadagnare >> le strizzò l’occhio e, prendendola per mano, la portò fuori dal Tardis.
Rose inspirò l’odore di Londra, adorava la sua città e ne conosceva ogni singolo angolo. E solo Londra aveva quel profumo meraviglioso.
<< Ci vediamo dopo >>
 


* Seaside Rendez-vous: significherebbe "incontro al mare "... non è un vero e proprio incontro... Ma mi piaceva...Andate su YouTube e sentitela, è una canzone! 
* Hector Tod: anagramma di The Doctor
* Terry Lose, Mitch Simkey, Nan Bolden, Ros Gervin, Riley Jacket: altri anagrammi, fate voi e scoprite!!!
Perdonatemi per il ritardo ma non ci sono stata tutta la settimana... Per il prossimo capitolo dovrete aspettare ancora un pò perchè lo devo prima scrivere su Word... E ora sì, che inizia la vera storia!!!

Baci, la vostra SweetLady98
 
 
  
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