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Autore: Margarita98    18/08/2012    1 recensioni
Troppi problemi per una ragazza come Jennifer.
Sempre stata educata e rispettosa, ma la vita a volte gioca brutti scherzi, a tutti.
A soli 18 anni, Jen si sente soffocare e morire.
Una madre con il cancro, un padre bastardo, un ex coglione.
Vuole nascondersi, e si rifugia ad un hotel.
Lì incontrerà Nicolas, il ragazzo misterioso, con cui passerà solo due notti, e che poi rincontrerà in un altro stato.
Genere: Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
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Sentivo il mio respiro che tonfava sulla pelle. Le lacrime che sgorgavano sulle guancie fino ad arrivare alla bocca che s’apriva riprendendo fiato. Le gambe si muovevano senza fermarsi. I capelli, un tempo tirati in una coda, si erano scompigliati, svolazzando davanti al viso e bagnandosi dal sudore che usciva dal corpo in movimento da molto tempo.

“Ma come?..Ma come poteva!..”

Corsi più veloce e una pozzanghera si scagliò contro me, scivolai e mi trovai a faccia con l’asfalto. Batti le mani contro quel ruvido muro, scaricando la mia rabbia, l’odio che provavo verso Loro. Il vento soffiava impetuoso sugli alberi che si agitavano in quella calda notte oscura.

“Signorina, ha bisogno d’aiuto?” un uomo anziano uscì dal suo negozio per gettare la spazzatura, vedendomi si preoccupò.

“No, no..grazie. Sono solo inciampata,che sciocca.”

Mi rialzai, cercando si sorridere e mi pulì i vestiti, sporchi di fango. Decisi di continuare il mio percorso ma, dove dovevo andare? Stavo scappando da quella orribile scena e..ripensandoci mi vennero solo i brividi. Le lacrime continuarono a scorrere lungo il viso. Guardai il cielo ricoperto di stelle, la luna m’illuminò il viso, una lucciola si posò sulla mia mano. L’ammirai, era stupenda. Ricordai come tanti anni prima, le rincorrevo pensando che fossero piccole fatine del sole. Poi, ricordai quella dolce mano che mi sfiorava il viso, quella che diceva che ero la sua principessa. Quel viso dolce e sincero che mi donò tutto il suo amore. Quella voce che ogni volta che sentivo, il mio cuore rimbombava a mille, orgogliosa di avere un tale dono. Ma come non mi venne in mente prima? la mia direzione era una sola, l’ospedale di Bologna.

“Coraggio Jen,basta piangere come una ragazzina, contieniti.” mi ripetei fra sé. Le gambe ripresero a muoversi, correndo verso un’unica via, avevo un posto dove andare.

 

                                                                        **************

 

Raggiunsi il cancello dell’ospedale, la prima volta che oltrepassai quelle mura era quando Tommy, il mio fratellino era nato. A quel tempo ero felice, emozionata a provare un fratello accanto, un amico a cui puoi dire di tutto. Ora, il motivo era più grave.

“Ehi Jen!che ci fai qua fuori?Entra su!.” Greta, l’infermiera cicciottella da una faccia buffa corse verso di me, m’abbracciò e mi trascinò verso quel edificio.

“Ciao Greta..” fu l’unica cosa che riuscì a dire perché mi sbatti contro qualcuno. “Oh scusi,che sbadata!. ”

“Tranquilla Jenny, tutto apposto.” Rispose quella figura posta qualche centimetro davanti a me. Quel “Jenny” lo diceva solo una persona, quella che mi aveva ferita scaricandomi di fronte a tutti con la scusa di essere innamorato di un’altra, Federico. Il ragazzo più affascinante della scuola che riuscii a conquistare ma, era il tipico donnaiolo, non si tratteneva con una ragazza per almeno due settimane. Con me, però, oltrepassò i limiti, ma bastò una bella bionda con tacchi a spillo per confondergli le idee. Voleva rimanere un “amico” ma me faceva solo schifo.

“Federico..” pronunciai quelle parole come se fossero un enigma. Anche se odiavo quel ragazzo, in realtà ne ero follemente innamorata. Mi piaceva sin dai tempi delle medie e all’idea di averlo perso per una stronzetta mi dava il voltastomaco. Greta vedendo che mi stavo sciogliendo davanti al tipo che non sopportava tagliò corto con “dobbiamo andare scusa!.” Ritornai in me e mi accorsi della situazione imbarazzante e aggiunsi un “giusto,ci si vede.”

Come mi pentì d’aver detto quel “ci si vede” non volevo vederlo! Ne sentirlo, mai più! ero troppo arrabbiata con lui, e anche se mi piaceva ancora, di certo non avrei ceduto a quel suo incantevole, “Jenny” e a quei suoi occhi luccicanti..No!..tornai in me. Presi io stavolta Greta per la mano e la tirai incominciando una conversazione mentre proseguivamo al piano successivo. Federico rimase lì fermo per un po‘, pietrificato dal mio atteggiamento, credeva che Jen fosse ancora sua, sì forse una parte di me la era, ma era la Jen vecchia, ora ne esiste un'altra, sempre soffocata da problemi, anzi maggiori di quelli precedenti.
Intanto io e Greta ci incamminammo al secondo piano. Durante il cammino mi soffocò di discorsi del tipo “Federico non mi piace proprio! Mi chiedo come fai ancora a parlarci!.” Io mi limitavo a sorridere e accettare la cruda realtà.
Lui aveva un’altra, punto.
Greta voleva solo darmi un aiuto, più che infermiera di famiglia per me era proprio una grande amica. Sapeva tutto di me, anche se l’ultima ancora non gliel’avevo raccontata. Era un problema complesso, del quale mi vergognavo.
“Ehi Jen, mi sembri dispersa, a cosa pensi? Non sarà mica per Federico?!oppure è..” si fermò. Eravamo arrivate alla stanza numero 104, quella in cui dovevo entrare. Greta continuò, “Oppure per la persona che c’è qui dentro?..”

Una lacrima mi rigò il viso, inconsapevolmente.

“Per tutto Greta, per tutto.” Lei mi strinse forte.
“Vedrai che tutto si sistemerà piccola, credici.”
Le sorrisi ed entrai nella stanza.


Spazio d'autore.

Salve!
Vorrei incominciare con il dirvi che questa è la mia prima storia pubblicata, e lunga.
Sin da piccola scrivevo storie corte e carine.
Col tempo ho smesso, lo studio si era messo in mezzo tra la mia passione: Scrivere.
Adoro farlo, mi rallegra e mi tranquilizza.
Comunque, pubblicherò il prossimo capitolo a breve, credo.
Sarà più lungo, e ci saranno più spiegazioni.
Spero vi piaccia!
Un bacio, Margarita.









 

 
  
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