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Autore: Emma Linch    19/08/2012    8 recensioni
«Ha anche lui un teschio tatuato sull’avambraccio?» chiese, lugubre.
Rose osservò soddisfatta la scacchiera, senza preoccuparsi di riflettere prima di parlare «Oh, no. Ha delle rose tatuate sull’inguine»
Genere: Comico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Albus Severus Potter, Ron Weasley, Rose Weasley, Scorpius Malfoy | Coppie: Albus Severus Potter/Scorpius Malfoy, Rose/Scorpius
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nuova generazione
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Gennaio era da poco iniziato, e Rose si stava godendo le sue ultime vacanze natalizie – sì, frequentava il settimo anno alla scuola di Magia e Stregoneria di Hogwarts – con i genitori. La madre era uscita a fare compere con un imbronciato Hugo, in quel momento in casa erano rimasti solo Ron e Rose, impegnati in una partita di scacchi magici.
«E così domani a pranzo ci sarà anche Scorpius Malfoy, Rosie?» buttò lì a caso Ron.
«Già» rispose la ragazza, cercando di tenere un’aria indifferente.
«Ho sempre pensato che Albus abbia uno strano gusto, dalle squadre di Quidditch alle amicizie» ammise il rosso grattandosi l’orecchio destro, gesto che faceva ogni volta che pensava a una mossa vincente per battere la figlia, tremendamente forte a scacchi. «è pur sempre il mio figlioccio» concluse, come per giustificarsi.
«Mmm…» per quanto si sforzasse di rimanere calma, le orecchie di Rose avevano assunto un’orribile tonalità mattone. Appena Ron distrusse il suo ultimo alfiere, spianando così la strada verso il re, sbuffò.
L’uomo continuava a guardarla di sottecchi, non era stupido come molti pensavano, e non gli sfuggì l’improvviso imbarazzo della figlia al nome di Scorpius Malfoy. «Dimmi, Rosie, è simpatico questo Scorpius o è un pallone gonfiato come il padre?».
Si udirono prima borbottii indistinti, poi la giovane Weasley riuscì a formulare una risposta chiara: «Chiedilo ad Al, è lui il suo amicone».
Ron osservò per qualche minuto il suo cavallo venir messo KO dalla regina della figlia «Ha anche lui un teschio tatuato sull’avambraccio?» chiese, lugubre.
Rose osservò soddisfatta la scacchiera, senza preoccuparsi di riflettere prima di parlare «Oh, no. Ha delle rose tatuate sull’inguine» solo dopo aver visto la faccia del padre, che assunse sfumature verdognole per qualche secondo, si rese conto di quello che aveva appena detto. «… me l’ha detto Albus!» fu la prima cosa che le venne in mente, poi rincarò la dose per tranquillizzarlo: «sai… non dovrei dirtelo, però…» abbassò la voce e l’uomo dovette avvicinarsi per sentire, era ancora traumatizzato. «lui… e Malfoy… hanno una storia… dal quinto anno… non vogliono ancora fare outing».
Se Albus o Scorpius fossero stati lì, l’avrebbero strozzata. Ron, nel frattempo, era sbiancato, ma non sembrava del tutto convinto. Dopo essersi ripreso, domandò: «Come mai proprio delle rose, Rosie?».
La ragazza aprì e chiuse la bocca un paio di volte prima di trovare una risposta soddisfacente. Si stava fregando da sola. «Perché lo scorso San Valentino Malfoy ha regalato delle rose ad Al, logico, no?» esclamò con un larghissimo e fintissimo sorriso. «… dipinte di verde e argento, poi. Pessimo gusto, non trovi papà?».
«Verdi e argento come quelle che hai piantato l’estate scorsa in giardino, Rosie?».


*ndA*
E’ una flash fiction di 445 parole, scritta di getto, frutto di un’ennesima notte insonne. Amo questa coppia, e per una volta ho deciso di abbandonare i toni cupi per scrivere qualcosa di più ‘leggero’.
Spero vi sia piaciuta, e se siete arrivati fin qui, grazie!
Inizio ad odiare il soprannome Rosie, che Ron continua a usare nonostante la sua bambina sia ormai cresciuta!

Vado a ibernarmi.

  
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