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Autore: _Dark Side    19/08/2012    0 recensioni
I suoi occhi erano azzurri come il candido cielo estivo. Aveva sempre un’ espressione triste…soffriva dentro. Si trovava da sola ad affrontare quella vita così difficile per una sedicenne. Poteva però contare sempre su Danny, il suo unico e vero amico. Diventare qualcuno era sempre stato il suo sogno, ma lei non era niente. Non si sentiva niente. Però un giorno, le cose cambiarono…sì, perché nella vita di Stella non c’era mai stato posto per un sentimento così forte, un’esperienza così bella…quasi un sogno. L’amore.
Genere: Dark | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Scolastico
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Una folata di vento mi spettinò un poco i capelli e Danny istintivamente me li rimise apposto. Ci fu un momento, quasi interminabile, di imbarazzo; poi lui parlò «Volevo dirti una cosa, Stella. Ascoltami e non dire niente fino alla fine…» Una figura si materializzò davanti a noi, rompendo quel momento come si strappa un pezzo di carta.
 
«Ciao piccioncini! » Era Luisa, la nostra compagna di classe che entrambi odiavamo. Aveva quel modo di fare che faceva salire la rabbia al primo impatto. «Ah, ma adesso andate anche al cinema insieme, che bravi! Non sapevo che due emo come voi potessero uscire di casa! » Stavo per risponderle a modo,anche perché ne ero veramente stanca della sua aria da snob e per di più essere chiamata “ emo ” proprio no mi piaceva. La consideravo un’offesa enorme, perché tutti possono avere delle angosce interiori senza volersi per forza tagliare le vene. Comunque Danny mi precedette. «Senti, brutta vipera zitellona, o sparisci…» Nemmeno poté finire la frase, perché Luisa riprese «Sarò anche zitella, ma almeno non ho bisogno di alcun farmaco antidepressivo » Quelle parole ci ferirono ad entrambi. Luisa era proprio brava a colpire proprio lì, nelle debolezze altrui.
 
Danny mi riprese per mano e ci allontanammo, lasciando lì Luisa insieme alla sua cattiveria. Ci fermammo davanti al bar di mia zia, poche traverse più in là. «Ti ricordi? E’ qui che ci siamo conosciuti! Ancora mi ricordo la tua orrenda pettorina porpora da cameriera! » Danny, nonostante tutto, sapeva come farmi stare bene. Sapeva donarmi un sorriso e farmi ridere. «Eccome se ricordo! Dai, andiamo a casa…è tardi e domani ci aspetta una lunghissima e logorante mattinata scolastica» Dopo che ci eravamo conosciuti, avevamo deciso di iscriverci nella stessa scuola; volevamo iniziare le superiori e arrivare alla maturità insieme.
 
«Però dai» Rispose Danny «Non avere genitori ha un piccolo vantaggio…non sei obbligato ad avere un orario di rientro! » Sapeva anche trovare il lato migliore delle cose, ma questa volta si rese conto di aver detto qualcosa di sbagliato, un’ironia fuori luogo. «Ok» Ammise «Forse ho toppato» Ed io, sorridendo per il suo modo poco convincente di fare un passo indietro «Togli il “ forse ” » Insieme ridemmo. Davanti al cancello della sua casa dovevamo salutarci e ancora una volta avremmo voluto gridare “ Maledetto tempo, fermati! ” desiderando ancora un’ora da trascorrere insieme. «Vuoi che ti accompagno a casa e poi ritorno qui? » Propose Danny «Ok, guadagniamo una decina di minuti! » Sorridemmo ancora, diretti verso la mia abitazione. «Non dobbiamo permettere a niente e nessuno di trattarci così» Danny si stava riferendo a Luisa, ma parlava in generale. «Tranquillo…facciamo vedere agli altri che siamo superiori! » Per una volta pronunciai le parole giuste e lui, sarcasticamente aggiunse «Che tra parentesi è vero» « Che cosa?» Non avevo capito a cosa si riferisse…«Che siamo superiori, cara Stellina!»
 
E così, tra una chiacchierata e l’altra arrivammo a destinazione. «Dai, salutiamoci senza tanti ripensamenti» Dissi io, ma dentro me avrei voluto ripartire mano nella mano con lui verso un’altra meta. Lontano da lì, lontano da tutto, per non ritornare mai più. «Ok…allora ciao…a domani!» «Mmm…non sei molto convincente Danny! Senti, ma…cosa mi volevi dire prima che arrivasse Luisa? » Lo colsi di sorpresa. «Niente…te lo dirò un altro giorno, magari domani…» Quindi entrai i casa, salutandolo con la mano ancora una volta, mentre sparivo nel buio. L’indomani mattina, a scuola, Luisa continuò a prenderci in giro, ma stavolta fu più pesante, perché lo fece davanti a tutti. «Ragazzi, sapete che i due depressi stanno insieme? Ieri li ho visti mano nella mano al cinema!» tra i banchi si incominciò a sentire un vociare e anche qualche risatina. Fortunatamente era l’ultima ora, così Danny ed io uscimmo dalla classe di corsa…
 
Quel giorno Danny ed io pranzammo in una locanda vicino ala scuola, dove c’era tutti i giorni e a tutte le ore la musica dal vivo. Ci piaceva tantissimo canticchiare tra un boccone e un altro. C’era il karaoke, avevamo proprio scelto il giorno giusto. Ci sedemmo al tavolino più vicino al palco e subito Danny mi fece un sorrisetto complice, io lo capii, ormai bastava anche solo uno sguardo. «No, non ci pensare nemmeno! » Risposi, dopo aver capito che Danny mi stava chiedendo di andare a cantare una canzone. «Allora vado io! Che canto? Vabbè, mi faccio consigliare da loro» Poi si diresse sul palco, dove fu accolto da un’ondata di applausi. Prese in mano il microfono e parlò dolcemente «Questa la dedico all’unica donna della mia vita» Mi era venuto un lampo di…gelosia. Non sapevo perché, a cosa era dovuto, ma poi mi resi conto che stava puntando il dito verso me e riprese «La bellissima Stella Spadini! » Ed ecco un’altra ondata di applausi. Le mie gote diventarono più rosse di un pomodoro.
 
Danny cantò benissimo, nemmeno una stonatura, e se lo guardavo con altri occhi, non quelli dell’amicizia, mi…piaceva davvero tanto. Lì, sul palco, col microfono in mano, si muoveva come un vero cantante, coinvolgendo il pubblico. I suoi occhi verdi brillavano alla luce e pregai con tutta me stessa che quel momento non finisse mai. Non provavo quella sensazione da una vita, forse non l’avevo nemmeno mai conosciuta, ma di una cosa ero certa, che fosse…amore.

  
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