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Autore: SoleStelle    20/08/2012    1 recensioni
Tutto, dall'esterno, sembra una fiaba.. ma all'interno cosa succede realmente?
Sorrisi e amore sono parole sconosciute per Sara, che a soli diciotto anni è già satura di negatività.
Poi arriva lui e qualcosa cambia.
Lui, lei..e l'altro.
La classica storia, ma cosa succede quando "l'altro" in questione non è chi pensiamo che sia?!
Detto questo premetto che il rating arancione è dovuto solamente ad alcuni episodi descritti ma non è dovuto a scene di sesso..
È la prima storia che pubblico qui, anche se non è la prima che scrivo..
Sarà una storia di 20 capitoli totali, anche se 2 saranno cortissimi (prologo ed epilogo).
Dal testo:
Mi avvicinai a lui fissando il mazzo di rose rosse appoggiate sul mio banco. Mi ci fermai di fronte.
[...] “mi dispiace per ieri” disse tirando fuori una custodia dalla tasca dello zaino. La aprì mostrando una collana di perle. [...]

Beh, che altro dire.. buona lettura.
Genere: Introspettivo, Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: Contenuti forti | Contesto: Scolastico
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'Incubo..favola..realtà.'
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Dovetti tenere il gesso per due mesi interi ma, almeno, riuscii a dare la maturità senza intoppi.
Mi ritrovai così, a metà luglio, davanti a quella struttura che, nonostante tutti i problemi, mi sarebbe mancata.
Varcai la soglia e mi diressi verso i tabelloni, cercai di sbirciare mantenendo le distanze ma non riuscivo a vedere assolutamente nulla.
Vedevo alcuni esultare, altri arrabbiarsi, altri ancora tirare, semplicemente, un sospiro di sollievo. Mi alzai in punta di piedi e cercai nuovamente di trovare il mio nome, senza risultati. Feci una smorfia e ci riprovai nuovamente.
Mi sentii prendere per i fianchi e alzarmi quel tanto che bastava per farmi scorgere il mio nome con il voto affiancato. Mi rimise giù e mi voltai, mollando la presa sulle sue mani che, istintivamente, avevo afferrato quando i miei piedi avevano smesso di toccare terra.
“Grazie.” dissi.
“Niente.” rispose. “Soddisfatta del tuo 100 pieno?”.
“No” ammisi, anche se in realtà non era il voto a non soddisfarmi. “Il mio voto non verrà minimamente notato, è inutile”.
“Ti permetterà di entrare ad ingegneria, era quello che volevano i tuoi genitori. Ne saranno soddisfatti.” disse.
“Se non fosse che mi iscriverò a giurisprudenza.” risposi e lo vidi rimanerci corto.
“Come mai hai cambiato all’improvviso?” chiese.
“In realtà ci penso da un po’.” ammisi.
“Bravissimo Ricky!”. Elena gli si lanciò addosso e lui fu costretto a sorreggerla per non farla cadere.
“Grazie.” rispose, rimettendola giù.
“100 pieno, vorrei tanto sapere come ti sei preparato.” disse l’Elena provandoci, spudoratamente, con lui.
“Ho studiato con lei.” rispose Riccardo, indicandomi. Elena mi fulminò con lo sguardo e io sorrisi beffarda, fregandomene.. d’altronde la sua opinione non era poi così importante per me.
“Ciao.” si intromise Matteo, duro ed io, istintivamente, mi spostai dietro Riccardo che lo guardò male.
Mio cugino passò oltre, senza dire altro, e si avviò ai tabelloni per controllare il suo voto.
“Sai quanto ha preso?” chiesi a Riccardo, lasciandolo libero dalla mia presa.
“87, 88.. di preciso non me lo ricordo, ma meno di 90.” disse. Sorrisi vittoriosa e andai in quella che era stata la mia classe per 8 anni, seguita da quelli che erano stati i miei compagni di classe altrettanto tempo. Mi sedetti sulla cattedra, affiancata da Riccardo, mentre tutti gli altri si sedettero in quelli che, fino a qualche giorno prima, erano i loro banchi.
Aspettai che tutti fossero concentrati su di noi poi mi alzai e scrissi alla lavagna due date con due orari e mi risedetti.
“Non c’è molto da dire, le cose non sono cambiate dall’ultima volta.” dissi, senza essere ascoltata. Sentii Riccardo fare un fischio e tutti si zittirono nuovamente.
Eppure non mi sembra di essere trasparente!
“Si parte domani alle 8.00 e si torna tra due settimane alle 23.00. Puntuali!” disse. Tutti annuirono e io sospirai.
Poco male, almeno questa tortura è finita.

L’indomani mattina mi ritrovai all’aeroporto, accompagnata da Theodor, pronta per il viaggio della maturità. Ero pimpante come non mai.
Nel giro di poco arrivarono tutti ed entrammo. Li guardai, dal primo all’ultimo. Erano tutti entusiasti di andare a Palma di Maiorca a divertirsi e, dovetti ammettere, l’idea non dispiaceva nemmeno a me.
Per la prima volta in 5 anni non mi sarei dovuta nascondere in lunghi vestiti coprenti. Il mio corpo era privo di lividi da mesi. Alla fine la mia vendetta era arrivata, Matteo aveva provato ad alzarmi le mani addosso, in preda ad uno dei suoi soliti attacchi d’ira, ma aveva dimenticato che Riccardo era nella stanza affianco. Mi colpì con uno schiaffo e mi spinse contro il muro, stringendomi per la gola.
A me bastò allungare il braccio e tirare leggermente il bordo del vaso per farlo cadere e rompere.
Quel piccolo tumore insospettì Riccardo, che venne a controllare cosa stava succedendo e ribaltò la situazione in pochi secondi.
Per due settimane mio cugino non si presentò a scuola perché ‘sfigurato’ e smise definitivamente di torturarmi. Certo, agli inizi, ogni tanto cercava di farmela pagare ma mi bastava ricordargli che se Riccardo lo avesse scoperto se la sarebbe vista brutta e cambiava subito idea..
 
 
 
 
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NOTE dell’autrice:
Cosa ne pensate? Finalmente la rivincita di Sara è arrivata..
   
 
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