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Autore: SoleStelle    17/08/2012    2 recensioni
Tutto, dall'esterno, sembra una fiaba.. ma all'interno cosa succede realmente?
Sorrisi e amore sono parole sconosciute per Sara, che a soli diciotto anni è già satura di negatività.
Poi arriva lui e qualcosa cambia.
Lui, lei..e l'altro.
La classica storia, ma cosa succede quando "l'altro" in questione non è chi pensiamo che sia?!
Detto questo premetto che il rating arancione è dovuto solamente ad alcuni episodi descritti ma non è dovuto a scene di sesso..
È la prima storia che pubblico qui, anche se non è la prima che scrivo..
Sarà una storia di 20 capitoli totali, anche se 2 saranno cortissimi (prologo ed epilogo).
Dal testo:
Mi avvicinai a lui fissando il mazzo di rose rosse appoggiate sul mio banco. Mi ci fermai di fronte.
[...] “mi dispiace per ieri” disse tirando fuori una custodia dalla tasca dello zaino. La aprì mostrando una collana di perle. [...]

Beh, che altro dire.. buona lettura.
Genere: Introspettivo, Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: Contenuti forti | Contesto: Scolastico
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'Incubo..favola..realtà.'
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Mi sdraiai a letto, stravolta, e fui seguita a ruota da Riccardo, molto meno stanco di me.
“Buonanotte.” biascicai, già vicina al mondo di Morfeo.
“Buonanotte” rispose, con il telefono in mano. Lo vidi entrare nei giochi e, istintivamente, misi la testa sotto il cuscino.
“Togli il volume.” lo avvisai e lui mi tolse il cuscino da sopra la testa.
“Già fatto.” disse, mentre iniziò uno dei vari giochi. Mi sdraiai, istintivamente, a pancia in giù, ma la fitta al braccio mi ricordò che non potevo farlo. Mugugnai contrariata e mi rigirai.
“Mi passi il cuscino?” chiesi, indicando la poltrona poco distante da lui. Afferrò il cuscino e me lo allungò, senza alzarsi dal letto. Me lo misi addosso e ci appoggiai sopra il braccio, alla meno peggio.
“Dovresti tenerlo più piegato” disse.
“Non ci riesco, il gesso tocca.” risposi, sfinita. Lo vidi guardarmi dubbioso e io piegai ancora un po’ il braccio facendo, inevitabilmente, schiacciare la pelle del bicipite sotto il gesso.
“Ma anche i medici hanno una bella testa!” imprecò, dopo aver notato che lo avevano fatto troppo lungo per la mia minuta statura. Feci spallucce rimettendo il braccio com’era prima e riprovai ad addormentarmi.
Crollai subito, ma dormii pochissimo. Dopo nemmeno un’ora, infatti, mi svegliai in preda alle fitte di dolore.
Iniziai a spostare il braccio in tutte le posizioni possibili ma, in nessun modo, riuscivo a far riavviare la circolazione. Mugugnai dopo averlo mosso in maniera sbagliata e sentii Riccardo spostarsi verso l’esterno del letto.
“Vieni verso l’interno e prova a stenderlo un po’.” disse, completamente sveglio.
E io che non avevo voluto accendere la luce per paura di svegliarlo.
Sorvolai e obbedii. Non appena misi il braccio perfettamente perpendicolare al corpo sentii un formicolio, indice che la circolazione stava riprendendo, invadermi. “Va meglio?” chiese.
“Si, grazie.” mentii. In realtà non andava ancora meglio, era troppo presto per sentire i benefici ma sapevo che sarebbero arrivati entro poco.
“Ora devo solo sperare che non ti volterai, colpendomi.” mi prese in giro. Voltai il braccio ingessato e lo portai sul suo viso.
“Pieno viso, chissà cosa potrei romperti. Labbra e naso sono quelle a più a mia portata” dissi, stando alla sua presa in giro.
Spostai il braccio e lo rimisi come prima, iniziando già a sentirmi meglio.
“E dopo chi da una bella lezione a Matteo?” chiese.
“Beh, qualcuno lo trovo, sta sulle balle a molti, forse tutti.” ammisi.
“E mi vorresti togliere questo gusto?” concluse, facendo scoppiare entrambi a ridere.
“Buonanotte.” sussurrai, calmandomi e mettendomi zitta.
“Buonanotte.” ripetè.
 
Al mattino mi svegliai con calma: santo patrono della città che, cadendo di venerdì, ci faceva fare la settimana corta.
Lasciai dormire Riccardo e andai a preparare la colazione. Tentai di preparare del caffè e del latte ma riuscii solo con metà del mio intento: il latte, per il caffè mi dovetti accontentare di quello, freddo, preparato la mattina prima da Theodor.
Feci colazione in silenzio e constatai che il braccio non mi faceva più male, nessun residuo di dolore. Dormire come mi aveva consigliato Riccardo mi aveva fatto bene.
Menomale..
Finii di mangiare e sparecchiai, mettendo la tazza e il cucchiaio nella lavastoviglie, poi rimasi seduta a fissare un punto indefinito della cucina.
“Buongiorno.”. La voce di Riccardo mi fece tornare alla realtà.
“Buongiorno.” risposi, mentre mi alzai e misi dell’altro latte sul fuoco.
“Come va il braccio?” chiese, sedendosi.
“Benissimo, grazie.” risposi, pimpante mentre gli appoggiandogli la moka davanti. “Chiudi.” ordinai. Obbedì e io la misi sul fuoco, poi gli tirai fuori quello che avevo nella credenza, consapevole che avrebbe divorato tutto.
Iniziò a mangiare qualche biscotto a secco poi, quando gli misi davanti il latte con il caffè, iniziò a inzupparceli. Lo lasciai mangiare e andai a recuperare i libri di chimica nella camera. Li appoggiai sul tavolo, davanti a lui, e, sotto il suo sguardo contrariato, iniziai a svolgere gli esercizi assegnati dal professore.
“Tu sai che sei giustificata se non li fai vero?” chiese, retorico.
“Riesco comunque a scrivere con la sinistra, non benissimo ma ce la faccio.” dissi. “E poi, se li faccio io, potrai copiarli senza perder tempo.” aggiunsi.
“Fai gli esercizi” disse, fingendo di minacciarmi e facendomi ridere.
“Tu e la chimica non andate molto d’accordo.” lo presi in giro.
“Il mio otto ce l’ho.” disse. “Ma non mi piace per niente.” confessò.
Svolsi tutti gli esercizi poi sparecchiai mentre lui li ricopiava.
“Se hai tempo li ricopi meglio anche a me?” chiesi, notando che aveva quasi finito.
“Va bene.” rispose.
“Grazie.”.
andai in camera, recuperai una chiavetta usb, poi tornai da lui e gliela misi davanti. “Ho già fatto anche LTT1 se ti interessa.”.
“Ovvio che mi interessa, perché perdere tempo dietro ai compiti quando ho la secchione della classe che me li passa?!” disse.
“A proposito di questo” proruppi, richiamando la sua attenzione su di me. “Qualcuno, in classe, comincia a lamentarsi del fatto che tu sia l’unico ad avere accesso ai miei compiti.” dissi, guardandolo.
“Lo stesso qualcuno che ti ha fatta finire nella lista di quelle che mi sono fatto?” chiese.
“Probabile.” minimizzai e lui scosse la testa.
“Parli di una che dopo la tua scenata con Paolo afferma ancora che tu stia con Matteo, non fa testo!” disse, ovvio mentre io non potei fare altro che dargli ragione.
 
 
 
 
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NOTE dell’autrice:
E anche questo capitolo è andato.. grazie a tutte le lettrici..
solo una piccola precisazione..
1: LTT = Laboratorio Trattamento Testi
   
 
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