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Autore: LadyVampire92    19/08/2012    3 recensioni
Cosa stava per dire? La sua mente doveva avere qualcosa di sbagliato perché non poteva essere stato sul punto di dire proprio quello. “Io ti amo”. Ma non era possibile vero? Lui, Draco Malfoy, non poteva davvero essere innamorato… o si? E proprio di quella ragazza poi. Era inconcepibile.
Genere: Generale, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Draco Malfoy, Nuovo personaggio, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nessun contesto
Capitoli:
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15. UNA NOTTE GELIDA



Harry, Ron e Hermione avevano raccontato a Ginny quello che era successo e insieme avevano cercato di trovare un modo per aiutare Rose. La ragazza non si era vista per tutto il giorno, mentre le voci su di lei si diffondevano come la piaga delle cavallette in tutto il castello, alimentate da certi malevoli serpeverde.
Non trovando nulla di efficace, decisero di ricorrere al loro asso nella manica: i gemelli.
Gli spedirono una lettera con Leo. La risposta arrivò incredibilmente in fretta, perché i gemelli erano a Hogsmeade a trattare degli affari, e diceva che i ragazzi li avrebbero raggiunti la sera stessa.
Quando furono arrivati e messi al corrente di tutta la situazione, Fred e George decisero di rimanere per la notte e di parlare con Rose l’indomani.


Hermione si diresse in camera, contenta che Fred e George fossero arrivati a dar loro man forte. Rose non aveva più parlato con nessuno di loro dal giorno del litigio, se così si poteva chiamare, e a Hermione dispiaceva molto. Prima non aveva mai fatto caso a quanto Rose fosse importante nella sua vita, ma ora che non si parlavano sentiva la mancanza delle serate passate a fare i compiti insieme, scambiandosi qualche chiacchiera, di come Rose sapeva ascoltarla e consigliarla, della sua presenza silenziosa ma costante. Allontanandosi aveva lasciato un vuoto che la disorientava e la faceva sentire incompleta.
Quando entrò nella stanza vide Calì e Lavanda che bisbigliavano in un angolo. Non si curò di loro fino a che non le si avvicinarono.
<< Dobbiamo dirti una cosa >> esordì Lavanda. Hermione la guardò accigliata, così continuò << non vogliamo che quella ragazza dorma nella nostra stessa stanza, potrebbe farci del male mentre dormiamo o rubare la nostra bellezza >> disse con uno squittio d’orrore.
<< Sperate piuttosto che non decida di prendervi quel poco di cervello che avete, anche se credo che non ne sentireste la mancanza >> sibilò Hermione, guardandole con disgusto. Che assurdità. Le ignorò e si mise a dormire. Si svegliò verso mezzanotte, con una sete terribile. Si alzò per prendere un po’ d’acqua dalla brocca. Una volta dissetata si voltò per tornare a letto, quando un raggio di luce lunare attraversò la finestra illuminando la stanza e Hermione si accorse che il letto di Rose era vuoto e perfettamente intatto.
Scese in sala comune per controllare che stesse bene. Si diresse verso il divano che la ragazza occupava nelle sue notti insonni o quando leggeva fino a tardi; guardò anche in bagno, ma di lei non c’era traccia.
Molto strano.
Tornò nel dormitorio femminile, dirigendosi però nella stanza delle ragazze del sesto anno. << Ginny >> chiamò piano per non svegliare le altre, avvicinandosi al letto dell’amica. La ragazza mugugnò.
<< Hermione? >> chiese.
<< Rose non è tornata a letto e non è neanche in sala comune, né in bagno. Non so dove sia, lei non esce mai dopo il coprifuoco >>
<< Svegliamo i ragazzi e andiamo a cercarla >> disse Ginny, alzandosi dal letto.


Era a un funerale. La navata della chiesa era addobbata con rose bianche e anche la bara portata da Potter, Weasley, dai gemelli, e altre due persone sconosciute tutte vestite di nero, era bianca. Due bambini in lacrime, belli come angeli, seguivano il feretro e sembrava che solo lui potesse vederli; gli si avvicinarono e lo presero per mano, conducendolo con loro. Arrivati al cimitero, mentre la bara veniva calata nella tomba, il coperchio scomparve e lui si sporse per vedere cosa c’era all’interno.
Gridò.
Mayrose Carter era un pallido corpo privo di vita, bella come non mai, con indosso il suo abito blu.
Draco Malfoy si svegliò di soprassalto, la fronte madida di sudore freddo. “Che razza di incubo” pensò.
Si rannicchiò sotto le coperte, cercando di regolarizzare il respiro per calmare i battiti del suo cuore impazzito. Appena si fu calmato provò a riprendere sonno, ma non ebbe successo, perché l’immagine di Rose, pallida e immobile lo tormentava. Non sapeva ancora cosa provava nei suoi confronti: era indeciso tra rabbia, amore e senso di tradimento, ma in qualunque caso non avrebbe voluto mai vederla morta. Decise allora che avrebbe fatto quattro passi, nella speranza di scacciare gli spauracchi del sonno e poter poi riprendere a dormire. Si buttò una felpa sulle spalle, sopra la maglietta nera, si infilò le scarpe e uscì dalla sua camera.
<< Dove vai di bello? >> gli chiese Blaise, spuntando dal divano vicino al fuoco, nella sala comune.
<< A fare un giro per schiarirmi le idee. Perché dormi sul divano? >> chiese.
<< Goyle >> disse, e Draco capì. Goyle russava più di un Troll con la sinusite.
<< Vengo con te >> aggiunse l’amico << se non ti distraggo con le mie brillanti chiacchiere ti metterai a rimuginare >> si alzò e lo raggiunse, ed entrambi uscirono dal buco del ritratto.
<< Forza, cos’è che ti tormenta? Dillo al vecchio Blaise >> disse Zabini, non sopportando il muso lungo di Draco.
<< È solo che… non so cosa pensare. Mi sono sempre chiesto cosa nascondesse dietro ai suoi silenzi, ma ora che lo so… insomma… vorrei non averlo saputo in questo modo. È una storia da far venire i brividi >> ammise Draco << Inoltre mi ha nascosto il suo vero aspetto, ha recitato capisci? Questo non mi va giù >>
<< Draco, non credo che l’abbia fatto per ingannarti, ma solo per proteggere sé stessa. Ti sembra così sbagliato? >>
<< In effetti no… ma vorrei che me ne avesse parlato >>
<< Mettiti nei suoi panni. Si è convinta che tutte le persone che le vogliono bene siano destinate a una fine orribile, crede di essere la causa di tutto. Cosa avresti fatto al suo posto? >>
<< Non lo so… comunque non è colpa sua, è assurdo anche pensarlo. Non ha scelto lei di nascere né di provocare la morte di sua madre, e nemmeno di assomigliarle. Sono cose che non si possono controllare, succedono e basta >>
<< Certo, tu che la vedi da fuori la pensi così, ma pensa a come si sente lei. Io sono convinto che creda profondamente a tutte le cose che ha detto Pansy, dalla prima all’ultima. Ha detto proprio quello che le avrebbe fatto più male, in questo ha un macabro talento naturale >> commentò sarcastico Blaise << ma arriviamo al punto Draco. Tu cosa provi per lei? >>
<< Io… >> ma non fece in tempo a rispondere, perché girando l’angolo, qualcuno gli andò a sbattere contro.
Non appena Fred Weasley (o George) lo riconobbe, lo prese per la felpa e lo sbatté contro il muro.
<< Dov’è lei? So che tu centri qualcosa, avanti parla! >> gridò.
<< Di cosa stai parlando? >> chiese Draco con voce affannata per l’urto contro il muro.
<< Lo sai benissimo >> fu la risposta.
<< Fred! >> una voce trafelata li raggiunse da un corridoio, dal quale apparve Hermione con il resto della banda. << Lascialo, non credo che sia coinvolto >> aggiunse. Con riluttanza Fred lasciò la presa.
<< Cosa diavolo succede? >> chiese Draco, sistemandosi la felpa.
<< Rose è scomparsa >> spiegò Hermione.
<< Cosa? Perché? Siete sicuri? >> chiese Draco, preoccupato.
<< Si, l’abbiamo cercata dovunque, ma di lei nessuna traccia. Hai qualche idea di dove possa essere? >> domandò Harry.
<< Non so.. la guferia, la biblioteca, le cucine… sono i posti che le piacciono di più >> disse.
<< Ci abbiamo già guardato >> ringhiò Fred.
<< Cosa pensate che le sia successo? >> chiese Blaise.
<< Temiamo che voglia prendere in parola le sciocchezze che ha detto oggi la Parkinson >> disse Harry, tetro. Capendo, Draco rabbrividì mentre il suo sogno riaffiorava vivido tra i suoi ricordi.
<< Ti viene in mente qualche vostra conversazione che ti possa suggerire un’ idea? >> chiese Blaise al suo migliore amico.
<< Non sa… >> si interruppe, sbarrando gli occhi dall’orrore, ricordando ad un tratto una frase, pronunciata con ironia “anche se devo ammettere che l’arsenico non sarebbe proprio il mezzo che sceglierei per un suicidio”.
<< Il lago >> disse soltanto, prima di cominciare a correre, sperando con tutto il cuore di sbagliarsi.
Arrivarono in un attimo, ma la corsa sembrò durare in eterno, come in quegli incubi in cui devi raggiungere qualcuno in fretta, ma quel qualcuno sembra allontanarsi sempre di più e tu ti fermi perché le gambe diventano deboli e non riesci più a correre. Fuori era completamente buio. Attraversarono il prato a gambe levate, mentre il loro respiro si condensava in nuvolette bianche. Faceva davvero freddo. Accesero le bacchette ma non videro nulla. Il lago era piatto.
Ad un tratto Hermione gridò e il cuore di Draco perse un battito, per poi accelerare vedendo quello che aveva spaventato la ragazza. Sdraiata esanime sulla ghiaia, accarezzata lievemente da ogni onda, c’era Rose. Draco le si avvicinò di corsa: era bagnata fradicia ma respirava ancora, segno che non aveva bevuto. Un rumore proveniente dall’acqua lo distrasse, e vedendo un tentacolo che scompariva tra i flutti capì che doveva essere stata la piovra gigante a riportarla a riva.
Una ciocca dei lunghi capelli bagnati le si era appiccicata al viso. Draco le sfiorò la guancia per scostarla e con estremo orrore si accorse che la ragazza era completamente ghiacciata. La prese tra le braccia e la sollevò di slancio, ignorando la spiacevole sensazione di gelo che emanava dal suo corpo, stringendola a sé nella speranza di darle un po’ di calore.
<< Respira ancora, ma è quasi congelata, dobbiamo portarla in infermeria >> disse mentre già si stava avviando di corsa, senza badare ai muscoli che protestavano per lo sforzo di reggerla.
Svegliarono Madama Chips mentre Draco la posava su uno dei letti dell’infermeria.
L’infermiera accorse, asciugandola con un incantesimo e il serpeverde la sollevò mentre scostava le coperte per avvolgercela.
<< Si riprenderà? >> chiese George, la voce gli tremava dalla preoccupazione.
Madama Chips sparì nel suo studio e ricomparve con una pozione, che le fece assumere a piccoli sorsi.
<< Ora possiamo solo aspettare che si svegli. Comunque qualcuno dovrebbe svegliare la professoressa McGrannitt >> disse.
<< E il professor Piton >> aggiunse Draco.
Ci andarono Harry e Ginny.
Si sedettero tutti intorno al letto, in attesa.
Poco dopo i professori arrivarono, insieme ai ragazzi. Erano entrambi agitati.
<< Come sta? >> chiese la McGrannitt all’infermiera che le spiegò la situazione. << Minerva, ci penso io ad avvertire i parenti, so che è una grifondoro, ma infondo è una mia responsabilità, quindi… >> disse.
<< Si, certo, ma avvertimi se ci sono novità. E spero che tu abbia pensato ad una punizione adeguata per quell’arpia che ha causato tutto questo >> disse prima di andarsene.
Un attimo dopo, Horus entrò in infermeria e planò sulla testiera del letto della sua padrona, e subito un ragazzo enorme, completamente avvolto in un mantello nero varcò la porta. Draco lo riconobbe subito. Era l’uomo che aveva spaventato Rose a Hogsmeade.
Il ragazzo si precipitò verso il letto di Rose. Fred e George gli fecero spazio.
Si tolse il mantello, mostrando finalmente il suo viso. Aveva i capelli neri un po’ scompigliati, abbastanza lunghi da cadergli sugli occhi, neri anch’essi, ma profondi e magnetici. Aveva il naso dritto e le sopracciglia ben delineate. Era alto almeno un metro e novanta e portava degli abiti neri che risaltavano il fisico massiccio ma snello. Sul polso destro portava un polsino di cuoio nero e sulla stessa mano un anello gotico d’argento con un pentacolo su sfondo nero, e sulla sinistra uno rappresentante la testa di un drago.
Nell’insieme era decisamente attraente, il tipico uomo del mistero, tenebroso e affascinate.
Rimase immobile a guardare Rose per un attimo prima di accarezzarle i capelli con la mano e posarle un delicato bacio sulla fronte pallida.
<< Perdonami >> sussurrò.
<< Come hai fatto ad arrivare prima ancora che ti chiamassi? >> chiese Piton.
<< Horus mi tiene informato >> sorrise tristemente << appena l’ho visto ho capito che era successo qualcosa e sono venuto qui >> disse.
<< Ora raccontatemi cos’è successo >> chiese, senza distogliere lo sguardo da Rose.
<< Ti dispiacerebbe dirci prima chi sei? >> chiese Draco.
<< Sono Brian Carter, suo fratello >> rispose.





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Quindicesimo capitolo! Un tentato suicidio che porterà finalmente a sbrogliare la matassa.
Non perdetevi il prossimo capitolo perché sarà denso di rivelazioni!
Grazie a tutti quelli che leggono questa storia!

Alla prossima!!

LadyVampire92
  
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