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Autore: WtFerdie    19/08/2012    2 recensioni
La storia, ambientata a Berkeley agli inizi degli anni '90, parla di Janet Sullivan, una ragazza di 17 anni, e i suoi tre migliori amici: Billie, Samantha e Michael.
Genere: Commedia | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Le vacanze natalizie passarono velocemente. Mike andò a trovare sua madre a New York, Sam andò con i suoi genitori in Arizona, mio fratello passava intere giornate, o addirittura giorni dalla sua ragazza quindi passai le giornate in compagnia di Billie.
 
A vacanze concluse decidemmo di iscriverci ad un concorso che avrebbe avuto inizio a metà maggio. Potevano partecipare tutte le band della California composte da ragazzi tra i quindici e i vent’anni. Nella nostra scuola c’erano tre band: la nostra, una di ragazzi dell’ultimo anno e gli Sweet Children del penultimo anno, i quali successivamente cambiarono il loro nome in Green Day. Quest’ultima era l’unica band a non poter partecipare, perché avevano già pubblicato un album, erano abbastanza conosciuti in California e in più avrebbero pubblicato il secondo in pochi mesi. Però mi sarebbe piaciuto scontrarmi con loro!

“Bhè, che facciamo?” Billie era seduto sulle scalinate dell’entrata di scuole e guardava il cielo.
“Andiamo a casa mia? Oggi Ricky rimane dalla sua ragazza, possiamo provare senza che ci disturbi.” Mike iniziò a ridere. Si piegò in due dal dolore allo stomaco provocato dalle risate.
“Eh dai, l’ultima volta ha solo rotto le bacchette mentre cercava di suonare la batteria. Poi te le ha ricomprate.” Scoppiai a ridere anche io e ci incamminammo verso la fermata del pullman dove ci raggiunse anche Samantha.
 
Dopo circa venti minuti arrivammo davanti casa mia. Iniziò a piovere quindi entrammo direttamente.
“Jeeen!”
“Ma, che ci fai a casa a quest’ora?”
“L’appuntamento è saltato, non dirmi che non sei contenta che il tuo fratellone passi un po’ di tempo con te” Mi scompigliò i capelli. “Ti dispiace se assisto alle vostre prove? Prometto che non suonerò.”
Guardai Billie, mi fece un cenno di approvazione.
“Ok, ma sta buono.” Sorrise come un bambino a cui viene concesso un pacchetto di caramelle.
 
Il giorno seguente Mike mi svegliò presto e ci dirigemmo tranquillamente verso la fermata.
“Mike”
“Dimmi.”
“Non ti manca tua madre?”
“No. Da quando mio padre se ne andò pensa solo a sé stessa.”
“Mi, mi dispiace.” Guardai la strada “Sta arrivando il pullman.”
Salimmo e ci sedemmo vicino a Sam.
 
Arrivammo a scuola alle otto meno un quarto, Billie non era ancora arrivato. Mentre Sam e Mike chiacchieravano osservai la via che affiancava la scuola finché non arrivò.
“Ciao. Allora vai tu?”
“Io?! Andare dove?”
“Dalla preside, tonta!”
“Hey non sono tonta... solo distratta. Comunque, sì. Alle dieci, così salto inglese.”
 
Al suono della campanella delle dieci apparve il prof, puntuale con sempre. Tirai fuori tallo zaino una vecchia convocazione da parte della preside ne modificai data e ora, la consegnai al prof e uscii dalla classe.
 
La bidella mi mandò ad aspettare in segreteria. La porta era socchiusa, la aprii. Vidi un ragazzo seduto; aveva i capelli nascosti da un cappellino con la visiera all’indietro e al collo portava una catenella con un plettro. “Ma è veramente lui o...” Aprii meglio la porta per poter entrare, ma non mi accorsi del portaombrelli posizionato male e ci inciampai. Il ragazzo mi prese prima che potessi cadere e mi aiutò a rimettermi in piedi.
“Fottuto portaombrelli!”
“Tutto bene?”
“Sì, credo…ma tu sei Armstrong?”
“Sì, tu sei la sorella di Ricky, immagino.” Ricky era in classe con Armstrong e Pritchard.
“Già. Che ci fai qui?”
“Io e gli altri pensavamo di suonare uno di questi pomeriggi, magari con una delle band che partecipano al concorso.”
“Capito. Che ne dite se suonate con la mia?”
“Si potrebbe fare. Come hai detto che si chiama?”
“Ehm…diciamo che sul nome ci stiamo ancora lavorando.” Sorrise.
 
Una donnina sui cinquant’anni entrò nella stanza e ci accompagnò nell’ufficio di Marianne, la quale ci diede il permesso di suonare nel cortile della scuola.
 
Alla una meno un quarto del pomeriggio io, Mike, Billie e Sam ci spostammo dalla mensa alla nostra aula. Cercai il libro ma non lo trovai, probabilmente era a casa. Quando alzai lo sguardo dallo zaino mi trovai di fronte Melissa. Aveva in mano il mio libro.
“Perché hai tu il mio libro?” Lo sbatté sul banco.
“Era sulla mia sedia.”
“Ah, grazie.” Si allontanò.
Lo aprii e ci trovai un bigliettino.
“Mel,” Erano tanto che non la chiamavo così. “aspetta. È tuo questo biglietto?”
“Certo che no! Non vedi com’è scritto male? L’avrai scritto te e te ne sarai dimenticata.” Si allontanò.
Riuscii a capire solo qualche parola, ma senza riuscire a collegarle.
 
Alle tredici uscimmo da scuola e andammo a casa di Billie Joe per decidere le canzoni da suonare: noi avremo suonato alcune canzoni di 1,039/smoothed Out Slappy Hours e loro alcune del nuovo album.
 
 
Scusate il ritardo!! Era già pronta da più di due settimane ma non sono riuscita a connettermi durante quel periodo. Spero vi piaccia.
  
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