LA FEBBRA 3
by
Crazybulma
Quando Bulma lo vide, il cuore quasi le si fermò
per l'emozione.
Là, di fronte al cancello che delimitava il giardino
della Capsule Coorporation, c'era Vegeta in persona, con il suo familiare
cipiglio e la tuta da combattimento ricoperta di fango e sangue.
Ed era vivo!
Bulma lo chiamò per nome, agitando la mano, con il viso illuminato
per la gioia di rivederlo sano e salvo. Stordita dal sollievo, gli corse
incontro e si gettò tra le sue braccia, premendo il viso sul ruvido tessuto
della sua tuta e crogiolandosi nel rifugio sicuro del suo petto. Si accorse che
era ferito al braccio, e si diede della sciocca per avere anche solo pensato che
Vegeta potesse morire per mano di Cell.
Il suo uomo era il più forte!
"Donna, ascoltami" esordì lui, a bassa voce. La prese per le spalle e la staccò
da sé, bruscamente, in modo da guardarla in faccia. Lei era bellissima,
col viso arrossato e le labbra socchiuse in un sorriso di assoluta felicità. Una
felicità che, lo sapeva bene, lui avrebbe distrutto in un attimo con poche
parole.
"Sei qui, e sei salvo! Tutto il resto non conta" sussurrò lei.
"Credo invece che ti importerà sapere che Trunks e Kakaroth sono morti
durante lo scontro..."
Non aggiunse altro perchè il cuore gli si strinse dolorosamente nel vedere il
viso di lei diventare tutt'a un tratto bianco e privo di espressione.
"Va avanti" disse, con calma innaturale. "Va avanti, Vegeta."
Lui, disperatamente, si costrinse a continuare.
"Trunks è stato riportato in vita con le Sfere del Drago. Sento la sua aura, sta
bene... Ma Kakaroth non tornerà".
Bulma rimase immobile, con il viso trasformato in una maschera inespressiva.
Vegeta aveva visto altre volte quella reazione, in uomini e donne che avevano perso
amici o fratelli che lui stesso aveva provveduto ad uccidere per ordine di Frezeer, ma... in vita sua non si era mai sentito così colpevole e impotente come
ora, di fronte al muto dolore di Bulma.
Le raccontò brevemente della battaglia, di come Gohan avesse superato il limite
del super saiyan in preda alla collera, della decisione di Cell di farsi
auto-esplodere, del sacrificio invano di Goku, della morte pietosamente rapida
di Trunks. L'immaginazione di Bulma colmò prontamente i dettagli che Vegeta
aveva omesso. Poteva raffigurarsi la scena con angosciosa chiarezza...
E infine, con un gemito, scivolò nel dolce oblio dell'incoscienza.
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Si erano tutti riuniti nel giardino della Capsule Coorporation, sia per salutare Trunks che
sarebbe ritornato nella sua epoca, sia per condividere il lutto per l'amico
scomparso. Era
un'occasione per scambiarsi ricordi su Goku, bere punch, scuotere la
testa alle ingiustizie della vita e della morte, e battere colpetti confortanti
sulle spalle dei propri amici.
Bulma sentì le solite frasi fatte, le solite cose che già sapeva... Che Goku era stato un
uomo buono e puro, un eroe forte e giusto, un marito, padre e allievo devoto.
Quello che non sapeva, e che nessuno poteva dirle, era perchè, se Goku era stato
tutte quelle cose belle, era dovuto morire così prematuramente.
Si sentì di nuovo le lacrime salire agli occhi e lottò per trattenerle,
sforzandosi di non pensare a come era morto e di ricordare invece le incredibile
avventure che aveva condiviso con lui.
Doveva essere forte e prendere esempio da Chichi: la morte di suo marito
sembrava averla resa vecchia e fragile da un giorno all'altro, ma lei non aveva
versato nemmeno una lacrima. E per la prima
volta Bulma provò un autentico moto d'affetto per quella donna che sopportava,
con forza degna d'una guerriera, una terribile perdita.
D'altra parte Vegeta, all'ombra di un albero, non riusciva a distogliere lo sguardo da
Bulma. La trovava splendida come non mai, con i capelli illuminati dalla debole luce del
sole invernale e quel grosso maglione di lana che tentava di nascondere invano le sue
meravigliose curve. Teneva la testa alta e le spalle risolutamente dritte: anche
nel dolore, pensò Vegeta, Bulma dimostrava tutta la sua grazia e il suo
coraggio.
Non l'aveva più rivista da quando era svenuta in giardino e lui l'aveva
riportata, priva di sensi, nella sua camera da letto.
Poi notò che gli altri stavano entrando in casa, e che Bulma si era girata a
fissarlo.
"Bulma, non vieni?" domandò la signora Brief, cullando tra le braccia il piccolo
Trunks.
"Andate pure, vi raggiungo dopo..." mormorò lei senza staccare gli occhi da
Vegeta.
Quando rimasero soli, lei gli si avvicinò piano temendo di infastidirlo. Era
probabile che volesse restare solo dopo quanto era accaduto.
Bulma si accorse delle ombre sotto i suoi occhi a denunciare molti notte insonni, e
percepì come il dolore avesse offuscato la sua vibrante virilità. Capì di non
essere l'unica a soffrire: lei aveva perso un amico, ma Vegeta aveva perso
TUTTO.
"Che brutta cera! Non avrai mica preso la febbre?"
"Non sono un patetico terrestre con patetiche malattie terrestri. E
comunque si dice FEBBRA" la corresse Vegeta.
"Ma no, si dice febbre. Te lo assicuro!"
"Io sono il principe dei Saiyan e la chiamo come mi pare e piace..." concluse lui,
arrabbiato.
Ma subito dopo entrambi
si ritrovarono a sorridere per quello stupido battibecco privo di senso. Bulma
arrossì nel vedere il sorriso di Vegeta: era perfetto, e tanto speciale in
quanto talmente raro!
Quasi s'intristì quando lo vide di colpo tornare serio.
"Lascio la Terra domani. Tuo padre mi sta preparando la navicella..."
"Oh, capisco..." il disappunto di Bulma era palpabile. "E posso chiederti come
mai?"
Vegeta si strinse nelle spalle. "Non ho più niente che mi tenga legato a questo
posto. Il mio acerrimo nemico è morto, e non ci sono altri cyborg
indistruttibili da combattere."
Bulma si inumidì nervosamente le labbra, e inghiottì a vuoto.
Doveva assolutamente convincere Vegeta a rimanere sulla Terra, il solo pensiero di non
rivederlo più le spezzava il cuore. Poteva sopportare la perdita di Goku, ma non
anche quella dell'uomo che amava.
"Ci sono tanti buoni motivi per restare, invece!" affermò, sollevando il mento e
apparendo così molto più sicura di quel che in realtà era.
"Cioè?" chiese lui, stringendo gli occhi.
*Devi restare per me e per Trunks. Perchè ti amo. Perchè non voglio vivere
senza di te!* avrebbe voluto urlare. Ma sapeva che così avrebbe ottenuto
solo l'effetto contrario, ovvero farlo scappare... e di corsa!
Così si sforzò di trovare qualche altro valido motivo. E gliene venne solo uno
in mente.
"Devi restare perchè non puoi permettere che Gohan sia più forte di te! Più
forte addirittura di Goku! Devi superarlo... Se non tu, almeno Trunks! Pensa che
soddisfazione se tuo figlio battesse il figlio del tuo rivale! Per farlo dovrai
però allenare il nostro bambino molto duramente, appena sarà un po' più grande."
Il viso di Vegeta era privo di espressione, i suoi occhi freddi e
imperscrutabili. Le speranze di Bulma crollarono: avrebbe rifiutato. Ma continuò
comunque il suo discorso.
"Hai visto anche tu quanto era forte Trunks nel futuro. Pensa solo quanto
potrebbe diventarlo, con te a fargli da maestro!"
L'idea avuta da quella donna non era affatto malvagia, pensò Vegeta. Si ritrovò
a fantasticare su come avrebbe potuto allenare Trunks, su quali metodi usare per
farlo diventare un guerriero invincibile, su come avrebbe battuto Gohan in
potenza.
Forse, in modo indiretto, Vegeta poteva ancora sconfiggere l'odiato Kakaroth.
Forse, grazie a Bulma, c'era ancora un motivo per lottare. Un motivo per restare
in vita e non abbandonarsi allo sconforto.
"D'accordo" disse Vegeta, semplicemente.
Bulma sussultò. "Significa che non partirai?"
"Già!" rispose lui, secco.
Il resto accadde così velocemente da cogliere di sorpresa entrambi.
La bocca di Vegeta era scesa sulla sua all'improvviso, violenta ed esigente. Aveva avuto l'intenzione di baciarla solo quel tanto
che bastava per confermarle che sarebbe rimasto con lei, ma il suo sangue ardeva
di un misto di rabbia e desiderio più infiammabile di quanto avesse previsto. E
quando sentì Bulma rispondere al suo bacio, fu quasi sul punto di lasciarsi
andare. Sapeva che avrebbe dovuto fermarsi ora, immediatamente, prima che
qualcuno di quei suoi stupidi amici terrestri decidesse di uscire in giardino e li vedesse... e
invece la strinse ancora più forte, vinto dalla passione.
Con un piccolo brivido, Bulma si abbandonò al fascino del tocco di Vegeta e gli
insinuò le dita fra i capelli, sulla nuca, attirandolo più vicino. Dopo tanti
momenti di sofferenza e di lutto, sentì che tutti i suoi sensi si risvegliavano,
e la ruvidezza del suo viso contro le sue labbra le suscitava piccoli fremiti di
piacere in tutto il corpo.
"Buuulma! Bulma, dove ti sei cacciata?!"
Sentendo qualcuno chiamarla dall'interno della casa, si staccò a malincuore da
Vegeta. Lui si passò la lingua sulle labbra, come un predatore che termina di
gustare la sua preda.
"Vai!" le ordinò, e lei gli sorrise con dolcezza, prima di allontanarsi.
Quando raggiunse gli altri, si sentiva ancora tremare come una foglia, sia per
l'emozione di essere riuscita a convincere Vegeta a restare sulla Terra, sia per
l'evidente attrazione che lui ancora provava nei suoi confronti.
"Si può sapere che stavi facendo fuori?" gli domandò Crilin, curioso.
"Io... ero con... Vegeta, e..."
Le salirono le fiamme al viso quando ripensò a come l'aveva baciata e toccata.
Era così felice!
"Bulma, sei tutta rossa! Non è che hai la febbre?"
Lei annuì leggermente, perchè l'Amore che provava per Vegeta era proprio come
una febbre: la rendeva debole e confusa, e le faceva venire voglia di
trascorrere intere giornate... A LETTO.
- Fine -
Un dovuto ringraziamento a tutti coloro che hanno letto le precedenti "febbri",
e che sono stati così gentili da lasciare una piccola recensione. Mi fa sempre
piacere sapere cosa ne pensate delle mie storie.
Non perdetevi "La Febbra 4", già in fase di stesura e prossimamente online!
:)