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Autore: Audrey Shadows    20/08/2012    6 recensioni
Mel ha quasi 18 anni, è una ragazza alta, con lunghi capelli neri, e occhi verdi che con il cattivo tempo diventano grigi.
Aveva poco più di 17 anni quando le venne diagnosticata la leucemia.
Improvvisamente, a differenza del carattere forte che l’aveva sempre contraddistinta, smette di lottare e si abbandona alla chemio e ai sintomi postumi che essa causa.
Iniziò a dividersi tra l’ospedale di LA e casa sua, nella quale aleggiava una forzata allegria.
Solo una cosa ancora le lascia un briciolo di speranza: la musica.
In particolare 4 ragazzi, che continuano a farle battere il cuore, pompando sangue nelle vene.
I Tokio Hotel.
Quando li vide la prima volta di innamorò immediatamente; sognava di poterli incontrare, andare ai loro concerti, farsi delle foto con loro etc….
Sognava che Bill un giorno potesse ricambiare il suo amore.
Poi era arrivata quella cazzo di malattia.
E la sua vita era finita, ancora prima che potesse cominciare.
Genere: Drammatico, Malinconico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Bill Kaulitz, Nuovo personaggio, Tom Kaulitz, Un po' tutti
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Take me on a trip, I’d like to go sun bathe.

Take me to New York, I’d love to see LA.
I really want to come kick it with you.
You’ll be my American Boy





-quindi? Ricapitoliamo … mi avete rapito la ragazza, e non me la riporterete fino a questa sera?- la voce di Georg rasentava lo scazzato.

Bill conoscendolo, si stava passando una mano sul viso in segno di rassegnazione.
-esatto Hagen. Ma te la riporteremo uno schianto, non ti preoccupare … così stanotte magari consumi pure tu!- Il braccio di Bill, prima che potesse scoppiare in una fragorosa risata, fu colpito da un pugno.
Guardò stupito Michelle, che lo guardava con astio.
Il ragazzo allargò le braccia come a dire “che ho fatto?” ma dato che anche la sua ragazza, e Gustav lo guardavano male sbuffò.
-Bill, carissimo, scopo più di te quindi … non credo che dovresti intavolare una conversazione di questo tipo- e questa volta fu il moro a ridere –dai non voglio rovinare il tuo umore, spero di averla lasciata in buone mani …-
-ovvio Hagen- rispose esasperato Bill alzando gli occhi al cielo.
-la smetti di chiamarmi così? Dai andate! Ciao!-
-vuoi che ti saluto Michelle?- ma il castano aveva già buttato giù. Bill guardò qualche secondo il cellulare poi lo ripose nella tasca e poi guardò i suoi complici sorridendo.
-bene, ora con calma vi illustrerò il piano …- sorrise famelico –ho detto a Georg che ti avrei riportato entro sera … ma questo non accadrà- Mel, Michelle e Gustav lo guardarono interrogativi. Cha avesse perso totalmente il senno?
-e … come mai?- si permise Michelle leggermente preoccupata. Conoscendo il cantante da 5 anni, aveva imparato a non fidarsi totalmente di lui, quando pronunciava “tranquilla me ne occupo io”.
-Perché … ve lo spiegherò strada facendo. Forza, salite in macchina!- e con nonchalance il ragazzo salì al posto di guida.
Michelle e Mel si guardarono preoccupate, e poi si rivolsero a Gustav.
-non guardate me- ponendo le mani avanti a sé –ormai gli abbiamo dato l’OK e sapete che non lo ferma nemmeno un carro armato. Se c’è una cosa che odio, sono i tedeschi quando fanno i tedeschi!- questa piccola uscita riportò un po’ di ilarità alle ragazze.
Una volta saliti in macchina, e dopo 10 minuti di guida, in cui troppo stranamente Bill era rimasto zitto, finalmente rivelò il suo programma.
-Conoscete Kleinfield, no?- chiese guardando a destra e a sinistra per attraversare un incrocio.
-sì, ma questo …- poi Michelle si zittì. Non poteva star facendo quello che aveva capito. Era totalmente pazzo!
-Bill! Tu sei fuori come una tegola!!!- da una parte era talmente felice che stava per strapparsi i capelli, ma dall’altra iniziò a chiedersi come avrebbe potuto Georg apprendere la notizia che si sarebbe fermata a NY.
Mel continuava a non capire. Chi cacchio era Keinfield? Gustava pareva nella stessa situazione della ragazza.
-allora, che ne pensi?- Bill guardò Michelle dallo specchietto retrovisore –continuerai a dire che non sono il miglior amico che tutte vorrebbero avere?- e sorrise. Uno di quei sorrisi talmente dolci da far sciogliere il cuore persino ad un iceberg.
-Bill … cioè, è bellissimo e ti sposerei se non stessi per sposare uno dei tuoi migliori amici, ma non dici che è troppo?-
-non ti preoccupare. Abbiamo appuntamento tra …- Bill guardò l’ora –tra esattamente 19 ore-
-riusciresti a spiegarmi tipo dove stiamo andando?- chiese infine sconfitta Mel.
Bill la guardò sorridendo –vi sto portando a Ny!- Mel strabuzzò gli occhi, e Gustav si tirò una manata sulla faccia, rimpiangendo di non essere rimasto a casa con Georg. Perché si era messo in mezzo, perché?
Ah giusto, perché Michelle aveva sfoderato i suoi occhioni da cucciolo abbandonato sul ciglio della strada.
-tu sei pazzo …- asserì infine Mel guardando il suo ragazzo e sorridendo –ma è per questo che ti amo-
-anche io- e la guardò carico d’amore.
New York ne avrebbe visto delle belle.


Tom dovette sbattere più volte le palpebre prima di aprire gli occhi e tirarsi su a sedere.
Si passò una mano sul viso e guardò accanto a sé.
Ria dormiva ancora, un respiro pesante.
Fece una smorfia schifata e si alzò attento a non svegliarla; l’ultima cosa che voleva era parlarle.
Perché era andato lì la sera prima? Perché non se ne era semplicemente andato a casa? Avrebbe potuto salutare il fratello prima che partisse. Sì, era al corrente del viaggio del fratello, e ad essere sinceri l’aveva aiutato con alcuni dettagli, tipo la scelta dell’hotel, e i bagagli. Doveva essere una sorpresa e nessuno doveva insospettirsi.
Si infilò la sua maglietta, si strinse nel giubbotto e abbandonò la stanza.
Si odiava in proporzioni cosmiche, e il male alla testa meritato si stava facendo sentire.
Salì in macchina, allacciando bene la cintura. Era una giornata tipica californiana: sole che spacca le pietre, cielo terso e azzurro e caldo.
Arrivò a casa velocemente, lanciando le chiavi nel mobiletto dell’entrata, correndo poi in bagno per la sua aspirina.
Georg si affacciò sulla porta del bagno.
-come è andato il tuo appuntamento?- Tom lo guardò: stava appoggiato allo stipite della porta, braccia incrociate al petto e un sorrisetto dipinto sul volto.
-non è andato…- ammise dopo averci pensato. Il pensiero di non essere stato in qualche modo “fedele” a Kate lo faceva incazzare  e lo spaventava a morte.
-solitamente hai questa faccia quando ti ubriachi e poi scopi come un riccio- il bassista sorrise –non capisco come non possa essere andato bene … Kate è una ragazza molto bella …-
-non è andato perché non è con lei che ho scopato, Ge- Tom si sedette sulla tazza, e si prese il viso tra le mani –sono un coglione-
Georg capì che non andava, e si avvicinò al suo amico, posandogli una mano sulla schiena.
-ti va di parlarne?-
-sono arrivato a casa sua, e subito mi ha anticipato che non volava affrettare le cose. Non so cosa mi aspettassi, si vedeva che nonostante avesse voglia di venirci, non me l’avrebbe data. Ma io mi sono incazzato, e sai come faccio no?-
Georg annuì –diventi freddo e distaccato-
-ecco. A fine cena ci ho provato di nuovo, ma niente. Così una volta che sono uscito sono andato a Malibu … ad una festa e c’era Ria …-
Georg sospirò e scosse la testa –Tom …-
-Lo so, Ge … lo so. Ho solo bevuto, forse troppo, ma ho solo bevuto. Fatto sta che siamo finiti in camera sua e … beh il resto penso si possa immaginare …-
-Tom, è a te che fai del male … sai che non devi esagerare.- Tom lo guardò negli occhi. Georg sapeva che aveva sniffato, sapeva come si riduceva quando esagerava con l’alcool.
-sono stato un coglione … Kate non se lo merita …-
-no, decisamente no. Non state insieme, quindi non è infedeltà, ma a quanto mi pare di capire sei mangiato dai sensi di colpa …-
Tom annuì –avrei dovuto venire a casa e salutare Bill prima che se ne andasse …-
Georg tolse ma mano dalla schiena di Tom –prima che andasse dove?-
Tom guardò Gustav e poi si riprese la testa tra le mani –cazzo …-
-Tom? C’è qualcosa che dovrei sapere?-
Se non gli avesse risposto, gli avrebbe torturato i maroni tutto il giorno. Sospirò e lo guardò negli occhi.
-se ti dico che ho aiutato Bill in questa pazzia/regalo per Michelle, eviti di incazzarti? Sono già in stato pietoso …-
Georg, poco convinto, annuì.
-stanno andando a New York per l’abito da sposa di tua moglie. E non torneranno prima di venerdì mattina …-
Georg rimase impassibile a fissare l’amico. Nessuna traccia di furia omicida nei suoi occhi, niente.
-Ge? …-
- e io che pensavo che invece l’avrebbe portata in Canada al freddo e al gelo, che stupido. Io che mi sono preoccupato tanto …- Georg si porto una mano alla fronte.
-quindi non sei preoccupato … è in buone mani infondo … c’è anche Gustav …-
-e questo dovrebbe farmi sentire meglio? Ma si vede proprio che voi due siete fratelli …. Spero solo che quelle due benedette ragazze abbiano qualche neurone in più da donare alla vostra futura prole-
Georg cominciò a girare nervoso per il bagno. Michelle se ne stava andando a New York con Bill.
Non sapeva per quale motivo, ma l’equazione Bill+Michelle+NY non gli piaceva.
-Come sei cattivo. Non preoccuparti, si comporterà bene, è stata una delle clausole che gli ho prefissato-
Poi Tom guardò l’amico maliziosamente –così finalmente … io e te … potremo passare quei giorni che ci eravamo promessi … sai, da soli uomini …- e gli fece l’occhiolino.
Georg non poté che scoppiare a ridere –mio amore!- e come in una scena di “via col vento” Georg si avvicinò a Tom, gettandogli le braccia al collo.
I due risero come completi deficienti.
E furono interrotti dal campanello che suonava. Il momento idilliaco era stato interrotto.
Il cuore di Tom sprofondò; temette che fosse Kate, ma quando aprì la porta e sua madre gli saltò al collo rimase piacevolmente stupito.
Ci mise qualche secondo, poi la strinse forte a sé.
-mi sei mancata … ma cosa ci fai qui??- la staccò e la guardò negli occhi, che manco a dirlo erano lucidi. Tom si intenerì talmente tanto da rischiare di piangere per la gioia.
Comparve anche Gordon, che portava due grosse valige, e Tom corse da lui, lo abbracciò e poi lo aiutò a tirare le valige in casa.
-ma chi vi ha portato qui??- Effettivamente i suoi genitori non erano mai stati nella loro nuova casa.
-come ha detto che si chiamava tesoro? Lukas … comunque Bill ha organizzato tutto. Che caro ragazzo!-
-amore mio! Chi è che disturba il nostro week-end amoroso??- la voce di Georg, infalsata di qualche tono per sembrare femminile, si sentì chiaramente al piano di sotto e poi Georg comparì in cima alle scale.
Tom scoppiò a ridere.
Probabilmente aveva messo un rossetto di Michelle, e teneva le labbra in fuori, per farle risultare più carnose.
Ma il ragazzo non appena vide i genitori di Tom, che lo stavano guardando piuttosto divertiti, divenne di un innaturale color bordeaux.
-salve Signora Trumper … - si pulì il rossetto con un fazzoletto che aveva in mano –come mai qua?-
Simone scoppiò a ridere –ti ho detto mille volte di chiamarmi Simone. E esattamente che cos’è che avremmo disturbato?-
Georg se possibile arrossì ancora di più, provocando convulse risa all’amico.
-niente …-
Gordon si avvicinò e diede una pazza sulla spalla al ragazzo –siamo cresciuti, eh??-
Georg annuì, nel più totale imbarazzo.
Simone prese a guardarsi in giro –e la ragazza dov’è?- chiese poi diventando irrequieta
Tom la guardò curioso –quale ragazza?-
-ma Mel! La ragazza di Bill!- Tom e Georg si guardarono, e poi guardarono Simone.
-Bill sta partendo per New York con Mel, la mia ragazza e Gustav … sa, per la scelta dell’abito da sposa …- disse Georg.
-non te l'ha detto?- concluse Tom stranito.
Simone, come Gordon, era perplessa e scosse la testa in segno di diniego.
-mi dovrà spiegare tante cose quando tornerà ...- disse Tom passandosi una mano sul volto -ma la cosa più importante  è che voi due siete qui ora- e sorrise ai genitori, che ricambiarono calorosamente.
-quanto vi fermerete?- chiese Georg curioso
-Come ho detto ha organizzato tutto Bill. Pensa che ha pure chiamato la signora Hausmann, per farmi prendere delle ferie ... credo l'abbia tenuto al telefono  più del necessario ...- Simone ridacchio -morale della storia, siamo in vostra compagnia per due settimane!-
Tom sorrise felice, era molto contento d i rivedere sua madre, e forse i suoi consigli l'avrebbero aiutato di certo.
-e invece la tua di ragazza? dov'è? Bill ci ha detto che hai trovato una ragazza ...- Gordon si inserì nella conversazione.
-sì, Tom, dov'è questa ragazza?- chiese Georg guardandolo.
Tom lo guardò di rimando con aria omicida, poi si rivolse al padre -è a lavoro ... pensavo di farci un salto più tardi- e poi venne soffocato da un altro abbraccio della madre.
-non sai quanto sono felice per te Tomi ... sai ad essere sincera, quella Ria ... non mi piaceva per niente.-
Tom sorrise nervoso -dopo vuoi venire con me mamma? ti faccio fare un giro della casa e poi andiamo, che ne dici?-
Simone gli sorrise -certo che mi va- era ... la seconda volta in tutta la sua vita che Tom le presentava una ragazza, e l'altra era stata la sua migliore amiche Liz.
La casa era di dimensioni normali e molto semplice: un atrio più o meno grande bianco, con qualche quadro alle pareti, un mobiletto in mogano dove venivano appoggiate le famose chiavi una volta entrati; dall'atrio si accedeva al salotto, che era collegato alla cucina grazie ad un arco.
Il tutto arredato in stile moderno e alquanto "basic".
Sempre al piano terra, in giardino vi era una piscina rettagongolare e accanto al garage, c'era una speciie di serra in vetro dove all'interno c'era una bellissima vasca idromassaggio.
Al piano superiore c'erano le due camere padronali, munite di bagno proprio e cabine armadio.  3 camere per gli ospiti. Una stanza era stata adibita a sala prove, e un'altra a ripostiglio.
Proseguendo per la rampa di scale si arrivava in una comodissima mansarda, che Tom aveva adibito a palestra. Vi era un attrezzo per il sollevamento pesi, un tapis roulant, un attrezzo per fare gli addominali, una spalliera.
-wow- fu il commento di Gordon -è venuto proprio un bel lavoro!-
Simone annuì e Georg era stupito -non pensavo aveste una palestra in casa- ammise poi, provocando un sorriso al chitarrista.
Tom guardò l'ora nel suo orologio, e constatò che Kate doveva essere a lavoro da un'ora.
-Mamma, allora vieni con me?-
-certo! E voi due non ditruggete casa!- Gordon e Georg sbuffarono, per poi guardare madre e figlio andarsene.
-per quanto voglia fare lo spaccone ... rimane il primo dei mammoni- asserì Georg dopo aver sentito il portone di casa chiudersi.
Gordon annuì vigorosamente -l'hai detto!- sorrise -c'è qualcosa di fresco da bere? si muore dal caldo!-
-certo, seguimi- e i due uomini tornarono al piano inferiore, si presero una birra da frigo e cominciarono a parlare di macchine, la futura moglie di Georg, il matrimonio ecc.

-Tom potresti rallentare?- Simone si teneva aggrappata alla maniglia della macchina.
Tom sorrise e rallentò ulteriormente, per i suoi standard stava andando come una tartaruga.
-parlami di questa ragazza...- ma Tom non fece in tempo a rispondere alla madre che il suo cellulare squillò, si scusò e rispose mettendo il vivavoce.
-Bill?-
-Bill un cazzo!- sbottò questo; pareva alquanto adirato, e Tom rimase spiazzato. che aveva fatto ora?
-Bill, che diamine ...-
-Tom, perchè lo hai fatto?? Perché? No, veramente, spiegamelo perché proprio non ci arrivo ...-
-che cosa ho fatto esattamente?- chiese poi spazientito. Le scazzate di Bill di prima mattina proprio non gli andavano a genio.
-cosa hai fatto? E lo chiedi pure? Hai fatto che sei andato a letto con Ria questa notte, perché?-
Oh. Giusto. Si voltò verso la madre, giusto in tempo per vedere un espressione delusa sul suo volto. Il cuore si strinse in una morsa che non accennava ad allentarsi.
-io non volevo. Ho bevuto, troppo, e stamattina mi sono risvegliato nel suo letto. Non mi ricordo niente ... ma anche se fosse non conterebbe ...-
-so quello che stai per dire Tom, che tu e Kate non state assieme e bla bla bla. Ma sai qual'è la verità? che nonostante voi due non stiate assieme, hai tradito la sua fiducia comunque. Tom, tu ieri sera dovevi essere con lei-
-Lo so. Ed ero con lei, almeno finché non mi ha sbattuto fuori di casa! Ma certo, sta a vedere che sono sempre io quello che sbaglia in questa famiglia!-
Dall'altro capo del telefono si sentì tirare un sospiro -Io non ho detto questo, Tom, lo sai bene ...-
-e allora cosa?? Dillo che non sono fatto per stare con una persona, dillo che non sono fatto per amare...- gridò. Aveva le lacrime agli occhi, e non osava guardare sua madre.
-Tom ... ne riparliamo quando non stai guidando, quando non c'è mamma e quando sarai più calmo, ok? non voglio che tu faccia un incidente ... Ciao mamma comunque-
-ciao tesoro- Tom non la guardò, ma la voce tradì un sorriso -come sta andando il viaggio?-
-l'aereo è in ritardo. Ho dovuto chiamare Kleinfield per avvertire del ritardo ... ma andrà tutto bene, tutto bene, vero Mel?- si sentì un distaccato "mhmhmh"
-appena torniamo a casa non vedo l'ora di fartela conoscere, mamma-
-e io non vedo l'ora di conoscere lei. Salutamela, ora ti lasciamo. Avrò un tete-à-tete con il mio figlio maggiore. Ciao amore- Tom sbuffò. Aveva un magone in gola che gli mozzava il respiro regolare, e gli occhi minacciavano un pianto di dimensioni cosmiche.
Da quando era diventato perggio di una donna in preda ad una crisi ormonale? Da quando era diventato peggio di Bill?
-Ciao Ma. Tom? guida piano e stai attento- Tom grugnì qualcosa in risposta e poi chiuse la chiamata.
Il silenzio si impossessò dell'abitacolo.
-Tom ... vedo che stai male, non c'è bisogno che ti trattieni anche con me, sai?- la mano della madre si posò sulla sua sul cambio.
-ti ho sempre delusa sotto questo aspetto, vero?- si concesse uno sguardo fugace a Simone.
-non direi delusa ... direi che non ho mai apprezzato il tuo stile di vita amoroso; ma non mi hai mai deluso ...- sospirò -Però Bill ha ragione ... anche se tu e Kate non state insieme, in qualche modo hai preso un impegno decidendo di vederla e lei ha riposto della fiducia in te, non puoi mandare tutto all'aria così. Ti piace?-
Tom annuì. -tanto?- annuì nuovamente.
-e allora non dovresti cercare nessun'altra per il momento. Porvaci, vedi come va ... e non vuole dire che, se non vuole immeditamente finire orrizzontale, tu non gli piaccia, anzi, vuole dire che ci tiene e vuole vedere come si evolverà la cosa-
Simone accarezzò il braccio del figlio -ma sento che hai paura ... di cosa esattamente?-
Tom inspirò ed espirò, ma quel magone restava lì a mozzargli il fiato -non è che non mi voglia impegnare ... mi spaventa il fatto che io sia già andato con un'altra dopo la nostra seconda uscita ...-
-ma questo non deve preoccuparti, no? Se con il tempo vedrai che proprio non funziona ... beh, è sempre meglio parlarne. Ma non voglio che tu abbia paura, cosa posso fare per non fartene avere?-
-dimmi che andrà tutto bene ...- e guardò sua madre. Simone si intenerì. Aveva quasi 26 anni, ma in quel momento le sembro più che mai il bambino che cadeva dalla bici e si sbucciava le ginocchia di un tempo.
Gli accarezzò dolcemente una guancia -andrà tutto meravigliosamente ... però guarda la strana caro ...-
Tom sorrise e continuò a guidare fino al posto indicatogli da Bill.

-Kate mi amorcito ... tienes che dirme quien es tu hombre!! hay un hombre!- Kate guardò la signora Lopez, che le ballava intorno, e scoppiò a ridere.
Era come una seconda mamma: era dolce, premurosa, si preoccupava per lei e a volte le cucinava addirittura da mangiare.
-mama ... è fantastico ... semplicemente bellissimo- in quel momento si immaginava tipo un personaggio dei manga, grandi occhi a forma di cuore e mani giunte davanti alla bocca.
-y como se llama?-
-si chiama Tom. è il fratello di quel ragazzo che è venuto qui l'altro giorno ... te lo ricordi?- Ana, la signora Lopez, si illuminò!
-ah! fue su hermano! esta claro!! y cuando ...- e la porta del negozio si aprì, facendo entrare il diretto interessato del discorso e una signora sui 45.
-ciao Tom- sorrise amorevolmente Kate. Ana tossì per richiamare la sua attenzione e Kate la presentò -questa è Ana ... la mia mamma adottiva-
-piacere!- Ana si precipitò verso il ragazzo e gli strinse la mano, Tom la guardò curioso sorridendo -piacere mio signora ...- poi andò verso Kate.
La ragazza si allungò per dargli un bacio a stampo -volevo presentarti ad una persona ... Kate, questa è mia madre Simone, mamma, questa è Kate-
La madre di Tom era molto simile a lui: profondi occhi color nocciola, capelli scuri e abbastanza alta.
-ciao cara ... Come stai?-
-tutto bene grazie, lei?-
-oh!- sventolò la mano davanti alla faccia -chiamami Simone, non sono così vecchia!- e rise -sei proprio una bella ragazza!-
Kate arrossì leggermente, guardò Tom che le sorrise e poi tornò a concentrare l'attenzione su Simone -grazie ... che fa di bello qua?-
-Bill mi ha organizzato un viaggetto per conoscere la sua ragazza, poi era più di un anno che non vedevo i miei figlioli e così ... beh, sono in visita. Anche se rimpiango il fresco che c'è in Germania- disse facndosi vento con un volantino preso dal bancone.
-sì, anche in Italia in questo periodo è molto fresco ... però non mi manca più di tanto ...- fece spallucce la ragazza.
-sei italiana?- chiese curiosa Simone sedendosi. Tom sorrise e si sedette, sarebbe stata una lunga chiaccherata.
-sì, nativa. Ma ho origini tedesche e americane- Kate sorrise -sono un bel mix-
Simone rise -eh sì! Che ne dici se stasera ceniamo tutti insieme?- chiese poi rivolgendosi anche a Tom.
-non vedo impedimenti ...- rispose quest'ultimo.
-non sarebbe una cattiva idea ... anche perchè non ho ancora avuto l'occasione di poter conoscere meglio il resto del gruppo ...-
-spiacente deluderti ma potrai conoscere solo mio marito e Georg. Bill è partito questa mattina per NY con Mel, Gustav e Michelle. Sai, il vestito da sposa ...- le spiegò Simone.
-oh!- Kate si portò le mani al petto -che pensiero carino ...-
-io l'ho aiutato!- si lodò implicitamente Tom. Purtroppo le sue manie di egocentrismo sfioravano l'impossibile.
-volete un po' di macedonia?- chiese poi Kate ricordandosi del lavoro.
-una vaschetta, grazie- rispose Simone -non vedo l'ora di poterti conoscere meglio. Sai, sei la seconda ragazza che mi presenta ...- disse indicando il figlio, facendolo sbuffare.
-ah sì?- chiese curiosa Kate -e chi sarebbe quest'altra ragazza?- completò guardando Tom.
-la sua migliore amica ... Liz- Simone sembrò non voler continuare il discorso, e né Tom Né Kate la forzarono.
-oh, beh ... mi ritengo fortunata allora- rispose sorridendo, e finendo di riempire la vaschetta di Simone -ecco a voi ... allora ci vediamo questa sera ...- sorrise.
-sì, non vedo l'ora- Tom le si avvicinò e la strinse in un abbraccio, per poi baciarla -a che ora esci?-
-ora! ha terminado su turno!- si intromise la sigora Lopez, sbucata da chissà dove.
-ma mama ...-
-callate! the he dicho que puede ir ...Divertios!!- disse avvicinandosi e salutando.
-gracias mama- le sussurrò poi Kate in un orecchio, e seguì Tom e sua madre al di fuori del negozio.

-sai che Kate balla benissimo, mamma?-
-oh Tom ... ma smettila! Non mi hai nemmeno mai visto ballare!- disse coprendosi il viso.
Simone si era seduta, insistendo, sui sedili posteriori, e si avvicinò a quelli anteriori -davvero?? mi sarebbe piaciuto saaper ballare, sai? In cosa ti diletti?-
-tango, salsa ... musica spagnola- rispose Kate tirando un leggero pugno sul braccio di Tom, che nemmeno lo scalfì, anzi lo fece ridere.
-mi piacerebbe vederti ballare una volta ... se vuoi-
-certo ... potete venire al negozio anche domani mattina ... io e il mio migliore amico balliamo spesso insieme alla famiglia quando non ci sono clienti ...- ammise la ragazza.
-lo faremo- rispose Simone sorridendo e annuendo -e così sei una fan?-
Kate strabuzzò gli occhi -ehm ... no, non sono una fan ... ma apprezzo la loro professionalità, per essere così giovani sono molto bravi!-
-questo non me lo avevi mai detto ...- disse Tom.
-sì, sono sempre stati molto diligenti ... tolta la scuola ovviamente. Ne combinavano di tutti i colori sai? Una volta, che tu ci creda o no, questa testa di carciofo ha allagato la palestra- Kate guardò Tom allibita per qualche secondo e poi scoppiò a ridere.
-scherzi?? mio dio ... ma con chi mi sono accompagnata ...-
A Tom non fece uno strano effetto quella frase, tutt'altro, lo fece sentire, in un qualche modo, felice.
Sua madre se ne accorse dal sorriso sornione sulle sue labbra.
-allora chi cucina stasera?- chiese poi Kate una volta essersi calmata.


-Questa è la tua suite Michelle ...- Bill porse una chiave alla ragazza sorridente -questa la tua Gustiv ... e questa la nostra- disse sorridendo il cantante guardando Mel.
-ma non c'è tempo da perdere, tra 1 ora abbiamo l'appuntamento quindi ... se volete cambiarvi i vostri bagagli sono in camera! A tra poco!- E Bill si trascinò in camera Mel.
Una volta dentro iniziò a baciarla con foga.
-hey, con calma ... sono qui, eh!- i capelli stavano ricrescendo rapidamente, ed era un buon segno. Mai in vita sua era stato così contento di veder crescere dei capelli.
-lo so, ma è da quando siamo partiti che volevo farlo ... e bhe ...- poi sembro come se volesse cacciare dei pensieri dalla testa -ma dimmi, che ne pensi?-
-di cosa?-
Bill si guardò intornò e poi indicò fuori dalla grande finestra -di tutto-
-che penso di tutto questo? Che non potrei desiderare di essere da qualche altra parte con qualcun altro- Mel sorrise sorniona contro le labbra del ragazzo  -ti amo-
-ti amo anche io ...- e la baciò con passione.
-SMETTETELA DI TUBARE. VOGLIO ANDARE A QUELL'APPUNTAMENTO. ORA- la voce di Michelle fece staccare bruscamente  i due.
-perfortuna non voleva sposarsi in abito da sposa ...- farfugliò Bill andando aprire la porta -forza, andiamo ...- i piccioncini, ridendo e tenendosi per mano, uscirono dalla camera, notando Michelle che saltellava felice e Gustav che continuava a tirare delle lievi teste al muro affianco all'ascensore.
-sono finita in una gabbia di matti ...- disse ridendo Mel.
-povero Gustav ...- Bill si avvicinò all'amico e gli mise un braccio attorno alle spalle facendolo voltare -dimmi, cosa ti disturba?-
Gustav lo incenerì con lo sguardo -stiamo per andare a fare shopping con te. Ed è tutta colpa tua- disse poi rivolto a Michelle -tua e dei tuo occhi da cucciolo malmenato!-
Michelle rise insieme a Mel. Erano diventate buone amiche, nonostante il poco tempo trascorso assieme.
Mel non aveva gusti troppo pretenziosi ... ma sapeva che con Kate sarebbe stato differente.
-oh Gustav ... dai, ti prometto che appena torniamo ti preparo un crauti fantastico, eh?-
Gustav annuì sorridendo. Bstava veramente poco a farlo felice.
Lo strano quartetto uscì dall'Hotel, investito dalle urla delle fans; Bill davvero non capiva come diamine facessero in pochi minuti a radunarsi davanti al suo hotel dove era rrivato in incognito.
Salirono faticosamente sul taxi che li portò al negozio.
Kleinfield non poteva essere chiuso; Bill aveva parlato a lungo con l'assistente, e doveva essere rassicurato.
Voleva che quell'esperienza fosse indimenticabile per Michelle, e non voleva nessun intoppo. Ergo: nessuna fan scatenata dentro al negozio.
L'asstente, tale Rosa, l'aveva rassicurato: il negozio riceveva su appuntamento, e si sarebbe accertata personalmente che tutto fosse andato bene.
Bill quindi prospettava davanti a sé una piacevole mattinata a fare shopping. Quello che Michelle non immaginava era il regalo suo e di Tom per le nozze.
Proprio il vestito.
Avevano messo 5 mila dollari a testa, Bill pensava fosse una cifra più che ragionevole, e aveva chiesto consiglio alla madre.
Le aveva chiesto se fosse un pensiero carino quello di regalarle il vestito da sposa, e sua madre aveva detto che poteva essere bello, ma doveva parlargliene.
Ma il ragazzo non era esattamente d'accordo, dato che se solo avesse accennato all'idea, Michelle avrebbe puntato i piedi.
Così aveva deciso di portarla al negozio, farle provare degli abiti e poi glielo avrebbe detto.
Arrivati davanti alla monumentale porta di Kleinfield, Michelle aveva le lacrime agli occhi; Bill le si avvicinò e le mise un braccio sulle spalle tirandola a sé.
-non hai nemmeno provato un vestito e stai già piangendo??-
-si perché sei maledettamente dolce Kaulitz!- disse sbuffando in una risata -ma come ti è venuto in mente?-
-Ti voglio bene, ecco come mi è venuto in mente. E nonostante tu ti rifiutassi di comprare un abito da sposa, sapevo che lo volevi perché ... beh, perché se fossi una donna desidererei infilarmi in un abito da sposa non appena mi fanno la proposta. Ma ora andiamo, forza ...- e la sospinse all'interno del negozio, tenendo la porta aperta anche per gli altri due.
Vennero accolti da una dolce ragazza sulla 30ina, non molto alta, il viso al cuore e profondi occhi verdi; il viso incorniciato da capelli color del grano maturo.
-Avete un appuntamento?- chiese cordiale.
-sì, ho prenotato a nome Kaulitz ...-
-oh certo!- si animò -personalmente è un piacere conoscerla! posso ...- e porse la mano a Bill, che sorridendo la strinse vigorosamente.
-piacere mio ... Kaitlin!-
-bene ... se volete seguirmi, vi farò accomodare nel vostro salottino ...- percorsero diversi corridoi, fiancheggiati da abiti da sposa di tutte le forme e tonalità.
Le impiegate le guardavano sfilare mentre prendevano gli abiti, oppure accompagnavano qualche appuntamento al suo salotto.
Bill sorrideva, mano nella mano con Mel. Ogni tanto guardava Michelle, che teneva a braccetto Gustav.
Gustav aveva un'espressione impassibile stampata in faccia.
Bill non sapeva se si era offeso o meno perché non era stato salutato dalla ragazza, glielo avrebbe chiesto più tardi.
Finalmente arrivarono ad un salottino prove spazioso, dove Kaitlin fece accomodare tutti su un divanetto.
-allora ... chi è la fortunata?- chiese occhieggiando verso Mel.
Michelle si alzò, con una leggera delusione dell'impiegata; probabilmente ora non aveva più il suo scoop.
-come si chiama?- il sorriso tornò a campeggiarle sul volto. Nonostante la sorpresa, Bill dovette ammettere che era profesisonale.
-Michelle e ... devo essere sincera, non ho idea di quello che devo fare ..- rise nervosa.
-innanzitutto ti chiedo se hai già un'idea di come vuoi che sia il  vestito ... e il budget-
Michelle spostò lo sguardo sui suoi amici istintivamente, e prima che potesse rispondere Bill si intromise nella conversazione.
-posso parlarle un momento da solo?- chiese rivolto alla commessa.
-certo ...- Bill si alzò e la precedette fuori dal camerino, chiudendo poi la porta una volta uscita.
La guardò sorridendo, conscio di metterla in imbarazzo.
-la sposa ancora non lo sa, ma le regalerò io il vestito ... o meglio io e mio fratello, ma questo non importa ... Quello che volevo dire, è che il budget è di 10 dollari-
Kaitlin annuì -perfetto ... quindi non mi resta che conoscere i suoi gusti immagino ...-
-esatto.- Bill annuì e sorrise -gradirei che non ascoltasse il budget che le dirà, lei porti i vestiti e glieli faccia provare, facendole credere che siano nella fascia di prezzo che le ha indicato, ok? non deve sospettare nulla-
-perfetto ... possiamo rientrare?-
Bill annuì e ancora una volta la precedette.
-che dovevi fare?- gli sussurrò Mel, mentre Michelle discuteva con la commessa sul tipo di abito che voleva.
-niente ... non ti preoccupare- le baciò una mano -sono contento di essere qui con te-
-anche io ...-




Spazio Autrice: Buon pomeriggio bellissime :) sono acnora qui, come potete vedere e questo capitolo è abbastanza lunghetto :)
Mi sono completamente immersa nella scrittura. Spero che vi sia piaciuto.
Ringraazio come sempre le lettrici silenziose, chi ha inserito la storia tra le preferite, le ricordate o le seguite.
Ma sopratutto ringrazio la mia recensitrice per eccellenza: memy881.
E ringrazio la nuova arrivata _Vesper_ :)
un bacione alla prosima!
   
 
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