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Autore: Chiamatemi Nessuno    19/08/2012    1 recensioni
Il primo giorno di neve porta freddo e candore, ma a volte anche avvenimenti più rigidi della temperatura, avvenimenti che distruggono equilibri.
Finirà mai l'inverno nel cuore di Dave?
Genere: Drammatico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato
Note: Lemon | Avvertimenti: Violenza
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Verso il pomeriggio, il paesaggio ormai imbiancato non fu che un semplice sfondo di una triste giornata invernale.
Il ticchettio del grande orologio del salone non scandiva più il tempo, bensì lo scorrere dei pensieri di Dave.
La sensazione di solitudine stava imperversando in lui, un brivido attraverso la sua schiena come un fulmine, causando un leggero treomolio del suo esile corpo.
« E c-c-così... » tentò di leggere suo fratello. Dave spostò lo sguardo al grande tavolo dello studio, accanto agli scaffali pieni di libri.
« Dio, non è così complicato! » sbottò Al, mentre George si sporgeva sempre più verso il libro, quasi a volerne sfiorare le pagine con la punta del naso.
George avrebbe compiuto sei anni a febbraio, per poi iniziare la scuola primaria i primi del Settembre che sarebbe venuto, ed Al era intenzionato a mandarlo a scuola istruito abbastanza da farlo sembrare un genio. Era più che comprensibile, da un uomo come lui. Sposato con una bella moglie, proprietario di una bellissima villa, carriera brillante e mentalità inviadibile, Al in primis era un uomo invidiabile.
La sapeva lunga, l'aveva sempre saputa lunga su tutto, aveva una conoscenza fuori dal normale ed una cultura inquantificabile, pretendeva che George, il primo genito, seguisse le sue orme. Per questo aveva deciso di istruirlo lui, per lo meno insegnargli le basi.
« E c-così la rag...ragazza tornò nella s-sua ab...ab...abi... »
« ABITAZIONE! DIAMINE GEORGE! »
Dave vide George sussultare. Questi erano i pochi momenti in cui era contento di non essere il preferito. Non avrebbe mai sopportato così tante pressioni, l'attaccamento morboso del padre e le giornate passate con lui senza un attimo per sé. Ma d'altro canto ciò che veniva dato in abbondanza a George veniva tolto a Dave ed a sua madre.
Nonostante la tenerà età, Dave ci aveva pensato spesso, era come se non avesse un padre. Oltre al denaro, per lui il padre non spendeva altro, non ricordava neppure quando fosse stata l'ultima volta in cui egli si fosse rivolto a lui per una qualsiasi cosa, se mai ce ne fosse stata una.
L'attenzione di Dave si spostò repentina al fratello, o meglio ai singhiozzi di George, che aveva ormai iniziato a dar sfogo alla frustrazione con un pianto. A mettere fine a quel tragico quadro fu la voce della madre, che con un lamento esordì: « Al, basta, lascialo riposare ».
Al sbuffò, per poi alzarsi e togliere il libro da sotto il naso gocciolante di George. Lo ripose sul ripiano della libreria apposita ai libri dei bambini, e lanciò un ultimo sguardo a George, che finalmente dava segni di ripresa dal pianto di poco prima.
« Forse se ci lasciaste un po' soli quando tento di farlo esercitare... »
« Piantala Al, io e Dave non diamo nessun fastidio. Sai benissimo poi che non... »
« Basta così. È stato un caso isolato »
« Al... »
Quel lamento fece trasalire Dave. Cosa fosse successo lo sapevano tutti in quella stanza, si considerava una cosa superata, ma negli occhi della madre leggeva terrore, terrore allo stato puro.
« Ora basta. Fuori. » disse Al pacatamente, ma in tono autoritario.
Diane si alzò, prgando Dave con gli occhi di seguirla. Si alzò anche lui, e si incamminò verso la porta. Passò accanto al tavolo sfiorando la sedia su cui sedeva George, al quale aveva già ripreso a tremare il labbro inferiore, di lì a poco le sue guance sarebbero state invase dalle lacrime. Uscì dalla stanza seguito dalla madre, che senza rivolger lui ulteriori sguardi si recò al piano di sopra. Dave sapeva benissimo cosa sarebbe successo dopo l'esercitazione giornaliera si George: suo padre avrebbe raggiunto sua madre, avrebbero discusso per poi dedicarsi ad un arte a lui ancora sconosciuta.
Desiderava con tutto se stesso ritornare nello studio, per lo meno lì aveva di che occuparsi, tra l'osservare la strada ed i suoi album da colorare. A malincuore, si diresse verso il salone principale, accompagnato dal ticchettare del grande orologio, che sembrava scandire ogni suo passo, ogni suo pensiero, ogni suo respiro.
Attraversò la grande porta uscendo definitivamente dal corridoio, ed andò a posizionarsi su una delle poltrone poste accanto al camino. La ruotò tanto da direzionarla verso la parete dove si trovava l'orologio, si accomodò ed iniziò ad osservare. Sentì per un attimo un singhiozzare, probabilmente di George, e ripensò a ciò che sua madre con una lacrima disse lui quel giorno: « sai Dave, tutti i genitori amano i proprio figli, ma ogni tanto li amano un po' troppo ».
  
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