Storie originali > Drammatico
Segui la storia  |       
Autore: Lavi Bookman    19/08/2012    2 recensioni
- Mel? -
- Che c'è? -
[...]
- Riconosceresti me o Andrè? -
- Sei geloso? -
- Semplice curiosità... -
[...]
- Ok M... - Andrè si bloccò in cima alle scale e si riparò dietro al muro per non farsi vedere. Gli faceva male tutto ciò. Vedere la ragazza che amava abbracciata a suo fratello. Si chiese se non avesse magari ingigantito tutto e per un attimo volle crederlo con tutto se stesso. Eppure poteva vedere il dolore di Mel e Teo, poteva palparlo e lui si sentiva il coltello pronto a recidere ogni cosa.
La stretta di lei era così salda, e il suo pianto così silenzioso e così straziante. Si chiese come facesse Teo a non girarsi verso di lei per abbracciarla. Come facesse a resistere senza muoversi. Come potesse non piangere anche lui.
E poi se ne accorse.
Vide le lacrime di lui scendergli lungo le guance. Senza alcuna espressione dilaniante sul volto, senza nessun rumore. E rivide il vuoto nei suoi occhi. [Cap. 11]
La storia tratta l'incesto tra Mel e Teo, fratello e sorella. Tra problemi -ovvi- come le incertezze di lui, terze persone decise a rendere il tutto più complicato, incidenti e decisioni sofferte.
Genere: Erotico, Malinconico, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: Lemon | Avvertimenti: Incest, Tematiche delicate, Triangolo
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

Aveva aperto gli occhi, si era svegliata. E i medici avevano dato prima il permesso di entrare ai familiari. Teo si alzò dalla sedia diventata sempre più scomoda con il passare delle ore e si accorse di avere lo sguardo di Andrè fisso su di lui. Ricambiò l'occhiata mostrando il vuoto che aveva in se. Avrebbe voluto che ci annegasse dentro, che capisse una minima parte di ciò che provava. Gli piaceva immaginare che così lo avrebbe ucciso, facendogli ingoiare il suo dolore.
Andrè, dal canto suo, non distolse lo sguardo, ma diede libero sfogo al suo nulla. E all'odio. E sbagliò, perchè mostrò un'emozione. Teo non aveva bisogno di mostrarne per vincere, spostare l'attenzione dal suo vuoto all'odio, era inutile. Il primo sarebbe sempre stato più forte del secondo.
- Ti chiamo se chiede di te, ok? - chiese un sorrisino sprezzante senza aspettare la reazione dell'altro ed incamminandosi direttamente verso la porta della stanza di Mel.
Entrò pensando a cosa avrebbe potuto dire. “Mi dispiace”-”scusa”-”come stai?”-”
ti ricordi chi sono?”. Si guardò le mani rendendosi conto del lieve tremore che le pervadeva e se le strusciò contro i jeans. Fece un cenno d'assenso all'infermiera che l'aveva accompagnato all'interno, andando vicino al letto dove era distesa sua sorella. Gli venne il magone quando vide le garze intorno alla testa e alle braccia.
- Mel? -
Non ricevette risposta subito. Vide il suo capo girarsi verso di lui con una lentezza dolorosa.
- Sì? -
Vide il marrone dei suoi occhi leggermente più chiaro del solito e il rossore sulle guance.
- Stai piangendo... -
- Sei Teo, vero? -
Se possibile, il vuoto crebbe maggiormente fino a fargli mancare il respiro e con tutte le sue forze strinse il bordo del letto con le mani, facendo il possibile per non guardarla in volto. La gara di sguardi tra loro finiva sempre in parità e ogni volta era sfiancante. Non poteva lasciare che
ora lei lo guardasse. Sarebbe stato come mandare un soldato in guerra senza armi e munizioni.
- Sono Teo, sì... -
- Va bene... Ci sei solo tu? -
- Andrè è fuori, lo chiamo se vuoi -
- Chi è Andrè? -
E per un attimo avrebbe voluto dirgli “nessuno, non è nessuno”. Gli balenò alla mente di riscrivere la storia, di ridisegnare tutto come se la ragazza davanti a se non fosse altro che una tela bianca. La scrutò in volto, in silenzio. E lei non lo interruppe quasi avvertisse il peso dei suoi pensieri.
Lui era lo scrittore, la penna, il pittore ed il pennello.
- Andrè è il ragazzo che ami, Mel – disse abbassando lo sguardo alle nocche delle mani ormai bianche.
- Ah... Scusami, scusami. Io credo di essere confusa al momento... - disse squotendo la testa e portandosi una mano alla fronte.
- Non c'è problema... Dormi un po', forse è meglio se i... -
- Non andartene! - disse sporgendosi verso di lui e cercando di afferrargli il polso. Aveva gli occhi così lucidi che si chiese se veramente fosse così bianca e immacolata come tela. Era così logico pensare che avesse dimenticato tutto, eppure guardandola avvertiva ancora palpabile il suo male.
La vide subito arrossire e contrarre i muscoli del corpo come se fosse stata colpita da una scarica di elettricità. Le leggeva negli occhi la paura e la sorpresa. Si portò entrambe le mani al capo cominciando a piangere con la bocca semi aperta come se non riuscisse ad urlare. Le andò vicino, sedendosi accanto a lei e abbracciandola tanto forte da soffocarle ogni gemito.
Andrà tutto bene, Mel” le ripeteva mentre le passava una mano lungo la schiena, impigliandosi a volte tra i capelli. Sentiva piano piano le sua spalle rilassarsi e le braccia mollare leggermente la presa ferrea di pochi istanti prima intorno al suo addome.
- Teo... Fa male, fa tanto male... -
- La testa? Chiamo l'infermiera? -
Mel scosse la testa lievemente stringendosi nuovamente al corpo di Teo.
- C'è qualcosa che devo ricordare... Ma non so cos'è... -
Non era una tela bianca. Era più un foglio bianco ma con delle cancellature, ecco. Se solo fosse riuscita a scoprire cosa vi era sul foglio prima della gomma, sarebbe tornata punto e a capo. E lei più di chiunque altro meritava di stare bene e avere una vita normale.
- E forse so cos'è, sai? -
Lei si limitò a fissarlo con uno sguardo interrogativo. Ed era così vicina che dovette trattenersi con tutta la forza di cui disponeva per non baciarla.
- Volevi dire ad Andrè cosa realmente provi per lui... Lui non sa ancora che lo ami, sai? – concluse sorridendo, posando la bocca sulla sua fronte in modo che non potesse guardarne l'espressione.
- Quindi lo amo... -
E nell'annuire perse ancora un po' di se da donare su un piatto d'argento a sua sorella. Così avrebbe funzionato, sarebbe stato tutto normale, finalmente. Biascicò un “scusa, devo uscire un attimo” prima di alzarsi di colpo lasciandola afferrare l'aria e si lasciò la porta alle spalle. Si avviò verso l'uscita della corsia e poco prima si fermò davanti ad Andrè.
- Lei dirà di amarti, tu fingi di non saperlo e ricominciate tutto da capo. -
- Eh? -
- Questa sera passo per casa tua a prendere i suoi vestiti e le sue cose e le porto da me. Quando tornerà a casa chiedile di venire ad abitare con te, poi passate da me per riprendere le sue cose. -
- Io... Non capisco... Lei sta bene? -
Teo girò la testa puntando lo sguardo sui suoi occhi e gli diede la possibilità di vedere tutto ciò che aveva dentro. Il vuoto, il nulla, ogni mancanza e ogni perdita, compresa l'ultima di pochi istanti prima. Lasciò andare tutto come se lui se lo meritasse, e riprese a camminare verso l'uscita, lasciandolo lì, in piedi e solo. Andrè, per la prima volta, si sentì davvero morto.

  
Leggi le 2 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Storie originali > Drammatico / Vai alla pagina dell'autore: Lavi Bookman