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Questo aggiornamento anticipato è dovuto al fatto che lunedì mi sarebbe stato
impossibile aggiornare, quindi è solo una tantum. Da giovedì sera gli
aggiornamenti riprenderanno come al solito. Buona lettura!
Capitolo IV : Ventitre giri.
Contattare Kreacher era
stato difficile .
Era sempre una lotta
riuscire a farsi ascoltare da quell’elfo, senza contare che ogni volta che gli
si dava un ordine, era necessario prestare la massima attenzione alle parole
usate.
Con lui non si poteva mai
sapere ; se gli avesse domandato di portargli qualcosa da bere, Harry era
sicuro che si sarebbe anche potuto ritrovare a sorseggiare ottimo the corretto
all’arsenico.
In ogni caso,
l’importante era essere riusciti a farsi consegnare il giratempo.
"Bene, allora
possiamo andare" annunciò.
“Sei pronto?”.
Malfoy annuì.
"Quanti giri?"
domandò, osservando l’oggetto con curiosità.
"Dunque…ora sono le
venti e quaranta. L’invito dice che il party iniziava alle dieci in punto,
perciò penso che ci convenga tornare alle ventuno e quaranta, così saremo più
precisi” considerò Potter. “Perciò, se per ogni ora corrisponde un giro…".
“Sono ventitre giri”
rispose al suo posto Malfoy.
“Sei svelto” commentò
Harry, stupito.
Draco commentò con
un’alzata di spalle.
“Allora, andiamo?” lo
incalzò.
Harry assentì, facendo
scattare il meccanismo.
L'istante dopo,
l'orologio segnava le ventuno e quaranta del giorno precedente.
"Perfetto. Abbiamo
venti minuti per individuarci" dichiarò Harry, entusiasta di essere
riuscito a far funzionare quell’affare anche senza l’aiuto di Hermione.
“Sì” bofonchiò Malfoy.
"Certo che…tutto
questo è un po’ strano" aggiunse, guardandosi intorno.
"Cosa è strano?".
"Andare a cercare...beh,
noi stessi" spiegò.
Harry si sciolse in una
risata.
"E te ne accorgi
solo ora?".
Draco fece una smorfia.
"Un conto è
parlarne, un conto è ritrovarsi davvero nel passato!".
"Beh, in effetti è
una sensazione a cui anche io faccio fatica ad abituarmi" fu d’accoro
Harry.
"Perché, hai già
usato questo aggeggio?".
"Sì,con
Hermione."
Draco corrugò la fronte,
stranito.
E cosa diavolo ci
avete fatto?" chiese.
"L'abbiamo usato per
salv-" .
Harry si bloccò di colpo.
Davvero stava per dire :
l'abbiamo usato per salvare Fierobecco dalla morte a cui, per colpa tua, il
caro Lucius Malfoy lo aveva condannato?
"Hermione lo ha
usato un intero semestre per seguire i corsi di Artimazia e Difesa contro le
arti Oscure” si corresse in tempo.
“Davvero tu non lo hai
mai provato?" aggiunse subito dopo, intenzionato a sviare il discorso.
"No. Il Ministero
era molto rigido riguardo al loro uso e ci volevano un mucchio di permessi per
poterlo usare. E’ già un miracolo il fatto che io sappia della loro
esistenza" rispose Malfoy.
"In effetti, se non
fosse stato per Hermione, a quest’ora avrei già regalato quest’affare a
qualcuno come fosse una collana" cercò di sdrammatizzare Harry.
"Vabbè” tagliò corto
Draco.
“Adesso abbiamo meno di
venti minuti per trovare il locale, meglio muoversi".
"Ma non possiamo
smaterializzarci lì direttamente? Tanto il nome del posto lo sappiamo"
replicò Potter.
"Ottima idea, così
magari finiamo direttamente sul palco a dare spettacolo!" ribatté Draco,
caustico. "Temo che la tua idea di passare inosservati sia un po'
distorta. D'altronde si sapeva che eri un egocentrico…"
"Com-".
"Scusa, se siamo in
incognito, tu vuoi smaterializzarti davvero lì?! Senza sapere in che punto
preciso finiremo, chi c'è nei paraggi, niente!".
"Ok,ok. Era un'idea
stupida.” lo interruppe Harry, indispettito. “Ora piantala e andiamo".
Draco fece una smorfia
contrariata, ma non replicò.
Non appena Potter gli
diede le spalle, si premurò comunque di fargli una magistrale linguaccia e, più
soddisfatto, lo seguì tra le luci della città.
***
Arrivati a destinazione,
il locale era già pieno di gente ubriaca e schiamazzante.
A differenza di quel che
si aspettavano, fu abbastanza semplice individuare le loro controparti, il
problema però, era che ognuna di esse stava nella direzione opposta all’altra e
Potter e Malfoy continuavano a dividersi e a richiamarsi facendo un gran
casino.
In quella situazione,
frasi come : Potter, c’è Potter vicino al bagno, oppure : Malfoy, sto andando
al bagno (ma poi in realtà non era lui ad andarci, ma il se stesso del passato)
erano all’ordine del giorno.
Inutile dire che, persi
in questo gioco, la loro sanità mentale stava correndo un gravissimo rischio.
“Potter, a me sta venendo
un gran mal di testa!” si lamentò infatti Draco. “Io, tu, noi…sto facendo
troppa confusione!”.
“Sì, hai ragione. Anche
io non ci capisco più niente” concordò Harry, massaggiandosi le tempie.
“Senti, a questo punto
facciamo così : loro saranno Potter e Malfoy, mentre noi saremo Harry e Draco”
propose Malfoy.
Il mago soppesò le parole del compagno.
“Sarà un po’
strano...Però, immagino che possa andare” acconsentì infine.
“Deve andare” lo corresse
Draco.
“E deve andare anche alla
grande!” aggiunse, con una nota preoccupata nella voce.
Nel frattempo, il Potter
del passato aveva individuato qualcosa di anomalo.
Seduto al bancone, gli
sembrava di vedere un volto familiare che tuttavia gli appariva assolutamente
sbagliato.
Confuso, Potter strizzò
gli occhi nella direzione di Draco ; indugiò un po' sui suoi
capelli tinti, accigliandosi, poi posò il bicchiere su un tavolo
a caso, cominciando ad
avanzare verso di lui.
"Malfoy?" lo
sentirono chiamare Harry e Draco.
Draco si voltò involontariamente verso la voce, girandosi di
scatto subito dopo.
"Oddio, sta venendo
qui!” esclamò scioccato.
“Come ha fatto a
riconoscermi?!" aggiunse, cercando di acquattarsi.
"Te l'avevo detto,
no, che avrei riconosciuto a tua faccia tra mille!" lo rimbeccò Harry, imitando
il comportamento dell’amico.
"Che facciamo?"
domandò Draco, ignorandolo.
Harry osservò per un
attimo il suo stesso viso che diventava sempre più vicino.
"Andiamocene"
ordinò, cominciando a sudare freddo.
Facendo stridere la sedia
contro il pavimento, si alzò di scatto, trascinando via Draco per il polso.
"Cerchiamo di
confonderci tra la folla!" esclamò.
Intanto, Potter non
sembrava volersi arrendere.
"Malfoy?"
domandò ancora, questa volta a voce più alta.
Harry e Draco non gli
diedero retta, continuando a muoversi vero il fondo del locale.
Dopo la terza volta,
finalmente Potter si fermò.
"Che hai da
strillare il mio nome?".
La voce di Malfoy lo
sorprese di spalle.
Potter si voltò,
incrociando le iridi grigie del suo ex compagno di scuola.
Immediatamente, il suo
sguardo cadde sui suoi capelli ; morbidi e fini, erano del solito lucente
biondo chiaro.
"Mi era sembrato di
averti visto" spiegò, dandosi dello stupido.
"Però, ovviamente mi
sbagliavo".
"Non mi stupisce il
fatto che ti sia confuso, dopotutto non sei certo diventato famoso per la tua
supervista" lo schernì Malfoy, aprendosi in un ghigno furbo.
"Io potrò anche non
vederci bene, ma quel ragazzo era la tua copia spiccicata" ribatté il
moro, vagamente risentito.
"L'unica differenza
era il colore dei capelli...pensavo te li fossi tinti di nero".
"Beh, se non è
biondo non è un Malfoy. Io non mi tingerei mai i capelli".
"Mh, già. E' stato
un piacere, eh" bofonchiò Harry, facendo per andarsene.
Prontamente, Malfoy lo
bloccò, sbarrandogli la strada con il proprio corpo.
"Quanta
fretta..." mormorò sensuale. "Eppure prima mi chiamavi con così tanta
enfasi!".
"Ero solo sorpreso
per il tuo cambio di look" replicò Potter, fingendo indifferenza.
"E poi qui, a parte
il festeggiato conosco solo te." aggiunse con un sorriso.
"Anche io conosco
solo te...” rispose Malfoy. “Non che la tua presenza mi entusiasmi granché".
"Direi che questo è
reciproco" lo freddò Harry. "Però una faccia conosciuta in un mare di
squali è sempre meglio di niente, no?".
"Un mare di squali?"
.
Malfoy non riuscì a
impedirsi di sorridere.
"Trovo che sia un
paragone perfetto ; insomma, questa gente ti gira intorno senza staccarti gli
occhi di dosso, eppure non ti rivolge la parola..." spiegò Potter.
"Probabilmente
aspettano il momento opportuno per azzannarti" continuò per lui Malfoy.
"Sì, esatto"
rise Potter.
Guardandosi negli occhi,
un momento di silenzio imbarazzato cadde tra i due, mentre la nuova canzone
delle sorelle Stravagarie accarezzava i loro timpani.
Malfoy si perse ad
ascoltare la musica, senza riuscire a staccare gli occhi da quelli di Potter.
“And if you ever wonder,
I’m lonely here tonight …(1)” canticchiò, seguendo una delle strofe.
“Mi piace questa canzone” commentò, sciogliendosi
in un sorriso.
“Anche a me” concordò Potter.
“Hai una bella voce” aggiunse, non senza
sorpresa.
Malfoy sorrise ancora, esitando qualche secondo,
senza sapere come continuare.
"Non sei cambiato
per niente" sussurrò infine, lasciando scivolare lo sguardo sulla sua
figura. "E'strano rivederti dopo cinque anni".
Potter abbassò lo
sguardo, a disagio.
"E' passato molto
tempo" concordò.
"Però anche tu non
sei cambiato. Sei rimasto il solito ragazzino" scherzò.
Sulle labbra di Malfoy si
dipinse un sorriso amaro.
"Forse lo
sembro" mormorò. "Però ti assicuro che dentro sono cambiato
eccome".
Potter osservò l'ombra
che le ciglia di Malfoy disegnavano sulle sue gote color porcellana.
Era strano.
Vederlo così, dopo tutto
quel tempo...era assolutamente strano.
Eppure, in Malfoy c'era
qualcosa che inesorabilmente lo attraeva, qualcosa che aveva sempre notato in tutti
quegli anni a Hogwarts, ma che adesso, colpa forse della vicinanza e della
conversazione pacifica, lo travolgeva come non mai, impedendogli di staccare
gli occhi da lui.
"Ti offro qualcosa
da bere?".
Malfoy sembrò
sorprendersi.
"Parli
seriamente?"
Potter si sciolse in
un'alzata di spalle.
"Sì" confermò.
"Perché no?".
"Perché siamo noi!” rispose
Malfoy.
“Noi non facciamo due
chiacchiere davanti a un boccale di burrobirra, noi litighiamo e cerchiamo di
scannarci a vicenda".
Potter trattenne una
risata.
"Forse la verità è
che preferisco litigare con te piuttosto che ubriacarmi da solo facendo finta
di divertirmi".
Le gote di Malfoy si
colorarono di un tenue rosa ciliegia.
"Allora..."
iniziò, schiarendosi la gola.
"Invece di litigare
ancora, potremmo ubriacarci insieme".
Potter sorrise, sedendosi
su uno degli sgabelli davanti al bancone.
"Mi sembra un'idea magnifica"
rispose allegro.
"Due martini per
favore" aggiunse, rivolgendosi al barista.
"Lo sapevo che eri
statu tu a iniziare!" esclamò Draco che nel frattempo aveva osservato
tutta la scena, nascosto insieme ad Harry dietro a un paravento cinese.
"Cosa?!" sbottò
Harry, incredulo.
"Sei tu che mi hai
fatto ubriacare!" insistette Draco.
"Non dire scemenze,
io me ne stavo andando via, sei tu che mi hai trattenuto!" ribatté secco
Harry.
"Beh, non è che tu
abbia opposto troppa resistenza".
"Nemmeno tu, alla
mia offerta di bere!".
"Non cercare di
addossare la colpa a me!" si difese Draco
"Sei tu che stai
cercando di farlo!".
“No, io sto solo
considerando i fatti, tu invece vuoi rigirare la frittata a tuo favore!”
"Io non voglio…Va
bene. Lasciamo perdere" si arrese Harry.
“Ma sì, lasciamo perdere”
concordò Draco, mettendo il broncio.
“Tanto questa serata è
già abbastanza orrenda che non c’è bisogno di peggiorarla litigando con te”
aggiunse.
Harry sospirò,
trattenendo il nervoso.
“Hey, sai una cosa?”.
“Cosa?” domandò Draco,
senza trattenere il nervoso della sua voce.
“Da ubriaco sei molto più
simpatico”.
***
Malfoy proruppe in una
risata vagamente brilla.
“Guardatelo un po’,
sfigato Potter!” lo schernì, avvicinandosi di qualche centimetro.
“Nemmeno tre whisky ed è
già completamente ubriaco…che miseria!”.
Potter scosse la testa,
agitando il bicchiere davanti al naso di Malfoy.
“Forse hai perso il conto
della serata. Prima dei tre whisky c’erano due acquaviole, un ogden stravecchio
e almeno una bottiglia intera di vino di ortiche…”.
“E il succo di zucca!” esclamò
Draco, ridendo ancora.
“Ma il tuo succo di zucca
era corretto con la vodka” .
Potter si fermò un
secondo, buttando giù l’ultimo sorso a goccia.
“Ma sai, credo che invece
fosse vodka corretta con il succo di zucca” si corresse.
“Può darsi…Credo di aver
dimenticato le parole esatte con cui ho fatto l’ordinazione” replicò Malfoy.
“E poi sono io quello
ubriaco? E’ grave se non ricordi cos’hai detto nemmeno cinque minuti fa!”.
“Se è così, allora
immagino che me lo ricorderai tu!” ribatté Malfoy, invitandolo a parlare con un
alzata di sopraciglia scettiche.
“Certo. Hai ordinato un
drink…” Potter fece una pausa. “Vodka e succo di zucca”.
I due ragazzi si
guardarono per qualche secondo ; sotto la linea seria della bocca, Potter
nascondeva l’espressione di chi aveva appena detto una stupidaggine, Malfoy
quella di chi, la stupidaggine, l’aveva appena ascoltata.
“Ma vedi che sei sfigato?
La verità è che tu sei più ubriaco di me” lo prese in giro Malfoy, mentre
entrambi si scioglievano in una risata.
“Forse hai ragione”
mormorò sommesso Potter, passandosi una mano tra i capelli.
“Il bue che da del
cornuto all’asino!” ribadì il concetto Malfoy.
Harry sorrise ancora,
fissandosi sul viso del biondo.
“Però, stavo pensando che
potresti anche smetterla di chiamarmi sfigato, no? Non è bello!”.
“Eh, vuoi che smetta? Ma
questo soprannome è nuovo di zecca, l’ho coniato tipo…”.
Malfoy gettò un occhio
all’orologio che portava al polso.
“Boh, imprecisati minuti
fa” rise.
“Non m’interessa, ne ho
piene le palle dei tuoi soprannomi”.
Potter voltò la testa
verso il bancone.
“Vorrei una tequila per
favore”.
Il barista soppesò la
richiesta con uno sguardo indeciso.
“Signore, magari per
stanotte è meglio se non beve più…”.
“Non si preoccupi, reggo
bene l’alcool!”.
“Non lo metto in dubbio,
ma…”.
“L’ultimo drink per
chiudere la serata in bellezza, non le chiedo altro!” lo interruppe Potter. “E
poi, non sono ubriaco per niente, io e il mio amico siamo solo un po’ allegri,
tutto qui!”.
“Non si fidi, ha appena
detto che siamo amici, questo significa che non solo è ubriaco, per me è
proprio sull’orlo del coma etilico” si intromise Malfoy, fingendosi serio.
Il barista non si premurò
di nascondere un sorriso sincero.
“In questo caso, il bar
chiude definitivamente l’armadietto degli alcolici…ad entrambi” precisò,
gettando un’occhiata verso Malfoy.
“Ah, lui potete anche
lasciarlo a secco” non si scompose Potter.
“Però, a me, una Tequila
non potete proprio negarla. Insomma, non vi ho forse salvato il culo a
tutti voi?” domandò, indicando la cicatrice a forma di
saetta.
Nel vederla, il barista
sembrò sbiancare.
“O ‘vi’ o ‘tutti voi’”
mormorò Malfoy pensieroso “Non puoi usarli nella stessa frase!”.
“Che?”.
“La particella ‘vi’
sottintendeva già il ‘tutti voi’, no?” spiegò, corrucciando leggermente le
sopracciglia.
Potter sbatté un paio di
volte le palpebre, perplesso.
“Immagino che se fosse
davvero ubriaco non penserebbe a correggere la
mia grammatica, giusto?” domandò, rivolto al barista.
Malfoy trattenne una
risata, mentre il barista annuiva per nulla convinto.
“Bene, allora posso avere
la mia tequila?”.
“Certamente, signor
Potter” acconsentì il barman, avviandosi sconfitto a preparare il cocktail.
Malfoy trafisse il moro
con lo sguardo.
“Incredibile” commentò.
“Al Golden boy è concesso
proprio tutto…altro che San Potter, tu non ti fai per niente scrupoli a
esercitare la tua influenza!”.
“Avevamo detto basta con
i soprannomi…”.
“No, lo avevi detto solo
tu”.
Potter alzò gli occhi al
cielo.
“Almeno avessero un
significato positivo…non puoi inventarne uno lusinghiero per una volta?”.
“Ma hai già detto che
Sfigato non ti piace” si lamentò Malfoy.
“Ma Sfigato non è
lusinghiero!”.
“Lo è” ribatté il biondo.
“O almeno, per come lo intendo io”.
“E come lo intendi tu?” indagò
Potter, scettico.
“Beh, lo intendo nel
senso di imbranato, un po’ goffo insomma” spiegò Malfoy con serietà.
“Il fatto che tu sia un
po’ impacciato…non so, è…”
Malfoy appoggiò il mento
sul palmo della mano.
“E’ carino” concluse,
sorridendo sensualmente.
Potter esitò un attimo,
rigirandosi il bicchiere di tequila tra le dita.
“E’ davvero un
complimento?” domandò confuso. “Perché a me non sembra”.
Malfoy si perse in un
ghigno.
“Sì, è un complimento” confermò.
“Sei carino” ripeté,
fissandolo.
Harry si tuffò nei suoi
occhi grigi, cogliendone le sfumature perse dietro alla patina lucida
dell’ebbrezza.
Poi, lo sguardo indugiò
più in basso, posandosi sulle sue labbra.
Forse era tutto l’alcool
che aveva trangugiato a parlare, però, improvvisamente, sentiva un travolgente
desiderio di baciarle.
Dando sfogo al suo
istinto, si avvicinò a Malfoy leccandogli velocemente il labbro inferiore.
Colto alla sprovvista, Draco
non reagì, limitandosi ad arrossire lievemente.
“Cosa fai?” domandò,
inumidendosi le labbra. “Inizi a comportarti come un cane” lo rimbeccò,
alludendo all’inopportuno comportamento della sua lingua.
Potter sorrise,
allungando l’indice sporco di sale verso la bocca di Malfoy.
“Voglio solo dividere il
mio ultimo drink con te” sussurrò, facendo aderire il sale alla sua bocca.
Il biondo, ancora una
volta non si mosse e, a labbra dischiuse, aspettò la prossima mossa.
(1) : “E se te lo stai chiedendo, io sono qui da solo stanotte”. Ho preso questa frase da una canzone che ho nel mio Ipod, ; la canzone non c’entra niente con la storia (anche perché è triste), però mi piaceva il significato, come se Draco stesse mandando messaggi subliminali ad Harry XD.
Note dell’autrice :
Allora, forse riuscire a
seguire il senso di questo capitolo è un po’ complicato…io ho fatto del mio
meglio per far capire quando stavano parlando Harry e Draco (quelli venuti dal
futuro con il giratempo) e quando invece erano Potter e Malfoy (quelli del
passato), poi non lo so se ce l’ho fatta o se ho fallito su tutta la linea XD
In ogni caso, spero che
vi sia piaciuto!
Ringrazio tutti quelli
che hanno messo la mia storia tra le preferite, le ricordate e le seguite e,
come al solito, un ringraziamento speciale va a chi ha deciso di lasciarmi la
propria opinione.
Sapere cosa ne pensate è gratificante,
ma soprattutto è un grossissimo aiuto per continuare a migliorarsi.
Vi mando un bacione, a
giovedì! <3