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Autore: phantomwise    17/08/2012    4 recensioni
Ambientata dopo due anni dall'inizio degli eventi, questa fanfiction sul mio manga preferito, Detective Conan, inizia con Vermouth che contatta il nostro mini-detective preferito per aiutarla a sconfiggere l'Organizzazione.
Da questo nascerà una squadra, in cui tutti dovranno mettere da parte i propri sentimenti per raggiungere l'obiettivo finale.
Avvertimento: chi non ama le storie lunghe e romantiche, si tenga alla larga!
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Estratto al quarto capitolo: "All I ever wanted"
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Alzò il viso e lo fissò, i suoi occhi azzurri fissati in quelli blu di lui.
In uno sguardo si capirono al volo: non servivano parole per dimostrare ciò che sentivano.
Lui si avvicinò a lei, lei sporse il viso in avanti e chiusero gli occhi, assaporando il loro primo bacio.
In quel momento esistevano solo loro due.
Ran mise una mano sulla nuca di Shinichi, accarezzandogli i capelli, mentre lui posò le mani sui fianchi della ragazza, attirandola a sé dolcemente e lasciando che i loro corpi si toccassero.
Genere: Generale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Un po' tutti | Coppie: Heiji Hattori/Kazuha Toyama, Ran Mori/Shinichi Kudo
Note: nessuna | Avvertimenti: Spoiler!
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All I ever wanted

 







-Esprimi un desiderio!-
La giovane Ran Mouri sorrise osservando la torta e le diciotto candeline che scintillavano.
Indossava un vestito lilla senza spalline, lungo fino al ginocchio, con un sottile nastro viola che passava sotto il seno e che formava un fiocco sul fianco. Indossava delle scarpe bianche a tacco basso, portava i capelli legati e indossava gli orecchini di oro bianco con le perle che le aveva regalato la mattina stessa la madre.
Alzò il viso, incontrando lo sguardo del padre Kogoro, della madre Eri, dell’amica Sonoko e di tutte le altre persone presenti nella sala. C’erano perfino Heiji Hattori e Kazuha Toyama, venuti da Osaka solo per lei.
Tutti sorridevano calorosamente.
Mancava solo una persona.
Ma, fortunatamente, presto l’avrebbe incontrata.
Guardò nuovamente le candeline e chiuse gli occhi.
“Cosa potrei desiderare se non di rivederlo? Se non di poterlo riabbracciare e rivelargli che lo amo? Accarezzargli le guance, stringerlo, baciarlo? È lui che desidero. Solo lui.”
Riaprì gli occhi e soffiò sulle candeline, sperando che il suo sogno si avverasse.

***

“Shinichi ha detto che mi avrebbe aspettata alle nove davanti a casa sua” pensò la giovane Ran Mouri mentre si dirigeva verso villa Kudo di ritorno dalla festa, che era durata quasi tre ore e che era finita da un’oretta.
“Spero per lui che ci sia, altrimenti…” i suoi pensieri furono interrotti dalla vista di una sagoma fin troppo familiare.
Si bloccò di colpo, all’improvviso insicura. Lui era lì, ma lei non sapeva cosa fare.
Mentre era occupata a rimuginare sul da farsi, la sagoma si voltò e notandola, sfoggiò il suo più bel sorriso, mentre si dirigeva verso di lei.
-Ciao, Ran! Buon compleanno!- la salutò lui.
-Grazie… Shinichi… Sono contenta che tu sia qui…- rispose lei cercando di non guardarlo negli occhi.
-Ovvio che sono qui! Non sarei mancato per nulla al mondo!- disse lui dolcemente.
“Caspita… È ancora più bello di quanto lo ricordassi… Cosa mi hai fatto, Shinichi Kudo? Perché ti amo così tanto?”
-Ehi, Ran.- chiamò il giovane.
-Si?- rispose lei, abbandonando i suoi pensieri.  
-Che ne dici di entrare? Così chiacchieriamo un po’ e ti offro qualcosa.- propose lui.
-Certo, con piacere. Ma qui non vive il signor Okiya?- chiese lei.
-È in viaggio, perciò ho chiesto “in prestito” la villa per stasera. Ripartirò domattina.- rispose lui sorridendole.
-Ah… Ok.- disse lei ricambiando il sorriso.
“Partirai di nuovo? E quando tornerai? Quanto tempo dovrò aspettarti? Due anni non sono bastati?”
Entrarono e Ran si accomodò sul divano in soggiorno, mentre Shinichi si avviò in cucina per prendere da bere.
-Thè o limonata? O preferiresti un succo?- arrivò la voce del giovane dalla cucina.
-Della limonata va benissimo, grazie.- rispose la ragazza.
Il ragazzo entrò nel soggiorno con due bicchieri di vetro in una mano e una caraffa con la limonata nell’altra.
-Ecco, tieni.- disse lui porgendole il bicchiere dopo averlo riempito.
-Grazie.- rispose lei, prendendo il bicchiere e bevendone il contenuto.
Ran osservò il suo migliore amico sedersi sul divano di fronte a lei sorseggiando distrattamente la bevanda.
Il silenzio era così assoluto da essere imbarazzante.
“Aspetto questo momento da anni… e ora non so che dire. Sono proprio una stupida.” Pensò la ragazza.
-Ehm… Hai risolto il caso di cui mi parlavi?- chiese lei cercando di allentare la tensione, che, a quanto sembrava, percepiva solo lei.
-Purtroppo no. Non ancora, almeno.- rispose lui poggiando il bicchiere vuoto sul tavolino accanto alla caraffa.
-È molto complicato?- chiese la giovane, curiosa.
“Oh si, non sai quanto”.
-Abbastanza. Il problema è che non abbiamo molti indizi su cui indagare.- rispose lui, non mentendo.
-Oh, capisco.- disse lei.
Di nuovo quel silenzio imbarazzante.
Ran stava per dire qualcosa, quando fu interrotta da Shinichi che si alzò e si sedette accanto a lei.
-Ti ho preso un regalo.- disse lui, scostando lo sguardo per mascherare l’imbarazzo.
-Davvero? Che pensiero gentile. Ti ringrazio, ma non era necessario.- rispose lei sorridendo.
“Mi basti tu, come regalo”.
-Ci tenevo a regalarti qualcosa. Ecco.- disse porgendole un pacchetto chiuso con un nastro rosso.
“Un nastro rosso… Come il filo rosso che ci lega... Se lo ricorda ancora o è un coincidenza?” pensò Ran.
-L’ho fatto decorare con un nastro rosso perché… ehm… mi sono ricordato di quella volta…- disse lui, imbarazzato, notando che la ragazza accarezzava il filo rosso.
Lei alzò lo sguardo, sorpresa. Le aveva letto nel pensiero?
Sorrise, intenerita dall’imbarazzo del giovane, e riabbassò lo sguardo per dedicarsi all’apertura del pacchetto.
Ne tirò fuori una collana formata da un filo sottilissimo ed un ciondolo a forma di cuore, di oro bianco e madreperla decorata. Era meravigliosa.
-Aprila.- disse Shinichi, all’improvviso.
-Devo… aprirla?- sussurrò lei mentre osservava la collana.
La aprì: si formarono due cuori.
Dentro c’era nella parte sinistra la foto che scattarono al Tropical Land e sulla parte destra un’incisione con scritto: Per Ran da Shinichi.
-Ma…! È…È…- la giovane era senza parole.
-Che c’è, non ti piace?- chiese lui, triste.
-È…stupenda! È il regalo più bello che abbia mai ricevuto! Io…ti prometto che la terrò sempre con me. Non la toglierò mai.- disse lei abbracciando l’amico, quasi commossa.
-Sono contento che ti piaccia. Aspetta, ti aiuto ad allacciarla.- propose lui.
“Devo ringraziare un’altra volta Haibara per l’aiuto”.
Ran si voltò e con la mano sinistra si alzò la coda, mentre con la destra porgeva la collana al ragazzo.
Lui l’allacciò e lei si lasciò andare i capelli, voltandosi sorridente e rigirandosi il ciondolo tra la dita.
Alzò il viso e lo fissò, i suoi occhi azzurri fissati in quelli blu di lui.
In uno sguardo si capirono al volo: non servivano parole per dimostrare ciò che sentivano.
Lui si avvicinò a lei, lei sporse il viso in avanti e chiusero gli occhi, assaporando il loro primo bacio.
In quel momento esistevano solo loro due.
Ran mise una mano sulla nuca di Shinichi, accarezzandogli i capelli, mentre lui posò le mani sui fianchi della ragazza, attirandola a sé dolcemente e lasciando che i loro corpi si toccassero.
La giovane si staccò per prendere fiato e sorrise scrutando il volto del ragazzo che amava.
Poggiò nuovamente le labbra su quelle del ragazzo, e mentre il bacio si approfondiva, lei si distese sul divano, portando il ragazzo a stendersi sopra di lei.
Si staccarono nuovamente per respirare e si guardarono ancora negli occhi, senza parlare.
Dopotutto, non c’era bisogno di dire nulla.

***

Qualche ora dopo si poteva scorgere un ragazza che, con le scarpe in mano e i capelli lievemente scompigliati, saliva i gradini di casa cercando di non fare rumore.
Si buttò sul letto, con il cuore che batteva all’impazzata e, illuminata dalla luce della luna, riaprì la collana, sorridendo, e regalandosi un sonno ristoratore dopo quella giornata così piena di emozioni.

Poco lontano, un ragazzo della stessa età, con lo stesso battito frenetico del cuore, si buttava sul letto a pancia in giù e a petto nudo e, con un sorriso, si regalava un riposo in quel corpo che presto non avrebbe avuto più.

Quella sera, due cuori battevano all’unisono, due corpi pulsavano insieme e due anime diventavano una cosa sola.
Ed era tutto ciò che avevano sempre desiderato.
  
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