Anime & Manga > Detective Conan
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Autore: phantomwise    19/08/2012    5 recensioni
Ambientata dopo due anni dall'inizio degli eventi, questa fanfiction sul mio manga preferito, Detective Conan, inizia con Vermouth che contatta il nostro mini-detective preferito per aiutarla a sconfiggere l'Organizzazione.
Da questo nascerà una squadra, in cui tutti dovranno mettere da parte i propri sentimenti per raggiungere l'obiettivo finale.
Avvertimento: chi non ama le storie lunghe e romantiche, si tenga alla larga!
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Estratto al quarto capitolo: "All I ever wanted"
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Alzò il viso e lo fissò, i suoi occhi azzurri fissati in quelli blu di lui.
In uno sguardo si capirono al volo: non servivano parole per dimostrare ciò che sentivano.
Lui si avvicinò a lei, lei sporse il viso in avanti e chiusero gli occhi, assaporando il loro primo bacio.
In quel momento esistevano solo loro due.
Ran mise una mano sulla nuca di Shinichi, accarezzandogli i capelli, mentre lui posò le mani sui fianchi della ragazza, attirandola a sé dolcemente e lasciando che i loro corpi si toccassero.
Genere: Generale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Un po' tutti | Coppie: Heiji Hattori/Kazuha Toyama, Ran Mori/Shinichi Kudo
Note: nessuna | Avvertimenti: Spoiler!
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From Hell with love

 






 
-Non se ne parla neanche! Non voglio essere complice della tua follia! Andare a quell’appuntamento è un suicidio. Quella donna è malata!-
-Io credo di no, Ai. Qui spiega che ha dei motivi personali per aiutarci…- rispose lui rileggendo il biglietto che aveva ricevuto poco prima.

Dear Silver Bullet,
Ho bisogno del tuo aiuto. Non pretenderò che tu accetti, ma sono sicura che lo farai. Dopotutto, anche tu hai bisogno del mio aiuto.
Noi abbiamo lo stesso nemico: l’organizzazione. Potrai pensare che sia una trappola, visto che io stessa ne faccio parte, ma non è così. Io ho dei motivi personali per desiderare la distruzione dell’organizzazione.
Voglio vendetta. Per chi o per cosa, non lo scriverò. Forse te lo rivelerò, un giorno, ma non ora. Anche se ono sicura che lo scopriresti comunque. Sei un detective, no?
Io potrò darti informazioni e tu potrai aiutarmi. Sei l’unico che può farlo.
Vuoi una garanzia?
So che Kir è un’infiltrata, ma non l’ho rivelato al capo e lei è ancora viva.
So tante altre cose, ma dovrai accettare di aiutarmi se vuoi che te le riveli.
Are you ready?
Ti aspetterò domani alle dieci nel posto dove è iniziato tutto.
Hai capito, no?
Puoi portare anche Sherry, se vuoi. I gave up on her for you, remember?
Sarò sola. Puoi fidarti. Come io mi fido di te.
See you tomorrow!
                                                                                                                             Vermouth


-Fidati, è sicuramente una trappola. Non andare, ti prego. Non fidarti.- disse Ai.
-No, Ai. Io andrò. Se vuoi seguirmi, bene. Altrimenti andrò da solo. Cosa vuoi fare?- domandò Conan serio.
-…Hai promesso che non mi abbandonerai, no? Allora chi sono io per farlo? Uno Sherlock in versione tascabile ha bisogno sempre del suo Watson.- rispose lei sorridendo.
***

-Eccoci qui, Vermouth.- dissero i due ragazzini dopo essere arrivati al luogo dell’appuntamento.
-Oh! Ero sicura che sareste venuti tutti e due. Come ero sicura che avresti capito subito a che luogo mi riferivo, Silver Bullet.- ribatté la donna, che aveva cambiato travestimento.
-Era semplice… Tropical Land… Dove sono iniziati tutti i miei guai…- disse Conan abbassando il capo.
-Comunque, Vermouth… Perché lo chiami Silver Bullet?- intervenne Ai.
-Perché credo che lui sia quello che riuscirà a sgominare l’organizzazione. Ha raccolto una quantità impressionante di informazioni su di noi per essere un ragazzino.- si complimentò la donna, lasciando lievemente sorpresa la bambina.
-Andiamo al dunque. Perché ci hai chiamati?- chiese Conan.
-Come ti ho scritto, ho delle informazioni per voi.- rispose lei.
-Cosa vuoi in cambio?- domandò Ai.
-Ve l’ho detto: il vostro aiuto. Siete in contatto con FBI e CIA, potreste aiutarmi.- ripeté la bionda.
-E allora perché non ci hai contattati prima?- chiese sospettoso il piccolo detective.
-Perché qualche giorno fa… era “l’anniversario” dell’avvenimento che mi ha distrutto la vita.- rispose la donna malinconica.
-Sono passati quindici anni da quando l’organizzazione mi ha uccisa.- continuò, rialzando lo sguardò e osservando gli altri due.
I due bambini tacquero, non sapendo cosa dire. Si scambiarono uno sguardo e capirono cosa fare.
-D’accordo, Vermouth, accettiamo. Contatteremo FBI e CIA solo quando avremo messo a punto un piano efficace per debellare l’organizzazione. Stiamo riponendo la nostra fiducia in te e tu la stai riponendo in noi. Non ci deludere e non ti deluderemo.- disse Conan serio.
-It’s ok. Siamo una squadra, right?- rispose sorridente la donna.
-Si, siamo una squadra.- ribatté il ragazzo sorridente.

Mentre i due bambini tornavano a casa del dottor Agasa, il silenzio regnava fra di loro, interrotto solo dal rumore dei loro passi.
-Dovremmo avvisar l’agente Jodie…- rifletté ad alta voce Ai.
-No, io credo che invece sarebbe una mossa azzardata avvertirla subito. Dopotutto, lei disprezza Vermouth, che l’ha privata della famiglia. Tra l’altro potrebbe essere tutto un buco nell’acqua.- rispose Conan.
-O un trappola.- lo interruppe la scienziata.
-Non ti fidi di me? Io non credo che sia una trappola. Dopotutto, Vermouth ha provato più volte di essere in qualche modo dalla nostra parte. Non ci ha uccisi e non ha neanche ucciso Kir, nonostante abbia avuto molte opportunità. Del resto sta rischiando molto esponendosi in questo modo…- constatò il bambino.
Vermouth aveva fissato il prossimo incontro per una settimana seguente, in una casetta abbandonata nei pressi del porto.
-Mi fido di te. Anche a me piacerebbe credere alle parole di Vermouth, ma conosco troppo bene i doppiogiochisti dell’organizzazione per fidarmi ciecamente di lei. La mia fiducia se la dovrà guadagnare. Del resto, questa volta rischiamo davvero grosso. Se fosse una trappola, non avremmo via di scampo.- fece notare lei.
-Avvertiremo solo il professore, al quale chiederò il dispositivo che ho usato per l’Halloween Party, quello che controlla le funzioni vitali. Ci procureremo dei giubbotti antiproiettile e dei narcotici, e potrebbero servirci anche delle ricetrasmittenti per trovarci nel caso ci rapissero. Prenderemo tutte le precauzioni necessarie, non temere. Non ti metterei mai in pericolo, lo sai.- ribatté lui prendendola saldamente per le spalle e fissandola con i suoi occhi blu oceano.
-Lo so.- rispose lei distogliendo lo sguardo e arrossendo leggermente.

-Questa, ormai, è la mia unica certezza.-
  
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